INTERVISTE

VISIONARY FLOWERS

marzo 2009

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01-Prima di tutto presentatevi
Taranto, 1984. Gli anni ’80 per noi Visionary Flowers (Christian e Massimiliano Lanzo) sono stati vissuti con la stessa intensità dei figli del naturalismo francese: la realizzazione del nostro progetto artistico ha  sicuramente trovato la spinta ad esprimersi grazie a tutte le vicissitudini che si sono manifestate in luoghi urbani come il monumento ai Caduti e Piazza della Vittoria, via d’Aquino, la villa Peritato, spazi della nostra città che da li a poco saranno un fermentato salotto noir, dove i colori bianco e nero risaltavano.  Qui si potevano incontrare figure quasi surreali, situazione riscontrabile in altre realtà italiane e che nel prossimo futuro avrebbe contribuito allo sviluppo della scena nazionale della darkwave (il disco Taranto/Pordenone ne è un segnale luminoso). Tutto ciò ci serve come premessa per una più attenta presentazione di ciò che siamo stati e di ciò che saremo in ambito compositivo, le cui forme si esprimono da sempre attraverso noi, che ci consideriamo “filtri”.
Consideriamo la musica come energia tangibilissima e parte del nostro essere.
La darkwave poi è quella che più di ogni altra ci ha affascinato particolarmente: già da ragazzini ed autodidatti, tutti i pomeriggi in camera ci dedicavamo a suonare cuscini, chitarre ed organo accompagnati dal suono emesso dai nostri vinili amplificati dal volume dello stereo. 
E questo è soltanto la fase iniziale che ad oggi continua ad esprimersi come retaggio di quegli anni.
 
02-Un pò di storia...
Taranto, Ottobre 1998: nascono i Visionary Flowers che inizialmente ci vedevano impegnati all’arrangiamento di covers dei Sound, Bauhaus, Joy Division, Jesus and Mary Chain, Sisters of Mercy, Stooges ed in particolare Fields of the Nephilim (forever remain).
In seguito, con la dipartita di due membri, la nostra neostoria rinasce dalle ceneri di questo percorso, in quanto bisognosi irreprensibili di esprimere una propria identità musicale. Infatti dal 2005 continuiamo a narrare di noi, il senso delle cose ci appartiene molto di più se, piuttosto che fare altro, preferiamo incontrarci nell’alcova di pensieri artistici, il Visionary Lab. di Taranto, il nostro “locale”, nel quale, in compagnia di una tenue luce rossa ed una blu, passiamo piacevolissimo tempo a scrivere e suonare, a ridire e scherzare.
Nell’ambito di quella che potrebbe essere una critica al nostro sound, ci piace immaginare  che questo è caratterizzato da elementi che si muovono nei circuiti oscuri del rock decadente e psichedelico, costituito principalmente da tre capitoli: una parte chiaramente emotiva, asfissiante tappeto sonoro ed un’ immediata sollecitazione fisica e psichica.
Queste sonorità le definiamo “Psychodark”, momenti così gelosamente nostri di pura espressione di potenza e ciclicità (n.d.r.) dalla durata ben definita, con parti ossessionanti di chitarre monotematiche e taglienti, arpeggi melodici ed indecifrabili feedbacks dagli amplificatori; tratti di batteria prima aritmici e poi maledettamente pesanti con eterni accompagnamenti sul Ride, una spinta unica!!, sperimentazioni elettroniche con tastiere, il basso profondo, cupo, assassino! Voci lisergiche e reverberizzate provenienti dai testi introspettivi di Christian.
A completare il nostro live set stiamo sperimentando l’uso di video-art per meglio rappresentare le nostre visioni.

