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In questa pagina abbiamo inserito le recensioni della quasi totalità di Demo e Cd che ci sono giunti in quattro anni di attività del sito e che, per una ragione o l'altra, non erano mai state pubblicate. Come si sul dire "meglio tardi che mai"!
 
° ACHERONTIA STYX - "Secret revealed darkness shall be" [autoproduzione, 2001]
Ultrapeso. Ascoltare questo lavoro degli Archeontia Styx non è facile e richiede uno stato d'animo adeguato. Solo in questo caso si può riuscire a sopravivere al magma sonoro di queste mini suite (il brano più corto infatti si aggira attorno ai sette minuti e mezzo) pregne di malattia, fatte di suoni, tapes, registrazioni e campionamenti che scagliano l'ascoltatore in un mondo visionario fatto di angoscia e volti distorti. La sensazione di soffocamento che accompagna "Endosphere" è la stessa che aleggia su gran parte di questo mini album, la cui unica pecca sta (come nella gran parte dei lavori di questo genere) nell'eccessiva ripetività delle composizioni, al quale andrebbe aggiunto un supporto visivo per delinearne appieno il significato. Wecome to hell... [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
eyeofkephra@infinito.it
 
° ALLUN - "Onussen" [One touch records, 2001]
Avete presente gli Heltir? Avete presente i Phantomas? Avete presente i Naked City di John Zorn? Ecco. Togliete da questi tre la perizia tecnica, lasciate il caos e la follia e vi ritroverete, più o meno, di fronte a quello che gli Allun ci propongono. E' inutile star qui a tirare fuori titoli di canzoni, tanto son tutte simili, un risultato di un trip andato a male... cinque persone che maltrattano strumenti, perquotono oggetti e urlano in un microfono non possono essere musica (e non parlatemi di Einsturzende, perchè qui è proprio tutto un altro pianeta...). Per alcuni un disco del genere rappresenta avanguardia allo stato puro, ma per altri il tutto puzza di presa in giro. Se avete fegato e tempo, ascoltatelo e poi fatemi sapere da che parte state. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
allun@lycos.it
 
° AIP - "S/T" [autoproduzione, 1999]
Da Savona provenivano gli urli di questi AIP, fautori di una classica wave con influenze che variano da U2 d'annata a Siouxsie, passando per Cure ed affini. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ma i nostri lo fanno con passione e convinzione. Brani come "Basta" o "Involucro" risultano tutt'ora interessanti, con quel cantato in italiano che non può non rimandare a Marlene Kuntz od affini, influenze che aleggiano anche attorno ad "Involucro", mentre "Uò" sembra "rubata" ai cugini dei Virgin Prunes. Ripeto, nella loro semplicità sono composizioni interessanti, che vedrei benissimo a fianco di cose come Verdena o simili. Non ho idea di ciò che facciano ora a livello musicale, so solo che continuano a suonare con passione e senza andare in giro a sbandierare ai quattro venti le loro qualità. Per il momento mi riascolto "Buio", splendido esempio di wave contaminata, con quel basso così eighties che ammalia e seduce e mi costringe a riascoltarla per l'ennesima volta... [Max 13-34]
Sito web:
http://run.to/aip
 
° CHRISTIAN RAINER - "What's fresh today" [autoproduzione, 2001]
Sei spezzoni di canzoni catturate dal vivo per questo cantautore che ne dimostrano le qualità artistiche. Sei assaggi per solo piano e voce che fanno pensare ad una specie di Nick Cave intimista, anche se il timbro alla Ian Curtis rende il tutto abbastanza anomalo. Non so se il nostro ora proponga dal vivo ancora la stessa formula. Di certo aveva le carte in regola per elevarsi al di sopra della massa... [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
mittelcam@hotmail.com
 
° CHRISTIAN RAINER - "Mein braunes blut" [autoproduzione, 2001]
Presentato come un lavoro avant-classico, questo Cd colpisce per la struggente bellezza delle composizioni. La voce di Elena Biavati, nonostante il suo non facile ascolto (si tratta infatti di una cantante lirica a tutti gli effetti) impreziosisce le partiture per archi ed organo del nostro Christian, vero e proprio compositore classico di inizio millennio che sicuramente saprà farsi apprezzare nel suo campo. Echi di Dead Can Dance si possono ritrovare in "M.b.b.", mentre "Endlicht winter" non può lasciare indifferenti, tanta è la carica emotiva che esce dalle corde del pianoforte di Rainer. Un piccolo gioiello che sarebbe un peccato dimenticare. Da riscoprire. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
mittelcam@hotmail.com
 
° CYBELE - "Interactive playground" [Voices of wonder, 2002]
Note ad alcuni per la loro sfortunata discesa in Italia l'anno scorso (le date furono annullate per uno shock anafilattico dovuto ad puntura d'ape ad una componente quando erano già con mezzo piede sul palco...) le tre ragazze nordeuropee hanno un appeal molto interessante, con quella wave intinta nel pop che può rimandare in più di un occasione a cose come Curve meno elettronici e Placebo. La delicata "Unison" o la ballad "Dreams", la saltellante "Lazy" o la quasi epica "No signature" fino al crescendo finale di "Drowning"... sono tutte le diverse sfaccettature del mondo Cybele, un gruppo che ha il pregio di farsi ascoltare piacevolmente senza pretese riuscendo ad emozionare in più di un occasione. Nulla di imperdibile dunque, ma nemmeno da dimenticare. Provate a recuperare questo Cd, potrebbe restare nel vostro lettore per un po' di tempo... ah, l'immancabile traccia nascosta è diventato uno dei motivetti fissi del mio cervello bacato! :-) [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
cybelemusic@hotmail.com
 
