LA MAGIA: IL SENSO E IL FUNZIONAMENTO (Di Federico Gennari)
 
La magia è conosciuta prevalentemente per luoghi comuni, in genere come un retaggio del passato surclassato dall’efficienza esplicita della tecnica nella storia. Molti studiosi e studi nel tempo hanno rafforzato queste opinioni, come nel "Ramo D’Oro" del Frazer:
"Magia: insieme di pratiche che poggiano sulla credenza di leggi di simpatia e antipatia della natura. […] La magia agisce su tali forze occulte per tentare di asservirle."
E altrove:
"La concezione magica della natura è ritenuta una maniera irrazionale per interpretare la realtà prima dell’avvento della rivoluzione scientifica."
E ancora:
"In occidente la società è progredita per effetto della scienza e non della magia. Le possibilità si sono ampliate per effetto della scoperte scientifiche, la vita stessa è più sana e più lunga grazie alla medicina scientifica."
Poi:
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"La magia è proibita perché è un tentativo di uscire dai limiti imposti dalla natura e dagli schemi giuridici ed etici […] Questi tentativi di superare il reale e il razionale sono legati a condizioni sociali, sfidare i limiti e i tabù è rischioso e vi si rivolgono solo chi non ha più da perdere nulla […] Dunque persone insoddisfatte che cercano piacere e potenza. […] L’ansia demoniaca nasce dal bisogno di evadere da una realtà spiacevole, ma finisce sempre con la tragica delusione della scoperta di altri limiti o al massimo nell’incoscienza dell’estasi e della follia."
Tutto questo per quanto acuto e non del tutto scorretto è palesemente incompleto e basato su supposizioni proprie di chi non ha mai esercitato l’arte suprema. A tratti i più severi studiosi censori sembrano dirci che la Magia è occupazione di sciocchi primitivi "tuffati in un lungo sogno" da cui solo il razionalismo empirico ci aiuta a risvegliarci.
Col tempo altre teorie si sono sviluppate ma mai affermate tanto per spodestare il diffuso positivismo moderno.
Nei prossimi passi tenterò, molto concisamente, di fare un sunto esplicativo di una visione quasi rivoluzionaria della Magia, integrata con alcune idee sviluppate personalmente e, nel caso di errori o insulsaggini, da non imputare alla fonte da cui ho tratto ispirazione.
1) La Magia è proibita perché tocca il sacro, cioè ciò che riguarda il divino (sacro come beatificante), e più generalmente l’intoccabile (da notare che la parola tabù viene dal polinesiano "tapu" che stava ad indicare la proprietà privata, quindi da non toccare). Da questa ipotesi viene fuori un interessante ragionamento: la Magia per essere intoccabile deve avere conseguenze terrificanti per scoraggiare e punire coloro che sbagliano, sia fisicamente che spiritualmente ed è questa l’aura terrifica che circonda la Magia, ma anche le deità mostruose e le raffigurazioni teriomorfiche dell'aldilà. E questo è anche il fondamento del fascino del mistero: l’intuizione (intuor=toccare) del legame col sacro, che da una parte ci beatifica, ma ci punirebbe crudelmente se tentassimo di svelarlo, ad esempio come l’ira del Jawhe nell’antico testamento (specialmente nella scacciata dall’Eden e la caduta di Babilonia). Clicca per ingrandire
Il sacrilego (colui che ha toccato il sacro) ha trasgredito le regole sociali ed etiche sottaciute perché palesi nel nostro intimo, e il contatto col divino separa l'Io dal contatto di sè, provocando l’estasi e la follia.
Il Sacer-dote (dotto del sacro) è il custode del contatto col divino: religione è l’insieme di pratiche divinastiche accettate, la Magia è l’insieme di pratiche non ortodosse (da qui la nascita successiva della magia nera).
Cosa succede al giorno d’oggi? Quando tutto lo spazio è profano si possono violare i codici ma non incontrare il sacro.
2) La Magia non è una prescienza (come è quasi universalmente pensato), usata da coloro che ignorano le leggi naturali o metodi empirici più razionali con spiegazioni ben più convincenti, bensì una metascienza: ovvero una pratica che va oltre la scienza nota. Ad esempio si è notato che popolazioni primitive coltivano la terra conoscendo perfettamente il meccanismo causa-effetto dei concimi, della selezione delle piante, dei cicli di stagione e l’effetto climatico, degli innesti e incroci senza doversi affidare a capricciose divinità ma bensì a ferree e consolidate leggi naturali.Ma anche la medicina non è da meno.
Ci sono tre gradi di medicina primitiva: la prima riguarda i malanni leggeri, è praticata in famiglia usando erbe precise in dosi esatte, in estratti e distillati e pomate rudimentali, ma perfettamente meccanicisti. Nel caso di aggravio si passa a medicinali più forti, fabbricati da esperti. Se il malato non guarisce significa che l’origine non è fisico-corporea ma demoniaca, e allora, ma solo allora, ci si rivolge allo sciamano che deve capire presenze o meno di spiriti, cattive azioni, malocchi ecc, ecc... e porvi rimedio.
