Presentiamo e recensiamo assieme queste due particolarissime bands in quanto legate da una collaborazione che ha visto l'uscita, nel settembre 2000, dello split-tape dal titolo "Hanebuchen Split EP". Le bands mantengono comunque identità separate e percorsi propri.

U R N A + S I N D R O M E

URNA: Biografia
Le manifestazioni sonore svelate nel sacro nome di URNA, hanno lo scopo di celebrare la venuta dell'abisso sulla terra.
Ogni suono è impregnato da quella bestiale primitività che riesce ad aprire gli occhi istintivi dell'uomo, permettendogli di vedere anche dove ciò che si vede causa dolore.
Il suono diviene flusso amorfo, viscidi lamenti creano melodie ataviche, l'abisso scuote le sue membra, è tempo di prosciugare le fonti, questo è il suono che la sacra URNA contiene, nel nome dei vermi e delle mosche che danzano immerse nelle putride viscere della "Nostra Grande Madre".
Tutto ciò è nato nel 1997, in seguito all'incontro di varie esperienze che ci hanno condotto alla fondazione di una confraternita celebrativa dei luoghi profondi innumerevolmente sparsi sotto il cadavere della sirena morta che calpestiamo, ma alla quale siamo visceralmente e spiritualmente legati. I suoni sono raccolti durante la celebrazione di rituali e poi manipolati con l'aggiunta di altri frammenti sonori connessi al nostro operato.
Finora è stato pubblicato "Templum Sub Terra"(1998), dalla Ordo Obscuri Domini, uscito in sole 99 copie (esaurite), ed "Adoremus"(1999), uscito come split E.P. con Sindrome, sempre per Ordo Obscuri Domini.
Tra breve uscirà "Liber I", prima cassetta di una trilogia celebrativa: .AMIN NIN NON AMIN.
SINDROME: Biografia
Le radici di questo progetto risalgono alla fine dell'anno 1997. La mente dietro questo progetto è Sergio Mazza (aka Manth Mace), l'intenzione è quella di creare "sonorizzazioni" di idee, paesaggi, visioni più o meno legate alla realtà. Frammenti di non-musica, voci, suoni ambientali, trasmissioni radio, tutto è utile per generare il "suono" finale.
Il nome di questo progetto è quello di una rara e mortale malattia genetica. L'idea del suo utilizzo per questo progetto è nata per motivi del tutto diversi da quelli che poi sono stati interpretati. Molti hanno visto in questo il classico e ormai comunissimo fascino del morboso. L'idea non era questa e forse non sono stato troppo esplicativo nel renderne chiaro il significato. Per questo la decisione di adottare un nuovo e più semplice nome: Sindrome.
Il primo e fino ad ora unico lavoro uscito è "Hanebuchen Split EP", pubblicato nel settembre 2000, split tape con URNA, uscito per mia tape label Ordo Obscuri Domini. Questo split raccoglie una parte del materiale prodotto da Sindrome dagli inizi sino al 1999. Molto è altro materiale già pronto e che presto potrebbe essere pubblicato. Il futuro, come sempre e per tutti, è incerto, ma la Sindrome per me non è ancora cessata.
 
Recensioni


Sindrome "Hanebüchen"
Sergio Mazza, oltre che il fondatore dell’etichetta Ordo Obscuri Domini, è l’autore del progetto Sindrome, un interessante processo di contaminazione sonora, nell’ottica di un'ambient industriale, ricamata di squarci isolazionisti e note glaciali ed inquiete dalla fascinazione esistenzialista. Gli ingredienti di questa velenosa mistura sono: scansione ritmica cybernetica, denso ipnotismo e potenza da mitragliatrice che scardina i padiglioni auricolari. Lo split E.P. Hanebüchen è un overdose di oltraggi rumoristi e angolosi scorci di elettronica movimentati da ossessivi e sincopati beats. Scorre su binari d’acciaio, feroce e spigoloso e disegna trame ricche di fascino ancestrale ed oscuro, miscelando con sapienza breaks impossibili e melodie assemblate in chiave fredda e minimale. Mazza ci conduce attraverso luoghi angusti privi di luce, in cui anche il minimo sprazzo svanisce in onore dell’oscurità. Paludi soniche, immerse in un’aria immobile, opprimente e soffocante, creano atmosfere di vuoto siderale. L’intensità e la profondità della materia sonora, la sua violenza talvolta granitica spalanca le porte di un universo in cui gli stati d’animo sono la chiave d’accesso unica e privilegiata. Brani decadenti, criptici, catacombali e mortiferi si materializzano in un labirinto di suoni corrosivi, che si aggirano tra voci distorte e torturate, ronzii cavernosi e densissime onde elettroniche frammiste a guizzi melodici. Quella che Mazza porta avanti è una ricerca attraverso l’Ignoto, che traduce i Misteri in musica ed evoca un immaginario di bestialità primitiva e di sadica perversione. Tra echi lontani di voci perdute e malvagie, tappeti noise e forme sintetiche striscerete su scenari maledetti, dove ogni speranza di salvezza è ormai vana. Preparatevi: l’incubo sta per cominciare! [
Melania Capuozzo]


