Le coincidenze fortuite e gli incontri casuali cambiano la vita delle persone. Probabilmente Ronny Moorings ce l'avrebbe fatta lo stesso ad arrivare fin dove è arrivato perché ha talento e stile da vendere, ma senza ombra di dubbio è stato molto aiutato dal "fato". Un fato dal nome Dead Can Dance...
Tutto iniziò ad Amsterdam nel 1984 quando Ronny (mente, anima e voce dei Clan Of Xymox) diede alla luce un mini-lp autoprodotto in sole 500 copie dal titolo "Subsequent Pleasures". Con l'aiuto della sua ragazza Anke Wolbert al basso e del suo compagno di stanza Pieter Nooten alle tastiere, i COX si esibirono in alcuni locali in giro per i Paesi Bassi e, proprio durante una di queste date (più precisamente nella città di Nimega), il gruppo incontrò casualmente in un ristorante Lisa Gerrard e Brendan Perry dei Dead Can Dance che erano in giro per l'Europa come gruppo spalla dei Cocteau Twins. Ronny venne invitato al loro concerto e nel backstage diede una copia di Subsequent Pleasures a Gerrard con la promessa di restare in contatto. Evidentemente quel demo fece colpo nell'entourage dalla 4AD, infatti appena poche settimane dopo fu offerta loro la possibilità di suonare con i Dead Can Dance in un tour nel Regno Unito e, a stretto gira di boa, furono messi sotto contratto da Ivo Watts che aveva fiutato in loro le potenzialità di un grande gruppo. I COX ebbero la possibilità di farsi conoscere dal grande pubblico grazie all'importante etichetta anglosassone, il resto è storia...
Nel 1985 viene dato alle stampe il loro primo, vero Lp: l'omonimo "Clan Of Xymox", registrato nei famosi "Palladium Studios" di Edimburgo e co-prodotto dallo stesso Ivo Watts. Per chi vi scrive questo disco è da annoverare tra il gotha del gotha della produzione discografica degli anni '80... potete chiamarla come volete: dark-wave, cold-wave, electro-wave, fatto sta che canzoni come "A Day", "No Words", "Stumble And Fall", "Cry In The Wind" e tutte le altre
presenti sull'album restano e resteranno sempre come pietre miliari per chiunque abbia vissuto quegli anni in prima persona e anche per chi oggi sente di avvicinarsi a questo genere. Non può esistere "dark" al mondo che possa prescindere da lavori come questo. Altro che ebm...
Dopo un exploit così sarebbe stato difficile per chiunque riuscire a ripetersi a certi livelli, ma i Clan Of Xymox ci riuscirono l'anno
successivo dando alla luce un disco incredibilmente bello, con atmosfere più cupe rispetto al suo predecessore, magari un po' meno "immediato" ma molto più maturo e introspettivo: tutto questo è rappresentato da "Medusa". Anche in questo caso pezzi come "Michelle", "Louise", la title track, "Masquerade" hanno raggiunto lo status di pezzi immortali che rimarranno impressi nella memoria di molti ogni qual volta si ripenserà alla musica di quegli anni.
Il successo mondiale era nell'aria. I Clan Of Xymox avevano le potenzialità per "sfondare" e sembra che a questo punto della carriera sia loro sia le persone a loro vicine ci abbiano fatto più che un pensierino... Dopo la partecipazione alla compilation della 4AD del 1987 "Lonely Is An Eyesore" con il brano "Muscoviet Mosquito" (bellissima cavalcata wave accompagnata anche da un video che ci mostra Ronny il tutto il suo
splendore ;-P), il gruppo, incoraggiato dallo stesso Ivo Watts, lascia la storica etichetta inglese e si accasa in una sussidiaria del
colosso Polygram, la Wing. Il loro nome viene accorciato in un più accattivante "Xymox" e, dopo un trittico di singoli apripista, il nuovo lavoro "Twist Of Shadows" è pronto per il suo primo vagito nel 1989. Il disco ha un ottimo riscontro di pubblico e ha soprattutto il merito di imporsi nel mercato americano dove vende più di trecentomila copie. La qualità dei pezzi contenuti è ancora una volta elevatissima, con la meravigliosa "Evelyn" che sembra uscita direttamente dalle registrazioni di cinque anni prima. Più in generale questo lavoro è da considerarsi come un punto di transizione dalle vecchie sonorità COX a quelle più ballabili targate "Xymox" rappresentate da pezzi come "A Million Things" e "Obsession" ed alle influenze gothic rock alla Sisters Of Mercy (specialmente nella voce di Ronny Moorgins) riscontrabili nei brani "Craving" e "In The City" e che sarebbero poi diventate ancora più marcate nelle produzioni future.
Il successivo "Phoenix" uscito nel 1991 non ripete il successo del suo predecessore e questo, come spesso accade, fa incrinare i rapporti tra il gruppo e la propria etichetta... sarà l'ultimo lavoro degli Xymox pubblicato per una major. Musicalmente parlando si può tranquillamente parlare di un mezzo passo falso nel tentare di ricreare atmosfere che in quel periodo andavano particolarmente di moda, specialmente in Inghilterra, grazie a band come New Order e Cure di "Mixed Up". A Brani di questo tipo, come "Phoenix Of My Heart" e "Written In The Star" si affiancano altri più delicati come "Believe Me Sometimes" e "Smile Like Heaven" in cui la presenza della voce femminile fa immediatamente pensare ai Cocteau Twins. Bella e particolare, invece, la cover di "Dancing Barefoot" di Patty Smith.
