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E' sempre un piacere ascoltare le nuove produzioni dei Roma Amor, in quanto difficilmente deludono e pur conoscendoli riescono sempre a presentare un lato di loro ogni volta diverso dai precedenti.
Il marchio del precedente “Femmina” era sicuramente il legame con la tradizione popolare, sia nelle oscure storie raccontate che nel dialetto usato per raccontarle. Questo loro terzo album invece, “Occhi Neri”, sia negli arrangiamenti che nella tematica trattata, e' il piu' intimista e delicato del gruppo, e sottolinea la loro passione per la canzone francese, cosa gia' nota a chi li segue dal loro primo disco.
Il tema e' quell'Amor scolpito nel nome del gruppo, o meglio la miriade di sentimenti e stati d'animo che scaturiscono dall'amore. Lo struggimento della title track ad esempio, tra chitarra e nacchere, o la sofferenza per il distacco dall'amore nella triste “Disertore”. “Sensualita'” invece ci ricorda che l'amore e' anche fisicita', e se non bastasse poi ci pensa “Euforia”, su un inquieto mandolino, a scacciare le preoccupazioni. Per inciso questo e' uno dei tre pezzi la cui musica e' scritta da Roberto Zabberoni, ormai parte integrante del progetto. Si parlava prima di canzone francese...sono cinque i pezzi cantati (benissimo) in francese nel disco. Pezzi che non solo liricamente ma anche musicalmente rimandano alla canzone francese, con combinazione di fisarmonica e arpeggi di chitarra che si intrecciano in malinconiche melodie. Chiude il disco un recitativo su testo di Giulio Strozzi: siamo intorno al 1600, ma l'Amor e' senza tempo.

ZA