1) Domanda classica e di rito: come nasce il progetto Le Vene Di Lucretia?
- Tiziano: tante coincidenze e molta fortuna!
- Lorenzo: da Firenze, eheh...

2) Siete di Firenze, città che per molti anni sembrava essere "assopita" a livello di uscite discografiche goth/deathrock (ad essere onesto, non me ne ricordo proprio)...
- Tiziano: già, la grande Firenze dark! I tempi cambiano ma la musica resta, ci sono ancora tanti personaggi qua, proprio in questi giorni stiamo suonando un pezzo dei Diaframma/Sassolini!

3) A differenza della maggior parte delle band, avete scelto come debutto non il solito demo registrato in camera
ma un vero e proprio prodotto professionale con una produzione ed una registrazione eccellenti. Come mai questa scelta?
- Tiziano: mi resta più facile dirti come siamo soliti sviluppare i nostri pezzi: moltissime ore di sala prove con due panoramici che registrano tutto, poi io e Lorenzo ci chiudiamo nel mio studio, riascoltiamo tutto il materiale e partono le pre-produzioni dove iniziano a delinearsi composizioni ed arrangiamenti definitivi. Solo quando il pezzo sembra suoni davvero bene iniziamo con le registrazioni... dopo tutto questo lavoro non ci siamo fermati alla realizzazione di un demo.

4) Nonostante il disco sia uscito a gennaio, sembra che sia stata fatta poca promozione generale, perché? Dato che il prodotto, come già detto, mi sembra tutto tranne che amatoriale...
- Tiziano: non ci siamo preoccupati molto della promozione del disco perché questo per noi è un momento piuttosto creativo... al momento siamo in studio per realizzare il nuovo lavoro che dovrebbe uscire nei primi mesi del 2007 (non mancheranno comunque occasioni che vedranno LVDL esibirsi dal vivo).

5) Anche la veste grafica, seppur secca e con pochi fronzoli, è efficace al punto giusto (parlo sia del booklet, sia del sito web).
- Tiziano: purtroppo Federico ha ancora il monitor a fosfori verdi (vecchia scuola... ah, ah, ah!). Scherzi a parte i meriti per il progetto grafico vanno a Federico Frittelle (studio SUTURA) e per logo e caratteri originali a Elisa Morucci, artista dalla grande vena creativa.

6) I testi non mi sembrano campati in aria, anzi.
- Lorenzo: a volte rimango schiacciato da ciò che mi circonda e mi mancano le parole. Resto in silenzio e scrivo.

7) Parlando sempre di testi, che importanza ha la religione nel vostro concetto? Viene trattata in più punti, anche
se decontestualizzata.
- Lorenzo: veniamo in contatto con la religione fin da bambini, noi occidentali abbiamo nelle nostre radici la fede cristiana ma quello che mi incuriosisce è l'approccio e la devozione per qualcosa di mistico che l'uomo ha. Lo ha per natura perché è troppo debole e troppo grande per questa sola vita terrena. "Madre nella veglia" è Maria che parla a suo figlio morente ed è facile identificarsi nell'una o nell'altra figura.

8) In "Santa violenta" permea prepotentemente una visione del tutto vostra riguardo alla guerra... sbaglio?
- Lorenzo: affatto, parla proprio di guerra. Di quella guerra. Ho visto i bellissimi paesaggi devastati dal cielo e la sua gente cancellata.

9) L'accostamento con i Madre Del Vizio è stato fatto da più parti, ma in sede di recensione personalmente ho sottolineato come il paragone vi vada un po' stretto...
- Lorenzo: ah! I grandissimi MDV! Penso che il paragone sia valido solo in superficie. Il cantato in italiano ci fa accostare a loro ma gli stessi testi e musiche hanno altri sapori.

10) La scelta di cantare in italiano non è comune, soprattutto con liriche simili. E' voluta o è stata una scelta casuale?
- Lorenzo: il mio modo di comporre è molto istintivo quindi ecco perché l'italiano.

11) Quali sono dunque le vostre influenze principali, musicali ed artistiche?
- Tiziano: tutta quella che immaginate e ci accomuna! Anche la classica. Ad esempio il batterista è un ottimo concertista.
- Lorenzo: a me piacciono da morire alcuni spezzoni musicali anni '80 dei cartoons made in Japan. Li trovo magici!

12) So che avete progetti paralleli, questo significa che non vi basta mai! Volete parlarne?
- Tiziano: sì, è vero, sono chitarrista de LVDL e bassista dei Madam, band goth-rock che vede la line-up attuale insieme da poco
più di un anno ma con già all'attivo un Ep e varie esibizioni live. Sono due progetti molto diversi tra loro, ma insieme, LVDL più claustrofobici e viscerali con sonorità più graffianti e i Madam caratterizzati da un sound più aperto e melodico proprio della darkwave, dimostrano la grande passione che ho per questo genere musicale. Poi non avrei potuto abbandonare il basso, strumento con il quale ho iniziato a suonare ai tempi del liceo.

