INTERVISTE

Ivano Galletta

gennaio 2012

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Abbiamo contattato Ivano Galletta, autore del libro "Il Dark. Guida alla musica oscura "...

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Ciao Ivano! Benvenuto su Erba Della Strega! Dunque, da dove nasce
la necessità di scrivere un libro su un genere musicale non conosciuto e spesso male interpretato dal grande pubblico?

Ciao e grazie a voi! Hai ragione: si tratta di un genere musicale non
conosciuto e oggetto di facili pregiudizi. Questo libro vorrebbe infatti fare chiarezza e farlo apprezzare a chi potrebbe essere interessato, ma non lo conosce (inquadrandolo magari con i Cure più commerciali, lo confonde con il metal, e così via). Volevo lasciare un qualcosa a queste persone, perché per definizione si parla di un genere lontano dai media, ed è quindi normale chel’ignoranza sia spesso molta. D’altra parte ritengo sia un qualcosa di molto vario e che fornisca emozioni, e quindi ognuno in base ai propri gusti potrebbe scoprire cose inascoltabili, altre meravigliose e affascinanti. Mi ha motivato, inoltre, l’idea di poter lasciare una testimonianza a chi il genere già lo conosce e apprezza. L’idea di scrivere questo libro, ad ogni modo è nata più per caso che per una scelta meditata: aver incrociato un editore disposto ad accettare un progetto simile è stato determinante (colgo l’occasione per ringraziare Gordiano Lupi, editore delle Edizioni Il Foglio Letterario di Piombino, e la Prof. Rosa Manauzzi, curatrice dei Saggi).     
 
Perchè hai suddiviso il libro in sottogeneri musicali, lasciando però ampio
spazio alle bands cul degli anni'80?

Dedicare un certo spazio alle band degli anni ’80 è determinante: non si può
parlare di questa musica senza passare in esame ognuno dei gruppi cult di questo genere, che restano il fulcro: doveroso quindi dedicare uno spazio a parte a Cure, Bauhaus, Siouxie & The Banshees, Joy Division, Sisters of Mercy e Christian Death. Dopo di che, secondo me è stato opportuno parlare dei sottogeneri e delle evoluzioni successive, arrivando fino ai giorni nostri: gothic, elettronica, ambient, neofolk, neoclassico e medievale. Si tratta di un tentativo di suddivisione che presenta talvolta dei limiti ed è soggetto a possibili critiche, data l’infinità di sfumature che possiamo trovare tra le varie band. Ma è anche un tentativo di fornire al neofita una traccia per orientarsi alla ricerca di un genere a lui congeniale (anche per questo si riportano alcuni siti internet in fondo al capitolo, appunto per stimolare eventuali approfondimenti). 
 
Per quanto riguarda la scena musicale oscura anni'90, come mai hai
inserito i Dead Can Dance (che hanno cominciato la loro produzione negli anni '80) assieme agli Elend e Sopor Aeternus?

Il fatto di dedicare uno spazio ad alcune band specifiche, come quelle che hai citato, era per provare a fare degli esempi (che rimangono quindi tali) relativi a gruppi che sono da reputarsi distintivi e originali. I Dead Can Dance sono i pionieri che hanno gettato i semi, i cui frutti sono stati raccolti da molti gruppi che dalla musica antica trovano fonte di ispirazione. Elend e Sopor Aeternus, a mio parere, hanno un sound che si differenzia per originalità; come del resto la gothic opera del progetto Devil Doll di Mr Doctor. Spesso ci troviamo ad ascoltare formazioni piacevoli e degne di nota, ma altrettanto spesso hanno un suono simile a questo o quest’altro gruppo. Ma d'altra parte anche Dead can Dance e Sopor Aeternus traggono spesso ispirazione da musiche e danze tradizionali. Così come anche Corvus Corax, o anche il nostro Branduardi. Saltarello, Maitre de Maison e Menuet de la Chaine sono alcuni esempi. 
 

Ho notato,inoltre, un grande interesse verso Sopor Aeternus and the
Ensemble of Shadows. E' vero o è solo una mia impressione?

Musicalmente, la creatura Sopor Aeternus mi piace, lo ammetto, e il fatto di
poterne parlare all’interno di un libro mi attirava molto. Nutro simpatie verso il gothic più inquietante e cimiteriale, come per la musica medievaleggiante e le strutture più sinfoniche. Si tratta però di un saggio, e quindi cercare durante tutta la trattazione di mantenere una certa obiettività, e prescindere dai gusti personali, secondo me è fondamentale. Infatti, una volta descritte le sonorità di un album, lascio spesso al lettore la facoltà di giudicare lui stesso.
 
In base a quale criterio hai scelto i gruppi da inserire
all'interno del libro?

Prima di tutto in base alle mie conoscenze: si tratta di un genere molto
vasto, e mi reputo un appassionato come tanti, tra l’altro molto umile a riguardo. A chiunque, me compreso, verrebbe senz’altro in mente qualche gruppo degno di nota non citato. Il libro vuole essere una guida, per cui non vuole essere esaustivo, ma una lettura piacevole e una base per eventuali approfondimenti. Volevo parlare dei gruppi dark anni’80, citarne alcuni per ogni sottogenere, e anche parlare di qulcuno in attività prima di questo periodo: così vale per i Goblin di Simonetti, e il progetto Jacula e Antonius Rex. Questo, a dimostrazione che la ricerca di sonorità oscure è un qualcosa che non ha tempo: rientra nell’animo umano, e spesso ne è la fonte di ispirazione. 
 
