RECENSIONI LIBRI

Davis Stephen - Il Martello Degli Dei, La saga dei Led Zeppelin

Arcana Editrice 2009

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Ci sono alcune band che fanno dei dischi buoni. Altre vengono ricordate negli anni per le loro qualitā. Altre vengono dimenticate. Poche, pochissime raggiungono lo status di Mito. I Led Zeppelin facevano parte di quest'ultima, ristrettissima categoria. Culto ancor prima di sciogliersi nel 1980 dopo la morte del compianto batterista John Bonham (uno che la batteria la faceva urlare), la band inglese ha attraversato mode, gusti e trend, e nonostante sia inattiva da trent'anni, escludendo reunion estemporanee (compresa la data unica a Londra di un anno e mezzo fa), rimane uno dei complessi alla quale guardare quando si cerca musica di qualitā. Bistrattati dalla stampa per tutta la loro carriera, considerati grezzi, roba per ragazzini, hanno invece acceso il fuoco dell'Hard Rock, piantato i semi dell'Heavy Metal, nonchč sparso i germi del gusto acustico. Ascoltare oggi, a quarant'anni di distanza, la battaglia di mandolini di Battle of Evermore, non č difficile ritrovarci le radici dalle quali molte band di oggi, anche amate in ambito Goth, hanno attinto a piene mani. La loro passione per la musica celtica e per il blues gli permetteva, in prospettiva, di poter scrivere brani a 360 gradi, invece di fossilizzarsi su semplice Rock and Roll. Possiamo parlare ore di No Quarter, o di Dazed and Confused, o Kashmir, e l'unico termine che potrebbe descriverle sarebbe "magnifiche!". Il libro in questione, Il Martello Degli Dei, č la vera bibbia degli Zeppelin. Biografia curatissima, fu stampata la prima volta a metā anni '80, e dopo vari aggiornamenti e ristampe, arriva oggi alla versione QUASI definitiva. Dico quasi, perchč ancora mancano le pagine sull'ultima reunion, e la discografia pecca di qualche mancanza, sicuramente correggibile. La storia di Page, vero centro della band, viene qui sviscerata dagli inizi come session man da studio, passando per gli Yardbirds e arrivando all'incontro con John Paul Jones (ricordate il suo bellissimo lavoro con la Galās, sporting life? ricercatelo!), Robert Plant e John Bohnam. Page, Jones, Plant, Bonham. Figli della middle class i primi due, istruiti e colti. Figli della working class gli ultimi due, viscerali e crudi. Insieme crearono un alchimia unica. Separati meno, anche se quando Page e Plant tornarono assieme per qualche anno, furono eccellenti (chi era a Sonoria nel 1995 se lo ricorderā. Con tanto di Porl Thompson al seguito, scappato dai Cure perchč sua maestā Page lo voleva al suo cospetto. Inutile dire che non se l'č fatto chiedere due volte....).
Una storia che č parte integrante della musica del 900. Un volume non solo per i fan e gli appassionati, ma anche e soprattutto per chi non conosce nulla dei LZ se non qualcosa per sentito dire, e vuole-giustamente-farsi un minimo di cultura muisicale. Consigliato!

Max1334

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