C R A N E S in concerto...
Firenze Il tour italiano dei Cranes ha attraversato la Penisola con un tris di concerti che hanno interessato le seguenti città:
Giovedì 11 Ottobre 2001 Milano
"Transilvania"
Via Paravia, 59 (zona S. Siro)
Venerdì 12 Ottobre 2001 Roma
"Blackout"
Via Saturnia, 18 (zona S. Giovanni) www.blackoutrockclub.com
Sabato 13 Ottobre 2001 Prato
"Siddharta"
Via Traversa Pistoiese, 83 (zona S. Paolo)
www.energyzone.it

Dopo un lungo silenzio il grande ritorno della band inglese che ha ripercorso dal vivo i suoi anni migliori! Indimenticabili, per i presenti, l'esecuzione di canzoni quali "Everywhere", "Far Away", "Adrift", "Adoration", "Jewel" e molte altre, compresi i pezzi del nuovo album "Future Songs"...

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CRANES - "Transilvania Live" (MI) - 11/10/2001

La data milanese dei Cranes era la prima della mini tournée italiana che avrebbe toccato il giorno seguente Roma per poi spostarsi a Prato.
Il luogo scelto per l'occasione era stato più volte cambiato, ed alla fine l'evento si è svolto nella nuova filiale della creatura mangiasoldi di messere Dario Argento. No, no... non parlo della figlia Asia, ma della catena di Pub "Transilvania", nata anni fa sulla costa emiliana per poi allargarsi a macchia d'olio per tutta la penisola e in qualche zona d'Europa. Questa sala, denominata "Transilvania Live" è stata concepita come discoteca/sala da concerto, e a prima vista mi è sembrato una specie di Alcatraz più piccolo e gotico. Ammettiamolo, nonostante siano pacchiane, le bare e gli scheletri che ornano questi ambienti sono simpatici.
Il posto è fresco fresco, nel senso che ancora non sono finiti i lavori di finitura. Appena entrato parlo proprio di questo con il tipo che vende gadget "cranesiani" che mi rivela che mentre i nostri facevano il soundcheck, c'erano operai dappertutto che cercavano affannosamente di finire i lavori prima dell'apertura, tra lampadari penzolanti e fili elettrici: molto pittoresco, non c'è dubbio!
Mi sono accorto della precarietà della cosa quando ho notato che (mio dio!!) su 10 spine della birra, solo la metà erano attaccate, creando un po' di caos dietro e di fronte al bancone, ma non fa niente... i camerieri e le cameriere sono stati

Roma

Firenze gentilissimi in ogni momento, e questo basta. Tempo di prendere posto sulla zona tavolini a destra del palco, e subito entrano in scena i supporter, tali Crash (se non erro). Molto molto bravi, con il cantante dotato di una splendida voce che ricorda vagamente il miglior Pelù d'annata, i nostri hanno proposto un rock italiano sulla scia di gruppi come Estra, Afterhours o (poco) Marlene Kuntz, suscitando qualche applauso qua e là. Peccato,perché sono in gamba. Ma il contesto darkeggiante probabilmente non era quello giusto.
Pochi minuti ed ecco salire sul palco Alison e gli altri. Dico questo perché, ammettiamolo, le Gru non sono un gruppo, sono una voce con le musiche del fratello di chi canta, il resto va e viene e non lascia il segno...
Il concerto inizia e prosegue per un po' con pezzi tratti da "Future Songs", il loro ultimo album. La gente sembra approvare, ma quando escono le prime note di "Everywhere" si comincia a gioire veramente. Tutta la carriera "recente" dei Cranes viene snocciolata, con un occhio di riguardo per "Forever". Inutile dire la reazione della gente alle prime
note di "Far Away". Lo show si chiude con una splendida versione di "Adrift", tra gli applausi generali.
...E ora un attimo di riflessione, please...
Il locale apre stasera. Per l'occasione si accaparra i Cranes, che fa figo come apertura.
Sempre per l'occasione, dalle 22.30 in poi si entra gratis. Il concerto è iniziato alle 21.00 circa. I Crash hanno suonato una ventina di minuti. Lo show dei Cranes e' durato fin'ora 50 minuti.
Ci siete? Ok...
Alle 22.25, dopo 2 minuti di pausa, i nostri tornano sul palco, subito raggiunti da uno del locale che li intima di finire subito, quindi una canzone al massimo e via. Morale, Alison e Jim si guardano un attimo, e mettono insieme una "Lilies" veloce e caotica, salutano e se ne vanno. Manco sono usciti dal palco che subito dalle casse esce una trita e ritrita "Fascination Street" col DJ che si spredica sulla festa che sta per iniziare.
Iniziare? La festa e' appena finita, prematuramente tra l'altro, per dare spazio alle solite 4 canzoni trite e ritrite mescolate in mezzo a nu metal e brit pop (già). Dopo alcuni minuti, Aly e gli altri escono dai camerini e non risparmiano nemmeno un sorriso.
Firenze
Autografi e foto a iosa (mi sono beccato un po' di insulti da alcuni ragazzi perché mi ero portato praticamente la discografia intera, hehe!) che dimostrano ancora una volta la disponibilità delle Gru. Era la quarta volta che li vedevo, e in tutte le occasioni sono stati gentilissimi. Alla prossima. [Max 13-34]
P.S.: Piccola nota sul pubblico. Non è stata smentita la teoria dell'evento. Alla metà della gente fregava poco o un cazzo dei Cranes, e manco li conoscevano. Erano li "perché bisognava esserci". No comment a riguardo.
 
