VIDI AQUAM - the world dies
Rosa Selvaggia 2010
Quando si dice veterani... I Vidi Aquam sono sulle scene dal 1995. Tre Lustri. ovvero quando molti di voi andavano ancora all'asilo o alle elementari. Erano gli anni duri e puri, non c'era la minima parvenza di Goth (ne musicalmente ne visivamente) nel mainstream, tantomeno c'erano serate e concerti a profusione come oggi. La scena era molto più ristretta, selezionata, e se c'eri c'eri. Eppure le fanzine uscivano, i demo venivano in qualche modo stampati e registrati...insomma, nonostante fosse tutto più difficile, le cose andavano avanti. E si susseguivano le mode, in piena fase elettrodark (che non era EBM, sia chiaro) prima, poi neofolk a profusione, poi il deathrock, poi il synthpop... in mezzo a tutti questi cambiamenti, Nikita ed i suoi Vidi Aquam c'erano e ci sono stati, arrivando oggi al vero e proprio debutto su cd. Dopo cassette demo, mini cd, ep, cdr, paretecipazioni a compilation e chi più ne ha più ne metta, la band raggiunge il traguardo del disco vero e proprio. Già fosse solo per questo, "the World Dies" andrebbe accolto a braccia aperte. Il problema (che problema non è) è che i dieci brani contenuti non sono semplicemente il testamento di una band che ha il fiato corto, bensì una serie di brani ispirati e convincenti. Alcuni brani del recente passato hanno trovato spazio su questa release, amalgamandosi perfettamente al mood generale. Mood che, come segnalato dalla band stessa, è stato volutamente separato in due. Come ai vecchi tempi. Lato A e lato B. Cinque pezzi per uno. Possiamo dunque dire che la prima facciata è quella più catchy ed immediata, con cavalcate postpunk che si alternano a brani di chiara matrice uk anni '80 (da segnalare la bellissima "Suicide Girl") mentre sul lato b trovano spazio composizioni più ragionate e riflessive, in bilico tra ethereal, elettronica ed industrial, il tutto senza perdere il piglio marziale di quel tipo di canzoni a cui ci avevano abituato i Vidi Aquam.
Limitato a 500 copie, nei suoi solchi c'è anche lo zampino di Frédéric Chaplain, meglio noto come il capo della Prikosnovenie, che ha curato personalmente la masterizzazione dell'album presso il suo Magic Mastering Studio.
Un punto di arrivo? Si, ma anche un nuovo punto d'inizio per una band che ha ancora molto da dire nel panrama dark internazionale.
http://www.myspace.com/vidiaquam
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