° DAWN FADES - "Nine thorns" [Energeia, 1997]
Provenivano da Napoli questi Dawn Fades, culla di un movimento spesso sottovalutato ma che ha dato e continua a dare molto alla scena goth italiana. Non tragga in inganno il moniker, qui non ci troviamo di fronte agi ennesimi cloni dei Joy Division, anzi. I nostri propongono un goth rock classico infarcito di sampler e tastiere varie che rendono il tutto molto fresco. Basti ascoltare l'assalto sonoro di "She will be" o l'articolato susseguirsi di note di "Loop" per capire che non siamo di fronte a dei meri scopiazzatori, anzi. La stoffa c'è tutta, e tranne qualche caduta nell'ovvio (la troppo prolissa "Collapse and confusion") i nostri si mantengono su alti livelli. Un Cd che non sfigurerebbe affatto ella vostra collezione a fianco di Artica o Burning Gates. Buon ascolto! [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
energeia@tiscali.it
 
° DIATHRIBA - "Guardandoti" [Olga production, 1997]
Ottima prova questa dei Bolognesi Diathriba, che si va ad infilare dritta dritta nel filone di rock alternativo italiano, un pò alla Marlene Kuntz diciamo, ache se senza la vena acida del quartetto cuneese. Testi in italiano, chitarre in primo piano, melodia ed aggressività. Ecco le carte che i nostri giocano nel debut "Guardandoti", con veri pezzi da novanta come la sulfurea "Santa s" o la diretta "La mia boheme". Una buona prova che pecca forse di una scarsa originaità in fase di arrangiamento, che rischia di far passare inosservato un lavoro tutto sommato interessante. Non so se oggi siano ancora in attività, ma se ciò fosse e i nostri suonassero dalle vostre parti, andateli a vedere: credo che dal vivo rendano il doppio... [Max 13-34]
Contatti, Cell: 338/6249463 (Davide)
 
° DRAMMA - "S/T" [autoproduzione, 2001]
Famosissimi nel Triveneto, attivi già da diversi anni ecco a voi i Dramma. Che dire? Le loro soluzioni sospese tra Nick Cave, neoclassicismo e neofolk hanno sempre fatto centro, e questo demo di qualche tempo fa non si smentisce. A partire dalle splendide liriche di "La farfalla", passando per la filastrocca sinistra "Se tu mi ami"  e la danzereccia "Ultimo suono" (forse il punto più debole del Cd, con quel saltellare "curesco" che ha un pò stancato, effettivamente...), il lavoro scorre via e si fa ascoltare, fino ad arrivare ala conclusiva "Re sangue", brano che se arrangiato meglio potrebbe essere una piccola gemma folk (e non sto parlando di rune, svastiche o simili, sia chiaro...). Che io sappia oggi i Dramma sono ancora nel pieno delle loro attività, suonano sui palchi di mezzo triveneto e continuano a produrre musica di discreto livello. Se vi capitano sotto mano, un ascolto è d'obbigo. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
dearoldworld@hotmail.com
 
° DUSTIN' TEARS - "The stranger" [autoproduzione, 2001]
Quando ho letto che parte dei membri di questa band erano Dj famosi nella scena milanese e non mi aspettavo grandi coseda questo Ep, dato il rispetto che ho nei loro confroti. Beh, ammetto di essere rimasto parzialmente deluso da questo lavoro. Il tutto infatti, dal refrain di "Tu non sai" al pattern di "Remove" mi suona come... uhm.... scolastico. Non si tratta infatti di brutte composizioni, ma le stesse rischiano di cadere nel dimenticatoio gia dopo il primo ascolto. Peccato. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
ardifrank@libero.it
 
° ENIGMA EDEN - "Labirinti" [autoproduzione, 1999]
Ritornati sulle bocche di molte persone negli ultimi anni grazie a partecipazioni alle compilation di Rosa Selvaggia, gli Enigma Eden furono attivi nella prima metà degli anni '90 dando alla luce alcuni demotape di cui questo Cd è una raccolta. Nelle loro file militava anche Fabio De Giorgi, noto ai più per essere stato membro stabile dei Vidi Aquam fino all'estate 2003. I pezzi qui proposti sono interessanti, di chiaro stampo anglosassone (Cure, Joy Division, ecc...), testi in italiano mai banali e buon gusto per le melodie. Da ricordare "L'incontro", "Mani di chi spera" (che riporta alla mente i Litfiba migliori), "Buio". L'unica pecca del lavoro è la voce, con quell'impostazione "gucciniana" che stona non poco se affiancata alla musica. Peccato, perchè alcuni pezzi potrebbero essere dei veri piccoli classici della wave italiana. Da riascoltare. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
fabio.degiorgi@libero.it
 
