1) Prima di tutto, presentatevi ai lettori di Erbadellastrega.it...
- I Letatlin sono: Federico (voce, chitarra e campionamenti), Marco (chitarra, voce e campionamenti) e Sandro (basso, campionamenti e voce).

2) Cos'è esattamente la nascita del robot?
- Il titolo del disco (1919 Naissance du robot) ha avuto una genesi anomala... Marco vedendo un cortometraggio ha letto quel numero, quella data... suonava bene: 1-9-1-9 e aveva molte connessioni con tutto l'immaginario che a noi interessa... l'arte del tempo ma anche avvenimenti attorno a quella data, insomma. Poi riflettendoci abbiamo pensato di esplicitarlo meglio, di unirlo a quello che la nostra musica aveva di nuovo... al cambio di pelle che stavamo avendo: alla macchina e al suo uso. La frase in questione è il titolo di un collage fotografico di quel periodo (anni '20).

3) Nel nuovo lavoro l'utilizzo di strumenti "inumani" come tastiere e campionatori è molto più presente che in passato...
- Ci ha sempre interessato l'elettronica, ma non capivamo/sapevamo come utilizzarla dentro Letatlin. Il caso ha voluto che la batterista che aveva suonato con noi nel disco "Missili sul Giappone" uscisse dal gruppo... così abbiamo deciso di non cercare
un altro elemento ma di vedere cosa succedeva utilizzando programmi musicali e campioni live di suoni e voci. Insomma questa situazione ha reso possibile una ricerca sonora che avremmo voluto sempre sviluppare ma che di fatto mai avevamo affrontato. E' stata una rivelazione!

4) Radar, se non erro, è un side project dei Letatlin. Però noto che alcuni suoi brani compaiono in coda al vostro album, invece che su un supporto separato... voglia di split o integrazione artistica?
- Radar è la nostra seconda entità: capta i suoni che possono avere vita propria o essere integrati con Letatlin. "1919" infatti ha l'ultima traccia "Linguadoca" (brano che compariva nel disco precedente) che viene riarrangiata seguendo questa intenzione. Radar è stato il fulcro del cambiamento... era nato in un momento in cui Sandro era incerto se rimanere nel gruppo
o lasciare. In quel contesto io e Marco abbiamo pensato di provare una cosa a due: chitarre e campionamenti (semplici registrazioni analogiche). Poi Sandro è ritornato e abbiamo integrato il nuovo materiale con il suo basso e il computer. Suonando poi dal vivo i brani di Radar ci siamo accorti che l'integrazione con Letatlin funzionava... si creava uno stato alternato tra confusione-tensione e chiarezza: per questo abbiamo voluto mettere le due entità nello stesso disco.

5) Il cantato in italiano ha spiazzato alcuni ascoltatori. Io invece credo sia fondamentale, per riuscire a cogliere immediatamente il senso delle parole sposate con la musica. La vostra è una scelta precisa o casuale?
- E' una scelta. Sono sette anni che esistiamo e abbiamo sempre cantato in italiano tranne in un brano di "Missili" e in tre parole messe sulla prima traccia di "1919". Essenzialmente comunichiamo in italiano, ci è naturale l'uso di questa lingua per esprimere ciò che sentiamo e pensiamo. Effettivamente prima eravamo più ortodossi in questo senso, forse molto influenzati dai CCCP che a loro volta, a ben vedere, risentivano di una certa scena tedesca dell'epoca. Oggi comunque non escludiamo l'idea di scrivere anche qualcosa in inglese.

6) Non essendo facilmente etichettabili (nè goth, nè wave, nè noise, ecc...) fate fatica a trovare spazi per promuovere, sia dal vivo che via stampa, la vostra musica?
- Tendenzialmente consideriamo Letatlin gruppo dall'attitudine wave nel senso più ampio del termine... ricerca e fusione di influenze... cercando di non essere troppo musicisti (tecnicamente). E comunque sì, direi che facciamo molta fatica a promuoverci
dal vivo... ma è normale credo, del resto non viviamo in un contesto come quello londinese o berlinese di inizio anni '80! In Italia oggi non è facile promuovere musica di "ricerca" o sfuggente a determinati cliché. Ma il punto forse è un altro: anche le etichette minori sono incapaci di capire fino in fondo le potenzialità latenti di gruppi non così immediatamente catalogabili. La tendenza è preferire un "prodotto" pronto, sicuro e ben suonato.
Per i locali poi è un delirio di cover band (anche wave, dark, ecc...) quanto meno riguardo Roma città che conosciamo meglio. Spesso i club non fanno distinzione di proposta ma vanno avanti per conoscenze. Un esempio: due anni fa i The Fall (band che tra l'altro stimiamo particolarmente) a Roma erano supportati da un gruppo spalla impresentabile.