Quanto tempo hai impiegato a scrivere il libro, calcolando i
sottogeneri e le discografie dei gruppi?

La prima edizione del 2005 è stata scritta quasi di getto, nel giro di pochi
mesi. Si tratta però di un lavoro troppo minimale, che io stesso ho chiesto successivamente di rivedere. Le due edizioni successive sono state integrazioni più meditate.  

E per quanto riguarda le webzine,le riviste ed i siti che si trovano all'interno del libro? Li conoscevi già o è stato un lungo lavoro di ricerca?

Per quanto riguarda le webzine e le riviste, le conoscevo già. Per quanto
concerne i gruppi citati (e quindi relativi siti), anche per me alcuni si sono dimostrati delle novità. E’ un genere in cui non si finirebbe mai di imparare; ma questo libro non ha mai avuto la pretesa di essere un testo esaustivo, ma una guida semplice e immediata, destinata ai neofiti e agli appassionati. 
 
Il tuo libro è arrivato alla terza edizione. Cosa ne pensi a
riguardo?

Come ti dicevo, io stesso ho chiesto di poter integrare la prima edizione del
2005, scritta di getto, anche se meditata nella forma insieme alla curatrice dei Saggi. Sono molto contento dei risultati raggiunti, tenuto conto che è un argomento di nicchia, per di più pubblicato da un editore piccolo ma in un certo senso coraggioso, onesto ma selettivo nelle scelte editoriali. Ha avuto fiducia, e sono stato contento di aver potuto integrare e migliorare questo libro. Certo, con il tempo ci sarebbero tutt’ora modifiche da fare: l’era di Facebook ha cambiato molto a livello dei ruoli assunti dal web, il Moonlight Festival è cresciuto ed è andato avanti, le programmazioni sulla web-radio di Darkitalia hanno assunto un’importanza maggiore (e d’altra parte la citata trasmissione AllGothic della radio catanese Radio Zammù è poi sfumata); sono nate le selezioni delle band emergenti nostrane con il Gothic Room, ed inoltre l’organizzazione di eventi e serate è segno di vitalità. Si parla quindi di un qualcosa di dinamico, in continuo mutamento, e quindi di un argomento potenzialmente infinito. 
 
Che cosa è cambiato nel libro durante le varie edizioni?

La prima edizione del 2005 è l’inizio, il più minimale e soggetto a possibili
critiche, via via integrato con la seconda edizione del 2007, e con la terza nel 2009. La struttura della trattazione è rimasta immutata, ma si è via via cercato di aggiornare i contenuti, migliorare l’aspetto critico dei vari album attraverso mini-recensioni, parlare un po’ di più della realtà italiana di ieri e di oggi, e si è cercato di elencare più siti internet di riferimento nei sottogeneri trattati. Le pagine, così, sono in sostanza raddoppiate. Dal punto di vista grafico, la seconda edizione ha la stessa copertina della prima, ma il passaggio ad una nuova stamperia digitale ne ha migliorato la qualità e l’ha resa più professionale. Con la terza edizione la copertina è cambiata, e sono state introdotte alcune foto all’interno, nella trattazione dei vari sottogeneri.  

Da quanto tempo segui la musica "dark"?

Da quando avevo 14 anni: fu amore a primo ascolto quando, nel 1986, mi fu
prestata una cassetta registrata con su un lato i Bauhaus, e sull’altro i Cure. 
 
Quali sono i gruppi che più hanno segnato la tua vita?

Direi Cure e Siouxie & The Banshees tra l’80 e l’82, i Bauhaus, i Sisters of
Mercy di First and Last and Always, i Joy Division più oscuri di Unknown Pleasures e Closer, ma anche i primi Lacrimosa e Sopor Aeternus. 

Come reputi l'attuale scena oscura?

Si tratta di un ambiente che non frequento molto, ma non posso che augurare
lunga vita al Moonlight Festival e agli eventi collaterali che vengono organizzati durante l’anno, alle serate  messe in piedi dalle associazioni Wardance, Darkitalia, da Rosa Selvaggia e non solo, a tutti i gruppi più o meno noti che la rendono viva, insieme a chi, come te, cura recensioni. Un augurio è che dietro il nero ci sia sempre un contenuto, e mai una semplice voglia di distinguersi dalla massa. Da un lato mi piacerebbe conoscere meglio la scena italiana: ricostruirne da nord a sud gioie, sospiri e difficoltà, e condividere un giorno quanto sono riuscito ad apprendere. 
 
Quali sono le bands che consiglieresti di ascoltare in primis ad
una persona che si avvicina per la prima volta al genere "dark"?

Quelle già citate in precedenza: i padri del dark classico esploso nei primi
anni ’80, ma anche i primi Lacrimosa, Clan of Xymox e Sopor Aeternus. Se i brani ascoltati non danno emozione o risultano apprimenti, allora probabilmente non è un genere per loro. Ritengo che la propensione verso questo tipo di musica sia impressa nel dna: solo un ascolto, che non arriverà mai tramite i canali mediatici ufficiali, potrà far scoprire le carte in tavola.    
 
Grazie per l'intervista e Buon Lavoro

Grazie mille e buon lavoro a te e a Erba della Strega

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Cherry

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