° THE HEAD STOPS - "Overjoyed ne'er-do-well" [autoproduzione, 2001]
I torinesi The Head Stops misero in circolazione un paio d'anni orsono questo mini Cd. Certo che da allora ne è passata di acqua sotto i ponti: concerti (anche all'estero), Cd, compilation, e il gruppo di oggi è certamente molto più maturo rispetto a quello a cui ci troviamo di fronte con questo "Ovejoyed". Resta il fatto che già da questi primi passi si potevano notare le potenzialità di questa band, dedita ad una darkwave abbastanza classica che però aveva vari spunti originali. Il loro essere sempre e comunque "sognanti" infatti, li contraddistingueva anche nei loro momenti più oscuri (penso a "Danse macabre"), mentre il contrasto "suoni ovattati/drum machine" dava quel tocco sinistro al tutto, quasi come un giocattolo spezzato ("Mystic house"). Un'ottima prova, questa degli THS, sicuramente superiore alla media delle uscite recenti italiane e non. Da rimarcare. [Max 13-34]
Sito web: 
www.theheadstops.com
 
° HIROSHIMA MON AMOUR - "Dedicata" [Ghost records, 2000]
Metto dentro il Cd nel lettore e subito un sussulto: è proprio la "Siberia" di Fiumani e soci che apre le danze di questo lavoro dei abruzzesi Hiroshima Mon Amour. Riproposta benissimo, ha il solo difetto, secondo me, di essere posta in apertura. Messa così rischia di sminuire ingiustamente il resto del lavoro, completamente ad opera di HMA. Lavoro che resta su alti livelli, comunque. Con i Diaframma nel cuore i nostri suonano una musica d'altri tempi che colpisce sempre e comunque al cuore. Il rischio di plagio è spesso dietro l'angolo ("Risveglio"), ma i nostri sanno rigirare in modo egregio le carte in tavola ("Nemesi") risultando alla fine originali e piacevoli ("Nume"). Interessanti anche le due bonus track, la prima una versione di un minuto per solo piano di "Dedicata" che accresce il pathos di una canzone già bella di per se, l'altra, "Motel", che fa venire in mente quei gran finali da concerto con le prime file che urlano il testo (bellissimo) saltellando a ritmo. Se non li avete mai sentiti, fate vostro questo Cd. Potreste innamorarvene. [Max 13-34]
Sito web: 
www.hma.it
 
° HOLYLORE - "Sefiroth" [autoproduzione, 1996]
C'erano una volta gli Holylore...ve li ricordate? Insieme a pochi altri, furono tra i pochi gruppi capitolini a portare avanti il bardo del gothic rock in Italia seguendo certe sonorità (penso a Sisters, Nephilim od affini). Questo Sephirot del 1996 contiene alcuni dei cavalli di battaglia della band, da "Zephira" a "Last resurrection", passando per la suite di oltre 15 (quindici!) minuti di "Possessed", vero e proprio manifesto dell'Holylore sound. Il tutto a volte può risultare leggermente pretenzioso, soprattutto per alcune scelte sonore (troppi echi se non ben missati finiscono per impastare ed appesantire il suono) ma rimane comunque il fatto che il gruppo c'era e si sentiva. Sicuramente non aveva nulla da invidiare a più blasonati colleghi esteri. Ora dopo svariate defezioni, liti interne e il definitivo scioglimento anche del progetto "Alexander Nox and the Holylore" non c'è rimasto nulla di questa band, se non questi album, a testimoniarne comunque la validità. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
hnox@hotmail.com
 
° HOLYLORE - "Remastered demos" [autoproduzione, 2000]
Interessante operazione di recupero che riporta alla luce alcune gemme del goth rock italico dei primi anni '90. Siamo qui di fronte a degli Holylore d'annata, dalle chiare influenze sisteriane ma acora lontani dalle soluzioni più chitaristiche che li contraddistingueranno negli anni a venire. Possiamo quindi ascoltare belle canzoni dimenticate come "The flower" o "Egophobia" (qui riproposta nella nuova veste di "Lucifer's kiss 2000 mix). Eccellente "Death decades" che riporta ai Mission più ispirati del primo periodo, mentre "Every sensless walk" (Eldritch/Hussey nel sangue, eh Holylore? ^_^) posta in chiusura segna il giusto epitaffio del periodo più marcatamente wave di una band che ha avuto, volenti o nolenti, il suo peso nella storia del gothic rock italiano. Non male. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
hnox@hotmail.com
 
° INNER GLORY - "S/T" [Wlodge, 2000]
Cd ultra limitato (111 copie numerate a mano) tre anni fa uscì questo primissimo full leinght del gruppo punta del nord-est neofolk gli Inner Glory. Nonostante la registrazione casalinga, i nostri già dimostravano quaità non comuni nel riproporre un genere ormai stagnante da anni. Brani come "War is forever" , qui in un'acerba versione, sono ormai entrati di diritto negli (passatemi il termine) hit del neofolk di questi ultimi anni. Più Wakeford che Pearce, i nostri snocciolano nenie di altri tempi ("Town of smiles"), ballate crepuscolari ("The rain of Atlantis") e inni marziali ("She's in black leaves") con una facilità spiazzante. Il motivo del loro successo recente sia in patria che all'estero era già chiaro qui. La classe non è acqua! [Max 13-34]
Sito web:
www.innerglory.net
 