03-Siete stati anche citati con tanto di foto sul libro di MARCELLO NITTI e GIUSEPPE BASILE - '80, NEW SOUND, NEW WAVE. Com'è successo? E' una gran cosa, soprattutto tenendo conto che siete ancora un gruppo emergente...
E’ vero. Questi due nostri concittadini sono persone squisite, amano la musica sotto tutti i punti di vista, unendo ad essa passione per il collezionismo, fotografia, giornalismo ed editoria. Il libro sicuramente è un ritaglio di vita della nostra storia culturale cittadina, le cui immagini confermano le realtà di quegli anni.
Conosciamo bene e da tanto tempo i lavori e la persona di Marcello Nitti (fratello di Natale, Central Unit); mentre abbiamo con piacere incontrato per la prima volta Giuseppe Basile il 20 agosto 2005 in occasione del concerto dei Planet Funk, ai quali facemmo da supporto: si è presentato a noi e da subito abbiamo avuto una ottima conversazione, poiché positivamente colpito dal nostro concerto (per la prima ed unica volta abbiamo eseguito live “Heaven Street” dei Death in June). In seguito ci è stato chiesto di collaborare con l’Associazione Culturale Geophonìe ed ha raccontato di noi sulle pagine di questo libro. Massimiliano in particolare ha inoltre contribuito alla stesura del capitolo dedicato alla discografia fondamentale. Ed evidentemente essere stati protagonisti di quella scena, trova fedelmente riscontro nelle intenzioni dei due autori. Far parte di questo racconto tarantino è una grande soddisfazione: siamo un gruppo nuovo ma il nostro essere vive proprio in quelle pagine di storia musicale.

04-I brani presenti sul vostro promo denotano una lunga serie di influenze, dalla Darkwave classica allo Shoegaze passando per il rumore bianco di Jesus and mary Chain e Loop...
Abbiamo tantissime influenze, dai Sound ai Bauhaus, dai Telescopes ai Clock DVA ma fanno parte del nostro background anche altri stili come il rock (Pink Floyd forever– questa è per te 13-34!!), il punk, la musica di Giovanni Lindo Ferretti/Maroccolo, l’indie italiano. Ascoltiamo anche l’avanguardia, la sperimentale, il kraut rock tedesco e lo space rock, la minimalista di Steve Reich e Philip Glass, fino ad arrivare, se proprio dobbiamo dirla tutta, alla musica siddetta “colta” (cioè quella serialista da Schomberg a Wagner).
La musica è stupenda perché è varia, purchè capace di trasmettere emozione e visioni...
Il demo, oltre a tanto materiale già scritto da Christian, è semplicemente un buon live in studio: decidemmo di amplificare batteria e chitarra e dare vita a quelle che erano le idee che ci stavano girando in testa. Registrammo in un’unica session varie free forms: il risultato fu strabiliante! Notammo da subito un flusso costante di un’energia granitica che la si può percepire già da subito, composta da una serie di suoni concentrici e padroni di un’atmosfera immobile e catartica. Con il passare del tempo (impegni permettendo) sono stati meglio sviluppati e tre fra questi già li eseguiamo dal vivo. Sosteniamo quanto detto proprio perché ci riteniamo romantici, come ad esempio Baudelaire, Verlaine o Nietzsche hanno fatto sfruttando il loro spleen, anteponendo cioè la passione alla logica delle cose.
A questo punto, analizzando gli esperimenti musicali fatti nel nostro laboratorio, ci è venuto facile scegliere il frutto più maturo tra quelle che meglio rappresentano il nostro sound: come hai giustamente notato, le chitarre hanno influenze psichedeliche (Neu! e Loop in particolare), un incredibile muro di suono al quale amiamo inchiodare potenti feedbacks alla JAMC (Psychocandy è tra i primi dischi in assoluto), arpeggi ed intrecci in puro stile darkwave e riffs postpunk. Il basso e la batteria danno il giusto movimento con grooves che vanno a mixarsi con cassa e ride. Quando poi quel treno parte……
Il tutto infine è stato arricchito con strings di tastiera e suoni analogici, usando synths della Korg.
Il prodotto finito è…. te lo diciamo dopo!


05-Taranto e Roma, due città a confronto nell'ottica di un evoluzione musicale che si muove sui binari della Darkwave. Opportunità, locali, gruppi...
Abbiamo la fortuna di condividere le nostre esperienze e farle apprezzare ad un pubblico sia concittadino che romano. Abbiamo queste due residenze! Spesso ci siamo esibiti nelle due città, riscuotendo anche positivi consensi. Il frutto di questo lavoro ha scosso l’interesse di direttori artistici di altri clubs sparsi anche oltre i confini nazionali ed anche alcune forme di collaborazioni con altre bands, italiane e non. Se Taranto viene da sempre considerata capitale della wave del Sud Italia, Roma ne è la caput mundi. Ed i binari che uniscono queste città non rappresentano ostacoli per esprimere la nostra musica.

