A R G I N E
Gli ARGINE sono: Corrado Videtta (voce e chitarre), Alfredo Notarloberti (violino), Ferruccio Milanesi (basso e campionamenti), Alessio Sica (percussioni), Roberto Marino (chitarra acustica e flauto), Luigi Rubino (pianoforte e tastiere) Cecilia Videtta (voce).
Il gruppo nasce nel 1992. Partendo da sonorità post-punk approdano col passare del tempo ad una dimensione più acustica (mai disdegnando, però, soluzioni elettriche e d'impatto), fino ad arrivare ad elevatissimi momenti di puro classicismo, elemento quest'ultimo evidente soprattutto nelle versioni in studio dei brani.
La musica degli ARGINE è anche influenzata da sonorità che richiamano luoghi e tradizioni mediterranee. Dal punto di vista concettuale, l'ispirazione dei testi è da ricercarsi nei meandri dell'anima. I temi trattati sono intimisti e decadenti. L'ultimo CD "Luctamina in rebus"  tratta di conflitti a 360°. Si contrappone al "concept"  del CD d'esordio "Mundana Humana Instrumentalis" che sviscerava il concetto d'armonia in ogni sua sfaccettatura seguendo quella che era la gerarchia greca elaborata prima da Pitagora poi da Boezio: Mundana (armonia del cosmo) Humana (armonia del corpo) Instrumentalis (armonia propriamente detta del suono).
"Luctamina in rebus", invece, sviscera il concetto di conflitto: da quello cosmico a quello generato dall'astio e dalla sete di potere dell'uomo. Per esempio il brano "Memorie"  trae spunto dall'ultimo conflitto che trascinò l'Italia nella guerra civile con l'epilogo del 1945, ed esalta il coraggio delle persone nel portare avanti un disegno di valori ed ideali indipendentemente dal prezzo elevato che tale condotta di vita comporta. Ieri come oggi il coraggio non ha un colore.
Il gruppo toccando queste tematiche tenta di scuotere le anime  di coloro che vivono una vita senza ardore e senza ideali da perseguire. E' chiaro l'intento del gruppo di far riflettere gli ascoltatori sul valore della vita (il bene più prezioso) analizzando i tumulti interiori, le angosce, ma anche le grandi gioie che la costellano... Sito web ufficiale:
http://www.argine.net
 
Discografia ufficiale
MUNDANA HUMANA INSTRUMENTALIS CD (Energeia), 1997
MARISA ALLASIO con la collaborazione di Federico Fiumani (DIAFRAMMA) 7" in vinile trasparente  edizione limitata 1500 copie (Energeia), 1998
ROMA LP dal vivo (Oktagon, Misty Circle, Wolf Age), 2000
MEMORIE con il remix omonimo realizzato da Cristiano Santini "DISCIPLINATHA" MCD (Oktagon , Misty Circle , Wolf Age), 2000
LUCTAMINA IN REBUS CD (Oktagon , Misty Circle , Wolf Age), 2001
 
