I More sono Gianmarco Bellumori (voce e chitarra elettrica ed acustica), Pino Fama (basso) ed Andrea Longhitano (chitarra elettrica) e si formano dopo pochi mesi dall'uscita del chitarrista Gianmarco Bellumori dai "Blooding Mask" (Aprile '97).
Le registrazioni del loro primo lavoro, "Lose places", (interamente scritto ed arrangiato dallo stesso Gianmarco) durano ben un anno (Gennaio '98 / Gennaio '99). Ne scaturirà un sound basato principalmente sull'intreccio di molte chitarre, il cui "concept" della dialettica tra dolcezza e rudezza, tenerezza e cattiveria, farà da filo conduttore tra suono, testi ed immagine.
Nel Maggio 2001 vede l'uscita del secondo Cd intitolato "Different points of view" contenente tre inediti, inseribili in un percorso di ideale proseguimento del concetto iniziale
di "Lose places". Dei sei brani totali di cui è composto il lavoro, le altre tre tracce sono registrate dal vivo durante il concerto tenutosi al "Blackout" di Roma il 3 Dicembre '99 (ospite d'eccezione solo per l'occasione il chitarrista Alessandro Cifariello, meglio conosciuto come Alexander Nox degli Holy Lore, nota band romana ormai sciolta). "Differents point of view" viene ulteriormente distribuito in allegato al N.16 del magazine Marble Moon, mentre sul numero di Maggio 2001 la rivista "Psycho!" include il brano
"Nothing remains" in formato Mp3 nella sua Cd-compilation. Il 2002 dei More si apre con la ristampa del primo lavoro "Lose places" (completamente ricantato e rimasterizzato) per l'etichetta "GB-Productions". Inoltre sono stati anche impegnati nella realizzazione di una colonna sonora per una serie di videocassette sulle arti marziali (!!!).
Il 2003 è stato accompagnato dall'uscita del loro nuovo album "Nothing" sempre edito
dalla Gb Production. La maturazione del suono della band è evidente, con una presenza ancora più massiccia che in passato di elementi gothic rock in puro stile Nephilim. Da segnalare anche la partecipazione in alcuni brani del chitarrista Massimiliano Lanzo, già conosciuto come membro dela cover band Visionary Flowers. Sito ufficiale: www.more-band.com
 
 

 
° MORE - "Different points of view" [GB production, 2001]
Ed eccomi qua a buttare giù due parole su "Different points of view" dei romani More. Il gruppo nato dalla scissione di uno dei fondatori dei Blooding Mask ci propone un lavoro ben fatto, sei tracce dove echi dei Cure più cupi del periodo Wish ("Lose sight of me") e cavalcate gothic rock ("Nothing remaining") vanno ad incontrarsi con sonorità di chiaro stampo mission-iano ("Years", delicata e sognante).
Gli altri brani sono eseguiti dal vivo, registrati (benissimo, direi) al "Blackout" di Roma nel 1999. Questi pezzi facevano già parte del primo lavoro dei More e nella nuova veste acquistano notevolmente in incisività
e carica, con feedback ed intrecci chitarristici veramente notevoli. Ottimi gli inserti di tastiere, tranne in alcune parti dove risultano un po' pacchiane, ma sono dettagli se paragonati alle splendiode chitarre acustiche che fanno capolino qua e là. Musica che si fa ascoltare volentieri, non pretenziosa e ben suonata. [Max 13-34]
 
° MORE - "Nothing" [GB Production, 2003]
Con questo lavoro la band romana sembra aver raggiunto la maturità, sia a livello compositivo che di produzione. L'atipica "Never", posta in apertura, traccia un nuovo percorso dove le classiche sonorità del combo capitolino si mischiano con inedite soluzioni elettroniche. Il discorso cambia per "Tears in my eyes", dove il classico suono alla Nephilim/Sisters la fa da padrone. L'accattivante "Lies lies lies" rimanda ai Mission più aggressivi, mentre l'immancabile ballad, "Morsels of me" ci riporta ai More che tutti conosciamo.
In definitiva una buona prova, nettamente superiore ai vecchi lavori, che nonostante le solite pecche (continuo
a ritenere la voce non adeguata alla musica proposta) risulta comunque piacevole. Senza troppe pretese, questo Cd potrebbe farvi compagnia, magari in autostrada mentre raggiungete un buon amico per una birra in compagnia. [Max 13-34]
 
