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° BLOODY DEAD AND SEXY - "Narcotic room" [Alice in..., 2005]
A due anni di distanza dal suo predecessore "Paint it red" riecco affacciarsi sul mercato deathrock i tedeschi Bloody Dead and Sexy. Tacciati come meri copiatori dei Christian Death, secondo me invece avevano colto l'atmosfera giusta del concetto deathrock. Canzoni semplici, orecchiabili e dirette, niente tastierine o coretti idioti, solo energia allo stato puro. Era con curiosità dunque che attendevo questo nuovo lavoro, alla luce anche delle esibizioni che i nostri tennero in terra italica sul finire dell'anno scorso, in cui vennero presentate molte composizioni che mi sembravano veramente convincenti. Infatti le mie aspettative non sono state deluse "Narcotic room" è
un netto passo in avanti per i nostri, che si spingono avanti nel songwriting e, pur rimanendo abbastanza fedeli ad un certo tipo di deathrock sound, cercano nuove soluzioni che nel loro caso si rivelano vincenti. A partire dall'opener "A friend in mescaline" sembra chiaro che i nostri pur non avendo cambiato nettamente direzione si siano evoluti e non poco. Ascoltate "Sweet as evil", con degli incisi quasi psichedelici, o la lunga nenia "Slow", alcolica e dopata quanto basta. "4th coma" ha l'aria di una "Sick 6 minutes, part. 2" ma più varia ed emotiva. Conoscevamo già "The crystal clear" nella sua versione demo di New Dark Age 2. La title track è il brano che più mi ha spiazzato: bellissimo, melodico e decadente, mantiene tutte le caratteristiche del suono BD&S ma lo spinge svariati gradini più in su, infarcendolo di melodie e note che si rincorrono. "Suitcase men" sembra incompleta, ma arriva "Around & around", ottimo preludio alla splendida "Find a clean needle", dondolante e scomposta, ubriaca ed ubriacante, fino alla conclusiva "My secret gardener", finale eccellente per un album che promuove a pieni voti (e poche riserve) una band che, ne sono certo, non smetterà di stupirci. Ah, esiste anche una versione limitata in digipack, con copertina differente, due booklet e un Cd aggiunto, contenente remix, demo e chicche oltre che ad avere come ospiti Annette Benjamin (Hans-A-Plast) e Stevyn Grey... Fatelo vostro, ora. [Max 13-34]
Sito web:
www.bloodydeadandsexy.de
 
° KATZENJAMMER KABARETT - "Promo 2004" [autoprodotto, 2004]
Dopo anni di mp3 sparsi sul sito web e nessuna pubblicazione ufficiale, ecco il primo vero promo Cd dei francesi Katzenjammer Kabarett. E' vero, lo stesso può essere scaricato per intero dal loro sito, ma è la prima volta che i nostri spediscono dei promo ufficiali e quindi sembra che qualcosa di grosso si stia muovendo, grazie anche alla loro partecipazione su una compilation della Strobelight e alle svariate interviste e live report che hanno affollato le webzine di mezzo mondo negli ultimi tempi. In realtà questo Cd era pronto, ovvero doveva essere il debut ufficiale per un etichetta (non faccio nomi, porta male), ma i nostri non erano pienamente soddisfati del
risultato finale, non al cento per cento perlomeno. Dato che le composizioni cominciavano ad invecchiare e la smania per dedicare tempo a cose nuove aumentava, hanno deciso di regalarci queste undici tracce. Tracce che, per chi scrive, sono tra le cose migliori mai sentite negli ultimi anni in ambito goth. Le influenze di Sex Gang e Cinema Strange si sono stemperate ed i nostri hanno accentuato la vena cabarettistica, senza tralasciare qualche sferzata elettronica che va ad arricchire un sound diretto ma complesso, pieno di cambi di ritmo, deviazioni musicali e su cui la voce della splendida Mary gioca a suo piacimento. Una novella Liza Minnelli in Cabaret, mi viene da pensare. Canzoni trascinanti, veri e propri anthem come "Katzenjammer kids" o recital malinconici e noir come "L'amiral cherche une maison à louer". "The crowd around", presente anche come videoclip in due versioni (live e studio) nella sezione enhanced del Cd è bellissima nella sua struggente malinconia saltellante, mentre ventate di freschezza sonora si possono avvertire un po' dappertutto su questo Cd, la cui unica pecca è quella di essere stato "accantonato". Peccato, perché DAVVERO il prodotto era ottimo, una nuova forma di "deathrock batcave punkcabaret" (chiamatelocomecazzovipare) intelligente ed ispirata. Teneteli d'occhio, potrebbero sfondare da un momento all'altro e non sarebbe difficile vedere Mary su tutte le copertine delle riviste di settore, con la fila di ragazzini e ragazzine (certo, non si può?) che fanno la fila per avere anche solo uno sguardo da lei. Grandissimi. [Max 13-34]
Sito web:
http://katzkab.free.fr
 
