INTERVISTE

Violet Tears

2007...

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Sempre scavando nell'archivio polveroso dell'anno scorso, era un peccato non pubbliucare questa chiacchierata con i grandissimi Violet Tears. Nel tempo trascorso tra questa intervista e la sua pubblicazione, è uscito anche il buovissimo Breeze of Solitude su Ark Records, album ottimo che conferma la validità della band. Chiedendo scusa a loro e a voi per il ritardo di pubblicazione (cosa che non si ripeterà in futuro, grazie ai-finalmente-terminati lavori di restauro del sito), lascio a loro la parola...

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01-Ok, prima domanda tipica tipica: presentatevi ai lettori di EDS e un pò di storia, grasssssie!

Caludio Co.: la nostra storia ha origini sin dal 1998 ed ognuno di noi era reduce da esperienze con altre gothic band del territorio barese. Avevamo tutti l’obiettivo di coagulare i nostri vissuti nell’ambito musicale e dar vita ad un’entità sonora improntata su una linea romantico decadente. Con la prima formazione, costituita da Carmen De Rosas (voce), Claudio Contessa (voce e chitarra), Claudio Cinnella (chitarra, basso, tastiere), Gianluca Altamura (batteria), Maria Teresa Ciervo (tastiere) e Carmela De Zio (tastiere) realizzammo una serie di concerti e nel gennaio 2001 il primo mcd “Fragments of broken dreams” prodotto dall’etichetta Anaemic Waves Factory. Dopo l’uscita dal gruppo delle due tastieriste abbiamo proseguito i nostri lavori con l’incisione di “Cold memories & remais”, pubblicato ufficialmente quest’anno e realizzato dall’etichetta americana Fossils Dungeon”, la quale curerà anche la pubblicazione del nuovo album, “Breeze of solitude”, la cui uscita è prevista per gli inizi del 2007.

02-le vostre sonorità sono indubbiamente legate alla fine degli '80/inizio dei '90, eppure non risultate noiosi e scontati, anzi...qual'è la vostra formula?

Gianluca: sono stati in molti a porci questa domanda… Per quanto concerne la composizione dei nostri brani non vi sono formule prestabilite o studiate a tavolino. Il nostro è da sempre un lavoro di equipe: abbiamo avuto la fortuna di incontrarci quasi dieci anni fa e, da allora, la nostra unica “formula” (che sembra aver riscosso consensi) è stata la massima libertà espressiva nella composizione. Un’altra caratteristica saliente della nostra esperienza di gruppo è l’assenza di individualismi sfrenati e di manie di leaderaggio, cosicché nell’ambito del nostro processo creativo (a volte è individualistico, altre collettivo) ciascuno può muoversi liberamente. Rispetto al passato, ultimamente, stiamo valorizzando ed incrementando la composizione in comune e questo ci sta dando grandi soddisfazioni. Non siamo del tutto legati alle sonorità ’80-’90, fermo restando che vanno ricercate in quegli anni, a nostro parere, molte delle pubblicazioni più interessanti. Alcune sonorità di quei periodi ci hanno affascinati e questo, a volte, è riscontrabile dall’ascolto dei nostri lavori. Tuttavia non ci sentiamo una band nostalgica del passato: per questo, ritengo, la nostra musica non suona scontata.

03-Carmen ha una voce eccellente, così come tutti i membri della band mi sembrano molto preparati...quanto tempo occupa la musica nella vostra vita?

Carmen: effettivamente la musica occupa molto del nostro tempo. In settimana ci sono 4 sere, fisse, in cui ci riuniamo per suonare. Poi ognuno di noi dedica alla musica del tempo, per esempio suonando a casa per diletto ed anche per nuove composizioni che poi vengono valutate e sviluppate durante le riunioni del gruppo. Personalmente ho anche una prova settimanale con la mia insegnante di canto. In definitiva, molto del nostro tempo libero è dedicato alla musica, nostra grande passione.

04-come siete giunti al contatto con la fossil dungeon?non è strano che una band underground come la vostra riesca ad attirare le attenzioni da label estere venendo snobbata in casa propria?(la frecciata, ovviamente, non è per voi...)

Gianluca: il contatto con la Fossil Dungeon si è instaurato, nel luglio del 2004, dopo aver spedito a Michael Riddick il nostro materiale: l’idillio è stato istantaneo! All’epoca, abbiamo intrapreso contatti anche con etichette italiane nella speranza di poter trovare supporto in una realtà discografica nazionale come accadde dopo le registrazioni del nostro primo lavoro, “Fragments of broken dreams”, pubblicato dalla livornese Anaemic Waves Factory. La nostra esperienza con l’Italia discografica è stata, sin qui, piuttosto deludente: fatte salve le debite eccezioni (alcune piccole etichette stanno facendo grandi passi e stanno dimostrando molto coraggio nelle proprie scelte), abbiamo avuto modo di conoscere realtà piuttosto disorganizzate e disattente verso proposte musicali non omologate alle tendenze del momento. Quanto detto non vale solo per i Violet Tears, ma anche per molti altri gruppi emergenti che, guarda caso, hanno ottenuto riconoscimenti e pubblicazioni solo all’estero. Date queste premesse, l’intesa con la Fossil Dungeon (che ci conosceva sin dagli esordi avendo avuto modo di apprezzare Fragments…) è stata immediata. L’attenzione e la promozione assicurate agli artisti dalle label estere dovrebbero essere recepite anche in Italia, paese troppo spesso incapace di valorizzare i propri talenti. Affermo questo con profondo rammarico. Più che snobbati ci sentiamo un po’ delusi… Concludo con una riflessione: non è assolutamente strano che una band come la nostra venga accolta con entusiasmo nel mondo, ma è strano (e deve far riflettere) che moltissime formazioni meritevoli, italiane e spesso anche straniere, in Italia non vengano apprezzate come dovrebbero.

