RECENSIONI DISCHI

VARSOVIE - Etat civil

Autoproduzione/Infrastition Records

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Finalmente! Dopo quasi tre anni di gestazione, due tra composizione e registrazione uno per  produzione/ricerca di label, esce autoprodotto ma con distibuzione Infrastition “Etat civil”, primo full-length dei Varsovie. Questo lavoro sulla lunga distanza chiude ipoteticamente la prima fase della nuova scena post-punk Francese nata circa a metà di questo decennio: tutte le nuove ed interessanti bands transalpine di quegli anni sono infatti giunte  alla pubblicazione del primo album. Meno punk dei Frustration, dalle trame musicali più complesse rispetto ai Joy Disaster, meno wave-pop dei Dorcel e più ispirati rispetto ai No Tears, i Varsovie pubblicano un album che trova le sue radici nel post-punk e nel rock alternativo Francese mix tra Joy Division e Noir Desir. “Etat civil” si caratterizza per la compattezza sonora di tutte le sue undici tracce, senza nessuna composizione che si contraddistingua come ipotetico singolo rendendo il cd, per la molteplicità delle sue trame, dei suoi cambi di ritmo e della sua perenne “tensione emotiva”, una nuova piacevole scoperta ad ogni ascolto. Le chitarre taglienti mischiate alle cadenze sincopate della sessione ritmica, da sempre peculiarità del post-punk, sono in questo album sinonimo di passione e suggestione come in “Mademoiselle Else”,  “Demain en Septembre”, “Inertie” o nella traccia più seducente del lavoro “Retour de flammes”. Mi sento di affiancare questo ottimo debutto dei Varsovie a quello di VillaVortex e Object dando conferma che l’attuale scena wave-rock/post-punk Francese è di gran lunga la più interessante dell’odierno panorama internazionale.

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