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Clicca per ingrandire In realtà durante il Rinascimento Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giordano Bruno, Giambattista della Porta e Cornelio Agrippa su una base teorica che fondeva neoplatonismo con astrologia/alchimia/magia (magia celeste) e filosofia ellenistica con quella ebraico cristiana (magia naturale) hanno tutti operato nella pratica lo studio e l’osservazione della natura per trarne le segrete leggi universali in guisa di protoscienziati, ma vennero spazzati
via dal ferreo razionalismo di Descartes/Cartesio e Bacone che bollava (giustamente) come incongruenti, fallaci, ingenui i risultati ottenuti coinvolgendo indagine della natura e il discorso mistico religioso. Purtroppo piano piano l’intero concetto di sacro è stato coinvolto nell’operazione di pulizia, i cui effetti sono ampiamente visibili al giorno d’oggi.
3) Cosa e’ dunque la magia?
Secondo J. Michelet: "il luogo di espressione delle attese e delle aspirazioni collettive."
Quindi la Magia ruota attorno a questi due concetti: espressione ed aspirazione. Ovvero l’espressione, culturalmente condivisa e significante, dell’aspirazione del "cliente" a possedere l’oggetto del desiderio. Nell’immaginario collettivo si esprime la forza e la potenza col rituale magico (che deve essere una rappresentazione simbolica microcosmica dell’evento reale che è in scala più
Clicca per ingrandire grande, il cosiddetto macrocosmo, per effetto della legge di simpatia).
Hubert e Mauss: "La dimensione collettiva del pensiero magico è riferito alla volontà e alla speranza dei gruppi umani che ritengono di dominare la realtà esterna con rituali simbolici".
Nella sua generalità/eterogeneità la magia è una sfera di comunicazione simbolica:
- Formulazione del messaggio (basato sul simbolo)
- Possibilità di comunicare, nell’ambito del gruppo sociale, il proprio messaggio
Mauss: "Affinché la magia esista bisogna che la società sia presente".
Sulla scia di Malinowski:
I fatti magici hanno carattere simbolico/espressivo anziché sperimentale (così come nell’alchimia l’importante è la trasformazione piuttosto che l’oggetto metamorfico). L’atto magico dunque è, al di là delle stesse intenzioni coscienti del soggetto, l’espressione di un desiderio in termini simbolici. Il rito è ritenuto efficace in sè indipendentemente dalle sostanze usate nel rito stesso cioè il pensiero magico
rende efficace la procedura rituale e non i singoli elementi di essa.
Dunque sono tentato di formulare due principi per il nostro studio:
- la Magia non esiste
- la Magia funziona
I due non sono in contraddizione perché anche se si afferma che i risultati non sono dovuti a potenze occulte ma bensì a forze
Clicca per ingrandire razionalizzabili ed esplicabili (quindi la Magia non esiste), non ci si deve scordare che il pensiero magico si basa non tanto sul mezzo (che quindi può essere ininfluentemente descritto in qualsivoglia modo) ma sul messaggio, che se efficacemente diffuso ha esiti positivi (la Magia funziona). Infatti non dimentichiamo che la Magia è una disciplina che è perdurata per secoli e questo non sarebbe avvenuto che non ci fossero esiti positivi. La descrizione del mezzo magico è una sorta di "equivalenza agli effetti esterni" (detto nel gergo dell’elettronica): essa consiste nel fornire un oggetto semplificato, ma che sia del tutto identico in termini di effetti visti dall’esterno, ad un altro, dal cui interno siamo esclusi. Se questi due oggetti fanno esattamente le stesse cose e si comportano allo stesso modo, essi sono perfettamente interscambiabili, pur potendo essere internamente diversi (ma non possiamo saperlo).
Un esempio chiarificatore può essere i raggi della morte degli stregoni Australiani, che quando sono lanciati uccidono effettivamente
i malcapitati! Questo mortifero incantesimo è anche descrivibile come infarto per attacco d’ansia, ma alla fine quale che sia la spiegazione, il nostro amico sempre cadavere rimane. (Chi si chiede come possa essere possibile pensate di essere voi il colpito: A) tutti le persone prima di voi sono morte.
B) tutti i vostri parenti stanno preparando il funerale e già vi considerano spacciato. C) incominciate a somatizzare il panico ed amplificare qualsiasi disagio che avete. Oppure più concretamente, se il primario di un ospedale vi dicesse che vostra madre sta per morire di tumore: penso proprio che lei si logorerebbe anche se non ha assolutamente niente).