13) Cosa dobbiamo aspettarci da una performance live delle Vene Di Lucretia? Ho visto lo spezzone del clip di "Bruciando Venezia" sul sito e mi sembra di intravedere un piccolo animale da palcoscenico...
- Lorenzo: ahah... sarei io? I live sono momenti carichi di emozione. Cercheremo di essere come sempre molto spontanei.
- Tiziano: il disco verrà proposto quasi nella sua totale integrità, solo in versione più aggressiva e a questo si aggiungeranno alcuni pezzi ai quali stiamo lavorando. La formazione prevede un quinto elemento :-) e quindi basso, batteria, due chitarre distorte e organo.

14) Progetti futuri?
- Tiziano: Come già spiegato stiamo lavorando a nuovo materiale che porterà sostanziali differenze nella sessione ritmica unendo drum machine e batteria acustica. Uscirà un suono più potente e tribale. Poi ancora in studio per i live... Da Novembre potrete guardare l'animale sul palco... ah, ah, ah!
- Lorenzo: ahahah... mannaggia! :-)

15) Un'ultima domanda... Chi è Lucretia? Da dove viene il nome?
- Lorenzo: è l'immagine di una fanciulla che si tormenta che è stata a me molto vicina ma preferisco non dire chi sia.

16) Le ultime parole sono per voi!!!
- LVDL ringraziano tutto lo staff di EDS per la gentilezza e professionalità con cui siamo stati accolti.
Sito ufficiale:
www.levenedilucretia.it
[Intervista a cura di
Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Luglio 2006]
 
 

 
° LE VENE DI LUCRETIA -  "Le Vene di Lucretia" [autoprodotto, 2006]
Partiamo subito col dire che questo, per quello che mi riguarda, è il disco dell'anno. Punto. E poco importa se è uscito sul finire del 2005. Di nuovo Punto. Provengono da Firenze, Le Vene di Lucretia. Città che in passato ha sfornato alcune tra le band migliori del panorama darkwave, ma che era morta da un pò. Ora so che non era morta. Dormiva... e niente di simile era mai uscito da lì... "Preludio" ci serve per entrare nell'atmosfera giusta. Con "quelle chitarre", figlie di Galvin ed Angew che già ci spiegano che non ci troviamo di fronte a ebbiemme o plastichetta varia... ("La morte è dolcissima in un gesto di amore"). "La vestizione" è malata, acida, magmatica e cadenzata fino allo stacco centrale, dove come una spirale ci porta giù... ("voglio scivolare nelle bocche di sangue, voglio scivolare nelle bocche dei santi") e la follia lucida ha inizio. che già ci spiegano che non ci troviamo di fronte a ebbiemme o plastichetta varia...
("La morte è dolcissima in un gesto di amore"). "La vestizione" è malata, acida, magmatica e cadenzata fino allo stacco centrale, dove come una spirale ci porta giù... ("voglio scivolare nelle bocche di sangue, voglio scivolare nelle bocche dei santi") e la follia lucida ha inizio. Occhi sgranati e tremanti nel buio. Ecco cos'è questa canzone. "Madre nella veglia", sospesa tra silenzi (quanto sono importanti) e note soffuse che sfociano per poi tornare apparentemente calme ha un appeal in bilico tra l'orecchiabile e il morboso, e ci ricorda quanto fare un pezzo goth non significhi a tutti i costi fare la goticata, per intenderci. "Golgota" è un breve strumentale d'atmosfera per organo, che va a legarsi direttamente all'arpeggio di "Le vene di Lucretia", brano che spiazza, in quanto sembra venire fuori, per attitudine e struttura, dal repertorio dei Marlene Kuntz primo periodo. Solo un pochino più morbosi e neri, ma rende l'idea. E non lasciatevi spaventare, quando la musica è musica vera, non ce n'è per nessuno. E altra sorpresa la cantilena recitata di "Teste di morte", molto CCCP-iana. Torna il piglio post punk noiseggiante sulla caduta libera di "Santa violenta", un'altro pezzo che Godano ormai non scrive più da secoli, seppur ci troveremmo di fronte ad un Cristiano convertito all'american gothic. Ma ci siamo capiti. Una delle gemme di questo lavoro è la straziante "Bruciando Venezia", ballata per pianoforte e chitarra che sorreggono poche parole semplici eppur così "piene" e "vive"... emotiva e memorabile. Ma il registro cambia nuovamente con "Harem", saltellante death rock dal vago sapore disco (eh, che c'è di male?) che rimbalza da una parte all'altra del cervello senza pietà. La chiusura è lasciata ad un altro brano straziante nella sua bellezza, "La morte degli amanti", separata in due parti, che mi ha riportato indietro di qualche lustro. Splendido finale. Ora, qualche appunto. Le Vene di Lucretia cantano in Italiano, cosa che ha fatto storcere il naso a qualcuno, e che li ha fatti affiancare ai Madre del Vizio ad altri. No. Errore. le Vene di Lucretia NON sono i cloni della creatura di Fulvio Tori, band che amo ma che aveva degli stilemi ben precisi. Stilemi che le Vene non hanno, data la quantità enorme di influenze, dark e non, che si possono facilmente rintracciare nelle loro canzoni. I testi poi, pur mantenendosi in bilico tra lo slogan e l'ermetismo, spaziano dalla religione affrontata in modo decontestualizzante alla politica (Teste di morte), all'attualità (l'undici settembre e la guerra in Iraq in Santa violenta) alla sfera personale (Bruciando Venezia, La morte degli amanti). Testi efficaci e musicali, precisi e (perdonatemi se uso una loro figura retorica) taglienti. Ascoltare la ritmica delle parole in Le vene di Lucretia per credere. Questo Cd spazza via decine e decine di uscite goth/death rock con un colpo di spugna. E vince. E ripeto, per chi storce il naso di fronte a frasi come "apri le tue vene", consiglio di andarsi a rileggere i testi dei propri beniamini. Che dicevano le stesse cose. magari anche in maniera molto più semplice e senza la poesia che ho trovato qua dentro. Ma si sà, siamo esterofili, l'inglese è come la notte. Di notte sembra tutto più bello. Ma la differenza tra la realtà e l'illusione si coglie solo alla luce del sole. Enormi. Ottima produzione, ottimi musicisti (essenziale ed efficace la sezione ritmica, chitarra funambolica che traina tutte le composizioni e una voce particolare e riconoscibile che riesce sempre a dare la giusta interpretazione ai brani), ottima grafica, ottima immagine. Trenta minuti secchi (durata che rimpiango, quando i dischi erano brevi ma carichi di emozioni, invece che inutilmente allungati con riempitivi pessimi) di death rock, o goth, o post punk... non me ne frega niente. Trenta minuti eccellenti. Non vedo l'ora di vederli dal vivo. Subito. [Max 13-34]

