Link:
Miriam - when beauty is invisible
(Decadance 2006)
Indietro
Questo è uno di quei ritorni che aspettavo davvero con impazienza e curiosità. Sin dalla prima volta che per caso ascoltai "always in danger", fui rapito dalle sonorità semplici, delicate, ritmate ed emotive dei Miriam. E mi chiedevo quanto tempo sarebbe passato prima di sentire un nuovo album. Et voilà, eccomi accontentato. Le cose sono un pò cambiate, i suoni sono molto più curati rispetto agli esordi, ma non hanno perso un grammo della loro classe. Basti sentire la leggerezza di Eclipse o la Cranes-iana Illusory Signs. Ecco, i Miriam per me erano un pò i Cranes Italiani. Ora non lo sono più. Sono semplicemente i Miriam. E la cosa è ottima. Eccezionale la title track, soffusa e crepuscolare nel suo incedere leggero, prima dell'esplosione emotiva e malinconica. Lo spettro dei fratellini Shaw riappare in Underwater, ma è più un complimento che una critica, dato che la loro capacità di ricreare emozioni così dense non è comune. Come direbbe qualcuno, questa non è musica invasiva. Accarezza chi la ascolta, ammalia senza forzature. Non si vende, si offre. Le atmosfere rarefatte dominano in Before the night comes, purpurea ballata per archi pianoforte e voce, ed è tutto un continuo crescendo, sino alla splendida cover minimalista di Nightporter (se dico David Sylvian?...). Il brano che più di tutti mi ha lasciato un pò imbarazzato è stato I look around, tentativo dei nostri di inserire ritmiche più direttamente danzereccie nelle loro melodie. Giudizio personale, preferisco i Miriam più eterei. Un ottimo lavoro dunque, evidentemente a volte l'attesa paga. Bentornati Miriam.