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FAITH AND THE MUSE - Siddharta, Prato, 14 Nov 2009

FAITH AND THE MUSE - Siddharta, Prato, 14 Nov 2009

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Aspettavo con ansia di poter vedere i Faith & the Muse ed ero anche curiosa di ascoltare l'ultimo album Ankoku Butoh, che si è rivelato molto, molto interessante. La serata si svolge al Siddharta di Prato e viene aperta da Erika Polignino che, accompagnata dagli Hexperos, legge frammenti tratti dal suo nuovo libro Nero Fluorescente (di cui abbiamo parlato su queste pagine, anche in un intervista con l'autrice, n.d.Max1334). Li ascolto per un po', dopodichè la mia attenzione viene colta dal banchetto del gruppo protagonista della serata e dagli amici ritrovati con cui ci si intrattiene in queste occasioni, scambiandoci opinioni e pronostici sull'evento. Tutti nutrono grandi aspettative (che non verranno deluse). Il pubblico aumenta man mano e quando è il momento di attendere il gruppo tutti davanti al palco, il locale è gremito e si sta anche un po' stretti! Ed ecco che parte una musica d'atmosfera, ma le tende sul palco sono ancora chiuse. Compaiono alla nostra destra due principesse bianche, a destra e sinistra della consolle; lentamente scendono le scalette e vanno l'una verso l'altra, unendo le loro ipnotiche danze salendo poi verso il palco sulle note dei primi due brani di Ankoku Butoh, The Woman Of The Snow e Kamimukae. Frattanto compaiono tutti: un "nuovo" William Faith (esteticamente, rispetto a quanto molti ricordavano), il bravissimo violinista Paul Mercer, i componenti della band Scarlet's Remains (e dei recenti Christ VS Warhol), Marzia Rangel e Steven James... Tutti i musicisti prendono il loro posto sul palco, finchè per ultima entra in scena la Regina Rossa, una bellissima e in forma smagliante Monica Richards, che tosto prende in mano il microfono e tra mille applausi inizia davvero il concerto con i successivi nuovi pezzi, Blessed e Battle Hymn: si tratta di pezzi con una notevole spinta ritmica, e il concerto decolla letteralmente. Subito dopo ecco un'altra conferma di quanto vicino alla perfezione ed emozionante sarà questo live: partono i colpi decisi e sferzanti di Cantus e i fremiti di gioia si sprecano.
La voce di Monica Richards non conosce una pecca, potente e
decisa su ogni nota, suadente e delicata quando serve. Praticamente perfetta, emoziona e trascina il pubblico canzone dopo canzone. Anche William Faith non è da meno, è in forma, intenso e aggressivo in Nine Dragons, nonchè nelle percussioni del brano Bushido, in cui si affianca a un'altra musicista; non che sia un'amante di pezzi tribali, ma da questo brano rimango rapita, talmente è ben inserito nel contesto. L'esecuzione è ottima, tanto che ancora adesso vorrei tornare indietro nel tempo e riascoltarlo dal vivo, dato che mi è apparso molto più potente e deciso che su disco. Si alternano quindi brani nuovi (che comunque costituiscono la parte protagonista del concerto) a brani vecchi come l'inaspettata In Dreams of Mine, una delle mie preferite. Monica la esegue con una voce leggera come una piuma e la mia emozione è stata massima. Le ballerine danzano insieme a Monica, si inseriscono appieno nelle atmosfere e non sono mai fuori posto ne costituscono un elemento di disturbo, anzi, con i loro movimenti interpretano perfettamente suoni e note, cosìcche sia orecchie che occhi risultano assolutamente soddisfatti. Il delirio raggiunge l'apice quando brani come Plague Dance smuovono definitivamente anche i più pigri. Monica Richards non sembra affatto stanca e ci carica ancora di più con la sua splendida voce, ben supportata, come durante tutto il concerto, dagli strumenti. Il finale è affidato a Sovereign, interpretata da William Faith e da lui dedicata ai presenti, Annwyn Beneath The Waves e Sparks, come saluto al pubblico estasiato da questo concerto, talmente perfetto nel suo mix tra spettacolo e musica che difficilmente verrà dimenticato. Per chi scrive, senza dubbio uno fra i migliori di quest'anno.

 

L'Aurore_Assassine

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