Recensione...
"Luctamina In Rebus" - CD Oktagon Records, Misty Circles e Wolf Age
Rimarrà sempre un mio grandissimo rammarico non aver conosciuto prima questa band eccezionale, che ha talmente conquistato il mio cuore da spingermi ad acquistare nel giro di pochi mesi quasi tutti (speriamo di poter dire presto: tutti) i suoi lavori discografici.
Gli Argine sono davvero portentosi e "Luctamina In Rebus", loro ultimo album, ne è la prova più evidente. Definirlo un capolavoro assoluto non è esagerato. Dopo "Mundana Humana Instrumentalis", album di esordio della formazione campana, la cui bellezza credevo ormai insuperabile, ecco questa nuova piccola gemma che, oltre a dimostrare quanto mi sbagliassi, schiude un nuovo notturno impero di meraviglie che non potrà certo lasciarvi indifferenti.
Questa nuova fatica risplende di una luce tutta particolare perché caratterizzata da una assoluta ed
inedita forza espressiva, che nasce senz’ombra di dubbio dal calore dell’anima, dal tepore dei sentimenti e dalla passione e devozione totale per la Musica che gli Argine sempre mettono in ogni loro singolo brano. E’ una grande emozione ascoltare le loro performance, impeccabili tecnicamente (tutti i membri del gruppo hanno studiato al Conservatorio) e pregne di quel romantico decadentismo così elegante che ha fatto tanta storia della new-wave.
"Luctamina In Rebus" è il segno più tangibile della maturità artistica necessaria per arrivare ad un prodotto come questo, contraddistinto essenzialmente da una sintesi sonora raffinata e da grande afflato umano. Le canzoni sono impreziosite da partiture vocali di rara efficacia e sicuro coinvolgimento emotivo. I suoni sono come acqua che sgorga da una sorgente cristallina, tanta è la perfezione formale dell’esecuzione, carezzevoli e suadenti come un tenero abbraccio che quasi risucchia nella sua inesauribile spirale, tanto sono piene di calore. Insomma, la proposta della band si rivela un caleidoscopio sonoro gradevole e delicato che brilla alla luce di ottimi brani quali "Magiche Armonie", soave e romantica al punto da lasciare sospesi tra Terra e Cielo durante l’ascolto; "Mosaico", un testo recitato dalla forte potenza emotiva e uno sguardo penetrante sul profondo abisso dell’anima e "Immoto Nel Vento", dove spicca un cantato di notevole bravura e spessore vocale. Ma è con "De Versa Rosa" che arrivano i colpi più strazianti al cuore: pezzo di atipica lunare bellezza, "De Versa Rosa" scaverà nel vostro intimo con un’intensità che lascerà nel vostro animo solchi, graffi profondi e cicatrici che non si rimargineranno mai più.
Gran parte del merito (o colpa!) va al violinista Alfredo Notarloberti. Non ho parole per questa perla. Forse l’unica definizione che si può dare di questo brano (strumentale, tra l’altro), probabilmente l’unica veramente efficace per descriverlo è quella di un canto che si leva da una ferita sanguinante. Ho già le lacrime agli occhi. Non vado oltre… L’effetto di questo spesso velo di malinconia è interrotto da due brani : "Eterno Occidente" e "Memorie" in cui arde la fiamma mai consumata di una passione viva ed autentica. Queste si che sono composizioni capaci di indurre sensazioni di forza ed orgoglio! Sentirete il vostro animo ridestarsi e riempirsi di fierezza. Garantito! Chiude "Rovine" dove ritorna protagonista il violino. "Rovine": dolcemente triste scioglie l’animo che deliziato ad ogni nota si ferma rapito ed attonito ascolta come fisso sulle sue proprie rovine.
Infine, non posso omettere di parlare di ciò che, a mio parere, dona alla band un profilo tutto speciale: i testi. Si tratta di veri e propri gioielli poetici dotati di una grazia mirabile e leggera: pietre preziose incastonate in un lavoro intenso, intriso di atmosfere, dove sopra tutto spicca la melodia, una meticolosa sensibilità nel ricavare emozioni e le canzoni sostenute dalla angelica voce di Carmen D’Onofrio e dal recitato affascinante e sempre presente di Corrado Videtta.
Un mistico libanese, Gibran, ha scritto: "Cantore grande è colui che canta i nostri silenzi". Ecco: questa frase riassume alla perfezione tutto quello che gli Argine significano per me. Gli Argine sono i miei silenzi fatti parola, fatti melodia. La loro è grande
musica perché è musica che ha un cuore, un’anima e come tale è musica senza tempo. Argine vuol dire soprattutto sentimenti e spiritualità. E se la loro musica è capace di toccare e far vibrare tutte le corde del mio essere è perché prima che grandi artisti, Corrado Videtta, Marco Consorte, Ferruccio Milanesi, Carmen D’Onofrio e Alfredo Notarloberti sono uomini, persone che vivono profondamente, intensamente e appassionatamente la dimensione umana . In fondo è questo che io chiedo alla mia Musa: di svelarmi in tutta la mia fragilità di essere umano, di agitare la pieghe più riposte del mio intimo sentire, di accendere i miei sensi ed è questo che gli Argine dispensano a piene mani. Questo è il motivo per il quale gli Argine avranno sempre un posto speciale nel mio cuore! "Luctamina In Rebus": non averlo sarebbe un delitto!!! [Melania Capuozzo, Febbraio 2002]
 
