LOKERSE FESTIVAL 2008, Lokeren, Belgio
3-6 Agosto 2008
Il Lokerse festival per chi scrive è uno di quegli appuntamenti da tenere d'occhio anno per anno. A poco prezzo infatti si possono vedere ottime bands in una location ideale. Si snoda per svariate giornate, ma non le ho mai fatte tutte, data l'eterogeneità dei generi (intelligentemente non troppo mescolati nelle varie giornate dagli organizzatori). Ecco che in qualche anno son passati sul palco della piccola cittadina Belga Sisters Of Mercy, Cure, Bauhaus, Iggy... Quest'anno anche il sabato era attraente, con New York Dolls, Sex Pistols ed altre vecchie glorie Punk, ma il lavoro è lavoro, e non potevo scappare prima...amen...
3 Agosto 2008
Io e Tibia Arriviamo a Lokeren che è sera, ma diluvia in maniera spaventosa. Saltano dunque i piani di vedersi Sinead O'Connor aggratisse e si perde tempo cercando quattro mura ed un letto che ci ospiti per i tre giorni successivi. Dopo le solite sfighe, alberghi pieni e ostelli invivibili, arriva la classica botta di fortuna, impersonificata nella gestirce di un camping che ci affitta per una manciata di euro un mini appartamento. Posate le cose, basta un occhiata fuori dalla finestra a spazzare via ogni residuo di desiderio nei confronti della O'Connor. Diluvia, e non è che muoriamo dalla voglia di inzupparci sotto il temporale con Nothing Compares To You in sottofondo...Romantici si, ma fino ad un certo punto...Quindi Pappa, chiacchiere, doccia e nanna. Domani sarà migliore.
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4 Agosto 2008
Come nelle favole infatti, la mattina seguente un sole splendido ci attende al risveglio, costringendo le nostre anime pigre a vestirci di fretta per uscire al volo e fare una passeggiata in centro. Come tutti gli anni, il Lokerse Festival è il fulcro di una festa di paese che si espande per tutta la cittadina, con il centro zeppo di bancarelle, giostre, cibi locali e birra. La giornata musicale che ci attende è quella più "easy" e leggera del lotto, e quindi entriamo subito nel mood giusto, prendendoci tempo e girovagando senza fretta. E' piccolina, lokeren, ma ha un non so che di suggestivo. Non ci sono veri e propri monumenti da visitare, ma tutta la cittadina in se, così simile a cento altri paesini belgi, rimane affascinante. Tutte queste schiere di casette non più alte di tre piani, tra cunicoli, negozietti e ponticelli sono l'ideale per un pomeriggio di relax totale, in attesa di qualche ora di buona musica. Verso le quattro del pomeriggio ci spostiamo a piedi nella location del concerto (duecento metri fuori dal centro centrisssssimo...questo per darvi un idea delle proporzioni...), in quello che sembra essere un enorme parcheggio allestito in maniera eccellente. Dodici euro per entrare, e via subito a cambiare i soldi. Si, perchè per evitare i macelli con resti ecc, dentro si usano solo gettoni. Un gettone sono due euro. E con un gettone puoi prendere una birra piccola, un paninetto...con due gettoni un primo o un cocktail e via dicendo. Ci sono decine di stand culinari, con la Stella Artois che la fa da padrone, oltre ai soliti sgabbiotti con playstation, gadget o altro. Strano ma vero, le code sono sempre cortissime e chi lavora lì è sempre gentile. Nessuno è nevrotico come da noi? Mi sa che dovremmo imparare qualcosa... Il tempo di fare