 


1) So che i primi tempi con i "More" non sono stati facili... la gente era ancora legata ai Blooding Mask e alcuni fans non hanno preso bene la separazione dalla tua "compagna". Oltretutto siete stati criticati a causa della copertina del primo album, giudicata "troppo poco dark" e per l'eccessivo "cure style" che contraddistingueva sia la vostra musica che il vostro look... Tuttavia, in pochissimo tempo, siete riusciti ad emergere, e ad affermarvi come una rivelazione tutta italiana da tenere d'occhio. Siete soddisfatti?
-
[Gianmarco] Si, siamo soddisfatti, perché nonostante le difficoltà iniziali, siamo riusciti ad andare avanti senza scendere a compromessi, facendo sempre quello che volevamo coerentemente con le nostre vedute... cosa che non era così nel precedente gruppo: l'atmosfera che c'era nei
Blooding Mask condizionava il mio operato, ero consenziente, ma vincolato a rispettare dei canoni (anche in maniera innaturale) che ora, a distanza di anni, riconosco essere stati delle forzature...

2) Come è nata e si è sviluppata la collaborazione con Alexander Nox, leader degli ormai sciolti Holy Lore?
- [Gianmarco] Conosco da diversi anni Alex, dai tempi degli Holylore (primi anni '90) ogni tanto ci incontravamo in qualche locale... mi ha insegnato tanto... e spero di aver contraccambiato... Ha suonato con noi in occasione del primo concerto, e riuscimmo ad avere un impatto decisamente efficace con tre chitarre... poi per la registrazione del suo promo gli ho inciso la batteria... è un amico, e mi piace collaborare con lui.

3) A livello di esibizioni live, come procede la vostra attività? Riuscite a trovare spazi in cui esibirvi e persone disposte a farvi suonare? Avete mai ricevuto proposte dall'estero?
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[Gianmarco] Per quanto sia anomalo per un gruppo, ti rispondo che preferisco fare pochi concerti... si, abbiamo ricevuto delle offerte, ma credo, per il bene dei More, che la scelta più saggia sia non esagerare in quantità, considerando che già da molto tempo stiamo lavorando al nuovo Cd,
in più aggiungici i soliti imprevisti, ecc... e di conseguenza abbiamo poco tempo per pensare ai concerti.

4) A proposito di "Lose places" hai affermato che il "concept" dell'album è imperniato sulla "dialettica tra dolcezza e
rudezza, tenerezza e cattiveria"... Che significa esattamente?
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[Gianmarco] L'impronta che ho voluto dare, è quella di un sound che nell'insieme sia discorde e concorde... mi piace sentire i More come una musica aggressiva ma a volte delicata, con un cantante dalla voce abbastanza greve che crea una distinzione di atmosfere... in studio abbiamo ridotto al massimo le riverberazioni, già qui nuotiamo controcorrente, più, dei suoni aperti, non cupi e degli arrangiamenti che, a mio modo di vedere, spaziano su un ampio panorama musicale, per poi sprofondare in riff tipicamente gothic... la copertina è l'esempio lampante... ma non vi dirò il significato....

5) Quale sarà, secondo te, il futuro del gothic-rock?
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[Gianmarco] Mi piacerebbe risponderti, ma non credo di avere una preparazione così vasta sul settore da poter fare delle previsioni... il futuro che conosco, è che le persone che hanno la musica nel sangue non smetteranno facilmente di suonare...
[Intervista a cura di Erbadellastrega.it - Giugno 2002]
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