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AAVV - Kaliffornian Deathrock
(Strobelight 2006)
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C'era un tempo in cui le compilation avevano un fine. Servivano infatti a varie cose. Fotografare una scena in un certo periodo storico, dare la possibilità di ascoltare svariate bands assieme, scoprire nuovi gruppi, farne debuttare altri...insomma chi non ricorda le fenomenali e fondamentali No New York, o Hell Comes To Your House, o il trittico anni '90 Gothic Rock 1,2 e 3, o mille altre come queste...e in quanti hanno scoperto alcune delle bands che in seguito hanno amato di più proprio grazie a questi sampler? Ma i tempi cambiano. In un epoca dove, purtroppo, tutto è a portata di mano e quindi un ascoltatore medio è sommerso da miliardi di gruppi o progetti con le loro canzoni sparse su internet (o file sharing, o youtube, o myspace o dove vi pare...)sembra che queste operazioni abbiano perso di valore. E invece no. Non tutte perlomeno. Perchè bisogna fare ordine, far pulizia, e chiarire le idee. Ho amato il deathrock alla follia, ed avevo salutato con entusiasmo la sua rinascita a livello mediatico-seppur in maniera underground-con i Cinema Strange verso gli inizi del nuovo secolo. Si, ne ero felice. E mi piaceva anche l'idea che qualche band giovanissima si rifacesse a quelle sonorità e a quel look. Ma ovviamente non tutte le ciambelle vengono con i buchi, e nel giro di poco siamo stati sommersi da centinaia di gruppicoli che si definivano deathrock pur suonando semplice-e magari bellissima-darkwave (però avevano le parigine a righe ora eh!). Peggio ancora le bande di gente crestata vestita di calze a rete che con una batteria elettronica, un basso e una tastierina spacciavano ridicoli motivetti da jingle pubblicitari per roba da new sensation dettrochhe. Puah. Non tutti hanno la classe del Cinema Strano, ma si sa che in mezzo all'ondata tutto fa brodo. E allora via. E non sapete lo schifo che si prova a vedere sta gente che mischia tutto. E dove tutto è cool. Gente che dice di amare il genere Batcave. un pò come se io dico "si, amo il genere Krypta" (nome di una serata goth che si faceva a Roma negli anni '90, in varie sedi a seconda del periodo). Terrificante. Soffro di Nostalgia? Forse. Ma quando mi arrivano tra le mani operazioni come questa, non posso che gioire e dire "oooh, era ora...". Sottotitolata traces from the early days of Deathrock California, questa compilation offre un eccellente ritratto di quello che era il Deathrock originale, senza troppo menate. Perchè California? Perchè ogni sottogenere ha avuto un epicentro, una zona nel mondo in cui è nata e si è sviluppata, per poi espandersi nel resto del globo. Qualche esempio? il Punk a Londra, il Thrash nella Bay Area, il Grunge a Seattle, il trip hop a Bristol...e il Deathrock in California. I nomi contenuti sono per la maggior parte delle pietre miliari, quindi non c'è da discutere (attenzione, per pietre miliari si intendono gruppi che hanno fatto ottimi dischi se non leggendari, perchè a livello di pubblico, all'epoca, non si superavano mai le poche centinaia di persone, se non decine...ehm...). Il periodo storico copre tutti gli anni '80 e parte dei primissimi '90, senza una cronologia precisa. Dopo un intro tratta da una trasmissione radio del 1986 (la mitica KXLU per cui ci vorrebbe un capitolo a parte in questa recensione) si parte con gli Screams for Tina, che alcuni di voi ricorderanno per la nevrotica 11.11, con l'altrettanto accattivante Graveyard Mary. Seguono a ruota i Like Wreckage (dove suonò per un certo periodo anche un tale di nome William Faith...), i semi sconosciuti Kill Sister Kill e la Bibbia. Come cos'è la bibbia? La bibbia è quel disco senza il quale non ci sarebbero compilation simili, quelle dieci canzoni che hanno segnato indelebilmente la storia non del goth, ma della musica nel suo totale. Only Theater of Pain è un album che va messo vicino al primo disco dei Velvet Underground o a Piper dei Pink Floyd. Un disco che ha fatto storia. Che è storia di per se. ma anche qui servirebbe un capitolo a parte... quindi dirò solo che no, non troverete l'arcinoto hit Romeo's Distress, bensì la malatissima Mysterium Iniquitatis a rappresentare i Christian Death. E davvero non poteva esserci scelta più azzeccata, perchè così si vedono DAVVERO le differenze tra chi HA fatto ed ERA e chi invece ha scopiazzato e avrebbe voluto essere...la traccia seguente è un altro pilastro. Eyes-Second Death dei Voodoo Church è un monumento che si posa su due riff tanto elementari quanto micidiali, vero inno oscuro nella sua fredda descrizione decadente di un omicidio. Tratto dal primo ed unico 12" della band (perchè la roba della reunion recente con cd annesso non fa testo per me...) questo brano è leggenda. E c'è poco altro da dire. Ma si va avanti, e vi avevo detto che qui c'eran prevalentemente mostri sacri. Superheroines con Nightstalker, Ripresa poi dagli Shadow Project nel secondo album. Il gruppo di Eva O (che avevamo già sentito nelle backing