un giretto all'interno dell'area e salgono sul palco questi vecchi rocker, una specie di All Star band minore che si fa chiamare "Voices of Rock Radio". Da quello che ho capito, si tratta di vecchi musicisti che suonavano in band Aor o simili nei '70 ed '80, che invece di avere un solo cantante...si portano dietro tutti quelli che hanno cantato nelle canzoni che ripropongono oggi dal vivo! E' un continuo alternarsi di frontman dunque, una specie di infinita jam session divertente e simpatica, e vi giuro che è impossibile non sorridere nel vedere questi qua sul palco tutti contenti e gasati che ricantano e risuonano i loro vecchi cavalli di battaglia. La ciliegina sulla torta? il gran finale con il cantante dei Survivor (vi dice nulla?...) che chiude il set con un ""infuocatissima (dai che ci arrivate...zan zan!!) Eye of the Tiger (Quella di Rocky!!!!) che manda in visibilio il pubblico presente. Divertente, leggero, di intrattenimento, un set simpatico che valeva la sua quota del biglietto. Ah, e resta il fatto che vedere gente che suona Davvero fa sempre piacere... meno piacere per chi scrive è stata l'ora e mezza dell'attrazione principale della serata: gli Status Quo. Non mi piacevano, non li sopportavo, e dovermi sorbire per novanta minuti canzoni che sembravano tutte copie della loro hit "whatever you want" (che ovviamente han fatto come bis finale) è stato un martirio. Ma valeva la pena aspettare. Perchè dopo di loro è stata la volta degli Australian Pink Floyd, ovvero una delle cover band migliori al mondo dei Floyd. E già vi vedo storcere il naso...Una cover Band? Eggià. Dio solo sa quanto io sia contrario a queste cose. Ma ci sono delle eccezioni. Perchè i Pink Floyd hanno segnato la storia non solo del Rock in genere, ma della Musica. Al pari di un Vivaldi, di un Bach o di un Verdi. Ed è la "nostra" musica classica. E in quanto tale, dobbiamo abituarci al fatto che, giustamente, verrà riproposta nei secoli (si, secoli) a venire da altre persone. Già mi immagino nel 2079 The Wall riproposto in versione integrale all'arena di Verona con tanto di muro che crolla alla fine dello spettacolo... E quindi, dicevo, una cover band. Fedele, ma talmente fedele all'originale che addirittura affitta da quelli veri (o chi per loro) parte dello stage set, nello specifico quello del tour 1988. Quindi cerchio, laser, luci, filmati... Suoni riproposti in maniera fedelissima grazie anche all'utilizzo di attrezzature vintage, scaletta ottima che va a pescare anche nelle cose meno note (una Pigs 3 Different ones da brividi), musica e colori. E alcuni ancora diranno, ma non è meglio starsene a casa a sentire i dischi veri? Si. ma anche vedere delle ottime copie ad un concerto con 18 mila persone, un impianto da qualche migliaio di watt e delle luci da paura non è male... Promossi. Gran finale pirotecnico con Run Like hell e saluti a tutti. la serata continuava in maniera danzereccia con tale dj Dirk Stoops, mentre noi abbiamo preferito dileguarci discutendo sulla qualità del solo di Comfortably Numb "bello si, bravo..." "eh si, ma Gilmour è un altra cosa..." "si beh pure il timbro di Waters..." Morale: non far discutere MAI due Floydiani alla fine di un concerto di una cover band. O perlomeno, non presenziare alla discussione. Potresti tentare il suicidio. O azzardare il duplice omicidio.