° EVA O. - "Damnation/Salvation" [Alice In..., 2005]
Erano circa sei anni che attendevo questo Cd. Tanto è passato da "Damnation/Ride the madness", ultimo lavoro della nostra Eva. All'epoca partì subito il battage pubblicitario, dato che "Damnation" doveva essere la prima parte di un concept diviso in due album mancava dunque "Salvation" all'appello. Poi la nebbia si infittì. Date rimandate, voci di corridoio, casini, siti web ufficiali che sembravano morti e defunti, fino ad un annetto fa, Mz O and her Guns (una specie di nuovo alter ego) si riaffaccia sulla scena, annunciando l'imminente uscita della seconda parte di "Damnation". Passa un anno ed ecco che il disco esce e c'è subito una sorpresa. Non si
tratta infatti solo della seconda parte, ma di un album a se stante con alcuni brani riregistrati provenienti dal Cd precedente (da qui, probabilmente, il nome "doppio"). Cosa devo dire a riguardo... chi ha adorato Eva O. non rimarrà assolutamente deluso dai brani presenti, chi la odiava continuerà a farlo. Perché se c'è un artista che si è sempre tenuta fuori dai trend, signori, questa è Eva. Brani pesanti, violenti (qualcuno ha detto metal... non del tutto, anzi...), complessi, che rendono giustizia alla carriera di una donna artefice di alcune tra le più belle canzoni degli Shadow Project e dei Christian Death di Rozz anni '90. Perché a molti, troppi, sfugge che, nonostante Rozz sia stato sicuramente il personaggio catalizzatore di quegli album, la macchina crea riff che macinava gemme come "Sex" o "Under your wing" era proprio lei. Un disco intenso "Damnation/Salvation", fatto di un deathrock che (purtroppo) non c'è più. Nessun fronzolo, nessun prigioniero. Eva va dritta al sodo facendo terra bruciata attorno a se. In attesa di vederla prima o poi anche in Italia... [Max 13-34]
Sito web:
www.evao.com
 
° BLACK ICE - "Terrible birds" [Hungry eye, 2005]
Attendevo con molta ansia questo debut dei Black Ice. Soprattutto dopo la notizia dello scioglimento dei Phantom Limbs, mi chiedevo cosa sarebbe saltato fuori da quello che era il loro side. Ho amato il demo Cd prima ed il 10" dopo, ma sapevo, grazie alla compilation "Witches of the west" che probabilmente il meglio doveva ancora arrivare. E così è stato. Questo è il disco dell'anno e credo che sarà difficilissimo batterlo. Intenso, viscerale, oscuro, malato, vizioso, romantico... tutto e niente di ciò, in un mosaico caleidoscopico di emozioni dirette e violente. Non ci sono bands di riferimento o influenze predominanti. Oltre ad (ovviamente) i Phantom Limbs
non ho trovato legami diretti con nessun'altra band. I Black Ice non inventano nulla, ma sono in grado di metabolizzare la musica che li ha cresciuti e risputarla fuori in maniera del tutto originale. Non posso rimanere indifferente di fronte a tutta questa bellezza, dio mio. Non posso non reagire di fronte agli attacchi postpunk di "Terrible birds" o "Elixer", al romanticismo decadente della già nota "Stitched up"... "My eyes hurt" è profonda e visionaria, della bellezza di "The souse" ho già parlato in sede di recensione riguardo a "Witches of the west" (che più passa il tempo, più ritengo la compilation DEFINITIVA degli ultimi 4 lustri), "Yellow letters" sa di no-wave malata (ma suonata) mischiata al post punk come non se ne sente da anni... semplicemente divina. "In Winter", lunga nenia angosciante e malinconica, o l'attacco finale della conclusiva "Fingers", da sola spazza via la maggior parte delle uscite deathrock o simili degli ultimi anni. Ho lasciato per ultima proprio l'opener, "The stillness", per un motivo ben preciso. Enorme, epica, oscura e splendida è il biglietto da visita perfetto per questo album. Appena inserirete il Cd nel lettore, dopo le prime note avrete già chiaro di quello che vi attende. Un disco splendido, enorme, che lascia senza fiato. Da avere assolutamente a tutti i costi. Ora. I Black Ice sono la darkwave fatta musica. Niente fronzoli. Solo canzoni eccellenti. I Black Ice faranno parlare a lungo di loro e spazzeranno via tutti con un colpo di spugna, perché se ne fregano e vanno avanti alla grande. Talmente alla grande che anche i loro stessi lavori precedenti quasi impallidiscono di fronte a questo Cd. Enormi. [Max 13-34]
Sito web:
www.mungaso.com/blackice
 
