RECENSIONI DISCHI

I Muleta - La Peste

Matteite/Muleta Dischi/Infecta 2013

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Il secondo disco dei veneti Muleta è simile al primo. Dieci pezzi per venti minuti senza fronzoli. Il secondo disco dei veneti Muleta è diverso dal primo. Diretto, pungente e ruffiano come non mai.Tra assalti Post-Punk (Meno, La Vittoria), ballate Post Rock (Lotteria, Il Giorno in Cui), pop in odore Indie (12 Minuti, il plagio di "In Between Days" dei Cure su Lisa), rimasugli post-Grunge (Ai Pazzi, La Peste) e un paio di pezzi meno riusciti (A Denti stretti, Moriremo Increduli) il trio lancia senza filtri una serie di slogan che sono delle piccole storie di vita quotidiana, a tratti profonde, a tratti quasi post-adolescenziali, ma che in una maniera o nell'altra non falliscono l'intento di colpire l'ascoltatore. L'assenza del basso invece di essere un Handicap, fa la differenza. In una band così, o si trovano 4 corde atipiche, o il rischio di rovinare lo scheletro è altissimo. Cosa manca? Una coesione di fondo che permetta alla band di concentrarsi sui pezzi migliori del lotto e gli donino un identità artistica più definita, dato che nonostante la scelta lo-fi del suono, la carne al fuoco è davvero molta. Cos'hanno dalla loro? Uno spiccato gusto pop, dei bridge e dei ritornelli che ti si inchiodano in testa, l'essenzialità della forma canzone breve. Non ci sono parti dilatate, inutilmente allungate o spocchiose. Anzi. L'essere coincisi è una dote ereditata dal punk che ho sempre amato e che i Muleta sanno dosare bene. Il salto in avanti rispetto al disco d'esordio è netto, ora manca il tassello definitivo: un disco senza filler. La mano c'è. Le dita anche. Le motivazioni e l'attitudine pure. Chiudere il pugno e colpire allo stomaco è la mossa decisiva.

Max1334

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