Intervista...
Corrado Videtta - voce e chitarre 1) Ritengo che siate una delle band più esaltanti ed originali della scena underground. Avete ormai all'attivo 10 anni di brillante carriera: una vita spesa per l'arte , "l'arte per l'arte" come recitava lo slogan dei Parnassiani. Vorrei ripercorrere con voi le tappe della vostra carriera.
- [Corrado Videtta] Ti ringrazio per le belle parole, devo dire tra l'altro che sono d'accordo quando dici che siamo una delle bands più originali del panorama underground. Abbiamo sempre lavorato tantissimo per essere quanto più possibile innovativi almeno nell'ambito del folk-noire. Sono passati quasi 10 anni dalla creazione di questo progetto, vale a dire da quando nel 1992 diedi vita agli ARGINE e chiesi a  Marco Consorte di accompagnarmi in quest'avventura. Oggi sono contento e guardando indietro rifarei tutto ciò che ho fatto. ARGINE era il modo più immediato  per esprimere-descrivere me stesso attraverso un linguaggio a me congeniale: la musica. Ora del gruppo di partenza
ci sono solo io. Devo dire che è un po' triste pensare a ciò, ma la cosa mi dà anche molta carica e mi spinge ad impegnarmi al massimo a questo progetto che per me rappresenta tutto dal punto di vista professionale e non solo. Comunque gli ARGINE sono composti attualmente da elementi che stimo tantissimo e  che sono, con me, delle colonne portanti del gruppo. Inoltre devo aggiungere che ho imparato, mio malgrado, ad abituarmi a questo continuo rinnovarsi di formazione e al fatto che alcune persone ad un certo punto non se la sentono e mollano tutto. La prima tappa importante della nostra attività fu nel 1995, la nostra prima prova discografica: il brano "MARTEDI SERA" in una compilation ("Intimations of immortality vol.2" della Energeia records)
brano che ebbe un consenso unanime dagli ascoltatori e dalla stampa specializzata. In seguito (nel 1996) producemmo tre demo-tapes "I COLORI DEL SILENZIO", "MUNDANA HUMANA INSTRUMENTALIS", "ELIACO". Così nel 1997 uscì il primo CD "Mundana Humana Instrumentalis" (Energeia), concept sull'armonia. Nel 1998 ci fu l'incontro artistico con Federico Fiumani (DIAFRAMMA) che fu per me una grandissima soddisfazione in quanto lo reputo un grandissimo artista, grande poeta contemporaneo. Parlavi d'originalità e quest'incontro ne è la prova...
Riarrangiammo il brano "MARISA ALLASIO" del gruppo fiorentino ed il risultato fu particolare. Far cantare Federico Fiumani su un brano dalle sonorità folk è stato un esperimento singolare, ma molto riuscito. Venne fuori un 7" in vinile trasparente recante nel lato B il rifacimento della title track del nostro primo album. Nel 2000 uscì il live "ROMA", in vinile, un concerto tenutosi nella città capitolina. Nello stesso anno uscì il mini-Cd "MEMORIE" che anticipava  la tematica del secondo lavoro: il conflitto. Nel 2001, appunto,  esce "LUCTAMINA IN REBUS" secondo album: concept sul conflitto a 360°.

2) Parlateci del vostro nuovo album "Luctamina in rebus": diteci della sua genesi, di ciò che vi ha ispirato...
- [Corrado Videtta] Il seme ispirativo del nuovo lavoro è da ricondurre all'individuazione di un processo che vede lo scontro come viatico per una nuova genesi. La cenere prodotta dagli scontri della natura, purifica e propizia nuova energia. E' questa la sintesi della filosofia che ha ispirato tutti o quasi i brani di questo nuovo lavoro.
- [Ferruccio Milanesi] Ciò che ricordo della nascita del disco è un turbinio di immagini, periodi di stasi alternati a frenetiche giornate nelle quali le idee prendevano forma e, come per miracolo, divenivano tangibili. Alcuni brani risalivano a prima che io entrassi
Alessio Sica - percussioni e batteria
nella band, erano già eseguiti nei concerti (come "Vene D'Acero", "Eterno Occidente"), altri sono nati di getto, da un'idea improvvisa (come "Memorie", "Gelsemio") o da un'illuminazione che ha stravolto un brano già abbozzato ("Immoto Nel Vento"). Ancora, ricordo un lavoro di arrangiamento meticoloso ma anche molto vivo, con tutti i membri del gruppo intenti a migliorare i brani e trasmettere qualcosa di sé in ognuno di essi, spesso modificando radicalmente le canzoni e rendendole più variegate, ricche di sfumature e complete.
Ferruccio Milanesi - basso e sampler 3) Da cosa nasce l'esigenza di realizzare un concept-album? A proposito, so che il prossimo avrà come leit-motiv la figura femminile, la donna...
- [CV] Ci piace vedere un album come un libro fatto di tanti capitoli che sviscerano un solo tema e non come un insieme di episodi a sé stanti. La canzone è di per sé un attimo, uno schizzo, un'impressione, è insufficiete per realizzare l'analisi di un tema come piace a noi. Se ascolti, per esempio, "Luctamina in rebus" ti accorgi che inizia con "LUCTAMINA RERUM NATURAM ALUNT" che è il prologo concettuale agli altri brani. Il lavoro finisce con "Rovine", brano strumentale, la cui musica trasmette un senso di distruzione e di malinconico abbandono che ben si presta al finale del concept. Effettivamente credo proprio che il prossimo lavoro sarà sviluppato sulla figura femminile, sarà un'impresa complessa, senza dubbio un album ricco di una moltitudine di colori e di sfumature. Comunque è un po' presto per parlarne, anche se  un brano "Rifrazioni" è già presente sulla compilation "Audacia imperat"  dell'etichetta "Oktagon".