CRANES - "Blackout" (RM) - 12/10/2001

In un Blackout stracolmo di gente e, non mi stancherò mai di ripeterlo, totalmente inadeguato ad ospitare questo tipo di eventi a causa di un palco troppo piccolo e basso che ha precluso la visione del concerto al 50% del pubblico sotto al metro e settanta (quindi quasi tutte le ragazze), i Cranes ci hanno regalato quasi novanta minuti di musica che ha spaziato principalmente da "Forever" fino
all'ultimo lavoro "Future Songs". Sono proprio le canzoni di questi due album a costituire il corpo principale dell'esibizione con ben cinque pezzi a testa, relegando, purtroppo, alla sola meravigliosa "Adoration" il ricordo di "Wings of Joy". Le canzoni dell'ultimo lavoro, totalmente sconosciute a chi vi scrive, scorrono via morbide e delicate, in linea con le sonorità di "Population Four" che in questa occasione viene messo un po' in disparte con la presenza di due soli brani
"To Be" e "Breeze". Un peccato, perché nonostante tutte le critiche ricevute, "P4" conteneva dei pezzi molto belli che andrebbero riscoperti da un pubblico che quando vede accostato il termine "pop" a delle canzoni fugge via come il diavolo con l'acqua santa... Comunque, iniziato un po' in sordina con la voce di Alison apparsa un po' sottotono, e un paio di errori di Jim alla chitarra, il concerto ha preso via via forza e vigore coinvolgendo gran parte del pubblico con pezzi come "Reverie", "Jewel" e "Everywhere" e culminando con il punto più alto raggiunto dall'accoppiata "Far Away" e soprattutto "Adrift" eseguite magistralmente e veramente da brividi lungo la schiena... Alison e gli altri salutano e lasciano il palco, per poi tornare con due encores che impreziosiscono ancora di più lo spettacolo grazie alla delicatezza di "Cloudless", alla forza di "lilies" e alla presenza di "E.G. Shining" (ultra rara!!), per poi salutare nel migliore dei modi il pubblico romano con l'immancabile e monumentale "Paris And Rome".
Bella esperienza e bella esibizione, nonostante la presenza dei soliti coglionazzi che, durante i
Milano
concerti, sentono sempre l'impulso irrefrenabile di raccontare tutta la loro vita ai loro amici, e che andrebbero soppressi sul posto tramite esecuzione sommaria per evitare di rovinare la serata a chi vorrebbe solo ascoltare un po' di musica.
Un velo pietoso anche sulla discoteca successiva, ma poco importa visto che eravamo tutti li per il concerto... o no?
 