AUSTRALIAN PINK FLOYD SHOW SETLIST:
Shine On You Crazy Diamond 1-5
Learning to Fly
Time
Breathe Reprise
The Great Gig in the Sky
Pigs (3 Different Ones)
Empty Spaces
Young Lust
Money
Wish You Were Here
One of These Days
The Happiest Days Of Our Lives
Another Brick In The Wall Part 2
Comfortably Numb
Run Like Hell
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5 Agosto 2008
Il giorno seguente il tempo non è buono, ma non ci demoralizziamo. Portiamo i k-way, io ho sempre il mio fidato chiodo antitutto, e nulla ci può spaventare. Aprono le danze sotto una pioggerellina infima i Triggerfinger, trio che mi ha ricordato uno strano ibrido tra i Marleke Kuntz ed i Diaframma. Immaginate di mettere Fiumani al posto di Godano e fategli cantare un pò di uno e un pò dell'altro. Ma con meno classe e grinta. Ecco, il quadretto è quasi completo. Aggiungete alcune mossette che vorrebbero eessere sexy ma che risultano grottesche da parte del frontman e siamo a posto. Sorvolabili. ma poco importa, la pioggia ha cessato di cadere e la Gioventù Sonica sta per arrivare! Gioventù per modo di dire, dato che all'anagrafe i quattro newyorkesi hanno superato abbondantemente gli anta da un bel pò, ma di sicuro hanno una carica che molti, moltissimi ventenni di oggi si sognano. Un set micidiale, che si apre con The Burniong Spear dal primo mini lp e continua, alternando cose recenti a vecchie glorie, con un occhio di riguardo a Daydream Nation dalla quale vengono tratte svariate canzoni. Incredibile la versione di Drunken Butterfly con una Kim Gordon al top della forma, così come eccellenti sono state Cross the breeze e Bull in the heather. Gran finale con Shaking Hell (e vi giuro mi veniva la lacrimuccia) e teenage Riot (e la lacrimuccia è scesa). Enormi, mai noiosi, eccitanti ed eccitati, i Sonic Youth su disco hanno forse perso un pò di smalto negli ultimi anni, ma in sede live sembra abbiano fatto un patto con il diavolo. Da rivedere altre cento volte. Ed ora, ditemi, dopo un concerto simile, come potevamo noi sopportare il set dei pur volenterosi Supergrass che anticipavano gli Shameboy? Non si poteva...Abbiamo tentato, giuro. ma dopo un paio di pezzi, ci siamo guardati e ci siam detti "non c'è storia...birretta?". Ed è così che ce ne siamo andati a bazzicare per il centro, tra un gioco alle giostre, qualche sigaretta e qualche birretta. Senza rimpianti ne rimorsi, soddisfatti alla grande e rilassati. Il bello del Lokerse è anche questo.
SONIC YOUTH SETLIST
Burning Spear
The Sprawl
Cross The Breeze
The Wonder
Hyperstation
Eric's Trip
Bull in the heather
silver Rocket
Drunken butterfly
Mote
Jams
Pink Steam
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Shaking Hell
Teenage Riot
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6 Agosto 2008
La nostra terza ed ultima giornata di festival parte con un obiettivo culinario: dobbiamo assaggiare la Pitta! Cos'è? Ne riparleremo dopo...
Il solito giretto comprensivo di colazione, cazzeggio e pasto tra le giostre è oggi un pò meno allegro, forse perchè siamo consci che sarà l'ultimo dell'estate. Ma non c'è spazio per la malinconia, stasera ci aspetta la serie di concerti che più ci incuriosiva, quindi in poco tempo ci ritroviamo fuori dai cancelli per tentare di ascoltare il soundcheck di Siouxsie o dei Massive Attack. Questo non accade, dato che quando arriviamo lì sta provando Tim Vanhamel. E qui cade il mistero. Forse a causa della birretta bevuta poco prima, la mia comare rimane totalmente affascinata dalla voce del cantante, paragonandola ad una fila infinita di cantanti di varie ed oscurissime bands post rock "assolutamente da conoscere" a sentire lei. Sarà... Anche se devo ammettere che, superato lo scoglio del tedio, i brani acustici solo voce e chitarra non sembravano male. Forse più adatti all'atmosfera rtaccolta di un club, ma diamine, è un soundcheck...il Live sarà tuttìaltra