° ZONETECH - "Zonetech" [autoprodotto, 2005]
Dopo lo split con gli Autonervous di Jesse Eva recensito un paio di anni fa e il brano sulla compilation "Nostalgia del buio", ecco un altra prova di quello che sanno fare assieme Billy e Brian, entrambi ex Vanishing. Quattro tracce di elettronica ipnotica e alienante, soundscapes ritmati che farebbero sfaceli nelle sale da ballo, nel senso che i neuroni andrebbero in frantumi. Si parte con "Knives in back of my mind" e subito si riconoscono le mani di Billy sul moog, mentre le due note ossessive che formano la base sembrano andare avanti all'infinito creando uno stato di angoscia/suspance stemperata solo dal secco e lontano drumming di Brian. "Captive Captain" è più electro
industrial minimale primi '80, lenta e sulfurea, prepara il terreno per la perla del Cd, quella "Paranoia in the disco theque" già su "Nostalgia..." che posso considerare la sintesi estrema dello Zonetech sound attuale. Davvero, canzoni paranoiche da ballare nei club. Ritmata, cadenzata, monotona, asfissiante, malata, rapisce dopo pochi secondi e non molla più. Alienazione. Punto. Chiude il lavoro "Folding space pt. 2", un viaggio lungo otto minuti e passa nello spazio, mini suite supportata dal battito cardiaco effettato che accompagna le nostre cellule cerebrali in altri luoghi inesplorati. Niente voci in queste canzoni. Solo macchine. Ma NON digitali. E si sente. Non vedo l'ora di avere tra le mani il debutto su vinile (o Cd)... [Max 13-34]
Sito web:
www.thevanishing.com/zonetech.htm
 
° QUIDAM - "Barking, mewing, hissing and mocking" [PSM Records, 2005]
Dopo un paio di validi demo Cd, ecco arrivare al debutto discografico vero e proprio il trio spagnolo di schizoidi che risponde al nome Quidam. Non c'è che dire, le aspettative non sono state assolutamente tradite. I nostri ci deliziano con dieci brani che ricalcano le orme del deathrock style, quello vecchio, per intenderci. Pochi ritornelli canticchiabili, voci strazianti e straziate, energia a profusione ed effettini macabri. La registrazione pur non essendo eccelsa riesce a dare il giusto spessore alla qualità dei brani, mentre un plauso va fatto all'eccezionale packaging, digipack apribile in tre veramente ben fatto e sfizioso. Oltre a tre tracce che conoscevo data
la loro inclusione sul precedente mini-Cd (tra le quali la grande "Horrores") il disco getta le basi per un nuovo quidamsound, sempre legato agli schemi del deathrock ma con aperture strumentali inedite, che fanno ben pensare per un futuro interessante. Di sicuro il lavoro risente, e non poco, della scarsità di musicisti (suonano come se fossero in cinque ma sono in tre) cosa che, ovviamente, fa perdere buona parte d'impatto e "densità" delle canzoni. Nonostante questo non posso che parlare bene di questo disco, onestissimo e piacevole. Non cambierà la vita a nessuno, ma perlomeno si differenzia dalla massa di nu-dettrocche band crestate che gironzolano troppo ultimamente. Avanti così. E riascolto "Cypress perfume" per l'ennesima volta. [Max 13-34]
Sito web:
www.quidamcave.com
 
° ATARAXIA/AUTUNNA ET SA ROSE - "Odos eis ouranon/La via verso il cielo" [E.m., 2005]
Poche volte capita di trovarsi di fronte a lavori come questo. Lo split in questione, infatti, è composto da due Cd, uno per band. Insomma, si potrebbe dire che abbiamo di fronte due dischi distinti, e invece no. Perché il progetto sotto cui il tutto è nato e partito in seguito ad un concerto che le due band tennero assieme alla chiesa di San Michele, a Rovigo. Non fui presente a quella serata, ma chi ci andò mi parlò di un enorme energia palpabile che invadeva l'ambiente, creata dalle splendide esecuzioni scelte dal proprio repertorio (oltre a qualche cover riarrangiata per l'occasione) dalle due band. Ed è proprio in seguito a quella esperienza così intensa che i due
ensamble hanno deciso di unire le proprie forze e dare alle stampe questo doppio Cd che contiene tutti i brani che vennero proposti quella sera. Non si tratta però di un live, bensì di un lavoro in studio, ma ciò non toglie che ci troviamo di fronte ad un prodotto eccellente. Stupisce molto la cover di "Egypt", originariamente composta da Steven Brown (Tuxedomoon) qui riarrangiata dagli Autunna Et Sa Rose in maniera incantevole, mentre il resto del materiale non fa altro che confermare gli altissimi livelli qualitativi ormai raggiunti dagli Ataraxia, oltre che a farci conoscere meglio ed apprezzare l'eccellente lavoro degli AESR. In particolare terrei d'occhio Sonia, soprano dalle doti vocali non comuni che sa regalare vere e proprie emozioni all'ascoltatore con le sue interpretazioni cristalline. Riassumendo, nel Cd degli Ataraxia (intitolato "Strange lights") troviamo due inediti ("Strange lights" e "Seds of the moon") oltre ad estratti dalla loro discografia riarrangiati per l'occasione, mentre nell'altro (intitolato "Logos") troviamo due cover degli Ataraxia ("Canzona" e "Landschaft der vegangenheit") e il brano di Brown oltre a materiale già edito in precedenza. Un lavoro eccellente, che non potrà non soddisfare tutti gli amanti delle due band e del genere in questione. Buon ascolto. [Max 13-34]
Sito web:
www.equilibriummusic.com
 