06-Non siete più giovincelli, eppure la voglia di fare musica non vi ha abbandonato. Molti invece si ritirano dietro la solita frase "eh si, quand'ero adolescente..."...è davvero così impossibile coniugare passioni e vita privata? Non è forse in quei casi che i Poser saltano fuori?
Siamo entrambi over 35, molto caparbi ed andiamo sempre dritti allo scopo. Non abbiamo mai retrocesso nella nostra vita. Nonostante i numerosi (e ben conosciuti) impegni, abbiamo incontrato varie difficoltà che abbiamo affrontato piegandoci ma senza spezzarci, coniugando così il bisogno di fare musica con la nostra vita privata.
Metodo ed organizzazione che, alla fine, consacrano il nostro legame di sangue!
E’ proprio così, come dici tu: chi si ritira è perché probabilmente ha altre situazioni in cui applicare tutte le proprie energie. Suonare e provare in sala è una cosa stupenda, l’unico handicap è che purtroppo viviamo in due città distanti 552 km….
Abbiamo una fortissima coesione e crediamo da sempre nell’essere e non nel divenire improvvisato.

07-Sarete la band di supporto per l'imminente tour italiano dei Sad Lovers and Giants... Vi innervosisce? Come siete arrivati a questo piccolo traguardo?
Se fossimo razionali la risposta è si. Ma siccome siamo emotivi la risposta è no!
Abbiamo provato già un’esperienza simile facendo da guests ai Planet Funk: ma la situazione e l’ambientazione erano completamente diverse.
L’attesa è madre di ansie ma anche di forti, piacevoli emozioni. Amiamo l’attesa.
Conosciamo da sempre la musica dei Sad Lovers & Giants: sicuramente ci hanno formato brani come Take me inside, In flux, Things we never did, Imagination per non parlare di Echoplay….STUPENDA! E se questo è da considerarsi un piccolo traguardo, beh….noi lo consideriamo un grande.
Fare loro da supporto è senza dubbio un piacere ed una responsabilità: reputiamo questi eventi live un premio per le scelte, le difficoltà affrontate e le gioie condivise in anni vissuti insieme.
E pensare che Massi doveva essere il quinto SLAG…..

08-Cosa dobbiamo dunque aspettarci dalle vostre performances in compagnia dei Sad Lovers & Giants?
Potenza, ciclicità e calma apparente.

09-Progetti Futuri?
Stiamo lavorando al nostro primo disco “The Light”, interamente prodotto da noi due: la speranza sarà di riuscire a trasmettere al meglio ciò che lasciamo intuire a chi ci vorrà ascoltare con l’udito del proprio cuore che non sbaglia mai: mezzo puro ed incontaminato per colpire le anime più sensibili e far percepire quella luce che l’Uomo, avvolto dalla cecità, non riesce a vedere. E questa è pura difficoltà.
In buona sostanza ci prefissiamo di suonare per tanti altri anni con la stessa grinta e con la stessa passione che mai ha abbandonato le nostre anime.

10-Le ultime sono per voi
E’ d’obbligo ringraziare te Max e tutto lo staff di Eds, le energie con le quali portate avanti da anni questo sito sono fantastiche e sono per noi stimolo per andare avanti.
Vi conosciamo e vi sosteniamo da sempre, grazie.
Salutiamo tutte le persone che ci supportano e che apprezzano il nostro lavoro, nella speranza che ritornino ad essere sempre più numerosi proprio come accadeva negli anni in cui tutto è nato.
Cosi come Madre Musica ci tramanda la presenza di numerose coppie “in famiglia” (Hasheton, Haskins, Reid, Wright, Cassidy, etc.), concludiamo affermando fieramente che, anche in questo caso, avrete a che fare con l’ennesima coppia di fratelli.


VISIONARY FLOWERS
Christian Lanzo: basso, chitarra, batteria, voce
Massimiliano Lanzo: chitarre, voce, synths, grafica.


Produzione artistica:
Visionary Lab.
Produzione audiovisuali, creazioni artistiche e letterarie
Corso Umberto 101, 74100 Taranto

Contatti:
www.visionarylab.net
visionaryproduction@libero.it

Info:
www.myspace.com/visionaryflowers
www.myspace.com/psychodarkvisionaryflowers
capomccoy@libero.it


 

Max1334

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