Un po' di storia...
I Cranes si formano a metà degli anni '80 a Portsmouth, Inghilterra, per volere dei fratelli Alison e Jim Shaw (rispettivamente basso/voce e batteria). A completare la line-up della band ci pensano presto Mark Francombe (chitarra) e Matt Cope (basso, chitarra). Fin da ragazzi, tutti e quattro i membri ascoltano artisti come New Order, Nick Cave e Young Gods, un background che naturalmente si rivela essenziale per quello che diventerà il loro sound, che, difatti, da subito viene paragonato a gruppi quali Cocteau Twins e My Bloody Valentine. Il primo lavoro a venire alla luce è un demo-tape intitolato "Fuse", uscito nel lontano 1986. Le sonorità presenti in questa audiocassetta si discostano notevolmente delle successive opere dei Cranes, ricordando per lo più gruppi come i Joy Division e i Cabaret Voltaire. Dopo tre anni di introspezione, passati a scrivere e perfezionare canzoni solo per loro stessi e partecipando ad un vasto numero di compilation, riescono ad autoprodurre un mini album "Self-Non-Self" grazie al quale vengono finalmente notati e ottengono il supporto nientemeno che di John Peel, il famoso DJ della BBC.
Nel luglio 1990 firmano un contratto con la Dedicated (una filiale della BMG/ RCA Records) ottenendo successi ancora più vasti grazie all'album "Wings Of Joy", che viene da molti descritto come "minimalista, metallico e funereo". Pezzi come "Starblood", "Tomorrow's Tears" e "Adoration" restano scolpiti nella memoria di tutti per la loro assoluta bellezza. Ma è con Il successivo "Forever" che i Cranes raggiungono l'apice della loro produzione musicale, realizzando un album dalle sonorità più morbide e delicate rispetto ai precedenti lavori, che si adattano
Cranes
perfettamente alla voce "infantile" di Alison. Il punto più elevato è sicuramente rappresentato dalla canzone "Far Away", che verrà ricordata negli anni come il loro capolavoro assoluto. In quel periodo, inoltre, si impongono all'attenzione dei più grazie alla
perfettamente alla voce "infantile" di Alison. Il punto più elevato è sicuramente rappresentato dalla canzone "Far Away", che verrà ricordata negli anni come il loro capolavoro assoluto. In quel periodo, inoltre, si impongono all'attenzione dei più grazie alla
Alison partecipazione in qualità di gruppo spalla al "Wish tour" dei Cure. Il 1994 è l'anno dell'uscita di "Loved", pregevole album che non si discosta molto dalla linea musicale tracciata dal suo predecessore. Tra suoni acustici e tastiere sognanti prende il sopravvento una massiccia presenza di chitarre distorte che sono sicuramente uno dei segni distintivi della band, oltre naturalmente alla voce di Alison. Tra i pezzi di spicco di questo disco sono da ricordare sicuramente "Shining Road", "Are You Gone?" e soprattutto la bellissima "Paris And Rome". Nel 1995 con l'album "La Tragédie d'Oreste et Électre" i Cranes danno una dimostrazione della loro capacità di esplorare nuovi territori musicali, creando un adattamento orchestrale dell'opera di Jean-Paul Sartre. Il Cd ha una tiratura limitata a 10.000 copie che sono ormai da tempo andate esaurite. Il '97 è l'anno di uscita del loro penultimo lavoro in studio, "Population 4" che li vede intraprendere strade più commerciali che, come spesso succede, creano qualche malumore tra i fans di vecchia data. Lo scarso successo commerciale dell'album fa nascere molti attriti tra il gruppo e la loro etichetta discografica, che interrompe la reciproca collaborazione con la pubblicazione di una doppia raccolta intitolata "EP Collection Vols 1 & 2" senza percepire ai musicisti i profitti delle vendite. Ora, dopo quattro anni, molte vicissitudini e due cambi di formazione, i Cranes sono tornati con un nuovo lavoro, "Future Songs" e un tour che ha compreso tre date Italiane. Per maggiori informazioni il sito ufficiale dei Cranes è www.cranes-fan.com
   
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