cosa...infatti...ma passiamo oltre. Il tempo di reincontrare alcuni volti noti già incrociati gli anni passati (ciao Yvonne e Peter!) e zan, i cancelli si aprono. Dopo aver cambiato i soldi in gettoni, ci prendiamo una birretta e via, subito in prima fila. Transenna all'angolo destro del palco, come da tradizione. Per sorbirci chi?! Ma come chi?! Lui, Van Pirla, il tizio del soundcheck! Com'è stato? Davvero devo sprecare righe per uno dei concerti più piatti ed insulsi che ho visto negli ultimi anni? Una band (si, il soundcheck l'ha fatto da solo ma poi alla fine ha suonato una band completa...mah...) che ha proposto un post rock piatto e monotono all'acqua di rose con ritornelli ignobili che manco i Finley, accoppiati ad una presenza scenica becera e a delle pose da rockstar vissuta quantomeno discutibili. Rimandi a soluzioni più rumorose che sembravano gli scarti dei primi Radiohead, siparietti sopra le righe... il tutto per tre quarti d'ora che sembravano ETERNI... Eh cosa non si fa per vedere la Susanna dal vivo... Dopo il bis (e mi chiedo...ma NON SI POTEVA EVITARE?!?!) una mezzoretta di pausa, utile per bere qualcosa, preparare digitali e videocamere e discutere su ipotetiche scalette ecc. Era da nove anni che non vedevo la Susanna in azione, l'ultima volta fu all'Heineken Jamming Festival nel 1999. Portava in tour Anima Animus, uno dei dischi che più amo dove lei abbia prestato la voce. Si, i Creatures mi piacevano parecchio, sarà che adoravo lo stile percussionistico di Budgie (ci vorrebbe lui nei Cure, altro che Jason Cooper...), sarà che il singolone 2nd floor era ruffiano ed accattivante quanto basta, sarà che Exterminated Angel mi mandava in brodo di giuggiole... Era leggermente fuori forma fisica, la voce se n'era un pò andata ma ancora reggeva le partiture dei Creatures. Ho perso le altre esibizioni, così come ho perso il tour italiano per motivi di lavoro. Tour che da quello che mi avevano detto, ha spaccato un pò in due. Chi ha gridato al miracolo, chi è rimasto disgustato non tanto da lei quanto dalla sua voce, ormai assente. I tempi moderni ci regalano youtube, dove in tempo reale uno può vedere come si comportano i beniamini sul palco data per data. E non mi era sembrata un granchè, così come mi erano sembrati sottotono gli ultimi dvd e cd dal vivo ufficiali... Ma uno deve sempre e comunque vedere di persona. E così ho fatto. La scaletta del festival prevedeva un ora e mezza di show, quindi mi aspettavo una marea di cose. Che non ci sono state. Ma tempo al tempo. In orario spaccato la Susanna si presenta sul palco, tutina argentata, fisico mozzafiato (soprattutto considerando l'età. Presentatemi i suoi personal trainers!!!), movenze degne di una Heater Parisi sotto speed, la Susy salta, balla, intrattiene il pubblico e tenta di cantare. Si, perchè le mie paure si sono dimostrate realtà. purtroppo la voce è quella che è, e la cosa l'ha costretta anche ad abbassare di vari toni alcuni pezzi storici. Oltre alla carrellata di brani tratti dall'ultimo album solista, qui riproposto in una veste fin troppo Rock, sono state pescate dal mazzo Christine, Israel, Arabian Knights, NightShift ed Happy House. Una cinquina di tutto rispetto, che ovviamente ha riscosso il successo dovuto dal pubblico presente, anche se il fatto di non avere ancora le corde vocali in forma, sommato ad una band di supporto con l'atteggiamento tipico dei session man più beceri non hanno aiutato molto a mio avviso. La sorpresa, se così si può chiamare, è stata quando, dopo un ora di concerto concluso con "Into a Swan", la Susanna saluta e se ne va. Niente bis, niente ritorni. Scaletta tagliata con i tecnici del palco che si guardavano come per dire "e mo che facciamo??". Per farla breve, hanno rimontato il palco per i Massive Attack e poi hanno giocherellato per mezzora buona, dato che in Belgio son precisi. Che dire quindi? Tornerei a vedere