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4) La scienza è erroneamente vista come alfiere della Verità, l’unico motore efficiente del mondo umano, e secondo certe persone o
Clicca per ingrandire le cose sono logica o non sono niente. Per cui numeri, forme geometriche ed addirittura le "leggi della fisica" divengono entità astratte perfettissime, idee platoniche di cui noi abbiamo solo una rappresentazione fisica imperfetta, secondo una assai diffusa filosofia dei numeri. Ebbene, ciò è sbagliato: la scienza propone modelli, in genere matematici quando può, funzionanti perché basati sui dati empirci di cui tentano di riprodurne gli effetti stessi (in primis la medicina). Ma un modello NON è la realtà: ad esempio Newton nel ‘700 propose come forza il prodotto di massa per accelerazione. Nascono dei problemi con la forza centrifuga che non è una forza, perché non c’è nessuno che compia un lavoro su di noi, ma ci appare come tale perché provvisti di massa e di una accelerazione. Ma non solo, il modello matematico Newtoniano così ingegnoso da sembrar poter
spiegare efficacemente tutto l’universo fu soppiantato allegramente nei primi del ‘900 dalla meccanica quantistica, che non permette
mai una visione "idraulica" dell’universo. Un modello matematico semplicemente sovrappone una proprietà non intrinseca nell’oggetto per poterci facilitare la vita. Ancora un esempio: una griglia di 64 caselle è del tutto occupabile da tasselli del domino, che occupano due caselle alla volta. Ma se togliessimo la prima in alto a dx e l’ultima in basso a sx, è ancora completamente copribile? Non è semplice dirlo, visto che rimanendo 62 caselle in linea teorica posso essere coperte due a due. Ma se assegnassimo l’attributo colore alla griglia, diventando una scacchiera, togliere le due caselle significa togliere due caselle nere, così ho 30 nere e 32 bianche, e non è copribile con un tassello che usa sempre una coppia bianco nero. Abbiamo assegnato una proprietà alla griglia esattamente come noi assegniamo una etichetta quando contiamo. Già Leibniz (contemporaneo ed antagonista di Newton) fece notare che i problemi matematici non possono non tornare poiché siamo noi che facciamo le regole, ed esse portano univocamente ad unico risultato (e questo vale anche per le corrispondenze e le proprietà "magiche" dei numeri). Clicca per ingrandire
Per semplicità e facilita’ usiamo la matematica ovunque, anche nei campi più inaspettati: una conoscenza di questo tipo permette di sapere cosa è la schizofrenia, ma non di parlare con uno schizofrenico. E questo perché sinceramente è fuori dagli obiettivi del modello, che è una conoscenza solo della forma, usando forme predefinite e standard, come numeri, linee e figure. Esattamente è
come tentare di capire una lingua misurando e descrivendo le lettere.
5) La scienza opera su modelli approssimati, ma funzionanti, della realtà; la magia opera sulla percezione della realtà. E questo in un’ottica Kantiana di Noumeno (la cosa in sè, irraggiungibile ed inconoscibile) e Fenomeno (la cosa come appare, l’unica cosa che i nostri sensi permettono di conoscere), la Magia opera sulla realtà senza toccarla, cioè sul fenomeno non sul noumeno, ovvero la magia non esiste ma funziona perché i nostri sensi sono l’unica realtà conoscibile. L’agente alterante nella Magia è il rito (ma anche la mitologia) sia terrificante che denso di speranza e di fiducia, tale da o far cambiare le nostre aspettative e i nostri ragionamenti in conformità con le nostre speranze e credenze (in fondo si vede solo ciò che si vuole vedere) oppure sfrutta fenomeni che non possiamo vedere direttamente. Ci sono molte ipotesi su questi fenomeni, un modello è quello magico, come abbiamo visto, ma forse è interessante anche sapere come razionalmente ci sia una spiegazione ad esempio alle guarigioni miracolose (da notare che Schroedinger fa
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notare, col suo noto paradosso, che finché non assistiamo ad un evento qualsiasi ipotesi è assolutamente identica all’altra, in un limbo di incertezza inscioglibile!). L’effetto placebo sfrutta la fiducia che noi riponiamo in certi rimedi da indurre noi stessi gli effetti sperati. Però, basandosi su una forte personalità esso non funziona su animali o bambini, ignari della situazione. Invece è stato notato che un coniglio sottoposto più volte ad una cura associandolo ad una sostanza dolce, alla fine la sola assunzione della sostanza dolce permetteva il risanamento, con una associazione tipicamente Pavloviana, ma a livello cellulare! Con questi strane e non del tutto note risorse del nostro corpo, la medicina rituale ha forti possibilità di funzionare effettivamente a patto che ci sia una e reciproca e consensuale fiducia nel metodo.
Conclusioni: alla fin fine di tutte queste supposizioni (perché altro non sono), posso affermare che scienza e magia (ma anche altre scienze non matematiche sono mal viste) non sono affatto opposte, semplicemente parlano linguaggi differenti su argomenti diversi, per cui in effetti non conciliabili perché complementari.


BIBLIOGRAFIA
"La Magia" (Cecilia Gatto Trocchi - edizioni Newton Compton)
"IL Diavolo" (Alfonso Di Nola - edizioni Newton Compton)
"Storia della stregoneria e dei processi alle streghe" (Alida Gollino Bontempi - De Vecchi Editore)
 
 
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