° CALLE DELLA MORTE - "Gente di malaffare" [Hau Ruck Spqr, 2005]
Dopo un demo ed un 7" in vinile ("Tardo autunno", recensito su queste stesse pagine tempo fa) è arrivata l'ora del vero e proprio debutto su lunga durata dei Calle Della Morte, progetto che pur non avendo le radici nella serenissima, da essa traggono ispirazione per il progetto in questione. Jonny B e Vinz, accompagnati da ottimi musicisti, hanno messo su nastro (che poi è un Cd ma chissenefrega) queste nove tracce + ghost track separate idealmente in "atto primo" ed "atto secondo". E' un disco interessante, questo "Gente di malaffare". Un disco come difficilmente ne circolano, perlomeno nella cosiddetta "area oscura" della musica indipendente. Non so
ancora dirvi, in realtà, se sia un ottimo Cd o un lavoro riuscito a metà. So solo che, in egual misura, vi sono pregi e difetti e che gli stessi coincidono tra loro. I testi e le musiche sono accattivanti, avvicinandosi in parecchi punti al folk tradizionale cantautoriale italiano, vere e proprie storie di vita, narrate più che cantate. Amori travagliati, vino rosso in quantità, tranelli ed omicidi come nelle più torbide litanie tramandate da generazioni. L'etichetta neofolk sta stretta ai Calle Della Morte che cercano in molti casi (vedi "Senza fare rumore") di avvicinarsi, magari inconsciamente, alla canzone d'autore, creando un atmosfera anche goliardica, in certi spunti, che non può che distinguere i CDM da decine di altre band sui generis. Ora, il discorso è questo: se siete aperti a questo tipo di sonorità questo dischetto potrebbe darvi non poche soddisfazioni, d'altro canto, se non sopportate nemmeno trenta secondi di cose alla De Andrè (paragone da prendere con le pinze, ma giusto per dare un idea), è meglio che cambiate strada. Per quello che mi riguarda, un lavoro non perfetto, ma comunque la strada è quella giusta. Un appunto: se siete incuriositi dal logo con le due maschere/teschi dei CDM, andate a cercare in libreria "Leggende veneziane e storie di fantasmi - guida ai luoghi misteriosi di Venezia" e "Veneziaenigma - tredici secoli di cronache, misteri, curiosità e straordinarie vicende tra storia e mito" di Alberto Toso Fei, Elzeviro Editore. Leggeteli, magari proprio con i Calle Della Morte in sottofondo... Ora voglio sentire le nuove cose degli Inner Glory di Jonny B... [Max 13-34]
Sito web:
www.calledellamorte.com
 
° ZOMBINA AND THE SKELETONES - "Mondo Zombina" [7" autoprodotto, 2005]
Ritorna la prolificissima Zombina con i suoi scheletrini con un advance Cd-r che ci presenta un 7" in uscita a Giugno. Quattro tracce in pieno Zombina style, tra horror punk, surf e rock and roll che accompagneranno le danze estive degli zombi di mezzo mondo. A partire dall'opener "Zombie hop" il piedino comincia a battere freneticamente e continua per tutta la saltellante "The new orleans incident" (già presente sul promo precedente recensito qualche mesetto fa su queste pagine). La veloce "Spring heeled jack" introduce nel sound una sezione di fiati che rende tutto molto ska, fiati che restano in primo piano anche sulla conclusiva "Counting on your
suicide", pulp, molto pulp, ma non troppo. Liriche sempre in bilico tra il goliardico e lo splatter, sferzate punk in un mare di pop e melodia, per quattro brani divertenti e simpatici, tutti da ballare ed ascoltare. Recuperatelo. [Max 13-34]
Sito web:
www.zombina.com
 
