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Avevo concluso la recensione dell’ep di debutto “Songs of the widow” con l’impazienza di risentire i LUCEED sulla lunga distanza ed il gruppo Lussemburghese, dopo cinque lunghi anni di fervente attesa, mi ha infine accontentato con “Voodoo pop”, lussuoso full-length di tredici tracce registrate all’Orient Studios e meticolosamente autoprodotte. Ad onor del vero, la band in questo lusto non è mai stata con le mani in mano ma ha avuto un intensa attività live, sia come headliner -ricordo il Worn in Summer Tour del 2011- sia come supporto a formazioni del calibro di Ikon, Rammstein o Zeraphine, attività dal vivo sostenuta anche dall’uscita nel 2010 del singolo “King & Mason”, anteprima a questo debut album. In “Voodoo Pop” Oliver Made, autore di testi e musica, raggiunge l’obiettivo, iniziato da “Song of the widow”, di aprire il sound goth old-school dei Pronoian Made a molte contaminazioni che vanno dal pop all’hard rock passando per una buona dose di elettronica. La cosa che stupisce del primo album dei Luceed è la compattezza e l’energia insita in ogni traccia: qualsiasi canzone, da “El-xyr” a “Twilight X” passando per “Fallen” o “Circus made” - nome inizialmente scelto dalla band per il post-Pronoian Made- potrebbe tranquillamente essere un “singolo” passato con successo in qualunque gothic radio. Ottima la reinterpretazione della vecchia “Koh-i-noor”, qui resa ancor più orientaleggiante, così come la traccia conclusiva “Revelation 23” che immortala perfettamente il rock gotico del ventunesimo secolo targato Luceed tra cori, cambi di ritmo, assoli e goth’n’roll. Il prossimo passo per “Voodoo pop”, che sarà reso disponibile a breve anche sul circuito download, è a mio avviso quello di una migliore distribuzione Europea: così come successo in passato per “Cherubim” dei Pronoian Made -uscito autoprodotto e distribuito successivamente dalla Equinoxe Records- anche l’album di debutto dei Luceed merita di essere conosciuto ed apprezzato da più pubblico possibile.

Mr. Moonlight