INTERVISTE

BALLO DELLE CASTAGNE

marzo 2009

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01-Prima di tutto dicci cosa è successo dal post/Calle Della Morte

Io e Jonny ci siamo diverteti parecchio con Calle della Morte, Venezia, le sue leggende, etc…
Poi diversi percorsi di vita ci hanno diviso e hanno portato alla fine del progetto.
Dopo un anno di buio nel quale ognuno di noi ha continuato su strade separate. Ho sentito il bisogno di cambiare direzione, di abbandonare gli stilemi abusati del neo folk cabaret che avevano contraddistinto il mio precedente progetto. Ho preso la scossa e son rimasto attacato al Fuzz del mio basso…

02-Com'è nata dunque l'idea del Ballo delle Castagne?

In realtá il nome viene da un singolo mai pubblicato di Calle della Morte con gli annessi riferimenti storici che rimando al nostro sito (   ). In realtá io e Marco Garegnani ( The Green Man) ci siamo trovati piú volte ad ascoltare Beat, Prog rock, Hard rock , Pysch e Garage. L’idea è nata molto spontaneamente, cosi come i riff di chitarra, hammond e Moog. L’aiuto di strumentisti come Diego Banchero (Recondita Stirpe, Egida Aurea) ha dato al progetto solidità e maggior coordinamento.

03-A differenza della matrice folk che ti ha accompagnato negli ultimi anni, trovo che il Ballo sia figlio del postpunk più crudo e diretto

Ho personalmente abbandonato questa matrice romantica isolazionista a favore di un lirismo piú ispirato ma anche diretto. Anche se alcuni pezzi come “Specchi e Perline colorate” portano ancora il segno di esperienze personali, la direzione che vorremmo seguire è tutt’altra. Si , il sound adesso è piú graffiante, grazie anche a batteria e basso che si fondono in un suono diretto e senza respiro. Il moog e l’hammond son anche presenti in alcuni pezzi e la deriva 70 è presente e si fonde incomprensibilmente bene con pezzi piú post punk.

04-C'è anche molta ironia nei brani del singolo, qualità rara nelle uscite del genere

Questa è una eredità di CDM, che credo abbia sempre funzionato bene. Un elemento essenziale nella mia vita. Non saprei come sopravvivere in questo mare di ipocrisia…

05-A livello lirico ti paragonerei ad un Fiumani meno autoindulgente...

Grazie, adoro i Diaframma dagli inizi fino alle loro diverse incarnazioni. Sono sempre stati una costante fonte di ispirazione. Sono emotivamente legato al Fiumani declamatore e cantautore e terribilmente innamorato del Sassolini estatico e sognatore. I Diaframma meritavano di piú !

06-Vuoi parlarci dell'album in uscita?
(Marco):  Abbiamo iniziato a lavorarci alla fine del 2007, ormai più di un'anno fa. Con Ballo ogni cosa che iniziavo a comporre mi sembrava andare nel verso giusto, e questo è molto positivo quando di trovi a dover affrontare un campo vasto e aperto come volevo che fosse Ballo delle Castagne. La scorsa estate abbiamo iniziato a scremare il materiale che avevamo, a tracciare le linee guida del disco. Le mie influenze relative a certo prog italiano, alla psichedelia, al garage e al kraut-rock si sono amalgamate in fase compositiva nell'uso di chitarre e tastiere, nel basso pulsante e vivo reinterpretato da Diego Bachero, e infine nella successiva registrazione di parti di sitar e moog. Proprio questi ultimi due strumenti, così agli antipodi tra di loro, riescono a creare atmosfere veramente particolari, soprattutto nei momenti più distesi. Il disco d'esordio è certamente un biglietto da visita. Il punto più delicato è sempre riuscire a trovare un ottimo equilibrio tra i brani, un'alchimia che sia valore aggiunto. Quello che ho sempre pensato è che un disco debba essere qualcosa di altro della semplice somma di brani, per quanto buoni. Spero questo esordio possa rappresentare in certo modo la mia idea, anche se non vi è un concept né un filo narrativo e la musica si apre e si evolve pur rimandendo sempre concreta e presente. Anche i testi di Vinz credo ricalchino questo principio, tra l'immediato e il ricercato. Ecco, quel che mi aspetto da quest'album è che possa esprimere un pensiero diretto e profondo nello stesso tempo.

07-Avete già fatto qualche concerto. Impressioni? Reazioni?

(Marco): Abbiamo fatto un paio di concerti. Il primo giusto un anno fa, nel febbraio 2008, a Zagabria, una città stupenda. Allora eravamo soltanto io e Vinz, da proporre c'era solo una prima versione di "Il Tormento di Demetra", un paio di pezzi dei Calle delle Morte e una nostra rivisitazione di Baltikum degli Ain Soph. Doveva essere una semplice apertura per Green Man, in realtà è stato molto di più in quanto ha dato una buona dose di concretezza e spinta iniziale al nostro comune progetto, anche grazie all'appoggio di un'ottima organizzazione e soprattutto di un pubblico veramente affiatato.
Il mese scorso abbiamo suonato a Vienna, in cui presentavamo un'advanced promo del disco in uscita. Questa volta eravamo al completo, con una scaletta più fornita e caratterizzata. Purtroppo, all'opposto di Zagabria, qui l'organizzazione proprio mancava, abbiamo dovuto arrangiarci in una situazione che ha sfiorato l'assurdo. Nonostante questo, siamo comunque riusciti a fare un buon live, e come primo test dal vivo al completo possiamo ritenerci soddisfatti.

 

08-Secondo te è la musica che è morta o è la gente che è addormentata?

Siamo in una fase di terribile riciclo: anni 80, Beat, psichedelia… tutto già sentito e scontato.
Quello che manca sono le emozioni nella musica e soprattutto le idee.
La gente si annoia perché la musica non riesce più a comunicare un cazzo.
Noi ci stiamo provando, ma non ci aspettiamo nulla di particolare.

09-Progetti futuri?

Stiamo ultimando l’album, che dovrebbe uscire a Marzo. Dopo l’estate riprenderemo a lavorare ai nuovi pezzi per un singolo e naturalmente speriamo di fare anche qualche live in giro.

10-Le ultime sono per te

Grazie Max per l’attenzione e lo spazio datoci su EDS. Sosteniamo le etichette e i gruppi indipendenti perché per i gruppi che suonano con strumenti veri, la registrazione di un disco e la relativa distribuzione hanno ancora dei prezzi proibitivi. Scaricate con intelligenza , please !

 

Max1334

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