Sindrome "Hanebüchen"/Urna "Adoremus"
Allucinante. Questo split tape è allucinante. Ma andiamo con ordine... Sul lato "A" troviamo i Sindrome, e subito si entra nella malattia. Un mondo visionario, un mosaico fatto di tutto quello che ci circonda oggi. Breakbeat rovesciati, loops, samplers a iosa, tapes, caos, collage, astrattismo, violenza sonora. Il tutto per associazione di idee. Non c'è un vero filo logico negli schizzi proposti dai Sindrome, se non le alterazioni degli stati d' animo in cui si viene gettati durante l'ascolto di questo demo. Uno stato dove schizofrenia, asfissia, ansia, dolore si mescolano con la malattia. Era tempo, veramente, che non ascoltavo cose simili. Solo ed esclusivamente per gli appassionati del genere, che masticano Premature Ejaculation a colazione. Per gli altri tutte queste emozioni potrebbero risultare indigeste.
Giriamo lato e ci troviamo di fronte agli Urna, progetto non meno ostico ma che si differenzia nettamente dai Sindrome per un uso-abuso di effetti, voci ultrafiltrate e tempi dilatatissimi per questo rituale claustrofobico di fine millennio. L'unica pecca è la (voluta?) bassa qualità della registrazione che penalizza la resa di questo lavoro, dove armonia e melodia vengono letteralmente massacrate sotto un pesantissimo muro di suoni. Da incubo.
P.S.: Nota positiva per l'artwork, veramente molto curato, la cui unica mancanza è la parodia dell'adesivo anti-eroina "Stop the Madness" applicato su molti dischi thrash/grind degli anni '80, qui trasformato in "NEVER stop the Madness". Provocazione o mancanza di buon senso? [
Max 13-34]

URNA "Templum sub terra"
Urna è un progetto di dark-ambient dai toni estremamente gelidi ed oscuri, portata avanti da M:N, la cui identità vuole restare segreta. Nella bio si parla di voluta bassa qualità della resa sonora, mentre da parte mia non penso sia tanto poi così ricercata... il lavoro è molto interessante, riuscendo quasi ad avere la sensazione di un eucarestia maledetta o che durante il rito qualcuno abbia recitato la preghiera sbagliata.
Il demo si articola in sei parti e tutto si svolge con un carattere estremamente sinistro, in quelle atmosfere tipiche dei primi Sopor Aeternus... [Ritual, Maggio 2001]
 
Intervista a Urna... [Melania Capuozzo]

1) Quale origine ha il nome Urna?
- Il nome URNA sta a simboleggiare un microcosmo concluso che è emanazione del macrocosmo abisso. L'immagine del'URNA come contenitore di qualche cosa di sacro, può essere ricondotta a quella della crosta terrestre che contiene anch'essa il sacro. L'URNA è il gran tempio sotterraneo,


l'occulto forno dalle due fiamme, il ventre fecondo della Grande Madre, l'angolo più buio del nostro stesso spirito.

2) Nelle tue "allucinazioni" sonore tocchi tematiche occulte. Devo dedurne che usi il suono per narrare e realizzare un iter spirituale, un percorso interiore volto ad analizzare i lati più nascosti del nostro essere?
- Il suono di URNA è il suono dell'abisso. E' un suono che scava nella terra/corpo, per andare a ritrovare tutto ciò che è stato sepolto e apparentemente dimenticato. Ogni suono è un inno, una preghiera alla terra e a ciò che in essa si nasconde, un esorcizzazione continua che propaga putrefazione. Andrò sempre avanti finchè da questo putridume non sarà generata nuova e fresca esistenza. Questo è l'umido sentiero che percorro.