05-a riguardo, come vedete la cosiddetta scena goth in italia voi mi sembrate giustamente ancorati a certi stilemi, mentre ho l'impressione ce il trend stia davvero facendo a pezzi tutto ciò che era goth un tempo a favore di tutt'altre sonorità...

Claudio Co.: noi crediamo che il nuovo trend non appartenga pienamente alla nostra identità. Effettivamente ci sentiamo più legati alle sonorità della scena gothic di un tempo in quanto l’evolversi di tale scenario negli anni ha comportato una “distorsione” di tutto ciò che il panorama dark rappresentava soprattutto negli anni ’80.

06-Ho vissuto per un anno a Lecce girando un pò per tutta la Puglia. Ricordo un concerto di Lydia Lunch a Bari e poco altro...quanto è difficile per una band emergere con determinate infrastrutture(?!?!)e organizzazioni precarie?

Gianluca: mi dispiace, ma è evidente che a riguardo vi sia una carente informazione. Indubbiamente al Sud vi è una minore quantità di concerti e di manifestazioni, ma dal tuo viaggio a Lecce (ed in Puglia), fortunatamente, diverse cose sono cambiate. Di organizzatori che investono negli eventi, spesso rischiando, effettivamente non ve ne sono molti, ma grazie al coraggio di quei pochi anche il Sud, timidamente, sta conquistando la sua parte di nero. Io stesso, ad esempio, ho realizzato alcuni concerti con la mia agenzia, Metheorah Entertainment, dando spazio a nomi italiani quali Limbo, Pulcher Femina, Paul Chain, Kirlian Camera, ecc..Inoltre, posso ricordare le esibizioni di Ludmila, Client, Diaframma, Raison D’etre a Reggio Calabria, Ataraxia, Quidam, Spiritual Front, Chants of Maldoror, Bohemien, Avantgard, Ashram a Napoli, Tuxedomoon a Taranto…Quel che manca, ritengo, è una maggiore partecipazione da parte degli amanti del genere, i quali, spesso, preferiscono ballare i brani delle bands piuttosto che apprezzarle dal vivo durante i concerti. Questa situazione a dire il vero, anche se mi secca ammetterlo, riguarda tutta la penisola o quasi. Aldilà delle strutture e delle organizzazioni, comunque, se una band vale riuscirà ugualmente a farsi apprezzare, come dimostrato dalle tante realtà musicali meridionali affermatesi all’attenzione del pubblico (Violet Tears, Chirleison, Trees, Argine, Ashram, ecc.).

07-Nonostante tutto ho visto che siete riusciti in varie occasioni a portare in scena la vostra musica. E il palco non era mai spoglio...Quanto è importante per voi l'aspetto "visivo" delle performance?

Carmen:
i concerti rappresentano per noi un momento fondamentale dove poterci esprimere e condividere con altra gente la nostra musica. E’ chiaro, quindi, si cerchi di creare sempre l’atmosfera giusta che, insieme alla musica, sia capace di coinvolgere il pubblico. Per questo, diamo molta importanza all’aspetto visivo, curando la scenografia e tutto ciò che ci permette di trasmettere sensazioni. Ovviamente, la musica per noi rimane sempre in primo piano.

08-Ma i Panda secondo voi amano davvero?

Claudio Co.: “nel boschetto della mia fantasia”, si: essi amano. Anche se occorre fare un preciso distinguo a seconda che i suddetti Panda abbiano i piedi di cobalto, tonnati oppure di balsa: di questi ultimi è meglio diffidare….

09-progetti futuri e sogni da realizzare o irrealizzabili?

Claudio Ci.:
ai sogni irrealizzabili è meglio non pensare… Il concentrarsi troppo su obiettivi irraggiungibili distoglie la mente da quelli a portata di mano: meglio essere concreti (o quanto meno fingere di esserlo!!)! I nostri progetti sono sempre commisurati ai pressanti impegni lavorativi, ma non ci siamo mai posti limiti o confini particolari: suoniamo insieme (e siamo amici) da ben otto anni e sin dall’inizio abbiamo pensato principalmente a creare musica. Tutto il resto lo abbiamo realizzato gradualmente. Al momento, risolto il problema della produzione e della distribuzione dei nostri lavori, grazie alla partnership con la Fossil Dungeon, non ci dispiacerebbe poter suonare dippiù dal vivo al fine di promuovere al meglio il nostro progetto (attraverso la musica, appunto) e di instaurare un rapporto più intimo e diretto con il pubblico.

10-le ultime parole sono per voi.

Claudio Co.: vorremmo ringraziare, ancora una volta, Erba della Strega per il suo supporto costante durante tutti questi anni e, nell’attesa della pubblicazione del nuovo album, “Breeze of solitude”, invitare all’ascolto di “Cold memories & remains” i lettori che ancora musicalmente non ci conoscono. Ci poniamo a voi “come mano nascosta tra le pieghe della notte”…

Max1334

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