VOIVOD+MOTLEY CRUE+HEAVEN AND HELL ed altri - Gods Of Metal, Stadio Brianteo, Monza, 27 Giugno 2009
luglio 2009
Parlo del Gods of metal su EDS?!?!?!?Si. Perchè non posso non parlare dei Canadesi. Esattamente, LORO. Giratela come vi pare, ma i Voivod sono talmente incatalogabili, talmente avanti a tutto e tutti che prescindono dai generi. Vero, sono partiti dal Thrash di "War and Pain" e "Rrroooaaarrr!!!", ma già con Killing Technology e il superbo Dimension Hatross le cose si stavano spostando verso un ibrido di industrial/Thrash/Psichedelia. Senza parlare del capolavoro assoluto che è Nothingface, dei lisergici e space rock Angel Rat e Outer Limits....insomma, se la cosa vi va storta perchè è un festival Metal, avete pure ragione. Cambiate pagina (ops, cliccate "indietro"...). Se invece siete curiosi, buona lettura.
Dopo i NIN del venerdì sera e una riposante dormita in albergo, ci alziamo presto il sabato mattina per andare a Monza a vedere il GOM. E qui c'è la prima cosa indegna. I Voivod, vera leggenda, precursori di milioni di sottogeneri, sono relegati a mezzogiorno per solo 40 minuti di set!!! Che roba vergognosa!!! ma bando alle ciance. Entriamo al Brianteo (e mai location fu più azzeccata: palco doppio messo per la lunga per evitare pause troppo lunghe tra una band e l'altra, enorme tribuna coperta dove stare al sicuro da sole e pioggia, erba sotto i piedi invece che fango o peggio asfalto...promosso a pieni voti) e stanno finendo di suonare gli Extrema. Il tempo di prendere posto e sale sul palco destro Lauren Harris, figlia del bassista degli Iron Maiden. Bella gnoccolona eh, non c'è che dire. Ma musicalmente è davvero...innocua, ecco. Un rock and roll abbastanza scolastico. Della serie raccomandazioni... ma poco importa. Tempo mezzora e sul palco sinistro salgono i Voivod che aprono con il brano omonimo. Ed è subito delirio. L'ultima volta che li vidi era il 2000, formazione a tre con Eric Forrest al basso e alla voce. Purtroppo Piggy ci ha lasciato pochi anni fa, sostituito qui da Dan, che tra l'altro ha fatto un lavoro eccelso. Molto rispettoso, pulito, impeccabile. Ma ragazzi miei, alla voce è tornato Snake, e soprattutto Blacky al blower bass!!! Ora, non so, ci sono musicisti che dentro ognuno di noi raggiungono scalini infinitamnte più alti di altri. Blacky per me è uno di questi. Uno che ha reinventato a suo modo il suonare il basso, trasformandolo in un ibrido che ha regalato al suono-Voivod una marcia in più. Un esempio: usa un basso a 5 corde, ma l'accordatura è classica. Niente si o simili. Parte dal mi dall'alto. E insomma, il set va avanti con The Unknown Knows, opener di Nothingface, che mi fa letteralmente viaggiare il cuore e la mente. Segue Global Warning, tratta dal loro ultimo album, diretta, punkeggiante ed efficace. La rullata di timpano ci introduce alla danza aliena-voodoo di Tribal Convictions, da sempre una delle vette massime della band, prima di proseguire per la corsa nello spazio di Overreaction. L'esecuzione di Nothingface mi lascia a bocca aperta: siete così folli da suonare QUESTA ad un festival?!?! si!!!! Puro stato visionario lisergico, che continua e raggiunge l'apice con il brano di chiusura, la cover di Astronomy Domine (dedicata a Piggy. Che di sicuro starà facendo jam sessions con Syd, ora) dei Floyd. Nonostante il sole alto che picchia forte, sembrava davvero di vedere le stelle. Unici, magici, inimitabili. i Voivod hanno dimostrato ancora una volta come, anche se solo con una manciata di canzoni, possano polverizzare decine e decine di bands senza il minimo sforzo. Nel meet & greet dopo il concerto, Away mi ha detto che forse continueranno a suonare ancora, dato che si stanno divertendo. Lo spero davvero... Quando la navicella spaziale fa ripartire il Voivod nelle galassie, restiamo in giro a ciondolare, dando un orecchio qua e là a chi suona sui vari palchi. Brevemente: Backyard Babies: un rock and roll sporco, carino ma prevedibile. Show sufficiente.
Epica: Non pervenuti, ero al Meet & Greet, anche se quello che sentivo in sottofondo minava seriamente la mia sensibilità intestinale.
