1) Prima di tutto, presentate i Dresden Dolls ai ragazzi italiani...
- Amanda Palmer: Potremmo definirne lo stile dei Dresden Dolls "punk cabaret". Siamo un duo composto da piano e batteria, veniamo da Boston e stiamo cercando di conquistare il mondo.

2) La vostra musica e il vostro atteggiamento sono influenzati dal cabaret. Perché questa scelta così particolare?
- Amanda: E' semplicemente il mio modo di comporre musica... non voglio raggiungere nessuno scopo particolare con questo atteggiamento, ma alcune canzoni che nascono dalla mia mente sembrano rientrare bene in questa definizione. Altre invece no, possono definirsi "new wave" o qualcosa di completamente differente. Il nome del gruppo si riferisce anche al nostro aspetto che ha forti influenze cabarettistiche e caricaturali.

3) Amanda, il tuo modo di suonare il piano è molto strano, perché sembra un incrocio tra un approccio istintivo e un'impostazione acquisita dopo molte ore di lezione. Puoi cercare di spiegare questo tuo stile?
- Amanda: Dipende molto dal fatto che non sono una grande pianista! Sono prevalentemente una cantautrice e non mi esercito mai sullo strumento. Così compenso facendo un culo così allo strumento e cercando di mascherare la mia mancanza di tecnica con l'aggressività e la passione. Ho in programma di imparare come si suona "veramente" uno di questi giorni...

4) E' difficile comporre le parti di batteria seguendo solo il piano senza basso, tastiere, ecc...?
- Amanda: Brian?
- Brian Viglione: No, è proprio l'opposto. Ho la libertà di concentrarmi sul cantato di Amanda e sulle sfumature del suo piano, oltre che ad aggiungere una solida base ai
pezzi. C'è una sorta di "domanda e risposta" tra noi due ed è sempre una meravigliosa sintesi creativa a venirne fuori, con parti che sono sia supporto che definizione degli elementi teatrali ed emozionali della canzone. Fortunatamente io ed Amanda assieme abbiamo un fortissimo intuito ed è solo una questione di condensare i vari aspetti che richiede l'essenza della canzone.

5) Ho notato che alcune vecchie liriche, come "Coin operated boy", nel nuovo album sono state "ripulite". Perché?
- Amanda: Questa è diventata proprio una leggenda metropolitana... "I can even take him in the bath" è proprio la strofa originale della canzone! Abbiamo solo fatto una volta una registrazione dal vivo in cui canto "fuck him in the ass" ma è stata un'improvvisazione, una cosa estemporanea!

6) Sempre a proposito dei testi: ogni canzone sembra essere una piccola storia strana. Parlano delle cose che ti piacciono o sono influenzate da altri aspetti?
- Amanda: I testi mi vengono in mente così, da soli. Sono influenzati dalla mia esperienza, da ciò che ho visto, letto o sognato. Sento che talvolta le canzoni che scrivo creano una realtà alternativa che cresce sempre di più man mano che proseguo a svilupparla. Spesso usare una storia è il modo più efficace che hai per esprimere un sentimento, senza nominare il sentimento stesso.

7) Ho visto il video dal vivo sul vostro sito web. La vostra performance è molto intensa e piena di "pazza energia", siete sempre così? Quanto è importante una esibizione dal vivo per i Dresden Dolls?
- Amanda: Per noi i concerti sono importantissimi. E' una delle componenti principali del gruppo, ci tiene vivi!
- Brian: Non c'è niente di meglio che essere in grado di condividere con altre persone la sensazione di libertà e lo sfogo che una esibizione dal vivo può darti. Entrambi 
abbiamo l'opportunità di esprimere, creare e comunicare tra di noi sul palco e rendere partecipi di questa esperienza anche altre persone... è il più grande dono che esista. Ne abbiamo tutti bisogno.

8) Quanto è importante il vostro lato ironico (penso alla vostra newsletter...)?
- Amanda: Oddio, è fondamentale! Il mio senso dell'umorismo confonde un sacco di gente, ma per quelli che lo comprendono appieno è come un legame, un vincolo.

9) Sembrerebbe molto importante per la vostra immagine l'iconografia dei primi anni del secolo scorso. Penso alla
meravigliosa copertina del Cd, al sito web, ecc... Perché questa scelta?
- Amanda: E' semplicemente una cosa che è sempre stata in risonanza con me. Sono cresciuta in una casa in cui le tradizioni di inizio secolo sono state abbandonate ed ho trascorso ore ed ore della mia infanzia a riflettere su di esse. Per me è un modo per esprimere i contenuti della musica che creo: le emozioni e le idee politiche sono senza tempo.
- Brian: Inoltre c'è un elemento riguardo la natura degli artisti dei primi del '900: loro non erano questi mega divi intoccabili che si credono superiori a tutti. Né se ne stavano in borghese, come gente che tenta di vestirsi come se non si trovasse su un palcoscenico. La recitazione si focalizzava sull'intrattenimento del pubblico e la loro faccia dipinta di bianco li contraddistingueva come attori.
C'è inoltre un legame romantico che entrambi abbiamo col periodo in cui, nella società, stavano nascendo nuove idee... come nell'epoca del jazz e durante i ruggenti anni venti, con i cabaret, i locali clandestini, "l'era delle invenzioni" e via dicendo. In quella cultura sembravano esserci una curiosità e un fermento che oggi appaiono offuscati.
Penso che la nostra immagine sia una strizzata d'occhio a quel periodo ed alle persone che ci hanno ispirato con il loro modo di esibirsi.