° LE SANG D'ORPHEE - "Blue violet" [autoproduzione, 2001]
Roma Caput Mundi. Checchè si dica, la capitale ha da sempre sfornato grosse cose in ambito darkwave, e parlo sia di nomi "importanti" (Carillon Del Dolore), sia di band minori ma non per questo meno efficaci (Honiria per esempio). Questo dei Le Sang d'Orphèe non sarà certo un capolavoro da annoverare nel gotha del goth italiano (ho fatto pure il gioco di parole!), ma si fa ascoltare volentieri, leggero e sospeso tra tastiere sognanti ed intrecci vocali semplici ma efficaci. "Trustless" ad esempio, o anche la splendida "After the fall" (pezzo splendido!!) qui presente nelle due versioni "normale" e "classical", che mi ha rimandato vagamente ai Collection D'arnell d'annata, il che non è poco! Il gruppo si è sciolto subito dopo l'uscita di questo lavoro, ma i vari componenti continuano a suonare in altri progetti di diverse estrazioni musicali. Se riuscite a procurarvi una copia di questo demo, allieterete sicuramente più di una nottata. [Max 13-34]
 
° LILY'S PUFF - "Domino" [E.N.D.E./Radio Luxor, 1999]
Ecco un altro di quei lavori che per la pigrizia di buonaparte degli ascoltatori sta cadendo nel dimenticatoio. Eppure, cacchio, qua la qualità c'è eccome!!! Come si fa a non restare ammaliati dalla voce di Marco in "Towers of mirror"? E la poesia che emana un brano come "Thread of illusions" dove la mettiamo? E potrei continuare con gli affreschi dipinti da "Movements", da "Flags of flesh", da  "Dog stealed from his sleep"... mamma mia ma quanto è bello questo lavoro? Voce, pianoforte e poco più. Tanto basta quando ai tasti c'è una come Chiara Barichello (che ora ha lasciato il gruppo). Tanto basta quando le corde vocali sono quelle di Marco Fabro, vero emulo involontario del miglior Peter Murphy, e scusatemi se è poco... Dimenticare un gioiello di tale valore sarebbe un grosso errore, credetemi. Cercatelo e fatelo vostro. Ora. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
corberi@libero.it
 
° MENARCA - "93/99 il peggio della sua vita" [La fabbrica del silenzio, 1999]
... Certo che con un titolo così... il lavoro in questione è del "maestro visionario" Antonio Facci Tosatti, in arte Menarca, e sia avvale qui della collaborazione di Atrax Morgue. Brani e composizioni sono tratti da varie fasi della cua carriera, nello specifico dal '93 al '99, cosa che ci mete di fronte ad una compilation più che ad un album vero e proprio. A livello prettamente musicale ci troviamo di fronte ad una serie di mini suite che servono da base alle liriche schizoidi del Menarca. Molto interessante dunque il lavoro lirico, quanto tedioso quello musicale. Da leggere più che ascoltare, "il peggio della sua vita" potrebbe diventare uno dei vostri libri preferiti di poesie. [Max 13-34]
Contatti: Gianni Pedretti - Via Guisa, 223 - 40014 Crevalcore (Bologna)
 
° MILITIA CHRISTI - "Ordo militia templi" [Decadance records, 2001]
Circondati da un alone di mistero che offusca le reali identità dei suoi componenti, questi Militia Christi dovrebbero essere, a seconda di alcuni, la band più malvagia del mondo. Anticristo, Anticlero, Antitutto, fanno sembrare le liriche di Fulvio vera poesia, tanti sono i luoghi comuni qui trattati. Davvero, mi sembra di ascoltare un disco del Valor più (ehm...) ispirato tradotto in Italiano. Se questo sia un complimento o meno questo sta a voi deciderlo. Musicalmente siamo sugli stessi territori dell'ultima produzione dei Christian Death (o Sin and Sacrifice, che è meglio...), ovvero una specie di goth/metal infarcito di riff triti e ritriti. Se questo tentativo di recensione vi ha incuriosito, fate vostro questo disco. Magari potreste reputarlo interessante. Per quanto mi riguarda, rimetto nel lettore "The crypt". Comincio a pensare che Fulvio e soci, alla fine, non erano poi così ridicoli, anzi... [Max 13-34]
Sito web:
www.decadancerecords.it
 
° MIRIAM - "Scents" [Decadance records, 2001]
Ma che carini!!! Mi ero totalmente dimenticato dei Miriam, ed avevo fatto male!!! Pop wave con venature dark per questi dieci piccoli gioiellini che mi riportano alla mente i Cranes del periodo Forever/Loved non come plagio ma come citazioni qua e là. "Always in danger" è fresca e solare mentre "Alive" fa parte di quelle canzoni struggenti ma non pretenziose, leggermente sognanti come solo i fratelli Shaw sapevano fare anni fa. Questo Cd potrà deliziare i palati più pop e meno intransigenti di voi, che rimarranno rapiti da piccoli capolavori come "Im nebel" o la title-track. Nulla di pretenzioso, solo un buon disco. C'è forse da chiedere di più? [Max 13-34]
Sito web:
www.decadancerecords.it
 