° MISS VIOLETTA BEAUREGARDE - "Evidentemente non abito a San Francisco" [Anemic dracula records, 2004]
Avete presente le Suicide Girls di www.suicidegirls.com? Bene. Aiki è una di loro. Ma soprattutto Aiki è una musicista micidiale, anche se lei mi odierebbe per questa definizione, probabilmente. Il fatto è che uno mette il Cd nel lettore, il display segna sedici brani per un totale di venti minuti, più o meno. Manco i Ramones. E schiaccia play. E non ci capisce più un cazzo. Da dove salta fuori questo folletto sotto speed? O era acido? Su su, confessiamo... Questo disco è quanto di più eccitante, fresco, diretto, violento, visionario, stimolante mi sia capitato di ascoltare da molto tempo a questa parte e non so come fare a spiegarvelo. Davvero. Quindi andrò per tentativi.
Immaginate roba in bilico tra Sixteens e Suicide. Ci siete? Bene. Non c'entrano nulla ma sono sempre una buona partenza. Da lì, togliete un poco di strumentazione, soprattutto sul microfono, dato che, da quello che la stessa Violetta ci dice, quello che percepiamo come voce filtrata in realtà è voce pulita urlata in un microfono del cazzo. Comunque, dove eravamo rimasti? Mi sono perso. Che è più o meno la sensazione che da questo disco. Tra basi ultraviolente in bilico tra hardcore elettronica ed avanguardia un po' come se gli Atari Teenage Riot facessero un orgia con i creatori delle canzoncine dei Game Boy. C'è di tutto qua dentro, un mondo intero decomposto e pressato in venti minuti. Dall'innocente violenza sonora di "Pavlov dogs pt. 2", dai diciotto secondi di "It's so fucking cool to be he subject of a conversation", "Sesso illustrato per Silvestrin" con richiami ai kraftwerk o la geniale rilettura decomposizione decostruzione dissacrazione degli Yodel in "Schultzkrapfen chainsaw massacre". Un disco che riporta la musica ad essere quello che dovrebbe: istinto puro. Un disco che potreste amare alla follia senza riuscire a trattenervi dal metterlo e rimetterlo centinaia di volte al giorno in casa, in macchina, in ufficio, a scuola... con la sicurezza che vicini, parenti, mamme, papà, fidanzate e chi vi pare lo odierà. Un disco che la gente "normale" giudicherà con la solita frase "Ma cos'è sta roba?!?!". Come con i Napalm Death o gli Einsturzende Neubauten. Non sono davvero certo che la nostra Violetta ami gli uni o gli altri, ma sono sicuro che è VERA come loro. E si sente. Paurosamente folle e geniale, è un Cd che DOVETE avere a tutti i costi. Sorry per tutta la pseudo avanguardia italiana ma Violetta polverizza tutti con questi venti minuti. Perché non siamo a San Francisco (appunto) ma nemmeno a New York, Los Angeles o Berlino. Siamo ad Alessandria e quindi tutte le menate sulla musica italiana stagnante e senza sbocchi possono pure andare all'inferno. Dicevo all'inizio, una volta messo il Cd nel lettore... il problema è riuscire ad autoconvincersi a toglierlo. Chicca: ospite in un brano Allison delle Bratmobile!!! [Max 13-34]
Sito web:
www.violettasucks.com
 
° VILLA VORTEX - "Villa Vortex" [autoprodotto, 2004]
Annunciare nelle nostre gothnews i Villa Vortex come gli eredi dei Lucie Cries (la dark band francese senza dubbio più importante degli anni novanta) è stato alquanto rischioso, soprattutto per la grande stima che la band di Olivier Paccaud ha sempre avuto nel nostro paese. Ebbene, dopo aver sentito e risentito il mini-Cd "Villa Vortex" posso serenamente confermare quanto detto: la voce energica di Barascud che esprime le proprie liriche in francese, l'incalzante batteria di FG1 accompagnata dal puntuale basso di Will A. e la possente chitarra di FG2 fanno dei Villa Vortex i degni successori dei grandi Lucie Cries. Tutte e cinque le canzoni inserite in questo esordio
hanno un'anima post punk più o meno evidente, con le potenti rasoiate chitarristiche di FG2 che in "Corpus chrysanthéme" e soprattutto in "Décombres" possono sorprendere l'ascoltatore lasciandolo favorevolmente colpito da come un riff di chitarra spiccatamente hard-rock possa incastonarsi alla perfezione in una classica composizione wave-rock. "Décharge" è una traccia dalla doppia personalità: semplice e lineare nel suo andamento ma che subisce un brusca trasformazione ad ogni refrain dove le parole "Décharge au fond de leur coeur" sono accompagnate da un tumultuoso abbinamento chitarra/batteria da cardiopalmo. "Occident III" ed "Entends-moi" sono ottime canzoni post-punk in cui la sezione ritmica diventa più regolare ed emerge un piano che ne impreziosisce l'evoluzione. Se questo mini-Cd è il buongiorno che si vede dal mattino, il primo full-lenght dei Villa Vortex, in fase di produzione, si candida a diventare uno dei migliori album dell'anno. [Mr. Moonlight]
Sito web:
www.villavortex.com
 
° OPENED PARADISE - "Occult-advance Cd 04" [autoprodotto, 2004]
Il gothic rock greco, abbandonato per sempre dai defunti Flower of Romance e lasciato dal transitorio silenzio degli Into the Abyss, viene preso per mano dagli Opened Paradise, uno dei più promettenti gruppi del panorama goth europeo. Fin dalle prime note di questo lavoro si osservano due particolarità: la prima è data dalle influenze dei Fields of the Nephilim e dei New Model Army riscontrabili nel sound, la seconda è data dall'ottimo affiatamento musicale dei componenti che si tramuta in un perfetto bilanciamento e coesione di tutti gli strumenti all'interno delle singole canzoni. "Dancing with shadows", la opening track, presenta una nervosa sezione ritmica
supportata dalle tastiere (sempre presenti ma in secondo piano) sulle quali si erge una chitarra mai abusata ma che nel suo incedere riesce a diventare protagonista al pari della voce di Periklis, una sorta di incrocio tra Carl McCoy e Artaud Seth. La stessa formula viene eseguita in "Deep water" e nell'evocativa "Prayers for the damned" dove il tribalismo della batteria raggiunge il suo apice. "Opened paradise" è la traccia più incalzante dell'album con un repentino giro di chitarra stile Damien Deville (Nosferatu) che ne sostiene l'intero procedere mentre il trittico formato dalla stupenda "Senseless", da "Hopes on crystal" e  da "All dreams like men" ha un andamento più lineare, in cui il maggior uso delle tastiere riconduce l'ascoltatore ai Garden of Delight del periodo '93/'94 (Sargonid seal/Necromanteion IV). "Distant walks through shifting light" è il vero capolavoro di questo album: l'inizio nephiliano alla "Celebrate" è solo il prologo di una canzone che nei suoi oltre nove minuti di durata vive di continui cambi di ritmo, dal vigoroso gothic-rock a momenti intimisti voce-piano-chitarra acustica per concludersi nello stesso modo evocativo in cui era iniziata. L'album finisce con la bonus track "Closer", un motivo dall'andamento funereo cadenzato con campane a lutto per metà della sua durata e spezzato repentinamente da un esplosione di chitarre nell'intramontabile gothic-style. Questo Cd conferma ancora una volta come il tanto bistrattato gothic-rock old school riesca ancora a generare nuovi gruppi ed interessantissimi lavori. Auguro che "Occult" sia pubblicato al più presto da una vera label come merita, sia per l'ottimo lavoro musicale, sia per la produzione di Sakis Tolis (Rotting Christ) sia per la masterizzazione di sua maestà Artaud Seth. [Mr. Moonlight]
Sito web:
www.openedparadise.tk
 
