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A PLACE TO BURY STRANGERS - 6 maggio 2010 – Unwound (Padova)

A PLACE TO BURY STRANGERS - 6 maggio 2010 – Unwound (Padova)

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Mi sono chiesto fino all'ultimo se andare a questo concerto o meno.
Alcuni interventi letti qualche giorno prima su Internet potevano far
pensare sarebbe stato un concerto intenso, ma breve, sulla mezz'ora di
durata. La serata inoltre non prevedeva nessun altro gruppo oltre a
loro. Quindi, non mi tentava particolarmente l'idea di sborsare 15 euro
per vedere dal vivo un solo gruppo, che magari avrebbe suonato poco, e
di cui in fondo non sono cosi' patito. Alla fine però onde evitare
possibili rimpianti, ci sono andato. Ne e' valsa la pena? Si' e no.
Arrivo al locale e fortunatamente incontro un amico che non vedevo da
tempo, con cui scambiare qualche chiacchiera in attesa dell'inizio. Non
passa molto tempo che la band fa il suo ingresso sul palco. Il trio
composto da Oliver Ackermann (chitarra e voce), Dion Lunadon (basso,
rattoppa l'abbandono di Jono Mofo) e Jay Space (batteria) comincia la
sua opera di distruzione dei timpani del pubblico e continuera'
imperterrito e sadicamente a farlo per l'oretta abbondante di concerto
offertaci, a dispetto di quanto letto in rete come detto prima.
Rimango piacevolmente impressionato dalla quantità di rumore che i tre
producono grazie a strumenti effettati e spinti al limite delle loro
possibilità; tutto ciò in contrasto con il distacco e la totale assenza
di interazione col pubblico. Le brevissime pause sono riempite da
sguardi assenti e/o inquietanti da parte del cantante, da maltrattamenti
del proprio strumento da parte del bassista...mah, fa parte del loro
gioco immagino. Ad ogni modo, dicevo che ero rimasto piacevolmente
impressionato; confermo, almeno finche' i tre suonano pezzi con capo e
coda mi piacciono molto. Il problema è quando da un certo punto in poi
concludono ogni pezzo con un interminabile produzione di rumore ed
effetti con cui oltre ai timpani distruggono anche le palle. Se ci
aggiungiamo anche il caldo che avvolge come al solito l'Unwound, il
quadro è completo. Ad un certo punto il cantante si mette a violentare,
letteralmente, la sua chitarra, si dimena, la sbatte per terra, la
calpesta, rumore rumore rumore fino allo sfinimento...il mio.
Che dire...ne e' valsa la pena? Valgono il prezzo del biglietto? Andrei
a rivederli se tornassero? Si', no, forse si'.



SETLIST:

It Is Nothing
I Know I’ll See You
Keep Slipping Away
Don’t Think Lover
In Your Heart
Lost Feeling
Exploding Head
To Fix The Gash In Your Head
Deadbeat
I Lived My Life To Stand...
Ocean

ZA

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