° MOTHERGOOSE - "S/T" [autoproduzione, 2001]
Questi Mothergoose sembrano avere imparato bene la lezione di Bob "ciccio" Smith alla perfezione. Al tutto hanno aggiunto un tocco di aggressività in più ("Photography") e qualche soluzione personale ("Carillon"), ma il tutto alla lunga suona di già sentito, rischiando di mescolarsi assieme a decine di lavori di altre band. Una produzione non all'altezza ed una voce spesso fuori luogo non giovano ad un lavoro dalle potenzialità evidenti ma non sfruttate al meglio. Questo Cd rischia di offuscare le buone idee che stavano alla base del progetto Mothergoose. Speriamo che i nostri trovino nuovi sbocchi per potersi esprimere meglio... [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
pirsam@interfree.it
 
° MOTHERGOOSE - "Autumn" [autoproduzione, 2001]
Questo lavoro potrebbe essere benissimo considerato un singolo, ovvero un vecchio 7". Due infatti i brani presenti che ci mostrano una band ancora acerba ma con le idee abbastanza chiare. Le influenze dei Cure sono ultra evidenti in "Autumn" (batteria presa da "The figurehead", linea vocale da "Lament") che nonostante il rischio di plagio si fa ascoltare volentieri, mentre "Last one" si disperde forse un pò troppo in crescendo/noiseggianti di maniera, ache se ammetto che l'approccio selvaggio al basso di Lorenzo mi piace parecchio. Credo che i nostri siano ancora in attività, anche se ametto di non aver sentito nulla dei loro lavori seguenti. Sicuramente da vedere dal vivo, dove dovrebbero avere una grossa forza trascinante. [Max 13-34]
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pirsam@interfree.it
 
° MYSTERYPLAYS - "Sentinella" [Energeia, 1999]
Facciamo un sondaggio: qual'è il riff più copiato nella darkwave? A forest! altrimenti ditemi perchè "Slough", come tante altre canzoni di altri gruppi, girano su quelle quattro note... basta! Non ne posso più! A parte questo però, il Cd non è affatto male, anzi. Sia chiaro, se cercate innovazioni o simili siete fuori strada, ma ci sono belle canzoni, davvero. "Terra bruciata", ad esempio. O "Borderline", delicata e sospesa. O ancora "Per una vuota corona", che sembra saltare fuori da Litfiba 3. Non so se questi Mysteryplays siano ancora in attività, di certo se le basi erano queste di schifezze non le avranno fatte. Ultime nota per l'artwork, decisamente curato ed efficace, ed i testi che spaziano da tematiche personali a temi più "cosmici" come amore/odio/morte/guerra senza essere mai sopra le righe. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
energeia@tiscali.it
 
° NENIA - "La casa del dolore" [Beyond... prod, 2000]
Quando questo album uscì qualche anno fa, ci fu chi gridò al miracolo. Altri innalzarono altari su cui posare questo presunto capolavoro. Altri ancora si spellarono le mani per applaudire le otto composizioni che fano parte di questo Cd. Vennero definiti anche i nuovi Carillon del Dolore... A riascoltarlo ora, sinceramente, non vedo il motivo di tutto questo. Non che il disco sia brutto, anzi. L'idea di fondo (il dolore) viene qui rappresentata in modo egregio, passando dalle lacrime nervose di "Lamenti", viaggiando attraverso le visioni quasi lisergiche di "Novena dolorosa" per finire sulle urla soffocate di "Nenia". Il dolore, espresso sotto ogni sua forma potrebbe anche assalirvi senza motivo durante l'ascolto di questo album, tanta è la carica emozionale che circonda le composizioni. Un ottimo concept album, dunque. Ma, perlomeno per chi scrive, da qui al capolavoro di strada ce n'è ancora molta. Provate comunque a buttarvi in questo mondo, chissà che non ne restiate affascinati... [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
nenia@beyondprod.com
 
° NOIR - "S/T" [autoproduzione, 1999]
Debutto su Cd per i Noir, band dedita a sonorità di chiaro stampo anglosassone (Cure e Depeche Mode su tutti). Due i Cd, di cui uno di sole cover. Quest'ultimo va a pescare tra i classici dei mostri sacri, offrendoci rivisitazioni di "A forest", "She's in parties", "Transmission" e "Shadowplay", mentre nel Cd "vero" c'è anche posto per una cover di "Enjoy the silence". Beh, che dire? Lasciamo le cover dove stanno, perchè le reinterpretazioni dei Noir non mi hanno convinto per nulla, scolastiche e sopra le righe. Molto, molto meglio sono i pezzi originali, tra le quali spicca "Sinergia", saltellante ed aggressivga al punto giusto con un azzeccatissimo refrain che ti si incollanella testa già al primo ascolto. Molto buone anche "Il terzo declino" e "Adesso posso piangere", canzoni dove il vero potenziale dei Noir salta all'occhio. Buon ascolto! [Max 13-34]
Sito web:
www.noir.go.it
 