° NAMOSH - "Promo cold cream tour" [Friendselectric, 2005]
Chi è Namosh? Da dove viene? Cosa fa? Come fa a farlo? Cosa ascolta? Cosa mangia? Insomma, da dove salta fuori quel gioiello electroclash electrominimale che è il singolo "Cold cream"? Ditemelo!!! E ditemi chi ha avuto l'idea di girare un video come questo!!! Ditemi quanto latte fanno quelle mucche ogni giorno dopo essere state sottoposte alle riprese di questo clip surreale e micidiale. Ditemi tutto, parlatemi, datemi informazioni. Perché questo folle tedesco canta in inglese e giapponese? Perché riesce a scrivere queste canzoncine con 2 note alle tastiere analogiche che ti si inchiodano in testa dopo dieci secondi? Perché sento lo spettro dei Kraftwerk in
acido? E mi dite perché il nostro eroe sembra avere un cantante rock and roll nella gola che fa a botte con un androide ed un personaggio dei fumetti? Perché ci sono danze frenetiche alla DAF migliori con inserite atmosfere vagamente mediorientali? E le vaghe incursioni nella disco commerciale a cavallo tra i '70 e gli 80 da dove vengono? E che ci fanno qui in mezzo? E perché i remix presenti sono così diversi tra loro arrivando a diventare delle tracce a se stanti? Perché non dovrei smettere di ascoltare questa roba? E perché mi ritrovo da qualche giorno a canticchiare "Cold cream" ovunque? Misteri dell'electropop minimal radical non chic. A suo modo, geniale. [Max 13-34]
Sito web:
www.namosh.de
 
° THE LIES - "Underdogs and infidels" [Kill rock stars, 1999]
° THE LIES - "Resigned" [Kill rock stars, 2001]
Prima che i Vanishing nascessero, Jesse Trashed era nelle Subtonix, Brian cazzeggiava con svariate band tra le quali gli Zonetech (che sono tornati ad essere il suo progetto principale dopo lo split dei Vanishing) e Sadie Shaw, tastierista e compositrice su "Into the bathaus" e "Songs for psychotic children" militava nei The Lies. Non è quindi difficile trovare nei The Lies molti punti di contatto con il vanishing-sound (quelli del primo periodo
ovviamente). Melodici, malinconici, una band post rock wave che butta un occhio spesso e volentieri al goth anni '80. Sono rimasto affascinato e rapito dalle note di "Add insult to injury" o "Jump shit", con quel sapore così Adolescents nelle linee vocali... C'era molto nei The Lies e tra le altre cose anche una vena psichedelica/shoegaze eccellente. Erano un gruppo quasi perfetto ai miei occhi. Un ibrido tra le sonorità migliori uscite dal calderone post-punk dei primi '80. Il debut album "Underdogs and infidels" è davvero un viaggio, mentre il secondo "Resigned" è vagamente più riflessivo, con influenze vagamente Sonic Youth-iane del periodo "Daydream nation" (vedi "Accident & emergency") e notevolmente più post rock che wave. Splendido nella sua fumosa decadenza, era forse meno coraggioso del suo predecessore, ma faceva parte di una stessa medaglia, per cui mi sento di consigliarlo comunque agli ascoltatori dall'orecchio più "aperto". Due ottimi lavori dunque, che sarebbe un peccato dimenticare. Riscopriteli, andatevene qualche giorno via, lontano da tutto e tutti e fatevi uno dei viaggi mentali più belli degli ultimi anni. [Max 13-34]
Sito web:
www.killrockstars.com
 