C'è poco da fare, questo disco dimostra la leadership qualitativa del deathrock italiano nel vecchio continente: non ci sono "creste" francesi o spagnole che tengano al confronto con lo stile e il talento delle nostre band. Nello specifico, Le Vene di Lucretia si pongono, come ho già riferito nelle Goth News del sito, al centro di un triangolo che ha per vertici alcuni grandi nomi della scena oscura, il primo dei quali è rappresentato dai Madre del Vizio. La creatura di Fulvio Tori lascia indelebile il suo segno nell'espressività del cantato di Lorenzo Manetti - "La vestizione", "Madre nella veglia" - paragone favorito dalle liriche in italiano delle canzoni a cui va il mio totale favore: in un periodo di appiattimento musicale, i testi nell'idioma del proprio paese danno sempre quel tocco di originalità che l'abusato e "commerciale" inglese toglie. L'influsso dei MdV non si riflette però sul sound del disco, sicuramente più variegato e che ci porta al secondo vertice del citato triangolo: il deathrock alla Bohémien. Ho indicato il gruppo romano non perché vi sia una diretta conformità tra la musica dei due combi, ma per far capire come il sound delle Vene di Lucretia, come quello dei Bohémien, ha radici ben piantate nella wave italiana - "Bruciando Venezia" - e nel dark rock inglese anni ottanta attualizzati al moderno american gothic tanto da concretizzarsi in hit come "Harem" o "Santa violenta". Infine si ritrovano in questo disco tutte le sensazioni che provocano i gruppi di quella che io definisco "la scuola deathrock ciociara". In questo caso parlo di sensazioni di inquietudine e tensione permeanti l'intero album che spossano mentalmente l'ascoltatore tanto che i trenta minuti, in parvenza pochi una volta introdotto il Cd nel lettore, ne saziano totalmente la sua "voglia di oscurità". Canzone simbolo di angoscia è la strabiliante "La morte degli amanti" che per tensione vedrei bene come sottofondo musicale nelle scene più malsane de "La casa dalle finestre che ridono" di Pupi Avati. "Le vene di Lucretia": in una sola parola, capolavoro. [Mr.Moonlight]
 
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