° PLEASURE AND PAIN - "S/T" [autoprodotto, 2001]
Metto dentro il lettore questo dischetto dei capitolini Pleasure and Pain e cosa sento? ma chi sono? gli Xymox? No aspè... sembrano i Cure remixati... no aspè... I Danse Society... no aspè... che macello!!! Insomma, siamo chiari, i Pleasure and Pain non brillavano assolutamente di originalità, anzi... di certo è che ciò che fanno lo fanno bene. Se eliminiamo le strizzate d'occhio al danzereccio (penso ad "A voice" ) il mini non era per niente male. Registrato bene, prodotto bene, composto bene, suonato bene. Hanno anche un'ottima immagine... peccato per l'originalità zero e per le esibizioni live che, a detta di chi li ha visti, erano spesso rovinate da problemi vari sia tecnici che di preparazione dei musicisti. Tempo fa mi dissero che si erano sciolti, poi rimessi assieme, poi li ho ritrovati sotto l'etichetta Beyond... prod con un nuovo lavoro in preparazione. Comunque, per tornare al Cd, se cercate qualcosa di carino, poco impegnativo e di facile ascolto, queste cinque tracce potrebbero farvi felici. Per gli ascoltatori più esigenti, invece, cercate altrove. [Max 13-34]
Sito web:
www.pleasureandpain.it
 
° PULCHER FEMINA - "Fallen angel" [Decadance records, 2001]
Da Roma i Pulcher Femina (oggi già al secondo Cd) esordirono con questo Fallen Angel che li catapultò subito nel gotha delle new sensation ebm/futurepop o quel che si voglia. Bei suoni leccati, qualche pezzo vagamente aggressivo ("Death") e tanta, tanta voglia di strizzare l'occhio ai dancefloor di mezzo mondo. Le basi erano buone, i refrain orecchiabili e l'immagine azzeccata. Ma la musica? Beh, non so, sarà che non è il mio genere, ma sinceramente non è uno di quei dischi che ti viene voglia di riascoltare più volte... sarà perchè assomiglia a decine di album del genere, sarà perchè la sfortunata esibizione con gi Xymox l'anno scorso non ha giovato alla mia stima nei confronti del duo capitolino, ma nonostante sia eccellente dal punto di vista formale, questo "Fallen angel" non mi dice nulla di che. Poi sta a voi... [Max 13-34]
Sito web:
www.decadancerecords.it
 
° ROBERT SCHNEIDER - "Dark are the days... that die in the autumn rain"
Ho già parlato del Robert Schneider "odierno" sempre su queste pagine tempo fa, e ricordo di non essere stato troppo tenero nei suoi confronti, dato che il lavoro mi risultava troppo "confusionario". Questa caratteristica non è presente nel suo lavoro precedente, questa autoproduzione del 2001 "Dark are the days" dove un rock dalle venature wave fa capolino più o meno in tutti i brani. Strizzatone d'occhio al pop ("Triad of ice") o alla wave di largo consumo (le atmosfere ricreate in "Full moon") rendono questo lavoro piacevole. Non siamo di fronte ad un capolavoro, ma nemmeno ad un prodotto terrificante. Il punto debole è forse la voce, un pò troppo statica e prolissa, ma per il resto nulla da dire. Schneider è tuttora in attività, chissà cosa ci riserveranno i suoi prossimi lavori? [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
robertosbodio@inwind.it
 
° ROSE ROVINE E AMANTI - "S/T" [autoproduzione, 2001]
Lavoro atipico questo progetto di Damiano Mercuri, ovvero l'anima di RR&A. Il cCd infatti potrebbe benissimo dividersi in due, ovvero un ipotetico lato A e un lato B. Essendo dieci le tracce, facciamo cinque per lato. Detto questo facciamo idealmente posare la puntina sul primo solco e cosa troviamo? Semplice folk apocalittico, con richiami evidenti ai capostipiti del genere (Douglas P. aleggia su "Rovine di un impero e Tibet su "Amanti") tranne che per la quinta traccia ("Carme") dove i richiami neoclassici e medievai si fanno predominanti. Giriamo idealmente lato e la situazione cambia quasi radicalmente: cinque tracce di sperimentalismi vari, rumorismo e silenzi. Sinceramente lascerei queste ultime cose da parte e mi concentrerei di più verso il lato folk della musica. E' lì infatti che mi sembra risiedere il vero spirito di RR&A, mentre la parte più estrema puzza di manierismo e poco più. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
roserovineamanti@katamail.com
 
° SINKING WITH LOVE - "S/T" [autoproduzione, 2002]
Con un moniker copiato da un famoso bootleg storico della band di Bobbettone "ciccio" Smith, cosa ci potevamo aspettare? Cure a go-go, con voce che cerca di ricalcare qua e là "Pietro Morfeo" nel primo brano ("In the shadow"), un riff inconcludente e stra-abusato nel secondo pezzo ("My desperation"), voci filtrate su base alla Placebo con batteria modello casio nel terzo brano ("The passion") e tanta voglia di essere i Cure con influenze Xymox su "Everything falls apart", brano che svetta sopra gli altri di decine di chilometri, tanto è carino. Ecco, mi fossi trovato di fronte a composizioni come quest'ultima, il Cd avrebbe avuto tutt'altro giudizio, ma così com'è... lasciamo perdere. Il gruppo si + già sciolto ed è mutanto in altre forme... peccato, perchè "Everything..." era proprio carina... [Max 13-34]
Sito web: 
www.geocities.com/illudranmax
 