3) Quale approccio segui durante la fase compositiva?
- Sono spinto da un inconscio bisogno di scavare in profondità. Tutto questo mi porta a ritrovare delle immagini e dei suoni che cerco di riportare in musica. Presto particolare attenzione alla trasposizione dell'immagine nei suoni affinchè io stesso possa realmente sentirmi dislocato nella mia allucinazione mentre ascolto ciò che ho realizzato.

4) Sia in "Templum sub terra" che in "Adoremus" c’è un’esplicita menzione del luogo dove hai registrato , in entrambi i casi si parla di un Templum Pestilentiae . Mi sembra suggestiva, oltre che insolita, la scelta di un luogo di culto per registrare. Ti piacerebbe parlarcene?
- Il tempio menzionato è un luogo che per me è divenuto sacro in quanto in esso si sono manifestate le visioni che mi hanno spinto ad avvicinarmi all'abisso. La scelta di registrare proprio in questo tempio è ovvia in quanto la sacralità del luogo si riflette nella sacralità che io attribuisco ai miei suoni. E' molto importate per me il luogo nel quale mi trovo, perchè è anche dal luogo che mi arrivano particolari emozioni e vibrazioni che poi riporto nelle registrazioni. Mi è capitato anche quest'estate quando ho registrato dei suoni nelle campagne intorno a Castel del Monte.

5) Sublimi nel formato sonoro ossessioni e dannazioni , mescoli tecnologia e percezioni , emozioni, impressioni, sensazioni . Quale ruolo e quanto peso ha l’uso delle macchine in tutto questo? L’artista può ancora esprimere la propria creatività senza diventare vittima della tecnologia?
- Dipende sicuramente da ciò che si vuole esprimere. Nel mio caso posso dire che tutto si svolge con semplici strumenti, e non ho di conseguenza bisogno di particolari apparecchiature. Per quanto mi riguarda cerco sempre di sfruttare quei pochi mezzi dei quali dispongo e non di divenire loro schiavo.

6) Da cosa nasce l’esigenza di lavorare a due progetti: Urna e Sagenhaft [Gianluca Martucci è infatti membro anche del gruppo
Sagenhaft. N.d.EdS]?
- Dal bisogno di esprimere con diverse atmosfere e diversi mezzi quelle che sono le mie emozioni. E' certo che questi due progetti possono essere paragonati a due diversi toni dello stesso colore, due creature animate dallo stesso respiro con diversa intensità.

7) Molte tue pieces potrebbero fungere da colonna sonora per qualche film. Ci hai mai pensato? Ti piacerebbe? E se sì, per quale genere di film le vedresti adatte?
- Mi hanno già detto che alcune atmosfere sono riconducibili a film come "Il presagio", "l'Anticristo", "Eyes wide shut". Probabilmente tutto dipende dal fatto che cerco sempre di donare un'immagine ai suoni, di permettere che si manifesti nella mente di ascolta una visione particolare. Comunque mi piacerebbe che si utilizzassero dei miei suoni, magari per qualche documentario su caverne o posti particolarmente magnetici. Inoltre ho in programma di realizzare un filmato da utilizzare in alcune performance.

8) Sono molto colpita dall’artwork sempre curatissimo che caratterizza tutti i tuoi lavori sia quelli a nome Urna che quelli a nome Sagenhaft. All’ interno dei booklets si possono ammirare antichissimi simboli magici. Cosa ti guida nella loro scelta? Suppongo che dietro ad essi ci sia una chiara connessione con le tue "liturgie". Cosa ne pensi?
- Cerco sempre di dare un senso logico ed unitario ai miei lavori, facendo in modo che ogni elemento sia riconducibile all'idea che sta alla base del tutto. Se ci sono dei simboli è sicuramente perchè sono inerenti al concept dell'opera e ne fanno da guida.

9) Cosa vedi nel tuo futuro?
- Un velo dietro il quale forme oscure si agitano.
 
Intervista a Sindrome... [Melania Capuozzo]

1) La prima cosa che mi ha colpito quando ho avuto tra le mani il tuo split E.P. è stata l’iconografia: un cadavere sezionato e riassemblato, esposto in copertina, con un cinismo seriale pari all’asettica cura con cui l’assassino deve aver compiuto la delicata operazione. Credo che si tratti di una scelta coerente con la tua musica. Vuoi parlarcene? Come vedi il tema della morte?