vocals di OTOP) e Jill Emery (Hole-si, quelle della vedova Cobain-, Shadow Project ecc) incise due album ufficiali, più una raccolta di outtakes da un terzo disco mai compiuto. Erano aggressive, dure, veloci. E non facevano prigionieri. Buona parte delle bands di Rrriot Grrrl che sarebbero uscite di lì a poco impallidivano di fronte alla loro carica. Altro che Bikini Kill...Gli Astrovamps ce li trovavamo un pò ovunque in quegli anni, su compilation o fanzine specializzate, ed è sempre carino risentirli nelle loro cose vecchiotte (non amo le sterzate recenti, ma son gusti). Inchinarsi di fronte alla grandezza dei Mephisto Walz è l'unica cosa che si può fare, soprattutto quando nel lettore gira The Eternal Deep, nella versione viziosa cantata da Creature Alias Jorgue (l'eterea voce di Christianne sostituirà il vampiro tedesco di lì a poco). Barry Galvin è un altro chitarrista che assieme a Rikk Agnew ha dettato gli stilemi del genere, e si potrebbe parlarne per ore, ma andiamo avanti... I sottovalutatissimi Kommunity FK di Patrick Mata sono presenti con la bella we will not fall da The Vision and The Voice, mentre i minori Deathride 69 ci deliziano(??) con una mediocre mescalito. Non li ho mai amati particolarmente in nessuna delle loro incarnazioni, ma han fatto comunque cose migliori rispetto a sto brano...I numeri non devono portare fortuna a questa compilation, infatti nemmeno i 34 vampires -che in realtà era un solo project- fanno gridare al miracolo. Si risale un poco con i piacevoli Ex Voto e la loro Waiting for the Dawn, e si rimane stabili con i sopravvalutati Texas Vamps, divertenti e poco più. Ma poi ritorna la botta. E giuro, so di essere poco credibile perchè potrei sembrare di parte ma è la verità. Quello che toccava Rozz Williams diventava oro. Passiamo sopra le sperimentazioni industrial di Heltir e Premature Ejaculation, ma quando si trattava progetti prettamente musicali, spoken word compresi, non ce n'era per nessuno. Soprattutto quando veniva circondato da gente con le palle. Chi ha detto Shadow Project? Eccovi serviti. Devo ricordare che assieme a Roger c'erano Eva O, Jill Emery e via via negli anni Johan Schumann, David Glass, William Faith, Stevyn Grey?...La violenta Under Your Wing, dall'album di esordio, spazza via da sola le centinaia di bands simil goth che strizzano l'occhio a mariolino manzo o al Metal. perchè qui la durezza non è far finta. Non è una produzione schiacciasassi. E' vita vissuta. E' viziosità. Sensualità. Religiosità. Niente è mai arrivato minimamente ai vertici artistici toccati da Rozz Williams nella sottocultura Deathrock. Niente. E tutte le bands, TUTTE, devono ringraziare ogni giorno l'anima di quel piccoletto di Pomona, perchè se non c'era lui, erano tutti o quasi a scaricare i pesci al porto. Tranne Valor, che avrebbe battuto le strade dopo le due. Come dite? Chi se lo carica?...Andiamo avanti e troviamo una delle band più anomale della compilation. Gli Element sono sempre stati circondati dal mistero. Non si è mai ben capito in quanti fossero, chi ci suonasse, quanti dischi avessero fatto, quanti demo...non ci si capiva nulla. Si sapeva solo che circolava materiale su di loro in abbondanza senza un apparente cronologia o filo logico. E credetemi, il materiale era davvero buono! Questa In The Ninetime può darvi un idea di massima della loro follia, e se vi attrare, vi consiglio di cercare bene che si trova moooooolto altro...I Burning Image me li ero pure dimenticati in questi anni, con la registrazione del loro unico singolo persa chissà dove su qualche cassettaccia fatta da chissachì e ricevuta chissà per quale scambio. Male. Perchè erano fascinosi, decadenti e romanticamente malati. Devo assolutamente recuperare il cd con materiale inedito uscito qualche anno fa...Chiudono in gloria i 45 Grave, con una loro versione live di Procession. Poco da dire su questa eccezionale band Horror Punk che tutt'oggi devasta i palchi dei club di mezzo mondo con una carica che fa impallidire i neocrestati dell'ultim'ora. Chicca della situazione, due videoclip dei Deep Eynde (baboo e hodoo), band che non ho mai amato particolarmente ma che ho sempre apprezzato per la sua integrità artistica. E' tutto? No, non è finita. La Strobelight quando si mette fa le cose in grande, e invece di fare il solito misero booklet, ci infila anche un libretto di 24 pagine, con cenni biografici e citazioni delle bands presenti, storia del Deathrock americano, riproduzioni di flyer d'epoca, foto ecc ecc ecc. Una cosa che se esistesse la copia in vinile sarebbe da sturbo!!! Ma va benissimo anche così. Insomma, per una volta tanto, una compilation che SERVE a QUALCOSA. Serve ai neofiti per fare chiarezza su quali sono le radici del genere che ascoltiamo. Serve ai vecchiotti per ricordarsi quali erano le grandi band misconosciute che riempivano le nostre notti, e magari rispolverarne i demo o i vinili. Serve perchè raccoglie un pezzo di storia. E la Storia non si discute. Mancano all'appello alcune bands meritevoli, ma non si può chiedere tutto. Eccellente.