° SISTRUM - "S/T" [Aua records, 1998]
Mini Cd che presentava al pubblico le doti di Marco (in seguito voce dei grandi Lily's Puff), Paolo (anche lui ora nei Lily), Emanuela e Rick, ovvero i Sistrum. Nulla a che vedere col gothic, nulla a che vedere con la wave più classica... le sonorità qui proposte spaziavano dal post grunge di "Seven days" al Noise di "Electric cat". Echi darkwave si possono sentire in "Ocean" (qui nella versione "deep"). Un buon mini Cd tutto sommato, ma se proprio siete curiosi, andatevi a cercare il Cd "intero" (recensito qui sotto). [Max 13-34]
Contatti, Cell: 347/3077092 (Marco Fabro)
 
° SISTRUM - "Blist!" [Aua records, 1998]
Come per il mini Cd omonimo uscito lo stesso anno, qua di dark o gothic manco la puzza. Restano comunque buone canzoni, in bilico tra Soundgarden ( "Sandy's game", "Among the sinners"), post rock ("Fake toys", "Electric cat") e vaghi rieccheggi wave ("Ocean", "Lazy sons"). Mi sbaglierò, ma sento qualcosa anche di Porno for Pyros qua dentro, anche se il timbro Peter Murphyano di Marco rende il tutto vagamente sinistro e quindi più appetibile alle orecchie di un appassionato di darkwave. Se vi capita dategli un'ascolto, e magari dopo subito a cercare i Lily's Puff per vedere fino a dove si è spinto un vero talento come Marco (gran voce, gran presenza sul palco). [Max 13-34]
Contatti, Cell: 347/3077092 (Marco Fabro)
 
° SYRIAN - Sadness "Deluxe" [Stato nascente records, 2000]
Il moniker di questa band mi ha riportato subito alla mente uno degli hit più famosi degli Specimen, ma qui di Batcave et simili nemmeno l'ombra. I milanesi infatti propongono su questo album una specie di goth-metal ispirato ai Paradise Lost "di mezzo" (quelli pre Depeche Modizzazione, per intenderci) gradevole, ben suonato e composto. Non mancano le strizzate d'occhio a sonorità moderne (vedi i pattern usati in "Frozen frame") o danzereccie (in "Remembrance") che spezzano la prolissità complessiva di questo lavoro. Ciliegina sulla torta la traccia nascosta quasi future pop con chitarra lisergica di sottofondo e voce femminile di contorno. In definitiva, questo lavoro mi ha dato l'idea di "incompiuto", dato il potenziale di alcuni brani non sfruttato appieno. Non so se i nostri siano ancora in attività, sarei davvero curioso di sentire come si sono evoluti... [Max 13-34]
 
° TREES - "S/T" [Energeia, 1997]
Di fronte ad un disco del genere non c'è molto da dire. I Trees sei anni fa diedero alla luce questo omonimo di debutto che aveva tutte le carte in regola per sfondare nel mercato indipendente in Italia. Belle canzoni, ottimi arrangiamenti ed uno stile che, riallacciandosi a mostri sacri quali Joy Division e Cure non poteva che portar fortuna alla band. Ad essere onesto, oggi, nel 2003, non ho idea di che cosa stiano facendo i Trees, so che sono ancora attivi ma non si sente molto parlare di loro. Certo è che una cosa di loro rimane: le piccole gemme incluse in questo lavoro. Gemme wave che rispondono al nome di "Heart", "Crimson" o "Near", brani che hanno in sè la carica emotiva dei Cranes migliori e quel puntiglio romantico alla Cocteau Twins che non guasta mai. Ricercateli. Riascoltateli. Riamateli. [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
trees@supereva.it
 
° TREES - "Harmonizer" [Energeia, 1999]
Il secondo lavoro dei Trees, nonostante il suo predecessore fosse già buono, lo superava di gran lunga, sia a livello di arrangiamenti che di composizioni. Le soluzioni legate al binomio Smith/Curtis venivano qua smembrate, per far posto ad influenze più legate alla scena dreampop inglese dei primi anni '90 (Cranes, Chapterhouse...). Il tutto rendeva l'atmosfera più leggera e sognante che in passato, donando all'ascoltatore emozioni a raffica che non potevano fare a meno di fondersi con la musica del combo partenopeo. Piccole perle come l'opener "Frenzy" o la malinconica "Devotional" non dovrebbero rimanere sconosciute, tanto è il loro potenziale emotivo. Echi di Cocteau Twins risuonano in brani come "Undone", mentre "Grace" faceva rivivere i Cure (qui si) migliori del periodo "Wish". Lasciar cadere nell'oblio un lavoro del genere sarebbe davvero un gran peccato! [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
trees@supereva.it
 