A questo punto sarebbe meglio creare un buco temporale nella carriera degli Xymox e ritrovarci a parlare dei fatti che riguardano i nostri "eroi" dal 1997 fino ai giorni d'oggi tralasciando le due uscite discografiche targate rispettivamente '92 e '93 con gli album "Metamorphosis" e "Headclouds" che dimostrano in pieno la crisi creativa in cui era caduto il buon Moorings, perso nella ricerca di sonorità sempre più danzerecce e di livello davvero misero... Mi riservo il diritto di stendere un velo pietoso.
Esiste un detto che dice che un musicista esaurisce la propria vena creativa dopo i primi tre o quattro dischi, dopodiché o continua a ripetere all'infinito gli stessi cliché, oppure cambia e si avventura in territori che non gli appartengono alla ricerca di nuove fonti di ispirazione. Quest'ultimo sembrava essere proprio il caso degli Xymox che, però, riuscirono a dare una spallata alla loro avventura musicale ed a rimettersi di nuovo in carreggiata.
A questo punto sarebbe meglio creare un buco temporale nella carriera degli Xymox e ritrovarci a parlare dei fatti che riguardano i nostri "eroi" dal 1997 fino ai giorni d'oggi tralasciando le due uscite discografiche targate rispettivamente '92 e '93 con gli album "Metamorphosis" e "Headclouds" che dimostrano in pieno la crisi creativa in cui era caduto il buon Moorings, perso nella ricerca di sonorità sempre più danzerecce e di livello davvero misero... Mi riservo il diritto di stendere un velo pietoso.
Esiste un detto che dice che un musicista esaurisce la propria vena creativa dopo i primi tre o quattro dischi, dopodiché o continua a ripetere all'infinito gli stessi cliché, oppure cambia e si avventura in territori che non gli appartengono alla ricerca di nuove fonti di ispirazione. Quest'ultimo sembrava essere proprio il caso degli Xymox che, però, riuscirono a dare una spallata alla loro avventura musicale ed a rimettersi di nuovo in carreggiata.
Il tutto coincise con la decisione di Ronny di tornare alle origini, cominciando dal nome del gruppo che venne di nuovo cambiato in "Clan Of Xymox" e dalla ristampa in digitale del loro primo demo "Subsequent Pleasures" (che ormai era divenuto un pezzo raro nelle mani di pochi fortunati collezionisti), con l'aggiunta di sei demo-version ripescate direttamente dalle registrazioni del loro primo Lp. Tutto questo accompagnato anche da un ritorno nella nativa Olanda da parte di Moorings, stanco della ormai scialba e appiattita scena londinese. Qui ricominciò a frequentare la scena oscura che aveva abbandonato negli ultimi anni, i gothic party, i concerti, le persone, e tutto questo lo spinse a tornare sui suoi passi. In un'intervista di quel periodo dichiarò "Now, I'm sick of anything related to dance, as there is nothing underground about it anymore...". Il pentimento era sincero.
Nel 1997 i Clan Of Xymox tornano alla ribalta con un album tutto nuovo dal titolo "Hidden Faces", un buon lavoro dove convivono molto bene le tre anime del gruppo: quella ritmata e ballabile, quella potente e goticheggiante e quella malinconica e d'atmosfera. L'unico difetto è forse quello di essere troppo eterogeneo e senza un filo conduttore sotto il profilo delle sonorità, ma comunque è stato importante per dire a tutto mondo oscuro "Gli Xymox ci sono ancora".
Anche dal vivo la riconciliazione con il proprio pubblico è sancita da due straordinarie esibizioni al Wave Gotik Treffen di Lipsia e allo Zillo Festival, dove suonano di fronte alla bellezza di 25.000 persone entusiaste e scatenate.
A questo punto i COX dovevano solo tornare, in studio, ai livelli qualitativi della decade precedente per dimostrare agli scettici di non
essere solo dei fantasmi del passato ritornati sotto le luci dei riflettori adagiandosi sui successi degli anni precedenti e, grazie all'album "Creatures" del 1999, ci riescono in pieno. Per tutti gli amanti della musica dark è stato un piacere constare che alle soglie del nuovo millennio un gruppo appartenente alla scena eighties possa essere ancora in grado di rinventare il proprio sound, renderlo attuale ed interessante senza snaturare le linee guida che l'hanno caratterizzato.
In seguito al successo del disco, riscontrabile anche dalle numerosissime recensioni positive apparse sulle riviste specializzate, i COX trascorsero tutto il 2000 in tour in giro per il mondo, dell'Europa fino al Sud America, testimoniando questa esperienza in un bellissimo doppio Cd live intitolato esplicativamente "Live".
Ora i Clan Of Xymox, dopo la pubblicazione nell'autunno 2001 di un nuovo lavoro intitolato "Notes From The Underground", sono tornati in concerto nel nostro paese con le date al "Transilvania Live" di Milano e al "Siddharta" di Prato del 21 e 24 Aprile 2002 e con la partecipazione al Metamatik Festival di Marola (Vicenza) del 6 Luglio.
La storia continua dopo venti anni di musica... cosa ci aspetta in futuro? [Articolo a cura di Erbadellastrega.it - Marzo 2002]
 
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