- La decisione di usare quella foto per la copertina è stata una scelta non proprio facile. Potevo correre il rischio di far cadere tutto nell’ormai abusato filone del fascino per il "morboso", in cui non mi ritrovo per niente. Il senso che ho voluto dare a quella foto è che nessuna cosa è straordinaria o frutto di un’incredibile intelligenza o sensibilità umana, tutto è semplicemente lì, una donna tagliata a pezzi e riordinata come un oggetto qualsiasi. Non credo nell’esistenza degli "artisti", ma solo di individui che sanno mostrare la semplice realtà, rimuovendo qualsiasi "filtro" che la società, la cultura o le religioni sovrappongono alla realtà. Forse la figura dell’ "artista" è un semplice strumento per omologare la realtà degli altri attraverso una via alternativa. Il fatto che a essere tagliato a pezzi sia un essere umano potrebbe non essere diverso dal vedere un animale qualsiasi sezionato ed esposto. Non ho un pensiero chiaro sulla morte. A volte penso che sia un evento che non mi appartiene, in certi momenti mi sembra incredibilmente vicino. Il problema forse non è la morte, ma il tempo in cui la si attende, perché sarà sempre ai due estremi, o troppo o poco. Per il resto anche la morte come ogni momento della vita, può essere scomposto per osservarne i pezzi più piccoli, che possono essere rimontati in maniera diversa o mischiati ad altre cose.


2) I tuoi power acts danno vita ad un alfabeto crudo, senza limiti, difficile da metabolizzare. E’ un genere (se così lo si può definire) molto lontano dalla normalità, ma per molti versi più vero di tanta musica del circuito ufficiale. Come vivi questa disparità nel rapporto con altri generi più accessibili?
- Non ho né le capacità né la volontà di essere un musicista, è per questo dovermi rapportare a chi è un musicista e fa musica. Quello che cerco di fare non è musica anche se le si avvicina molto, mi limito a dare una sonorità a quelle che sono le mie percezioni sulle cose che mi circondano;ma non una sonorità dettata dalle sensazioni, ma qualcosa di molto più fisico, concreto, una percezione visiva, ma che per assurdo manca proprio di immagini. Non vivo quello che faccio come una disparità, perché non è mia intenzione essere integrato con la realtà che è propria di chi fa musica.


3) Quali ascolti ti hanno influenzato?
- Non so se ci sono cose che mi hanno influenzato, comunque tra i miei ascolti ci sono: Skinny Puppy, Coil, Einsturzende Neubauten, Mz.412, Endura, Brighter Death Now, Sigillum S, Limbo, e forse proprio questi ultimi sono quelli che preferisco di più.


4) Ho l’impressione che le tue costruzioni sonore raffigurino i tuoi più cupi incubi, le tue più oscure visioni: un universo sinistro si spalanca all’ ascolto di Hanebüchen, un universo fatto di nebbia e creature spettrali. Tu cosa ne pensi?
- Non credo. Almeno non intenzionalmente. Come ho spiegato cerco di dare la mia visione il più fedele possibile della realtà. Forse l’universo sinistro che hai visto è il nostro e noi eravamo quelle creature spettrali. Eliminando i punti di riferimento che si usano ogni giorno, anche la più innocua delle rappresentazioni assume forme cupe e minacciose, il volto più familiare diventa inguardabile, la realtà che abbiamo intorno ogni giorno può apparirci ostile ed estranea.


5) Che tipo di strumentazione utilizzi?
- "Semplicemente" un computer. Uso un numero limitato di programmi e l'unico supporto esterno che impiego è quello di utilizzare qualsiasi fonte di suono per creare i samples che utilizzo nei miei lavori. Registro di tutto, tutto quello che ho intorno è una potenziale fonte, ogni oggetto è uno strumento. Inoltre ogni tanto esco a registrare in giro, per questo ogni luogo si rivela pieno di suoni interessanti: stazioni ferroviarie, supermercati, chiese, il semplice girare per strada fornisce una serie infinita di suoni. Ovviamente dopo averli registrati devono essere "processati" per ottenere ciò che si vuole. Infine prendo alcune cose dalla televisione, film, ed anche catturando cose alquanto "strane" su frequenze radio.