4) Il vostro nuovo lavoro presenta un approccio dualistico basato sulla coesione di sonorità elettriche e atmosfere neoclassiche, voce soprano e aperture new-wave. Concordate? Come definireste la vostra ricerca musicale?
- [CV] Non abbiamo schemi nel creare musica o testi. Al contrario definirei la nostra ricerca: aperta. Non per niente ritengo ci stia stretta l'etichetta di gruppo folk-apocalittico. E' arrivata l'ora di smetterla di affibiare queste definizioni alla nostra musica. Possiamo aprire un disco con un brano in pieno stile neoclassico per chiuderlo con un brano con influenze rock.
- [FM] Personalmente ritengo che la strada intrapresa con "Luctamina In Rebus" sia quella che in futuro continuerà a contraddistinguere gli Argine: il connubio tra antico e moderno, tra neoclassico ed elettrico esprime il nostro essere in un modo sicuramente più completo che non un linguaggio unidimensionale. La nostra vita è pervasa da una costante energia in attesa di sprigionarsi, un'alternanza di silenzi carichi di tensione e tempeste improvvise. La nostra musica non può che rispecchiare tutto ciò, mostrando una coesione/contrasto tra diverse anime e personalità.

5) "Luctamina..." mi ha colpito molto per l'originalità di certe soluzioni formali, che oltre a dimostrare quanto il vostro lavoro sia curato fin nel minimo dettaglio, rivelano secondo me un disegno unitario di fondo. Per esempio il contrasto tra la tenebrosa intro e l'infinita dolcezza del brano successivo "De Versa Rosa", o l'avvicendarsi di brani concitati ad altri più distesi, o ancora di più lo scontro tra cupi suoni di guerra e un orgasmo femminile in climax nel brano che dà il titolo all'album mi sembrano creare una serie di richiami interni al concept che fa da sfondo a tutto l'album: il conflitto. Tutto è giocato sul contrasto, anche all'interno dei singoli brani?
- [FM] "Luctamina In Rebus" celebra il contrasto, il conflitto in ogni sua forma: tra i diversi elementi della Natura, tra l'uomo e la
Alfredo Notarloberti - violino
Natura, tra gli uomini stessi. Allo stesso modo, così come il disco nel suo insieme è imperniato su tale tema, ogni singolo brano racchiude in sé un contrasto: tranne rari casi, in ogni brano vi è uno scontro tra strumenti classici ed elettrici, tra chitarre distorte e voci liriche, tra atmosfere post-punk e violini estatici. Ci sarebbe da dire che a volte vi è un'alternanza di emozioni diverse anche nella partitura di uno stesso strumento, come la chitarra acustica di "L'incognito dell'Essere" o il basso di "Eterno Occidente", che mostrano un naturale passaggio da fraseggi melodici a violente impennate rabbiose.
Luigi Rubino - pianoforte e tastiere
6) Ci sono dei brani ai quali vi sentite particolarmente legati? Volete parlarcene?

- [CV] Non ci sono brani preferiti o brani ai quali sono legato più che ad altri. Ogni canzone racconta qualcosa di intimo e di personale, esprime emozioni e reazioni agli eventi della vita. La mia opinione è che i brani sono comunque quadri diversi che non possono essere confrontati ad altri né da un punto di vista formale, né da un punto di vista affettivo.
- [FM] Sono legato a molti brani del disco, per questioni diverse. In questo momento, però, la mia mente ripensa sempre più al brano "Mosaico". In generale sono una persona legata al passato, che ama godere del fascino carezzevole ma doloroso dei ricordi: "Mosaico" è stato il primo brano che ho registrato con gli Argine, nel lontano 1998, ed oggi ricordo sempre più spesso, con la nostalgia propria di ciò non tornerà più, quel periodo confuso ma esaltante, ricco di avvenimenti ma anche di una tristezza infinita, come credo traspaia appieno dal brano.

