Vanessa Cimiero

Leggete "I manoscritti di Shirina": articoli su musica e altri delitti spirituali (pittura, concerti, recensioni...) online all'indirizzo www.angelic.it

Ho 28 anni, studio storia dell'arte e anglistica nella città di Braunschweig, una città provinciale della Bassa Sassonia.
Hanno avuto una influenza fondamentale per la mia formazione "La nausea" di Jean Paul Sarte, "Lo straniero" di Albert Camus, "Anna Karenina", "Madame Bovary" e l'opera dei poeti maledetti francesi.
Il linguaggio poetico è molto affascinato dall'opera di F.G.Lorca e Catherine Mansfield.
Attualmente mi interesso dei linguaggi multimediali dell´arte degli anni 60, un'arte molto provocatoria che affonda le sue radici nel Dada e nella rivoluzione di Marcel Duchamp. Il Romanticismo e l'espressionismo si avvicinano molto all'ideale dark ma io sono alla continua ricerca di linguaggi vicini al dark meno evidenti come C.d. Friedrich, Füssli, Giger o i preraffaelliti.
La mia opera poetica è per me una continua lotta con i miei demoni interiori e quindi dolorosa centauromachia. Spero che qualche lettore ne tragga consolazione e se ho risvegliato in voi delle emozioni vi invito a scrivermi.
Come ultima indicazione posso dire che amo il dark esistenzialista, lontano da mostri e vampiri anche se fanno parte del repertorio dark.
Bands che attualmente mi ispirano nella vita: Mantus, Blutengel, Wumpscut, Illuminate, Spiritual Bats, Mira, Wumb, Untoten, Suicide Commando, Ataraxia e soprattutto Cinema Strange che dal vivo sono una forza della natura! La fotografia a lato è stata scattata nel contesto di un concorso da Felix dei Silke Bishoff e le altre due dal mio caro amico Gianluca al Cimitero Monumentale di Staglieno (Genova), la mia città natale.

 

Poesie tratte da "Ocra"

I
Mi sorprende una donna
non d´oro, cornea
senza canto, remota.
negli incavi dei peschi, delle essudanti quercie
assente, negli alveoli della terra mi guida
a lei mi abbandono, ai valichi irritanti
alle piazze spazzate dal riso dei mori, ai cieli smagliati
alle spiagge ribollenti d´ovatta.

mentre il cammino m´indora
una sete m´arde rugginosa,
se solo di questo bastione non custodissi le chiavi
potrei fuggire all´impazzata,
spezzare l´onda, rabbonire i tritoni.

La donna e´il mio palinsesto
alla vertigine brillante del mare lo porgo
" ti ritrovo solida e perfetta
non vedo che i tuoi occhi notturni,
avanzano come delfini
improvvisamente si ritraggono
per tuffarsi con sorpresa dell´onda";

Dimmi dove il mare punisce i miei occhi ,
sono un ventaglio adagiato su un balcone a picco
quanta luce si appoggia sulle mie infantili spalle.
18/10/97-Fine gennaio 2001

II
Chi e´la donna che la rovina non teme?
trattengo la tela questa notte
per un lembo del mio desiderio.
Trattengo la tela nel presente
invecchia la mia giovinezza
mentre piangendo dormono le timorose ancelle.

Con dita rotte e colpevoli
trattengo la tela che ordisce la mia rovina,
domani non saro´piu´ricordo,
Regina!
L´amante giacera´su questa tela perfetta
tutto il cercare dell´uomo
tramontera´nella polvere luminosa della sera.

Saro´sposa impaziente, portratice di luce
erede dell´isola e del suo sconosciuto re,
Chi e´la donna che la rovina non teme?
27.11.97

III
attesa, mortificazione delle onde, laggiu´
dellarroventata quiete
l´intera natura non provocata, riottosa
implode, si ritira;
quiete si adagia sul mare inarcato
contiene, fugge, contagia.
Attesa arranca attorno alla pienezza,
all´amante e all´affamato.
attesa nella mortificazione delle onde,
laggiu´l´istante urla di luce
trilla e sfioca
raccolto dall´indecifrata ora del ritorno.
Ravello 16/04- braunscheig notte del 04/06/97.

IV.
Fiori vuoti hai dato, da colmare di donne,
lasciasti la bianca dimora desolata,
la natura divelta, il giorno della tua andata non ha tramonto.
Sulla scala in attesa
la penombra rosicchia la donna
ascolta i gesti avvolti dalla partenza
vi s´intrappola
s´arresta, la tromba delle scale s´attorciglia tra il volto e il corpo
schiantato
rida, s´arresta
fiori vuoti ha ricevuto.

Allora respiravi unbalsamo sconosciuto,
ti voltavi , leggiadro sorridevi
quegli occhi imploranti sognavano la morte;
"Com´era dolce vederti sognare" pensava allora
sapeva forse allora dell´eco sordo del corpo solo nella notte?
Castelli di calepio 23/09/01

   

Dalla Bozza di "Un carteggio al tramonto"

(3 Aprile) Il demone della paura ha scavato profondamente tra le fibre del mio cuore e vi si è interrato. I suoi vestimenti remoti, le sue fatiscenti emissioni cercano di spezzarmi. Non conosce ragioni quest'angoscia simile al naufragio. Come non soffocare con i polmoni gonfi d'acqua aggiacciante.
L'orrore della desolazione paralizza ogni pensiero di speranza e risveglio. Eppure ho atteso questa primavera con così tanta gioia. Ho atteso la luce e la dolcezza azzurrina delle lunghe sere.
Caro amico, non riesco a vederla più quella luce e la vita tra queste mura severe aggrava i pensieri che si aggirano attorno a queste fantasie di luce come disorientate falene e sembrano non saper vedere oltre questi corridoi lunghi e uniformi che vorticano attorno alla mia persona con i colori smorti dell'autorità.
Questo accento di compiacenza deve sicuramente incontrare il tuo benevolo disappunto di buon amico e compagno ma come risolvere con forza questo tramonto interiore? (...)

 

<<< Home