6) Contrariamente all’ opinione comune secondo cui il dolore sarebbe una tonalità negativa della vita emotiva, il segno di una situazione sfavorevole, il dolore è ciò in cui maggiormente sentiamo la vita. Schopenhauer ha scritto: "Tutto ciò che vuol vivere, soffre". Addirittura senza dolore la vita cesserebbe. Hanebüchen mi sembra abbastanza pregno di dolore. Qual è la tua visione in proposito?
- Non credo che quello che ci sia in Hanebüchen sia dolore. E’ forse soltanto la fine dell’illusione di un’esistenza basata su principi e logiche che non hanno fondamento. I sentimenti, le sensazioni non hanno basi concrete, ma si concretizzano attraverso meccanismi mentali che costruiamo noi stessi. Non credo che esista alcun malessere peggiore di quello che
si vive realmente giorno per giorno, si può soffrire per molte cose, accorgendosi in seguito di aver vissuto un’illusione; e la realtà è molto peggio.

7) In che modo la magia si lega con la tua esigenza di esprimerti artisticamente?
- Non so, forse ora più che la magia mi interessa il modo in cui gli uomini la affrontano. Personalmente non ho molte conoscenze, o comunque non tante da poter affrontare un argomento a cui non basterebbe dedicare l’arco di un’esistenza. Quello che ho imparato e che forse si lega anche a quello che faccio con i miei lavori, è l’utilizzo di alcuni schemi, l’uso di certi intervalli, l’uso di suoni che non sono propriamente percepibili come tali. Non credo che gli effetti che si possono ottenere siano sovrannaturali, nel senso più diffuso di questo termine, ma sono legati al mondo della magia, perché aiutano ad avere una percezione diversa, più ampia, o semplicemente "reale" della realtà. Proprio come è alla base di qualsiasi rituale esoterico.

8) Ho solo le mie emozioni a guidarmi: quella che proponi, infatti, è musica senza testi, ma che esprime tutto attraverso l’equipaggiamento tecnologico. Tuttavia nel booklet ci sono alcune coordinate cui fai riferimento: fascismo, comunismo, sadismo, deviazione ecc… Cosa rappresentano all’interno della tua musica questi elementi?
- L’umanità è passata attraverso questi ultimi duemila anni di stretti legami tra le religioni e la società, e quando questo non era più necessario gli uomini hanno deciso di incatenarsi di nuovo usando la politica. Attraverso di essa gli uomini posso controllarsi l’un l'altro con lo stesso sistema delle religioni, infatti se siamo tutti legati strettamente da certi vincoli non possiamo nuocerci l’un l'altro. L’idea di fondo di molte religioni, almeno quelle occidentali, e sicuramente di tutte l’idee politiche, è la sfiducia, il timore verso gli "altri". Tutte queste dottrine hanno in comune la figura dell’ "avversario" a cui bisogna opporsi, anche con la forza. Il sadismo, o qualsiasi altra forma di deviazione è tale solo per definizione. Se è di fatto praticata dagli uomini è un fatto umano e come tale non è "deviato". La deviazione potrebbe non esistere per gli esseri umani. Tutto questo si inserisce nel mio lavoro perché è parte di quella realtà che vedo, ma che spesso non ha riscontro nella realtà degli altri. Gli elementi che sono indicati nel booklet, rappresentano una sorta di indice a cui fare riferimento, sono tutti elementi reali, ma il loro valore è diverso. Per me certi elementi possono non avere valore o avere valori inversi, dovrebbero essere gli altri a dirmi come vedono questi elementi all’interno del mio lavoro.

9) Hai mai portato on stage la tua "musica"? In caso negativo, come struttureresti una tua performance live?
- No. Non ho mai avuto l’occasione e dubito che si presenterà, questo per vari motivi. Non credo che il mio lavoro sia riproponibile dal vivo e soprattutto dubito che qualcuno sia interessato. Comunque a volte ho pensato, più che a una riproposizione di quello che è il mio lavoro, che sarebbe interessante, per me, eseguire degli ascolti guidati, per ottenere delle reazioni da parte del pubblico, ed utilizzare queste reazioni come fonte per evolvere l’evento stesso.
 
Contatti

- URNA: Gianluca Martucci - Corso Umberto I, 38 - 80046 San Giorgio a Cremano (NA). E-mail:
principium79@yahoo.it
- SINDROME: Sergio Mazza - Via del Corallo, 14 - 80059 Torre del Greco (NA). E-mail:
bard_manth@libero.it
     
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