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Ho sempre amato le classifiche. Perchè fanno discutere gli appassionati, permettono di riscoprire tesori dimenticati o scoprirne di nuovi. La funzionalità di queste due uscite di Stefano Cerati è proprio questa: non tanto decidere se è meglio Reign in Blood o Nothingface, quanto dare la possibilità a chi non è ferrato nell'argomento di trovare spunti piacevoli per saperne di più. Inutile star qui a scrivere la lista delle mancanze e dei giudizi non condivisibili: ogni persona ha i propri guasti musicali, e se ne prendiamo cento, ognuno avrà la propria opinione riguardo ad almeno il 50% del contenuto di questi volumi (perchè l'altra metà è insindacabile: in un ipotetico "i migliori 100 album di Death Rock" dischi come Only Theater of Pain o l'e.p. dei Voodoo Church non sarebbero discutibili...capite che intendo?). Ciò non toglie che l'idea di base è accattivante e stuzzica parecchio la curiosità anche di coloro che sono abbastanza ferrati in materia: ci sarà sempre quella manciata di album che per un motivo o per l'altro non conosciamo, e vi assicuro che la tentazione di recuperarli è forte. Piacevoli, fruibili, ben scritti, hanno comunque pesi specifici diversi. Essendo la New Wave Of British Heavy Metal un fenomeno che gioca su un arco temporale relativamente breve, trovare 100 album rappresentativi è stato sicuramente più semplice. Meno facile il volume sul Thrash, genere che ha conosciuto il suo massimo splendore negli '80 ma che in ogni modo ha continuato a sfornare capolavori anche nei due decenni successivi. Doverosa quindi la postilla di quest'ultimo volume, dove vengono selezionate come bonus alcune delle uscite fondamentali delle bands di maggior importanza, se non artistica, perlomeno commerciale, alias i cosidetti BigFour (Anthrax, Megadeth, Metallica, Slayer). Consigliati sia per gli amanti del genere, ma sopratutto per coloro che non ne sanno nulla ma sono abbastanza curiosi ed hanno voglia di farsi un idea su quei movimenti musicali.

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Max1334