7) Ho notato che date molta importanza ai testi. Nelle vostre liriche, di una bellezza assoluta, stupefacente, vere poesie di altissimo valore, molte sono le parti recitate. Personalmente adoro questo modo di lavorare che, secondo me, permette di interiorizzare i brani e di viverli con grande intensità interpretandoli oltre che con la voce con il cuore. A cosa si deve questo modus operandi? Che valenza gli attribuite?
- [CV] Non so se ritenerlo un vero e proprio modus operandi in quanto non è una
regola fissa. Ultimamente stiamo componendo canzoni con linee vocali molto melodiche quindi con testi cantati, sia per una questione d'impatto sul pubblico, sia per la difficoltà, in concerto, di avere un impianto capace di far venire fuori tutte le sfumature che occorrono ad una voce che recita o declama un testo e che rendono al meglio il recitato-parlato della voce che, come uno strumento, si interseca tra le trame musicali di una chitarra o di un violino. Quindi voce come strumento anche in assenza di melodie vere e proprie, oppure voce come effetto particolare da aggiungere ad una partitura che vede due o più strumenti dialogare tra loro. Per fare ciò occorre tutta una gamma di effetti che ti aiutano a valorizzare la timbrica della voce. Comunque sono d'accordo con te sul fatto che il recitare dei brani sia suggestivo e permetta di interiorizzare al meglio un testo. Del resto se ascolti il nostro primo lavoro "Mundana Humana Instrumentalis" ti accorgi che è ricco di questo tipo di interpretazioni vocali.

8) "Uomo ridicola bestia eroica/Uomo umano/Rinnego il tuo e il mio esistere/morboso rifiuto dell'essere"
... Ho scelto questi versi tratti da "Vene d'acero" perché li ritengo molto rappresentativi della vostra personalità artistica. Qual è il vostro approccio alla vita?
- [CV] Io vedo la vita come una grande avventura dove nulla deve essere lasciato al caso. Non potrei vivere senza stimoli. Ogni cosa apparentemente scontata o codificata come un tramonto, il rumore dell'acqua, del vento (potrei citare qualunque cosa continuando per ore) mi suscita una forte emozione sulla quale soffermarmi. Io mi sento parte integrante della natura, come un albero, come un ruscello, un fiore, una stella ed anche l'opera d'arte la considero parte integrante della natura in quanto creatura viva e parlante.
- [FM] La vita è un fiume in piena, che ti travolge e trascina in un
Cecilia Videtta - voce & Roberto Marino - chitarra acustica
istante. Il mio obiettivo è quello di riuscire a navigare su di esso, decidendo io stesso dove andare, ma al contempo lasciandomi trascinare dalla violenza e dall'energia incontrollabile dalle acque.

9) All'interno del booklet di "Luctamina..." ci sono una foto e una prosa di commento al concept di Luctamina. Questo mi sembra un tratto molto originale: più aspetti che si compenetrano tra loro generando uno stesso feeling, nuovo ed unico. Avete unito queste tre dimensioni, composizioni musicali, "spoken word" e arte (in questo caso fotografia) per dare un'idea più universale della vostra musica o cos'altro?
- [CV] Ritengo che un disco non debba essere soltanto un insieme di canzoni. Se è vero che esiste una copertina, se è vero che è possibile scrivere qualcosa all'interno del booklet, perché non approfittarne per aggiungere alla musica dei colori, delle parole di presentazione, una bella fotografia? Inoltre bisogna dire che mi è sempre piaciuto collaborare con tanti artisti anche non musicisti (pittori, poeti, scrittori, fotografi).
Nel primo Cd in copertina abbiamo utilizzato come soggetto un lavoro della pittrice e poetessa Marisa Iannucci. In "Luctamina in rebus" ho collaborato con mio padre (uomo di grande cultura, autore di svariate opere storiche e letterarie) al quale ho affidato la presentazione del concept dal punto di vista filosofico. Anche la fotografia cui fai riferimento è di Antonio Videtta, inoltre abbiamo musicato una sua poesia dedicata a mia madre. E' bello creare musica ed è ancor più bello creare un ponte che unisca diverse arti che contribuiscono ad arricchire di ulteriori sfumature una tela già cromaticamente armonica.

Auguro a tutti i lettori e i navigatori di vivere una vita ricca di stimoli e di soddisfazioni, ed invito tutti coloro che sono interessati alla nostra musica, a connettersi periodicamente al nostro sito web
http://www.argine.net per essere informati soprattutto per quanto riguarda le date dei concerti. Complimenti a voi per il sito: è fantastico!
Ciao a tutti, Corrado Videtta [Intervista di
Melania Capuozzo - Febbraio 2002]
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