° TRIORA - "Highways to mankind" [autoproduzione, 2001]
Alcuni di voi si ricorderanno della prima serata "ufficiale" dell'Erba Della Strega svoltasi in provincia di Asti al "Troll's Pub". In quell'occasione, a fianco a nomi noti e non della scena (Vidi Aquam, Kyrie, The Head Stops) si esibirono i padroni di casa Triora. E fu il delirio. Più metal che gothic, i nostri ci "deliziarono" con uno show inadeguato al'occasione, con tanto di cover metallizzata di "More" di Sisteriana memoria. Non che la loro perizia tecnica sia scarsa, anzi, ma erano proprio fuori tema. I tre brani che costituivano il loro demo di quei tempi, non tolgono ne aggiungono nulla a quanto visto sul minuscolo ma glorioso palco del Troll's: goth metal spinto con uso massiccio di tastiere e voce potente che domina sul tutto. Immancabili gli assoli e le cavalcate in Maiden Style... insomma, gothic metal, dove gothic è un aggettivo e non un soggetto. Se vi piace il genere, fate vostro questo mini. Altrimenti bevetevi una birra con i Triora e via. La simpatia non gli mancava di certo! :-) [Max 13-34]
 
° TV LUMIERE - "S/T" [autoproduzione, 2001]
Oooooh, questo mini Cd era un buon lavoro, davvero! Post Rock oscuro senza concessioni all'easy listing che come biglietto da visita ha quella "I gatti" posta in apertura: undici minuti e rotti di crescendo sonico che mi rimandano alle introspezioni del primo mini della "gioventù sonica", e scusate se è poco. "Morte" è una lunga nenia per doppia voce, mentre "Riflesso" risente nuovamente dell'ombra di Thurston Moore sotto acido (bella! Malata, sinistra ed acida fin dentro le ossa!!!). La bella "Introspezione" precede "Dramma d'autunno", forse il brano più debole di un mini pressochè perfetto nella sua lucida follia. Questi brani hanno tutta la malattia che mi piace nella musica senza sfiorarne i clichè. Anche di loro ho perso le tracce... qualcuno sa nulla? [Max 13-34]
Sito web: 
www.tvlumiere.it
 
° VIDI AQUAM - "Queen of spades" [autoproduzione, 2000]
Chi di voi non ha mai sentito parlare dei Vidi Aquam? Se qualcuno alza la mano, accetto solo i neofiti della scena, perchè gli altri andrebbero puniti. E' inutile prenderci in giro: Nikita e soci sono ormai da anni uno dei punti fermi della scena musicale italiana, e non prenderli in considerazione sarebbe solo sintomo di esterofilia acuta o (peggio) invidie e roba varia. Il lavoro in questione, Queen of spades, per chi scrive è una delle migliori espressioni goth dell'ultimo decennio, con l'incedere marziale di "Le silence", la ninnananna dannata di (appunto) "I dannati", gli arabeschi di "Lost in time" o il decadimento medievale di "Fugge dal nulla". E poi, sovrana ed imponente, quella "Queen of the contrast" che, sorniona ed ammaliante, ci svela il lato più malinconico dei Vidi Aquam. Non so che altri aggettivi usare per un brano di tale bellezza, tale è la sua efficacia nonostante giochi su due accordi. Ecco qual'è la forza dei Vidi Aquam. Colpire dritti alle nostre anime senza bisogno di orpelli o arrangiamenti mastodontici. Questa è la mia concezione di musica: semplice ed incisiva. Continuare a fingere che gruppi come VA non esistano è sintomo di chiusura mentale. Se siete in questa categoria di ottusi, continuate a spendere venti Euro a botta per porcate che provengono dall'estero. Ma per me e per gi altri, l'unico augurio che possiamo farci è che VA continuino ad ammaiarci con le loro sonorità uniche. Da avere assolutamente. [Max 13-34]
Sito Web:
www.rosaselvaggia.com
 
° WILL 'O' WISP - "Unseen" [Beyond...prod, 2002)
E non dateci degli integralisti. Però, cavolo, certe volte... ora dico io: ma perchè dovrei parlare di un gruppo così sull'Erba Della Strega? Non sto assolutamente discutendo sulla qualità dell'album o sulla perizia tecnica dei musicisti, ma questo è metal, solo metal, nient'altro che metal! E non venite a raccontarmi storie che c'è una voce femminile e quattro passaggi di tastiere, perchè chi scrive gli Slayer li conosce bene. E i Riff di "Celestial bride" sembrano tirati fuori dal duo Hannemann/King (o se vogliamo anche dei Pestilence di Malleus Maleficarum). E via così, riffoni death/black/thrash mischiati a voci femminili. Accenni di Voivod qua e là e roba simile. Ora, lo dico per i promoter e perle band, non spendete i vostri soldi così, non inviate materiale simile perchè questo NON è il luogo adatto per ricevere recensioni. Ci sono posti cento volte più adatti per promuovere la vostra pur bella musica. Ed ora via, passo ad altro... Bye bye! [Max 13-34]
Contatti, E-mail:
willowisp@libero.it
 
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