° TEAM PLASTIQUE - "Suck" [Eas, 2004]
Questi qua sono fuori!!! Ma davvero fuori!!! Partendo dal presupposto che il loro intento principale è, sintetizzando, riportare la libertà sessuale ai livelli pre-aids, senza limiti e senza inibizioni, quello che ne può seguire, come potete immaginare, non può non essere, perlomeno, bizzarro. Ed è proprio questa l'impressione che si ha appena si tiene tra le mani questo "Suck", debutto ufficiale del quartetto australiano da poco trapiantato a Berlino. Bizzarro a partire dal titolo, dedicato ai denigratori della band, che usavano, appunto, questa parola per definirla e considerati tra i veri e propri ispiratori del gruppo (!!!). Uno che fa, di solito, quando ha un Cd nuovo tra
le mani? Lo apre, ovvio, e io mi sono trovato davanti a questa copertina coloratissima, folle, con tanto di gioco "a la gioco dell'oca" con le varie fermate, in cui vengono usate punizioni come "Lick the person to your left" o "The person to your right must give you a foot bondage"... tutto da provare, insomma... Un look tra pornostar, Lolita, cyberwhore (bello 'sto termine, eh? M'è venuto così...) e chi più ne ha più ne metta, un paio di video (uno sul Cd ed uno su un Dvd che mi hanno allegato, una performance live che parla da sola....) dove le intenzioni sopradescritte sono molto più che esplicite... E la musica? Beh, per quella ci muoviamo nelle zone basse (e vai col gioco di parole) delle sette note, dato che siamo di fronte ad un mix leggerino di electro minimale, elettroclash, pop, dub, jungle, drum'n'bass, qualche chitarrina, voci effettate, gemiti, sospiri e via dicendo. Ma devo ammettere che questo mix di bassa lega funziona... è accattivante quanto basta ed è, soprattutto, la colonna sonora ideale per le performance delle tre ragazzine + belloccio, veri e propri party selvaggi dove tutto è possibile e per "tutto" intendo "tutto". Non privi di una massiccia dose di (auto?) ironia, i Team Plastique sono  da prendere in blocco per ciò che sono, ovvero un enorme circo ambulante, dove è impossibile scindere il lato visivo da quello prettamente musicale. Prendendo questi due fattori singolarmente, infatti, sono alquanto ridicoli, messi assieme, invece, raggiungono un livello di kitcheria enorme che non può non incuriosire ed attrarre. Perché non si può non sorridere di fronte a testi tipo "I wanna fuck a Dj..." e perché, usando parole loro, "We may be pretentious but fuck we're having fun"... Non lasciateveli scappare, soprattutto nella dimensione live. [Max 13-34]
Sito web:
www.team-plastique.com
 
° FRUSTRATION - "Frustration" [Manic depression,  2005]
Quando venti minuti spazzano via ore di musica. Quando alla mente sovvengono una marea di nomi, tutti di almeno 25 anni fa e tutti di altissimo livello, non posso non gioire. Perché sia chiaro, qui non c'è nulla di nuovo, ma forse è proprio questo il bello. Post punk tirato e secco nella migliore scuola Joy Division/Wire e compagnia bell(issim)a. Questo Cd è la ristampa del primo 12" della band, più un paio di chicche, ovvero la cover di "Teens" degli Anteenagers e, udite udite, "Holocaust" dei Crisis!!!! Ora, come posso restare impassibile di fronte a questo? Come posso non amare alla follia questa band che, se fosse nata cinque lustri fa, avrebbe fatto sfaceli
e che oggi è una tra le poche a portare alta la bandiera di un genere che ha fatto storia? Come posso cercare di dare un giudizio critico quando il materiale che ho tra le mani e nelle orecchie è talmente puro e cristallino da colpire direttamente al cuore? Non si può e non lo farò. Dico solamente che chiunque ami il post punk, quello vero, DEVE assolutamente fare suo questo disco. Ascoltarlo, amarlo, consumarlo e comprarne un altra copia data l'usura dell prima. Sei pezzi sei, che entreranno nel vostro cervello senza uscirne più, che vi faranno entrare in camera con sguardo maniacale, prendere la marea di dischi e Cd che avete accumulato negli anni alla ricerca della new sensation e del genere più alla moda, guardarla con aia schifata e buttarli dalla finestra. Ok, magari non proprio dalla finestra, ma perlomeno accantonarla per far spazio a questo dischetto ottico sublime. La Francia colpisce ancora, e lo fa con stile, senza pietà, senza fronzoli e soprattutto in modo convincente. Non esitate. E non cercateli nemmeno sul web, dato che un sito non ce l'hanno. Ed è giusto e coerente così, alla fine. [Max 13-34]
Sito web:
www.manicdepressionrecords.com
 
° KUTNA HORA - "Obsession, faith, perseverance" [Ars musica diffundere, 2005]
Ma che bella sorpresa... Non conoscevo questa band argentina e devo ammettere che ne sono rimasto positivamente colpito. Tra folk e spruzzate leggere di elettronica pop wave i nostri hanno le carte in regola per riuscire a far meglio. E' una contraddizione? Sì e no, perché questo album è pieno di spunti eccellenti che però alla lunga si perdono a causa della lunghezza dei brani e della direzione musicale ancora non chiara. Nonostante tutto, però, ammetto che fan di band come In My Rosary potrebbero innamorarsi perdutamente di questo lavoro e, ripeto, gli ingredienti positivi ci sono eccome. Lavorerei di più sulla voce, non incisiva al punto giusto,
soprattutto nei brani più folk/marziali, e mi concentrerei sulle influenze pop, che sono a mio avviso quelle dove i nostri si muovono meglio. Ottima promessa per il futuro. [Max 13-34]
Sito web:
www.ars-musica-diffundere.de
 