Siouxsie? Dipende dal prezzo del biglietto. A me è andata benissimo, 27 euro per tutta la giornata di festival, e quindi direi si. Di certo non gli darei le 35-40 italiane. Perchè è bellissimo vederla dimenarsi sul palco, ed è bellissimo sentire la sua energia sulla pelle, ed è emozionante riascoltare quei brani che mi hanno dato molto anni fa. Ma...ma...ma se la voce non gira, non gira. Può essere una giornata no, può essere un periodo. Ma....rimane sempre quel sapore agrodolce in bocca. Ammazziamo quindi un'ora commentando il concerto appena visto, beviamo qualcosa, cambiamo le pile agli aggeggi tecnologici e via, restiamo in attesa dei Massive Attack. Per noi era la prima volta, per un motivo o per l'altro ce li eravamo sempre persi e nonostante non rientrino nei nostri ascolti abituali, apprezzavamo tutto il loro repertorio. Lo vedevamo come un ottimo cameo al "giorno di Siouxsie". Non ci aspettavamo che il set della band di Mezzanine si sarebbe rivelato uno dei migliori dell'anno. Quando le luci si sono spente, la gente è letteralmente impazzita. E vi assicuro che il viaggio mentale di un concerto simile è difficile da descrivere. Credo che l'unico paragone plausibile, seppur con le dovute proporzioni, siano i Pink Floyd. Oltre a loro, poche volte mi era capitato di assistere ad un concerto dove musica ed immagine si fondevano a tal punto, raggiungendo apici artistici impensabili. Niente luci frontali, poche luci sul palco...tutto veniva proiettato da un maxischermo a led posto dietro ai musicisti in modo semicircolare. Giochi di luce, esplosioni di colore, scritte, slogan, ritmo...per un attimo mi è sembrato di avere di fronte uno schermo di quelli posti sul palco degli U2 nello Zoo Tv Tour, ma senza nessuna vena ironica o provocatoria. I Massive Attack sul palco sono immobili, lasciano alla musica ed alle luci il compito di rapire la gente. E vi assicuro che ci riescono benissimo. Una carrellata di brani eccellenti dai loro lavori passati mischiata a pezzi tratti dal loro lavoro più recente (che non conoscevo all'epoca del concerto) fa da eccellente colonna sonora a quello spettacolo visivo alla quale siamo sottoposti. Quando lo show finisce, nessuno ha voglia di andarsene e i nostri tornano sul palco per ben due volte a regalare le ultime emozioni ai diciottomila presenti. Per chi scrive, i Massive Attack sono stati una scoperta. Non a livello classico, li conoscevo ed apprezzavo fin da quando Tricky ancora bazzicava con loro. Ma non mi aspettavo davvero una cosa così...Totale nella situazione dal vivo. Assolutamente da rivedere!!! Ciliegina sulla torta, la scaletta-ricordo fregata dal palco da uno dei roadies e gentilmente concessaci.
La serata continuava poi con i Glimmers , ma sinceramente eravamo sazi di musica e poco avvezzi a danze sfrenate, e quindi ci siamo buttati sulla pitta...la famosa pitta! Cos'è la Pitta? é una pagnotta. tagliata a metà. Aperta solo dal lato della mollica. Riempita di una quantità indecifrabile di salse, verdure, carne e roba varia. Una botta allo stomaco da brividi, esperienza mistica che provoca visioni, benessere, euforia. Altrochè droghe!!!! Effetto secondario della pitta è, dopo una mezzora, attacco di sonnolenza acuta. Anzi, acutissima. E' così che, raggiunta la macchina, fuggiamo di corsa verso il letto che ci aspetta, soddisfatti della splendida giornata musicale appena conclutasi. Arrivederci Lokeren, ci rivediamo l'anno prossimo!
SIOUXSIE SETLIST:
They Follow You
About To Happen
Here Comes That Day
Christine
Happy House
Israel
Arabian Knights
Nightshift
Loveless
Sea Of Tranquility
One Mile Below
Into A Swan
MASSIVE ATTACK SETLIST:
All I Want
Marooned
Teardrop
Risingson
Kingpin
Mezzanine
Harpsichord
Red Light
Safe From Harm
Marakesh
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Inertia Creeps
Unfinished Sympathy
Dobro
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Karmacoma