10) Vedo che siete stati in tour con grandi nomi come Rasputina, ecc... ma quali sono le vostre influenze musicali?
- Amanda: Beh... per quanto possa guardarmi indietro le band con le quali sono cresciuta sono The Legendary Pink Dots, The Cure, Robyn Hitchcock, Current 93, Depeche Mode, Leonard Cohen, Nick Cave, ecc... Inoltre sia ia io che Brian eravamo pazzi dei Neutral Milk Hotel.
- Brian: Da ragazzino i primi tre concerti ai quali andai furono Pantera, Ramones e Neil Young. Mio padre mi fece conoscere il jazz e mi portò a vedere Elvin Jones quando avevo 12 anni. Successivamente ho avuto la mia dose di Crass, Minor Threat ed un sacco
di altra musica punk, tutto senza escludere il jazz. Ho trovato lo stesso tipo di forza ed energia sia in John Coltrane che nei Black Flag... Poi ho scoperto Amanda Palmer e non sono più stato in grado di ascoltare nessun'altra cosa da allora.

11) Progetti futuri? Qualche possibilità di vedervi in Europa? Magari in Italia?
- Amanda: Abbiamo in programma un tour europeo per la primavera del 2004, potrete trovare gli aggiornamenti sul nostro sito web. Dopo di questo torneremo a casa e cominceremo a lavorare al nuovo disco.

12) Dove è possibile reperire il vostro merchandising ed i Cd? C'è un distributore europeo?
- Amanda: Per il momento è possibile acquistare i nostri prodotti solo attraverso il sito web... ma stiamo lavorando per trovare una distribuzione europea. Dovrebbe essere tutto organizzato entro la prossima primavera (o almeno speriamo...).

13) Le tre cose migliori sulla faccia della Terra sono?
- Amanda: Uova alla benedettina con salmone o aragosta alla fra diavolo... a parimerito. Poi andare in bici sotto la pioggia in una notte calda e ventosa. E per finire dico i bambini.
- Brian: Al primo posto andare in tour. Poi guardare una bella donna mentre va in bici sotto la pioggia. E per finire dico una buona babysitter.

14) Quest'ultimo spazio è per voi... dite quello che volete!
- Amanda: Auguri a tutti i ragazzi e le ragazze italiane. Speriamo d'incontrarvi presto!!!
- Brian: Saluti alla mia famiglia ad Avellino e a Rocco Monfino. Spero di venire a suonare presto lì! Saluti!
Sito Ufficiale:
www.dresdendolls.com
[Intervista a cura di
Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Gennaio 2003]
 
 

 
° THE DRESDEN DOLLS - "The dresden dolls" [8ft Records, 2003]
Parto subito col dire che per chi scrive questo è uno egli album più importanti del 2003, nonché uno dei più belli degli ultimi anni. Continuerò col dire che qui di dark, goth ed affini c'è poco, se non un profumo di fondo. Andrò avanti col dire che chiunque ritenga di avere una passione vera per la Musica con la M maiuscola deve sentirsi in dovere, se non in obbligo, di possedere questo Cd.
Partendo da una grafica tra le migliori degli ultimi mesi, continuando per dei testi talmente visionari, schizoidi, romantici ed introspettivi che quasi quasi manco i Cinema Strange ce la fanno, arriviamo al punto: queste
canzoni sono splendide! Partendo dalla ballata malinconica "Good day", per passare alla danza frenetica ed autolesionista e schizofrenica e... indescrivibile di un capolavoro del nuovo millennio come "Girl anachonism" dove furia hc, cabaret e pop si mescolano alla perfezione come non mai! E il cabaret puro e semplice di "Missed me", la tristissima e crepuscolare "672", la divertente (!!!) ed ironica “Coin-operated boy” (un vero e proprio manifesto: ascoltare il testo per credere), le rincorse di "Bad habit", o la sublime "Slide", colonna sonora notturna in un inverno malinconico perso a guardare fisso nel vuoto, fino alla conclusiva "Truce", un continuo crescendo emotivo che non può che stringerti il cuore.
Non si può rimanere indifferenti di fronte a cose come queste. Non si può negare la grandezza di queste composizioni e di questa band, che con il solo uso di voce (splendida nella sua imperfezione, di Amanda), pianoforte e batteria sa creare non schizzi, ma veri e propri affreschi di un'emotività unica. Da avere assolutamente, qui non ci sono fronzoli, solo un semplice capolavoro.
 
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