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Ennesimo libro della collana Arcana dedicata ai testi delle grandi bands, corredati da commenti vari. Dopo il volume sui Cure, ho letto questo sui Pink Floyd, e la formula resta la stessa. Lo stile di Alessandro differisce da quello di Daniela Cascella, che aveva fatto un ottimo lavoro per The Edge Of The World, ma resta comunque piacevole e scorrevole. Vengono qui presi in considerazione tutti gli album in studio della band inglese, da The Piper At the gates Of Dawn fino a Division Bell. Leggendo queste pagine si evince come le fasi dei Pink Floyd siano state 4. Il periodo Barrett (fiabe allucinogene e visioni lisergiche), il periodo Post-Barrett (con Waters che cerca una propria dimensione), il periodo Waters (forse uno dei momenti storici più alti della letteratura del 900. Non sto scherzando. Da the Dark Side a The Final Cut non c'è un testo-uno che non sia a suo modo pura poesia) e il periodo Gilmour (testi che dicono poco o nulla, scritti perlopiù da mani esterne al gruppo, buoni solo per accompagnare le linee vocali che stavano sopra la sempre meravigliosa Strato di David). Molti i punti in cui mi trovo daccordo, altrettanti gli spunti che non condivido. Ma come per il libro sui Cure, letture simili sono piacevoli, e danno input divertenti per discussioni animate  tra fan il sabato sera di fronte a una birra. Buono, ma indicato solo ai fanatici dei Floyd. E se siete tra questi ultimi, vi rimando allo splendido Pink Floyd- the Wall, di Gianfranco Salvatore, vero e proprio saggio sull'opera rock definitiva del '900.

Max1334