Marty Friedman: nei Megadeth fece grandi cose. Da solo fa grandi assoli. Che dopo tre quarti d'ora di musica strumentale e pippe al manico della chitarra cominciano a sfasciare parecchio i maronetti.
Edguy: lassamo perde.
Lita Ford: la biondona ex Runaways, nonostante il mezzo secolo abbondante, ha ancora una carica invidiabile. Rispetto.
Queensr˙che: bravi eh, ma mai digeriti. E vederli live non mi ha fatto cambiare idea.
Tesla: Aaaaah il rock radiofonico americano anni '80. Alla fine non c'è molta differenza tra loro e l'elettropop da classifica che mettono alle serate, quindi...piacevoli.
E ora arriviamo ai grandi nomi. Tocca agli Heaven & Hell, ovvero ai Black Sabbath. Senza Ozzy, ma con Dio. E Iommi ha fatto la scelta giusta. Perchè l'elfetto Ronnie James, nonostante i sessantasette (!!!) anni di età, ha ancora una voce perfetta! Quando si dice, i veri professionisti... Scaletta che copre tutta la discografia dei Sabbath con Dio alla voce, riff e assoli che smascherano inevitabilmente le influenze di una marea di band deathrock (Dagli Shadow Project ai Voodoo Church alle Superheroines....), spettacolo e palco eccellenti per uno show che mi ha stupito positivamente. Mi aspettavo una carrellata di vecchietti, bravi ma ormai pensionabili, alla Deep Purple, ed invece gli H&H hanno regalato al pubblico monzese uno show eccellente sotto qualsiasi punto di vista. Ottimi.
E siamo alla fine. E bene o male son tutti qui per loro, gli (ex?) bad boys of rock and roll. Ragazzini con stivali al ginocchio, tacchi a spillo vestiti da battona non si contano più, così come vecchi glamster che han tirato fuori dall'armadio il gilet zebrato che sa di naftalina. I Motley Crue, nel 2009, sono un emblema, un operazione di ripescaggio culturale ed emozionale che però funziona eccome. Palco pauroso, con un telo di led computerizzati grosso quanto tutto il fondale sul quale vengono proiettati video, giochi di luce e una marea di gnocca (era ora, altro che vampiri;)), suoni ottimi, band buona, nonostante le condizioni fisiche di Mick Mars (un eroe, assolutamente. Se non sapete di che parlo, cercate in rete. Rimarrete a bocca aperta). Vince Neil non era un ugola d'oro a 20 anni, figuratevi a 50, ma se la cava ed intrattiene il pubblico alla grande. Tommy Lee pesta come un dannato e cazzeggia spesso con l'audience strappando più di un sorriso ed applausi a gogo. E Nikki Sixx, la vera anima della band, è sempre lui. Sta lì, suona tre note, manco bene, ma è evidente che LUI è i Motley Crue. Da sempre. Il trittico iniziale di Kickstart My Heart/Wild Side/Shout at the Devil fa parte di quelle canzoni che chiunque avrebbe voluto scrivere, tanto sono semplici e maledettamente efficaci. Il set (breve, un ora e un quarto) scivola tra passato e presente, divertendo facendo cantare tutti. Dopo l'apoteosi di Girls Girls Girls/Dr Feelgood, i nostri tornano sul palco per un ultimo saluto, la straclassica e sputtanata Home Sweet Home, con cui salutano un pubblico italiano stanco e soddisfatto. In definitiva? Quattro pagliacci. Che non fanno finta di non esserlo. Che quindi risultano molto più veri di mille altre band. Hanno diverito, fatto cantare, ballare. Che si vuole di più? Concerti così, ogni tanto, fanno bene all'umore. Parafrasando il titolo di un loro live album: Entertainment or Death. Obbiettivo centrato!
Scaletta Voivod:
Voivod (cut in)
The Unknown Knows
Global Warning (cut a bit in the middle)
Tribal Convictions
Overreaction
Nothingface
Astronomy Domine
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Scaletta Heaven and Hell:
E5150
The Mob Rules
Children Of The Sea
I
Bible Black
Time Machine
Drum Solo
Fear
Falling Off The Edge Of The World
Follow The Tears
Die Young
Heaven And Hell
Country Girl / Neon Knights
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Scaletta Motley Crue:
Kickstart My heart
Wild Side
Shout At the Devil
Saints of Los Angeles
Live Wire
Motherfucker of the Year
Don't Go Away Mad
Same Ol Situation
Primal Scream
Girls, Girls, Girls
Dr Feelgood
Home Sweet Home
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