SWANS - The Seer
Young God Records 2012
A dicembre dell'anno scorso, io e Galati siamo andati a trovare gli amici di Moving Records a Villorba, in provincia di Treviso. Avevano da poco aperto il negozio, e ci andava di fare un pò di spesa in un posto nuovo. A fine giornata ci siamo seduti per una birra e come sempre accade, abbiamo cominciato a tirar fuori dai sacchetti i tesori appena recuperati. Quando mi tirò fuori l'ultimo degli Swans, sono solo riuscito a dire: Buona Fortuna! Ho amato Il Cigno alla follia, ma devo dire che il pur splendido lavoro del post-reunion (My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky) era davvero difficile da digerire in toto. Come prevedevo, il nuovo "The Seer" non smentisce le mie previsioni. Diciamocela tutta: Gira era e rimane un piccolo genio, e difficilmente ha pubblicato pezzi brutti. Qui non ce ne sono, anzi, qua e là si sfiora addirittura il capolavoro. Ma di certo non stiamo parlando di un disco "facile", nemmeno per chi è abituato ai suoni più ostici e magmatici degli Swans. Brani mediamente lunghi che arrivano ad essere delle mini suite (i 32 minuti della title track dicono tutto), probabilmente non "pensati" prima di essere suonati, bensì costruiti attorno ad intuizioni derivate da infinite Jam Sessions. Ostico ma al tempo stesso affascinante, The Seer è un album da prendere in toto, e solo se si è nelle condizioni mentali ed emotive più adatte per dedicare un ascolto serio e coinvolto alle composizioni. A modo suo, splendido. Ah, per i nostalgici dei tempi d'oro, Jarboe canta nei cori del primi disco. Che le ferite si siano rimarginate?