° JABBERWOCK - "Jabberwock" [Panic distortion, 2005]
Questo quartetto francese non è assolutamente male. In bilico tra indie, electroclash e industrial/commerciale (si, è un neologismo, ma magari si capisce cosa intendo), sono convincenti in parecchi momenti (vedi l'opener "Happy") risultando sicuramente piacevoli. Il problema di questo album sono i remixes presenti. Non perché siano brutti o belli, ma semplicemente sono superflui e tendono a distrarre l'ascolto sulla lunga durata. Meglio concentrarsi quindi sulle dieci tracce che compongono virtualmente l'album "vero e proprio". Oltre alla già citata "Happy", i brani più validi sono l'ipnotica "Off", la grandiosa "Comfort" (immaginate le Malaria elettroniche
un pochino più danzereccie), la bordata di microchip saltati in padella (?!?!?!) di "Now" e la chiusura acidissima di gioventùsonichiana memoria, "Sucks". Un album che non mi ha cambiato la vita e non credo nemmeno lo farà a molti di voi, ma sicuramente accattivante. Di quelle cose che se te le porti in macchina, poi, ti ritrovi a farle girare nel lettore per settimane senza accorgertene. Non noiosi, non megalomani, i mostri Jabberwock si distinguono dalla massa con la loro freschezza e una dose di originalità non eccezionale ma sufficiente per farmeli preferire a decine di altre band. Da notare le foto promozionali, presenti anche sul sito. Un riciclaggio di un idea che ho sempre trovato eccezionale!!! Non possono non essermi simpatici... W la France!!! [Max 13-34]
Sito web:
http://jabberwock.free.fr
 
° THE HUSBANDS - "Introducting the Sounds of the Husbands" [Swami records, 2003]
I più attenti di voi sapranno già che le Husbands non sono altro che la band che comprende, oltre alla batterista Nikki Sloate, Sadie Shaw e Sarah Reed, ex The Lies. Vi basta? Ok, allora ricordo anche che Sadie è colei che stava dietro le tastiere dei Vanishing quando ancora erano deathrock, ovvero su "Into the bathaus" e "Songs for the psychotic children" (capolavori inarrivabili, a mio parere). Incuriositi? Bene, perché è proprio per persone curiose questo Cd micidiale. Quattordici canzoni per meno di mezz'ora, otto pezzi propri e sei cover (che spaziano da Bo Diddley, Carole King...) con la produzione lasciata in mano a nientepopodimeno che John Reis dei
Rocket From The Crypt!!! Che vi aspettate quindi? Bravi, garage a tutto spiano, con le due chitarre che sguaiate e selvagge si mescolano con la batteria facendo inevitabilmente battere il piedino per tutti i ventisei minuti e rotti dell'album. Niente tastiere, niente basso, niente fronzoli, solo sporco e crudo rock and roll. Se ascoltando "Nostalgia del buio" eravate rimasti incuriositi da quella traccia così genuina e diretta, non esitate e fate un tuffo spazio temporale con questo Cd. Chissà che non vi venga voglia anche di andare a riscoprire gli originali, ritrovandovi poi a dire "Beh, non erano tutte scemenze allora...". Grandissime, non vedo l'ora di vederle in azione dal vivo, magari in un pub fumoso e decadente, luci basse e tanta voglia di far casino! [Max 13-34]
Sito web:
http://members.cox.net/thehusbands
 
° NEW RISEN THRONE/CRUEL HARVEST - "Shadows over humanity"  [God is myth, 2005]
Interessante questo split edito dalla God is myth, che mi fa conoscere due realtà che fin'ora ignoravo. I New Risen Throne, one man band capitanata da Stielh, sono in attività da diversi anni ed hanno già pubblicato parecchi demo e Cd. Propongono una sorta di dark ambient, molto oscuro, sulla scia di band come i Raison D'etre. Claustrofobici ed ossessivi quanto basta, creano con le tre traccie a loro disposizione degli scenari grigi e densi a tratti malinconici e decadenti. Un po' diversi invece i debuttanti Cruel Harvest, che si muovono all'incirca nelle stesse acque, ma con una dose di (passatemi il termine) "cattiveria" in più. Splendide le foto che accompagnano il Cd,
evocative ed adatte alla musica proposta. Manca solo, e sono punti di vista, un supporto visivo. Non smetterò mai di dire che musica come questa non è semplicemente "d'ascolto", ma va vissuta in maniera particolare, in contesti diversi da quelli canonici. Un film, magari anche solo con riprese o flash, un po' alla NAQOYQATSI di Godfrey Reggio. Per il resto, ottimi livelli. Non mi stupirei di vedere presto i NRT su Cold Meat... [Max 13-34]
Sito web:
www.stielh.com
 
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