7) Cosa vedono i Letatlin nel futuro della loro musica? E nel futuro della musica in generale?
- Uhmmm, pensiamo che ognuno di noi dovrebbe rispondere
per conto proprio! Io (Federico) ci vedo più o meno quello che abbiamo tentato con 1919...
- Marco: ho un'attitudine poco propensa alla nostalgia... nei Letatlin/Radar amo la continua ricerca di nuove soluzioni e dunque di nuovi pezzi. Spero dunque che questo continui nel futuro. Per quanto riguarda la musica in generale non credo in una innovazione programmata... si tratta solo di assimilare ciò che è stato e di rischiare spinti dalla curiosità... cosa che fanno ancora gruppi come gli E. Neubauten o Coil.
- Sandro: personalmente nel futuro musicale dei Letatlin mi piacerebbe ci fosse ancora di più un'attitudine minimale ed elettronica. La musica del futuro? forse la nostra... :-)

8) Una domanda che è più una curiosità personale: cosa vuol dire Letatlin e perché lo avete scelto?
- Letatlin era una delle ultime opere realizzate da un artista dell'avanguardia sovietica tale Vladimir Tatlin. Rappresentava una macchina volante dalle sembianze stilizzate di scheletro di uccello... funzione indipendente dalla bellezza o se vuoi la forma organica che prescinde da concetti estetici. Lo abbiamo scelto perché volevamo fare musica funzionale alle nostre esigenze espressive senza la necessità di risultare immediatamente "cattivi, tecnicamente preparati, stilosi, ecc..." ma vabbeh ci si potrebbe ricamare molto... vedi i Kraftwerk.

9) Pippo, Pluto o Topolino?
- Pippo, Pluto o Topolino?!?!? Forse Gambadilegno, Trudy e Macchianera!

10) Le ultime parole sono per voi: sbizzarritevi! :-)
- Cosa dirti... SOSTENETE LETATLIN! Saluti alla redazione e a tutti i lettori di Erbadellastrega.it.
Contatti, E-mail:
uomotubo@libero.it
[Intervista a cura di
Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Novembre 2003]
 
 

 
° LETATLIN - "Missili sul Giappone" [autoprodotto, 2003]
Aria aria aria... e pelle, profumi, respiri, sguardi, nuvole, tramonti, freddo, fresco, umido, caldo, pieno... questo Cd è emotivo. Trasuda sensazioni da ogni solco. Cosa? I solchi non esistono più? Ah beh, si, ma questa è musica d'altri tempi, roba che sta "sopra". Non so se rendo l'idea. Chi devo scomodare? Karate? Polvo? Sonic Youth? Blonde Redhead? No no, non finirei mai... post rock oscuro di prima qualità, siore e siori! "Decollage", "Marfil", "Missili", "B", "Linguadoca", "Pastafrolla", "Quadrati", "Squamante", "Ogon". Davvero non riesco a trovare un pezzo che non funzioni in questo Cd. Se cercate goth puro siete fuori strada, dato che il terreno di gioco
qua è diverso. Ma se semplicemente cercate musica che colpisca al cuore, allo stomaco, al fegato ed all'anima, fatelo vostro. Subito. [Max 13-34]
 
° LETATLIN - "1919 naissance du robot" [Dischi radar, 2003]
Io mi chiedo: ma perché certe band non hanno un contratto ed un supporto decente? Come già dimostrato nel demo precedente recensito sempre qua, questi ragazzi sono geniali! Smessi i panni di post rockers, stravolgono le mie aspettative con questo Cd assurdo, che sembra uscito da un film di fantascienza di trenta e passa anni fa. Influenze che spaziano dai Kraftwerk agli Heltir, dagli Swans ai Ccc Cnc Ncn per un collage di suoni/rumori/samplers/canzoni mai monotono o pesante, e che anzi incuriosisce di più ad ogni ascolto. Inutile star qua ad elencare i brani, dato che tutti sono ad altissimi livelli e soprattutto perché riesco a vedere questo
Cd solo nel suo insieme, una specie di mini concept, un trip da farsi tutto in un fiato. E stavolta anche il "satellite" Radar ha un suo spazio ben definito, impreziosendo il lavoro con le tre tracce finali. Un'ultima nota per i testi, dei veri e propri schizzi di poesia scritti con la bile su dei muri a specchio distrutti e frantumati in una metropolitana abbandonata... Da avere, ascoltare, consumare. Buon viaggio verso la nascita del Robot. [Max 13-34]
 
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