JESSIE EVANS - Is It Fire?
Fantomette 2009
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La prima cosa che m'è saltata all'occhio nelle note è stata questa: l'album è stato registrato da Thomas Stern (Einsturzende neubauten, Crime & The City Solution) e prodotto/mixato in Tijuana da pepe Mogt (Nortec Collective). E mi son detto: e che casino è?!?! ma poco importa. Perchè? Perchè Finalmente dopo una lunga attesa l'album solista di Jessie Evans è uscito! Dopo averci fatto sognare con Subtonix, Vanishing, Autonervous ed altri progetti, la paladina americana trapiantata a Berlino ha dato alla luce un figlio "suo", anche se è stata aiutata in studio da vari percussionisti, tra i quali Budgie (Siouxsie and the Banshees, Creatures...), Namosh (ricordate Cold Cream?), e Martin Wenk dei Calexico, oltre a Toby Dammit, membro fisso che ha suonato tra gli altro con Iggy e con gli Swans. Un cast di tutto rispetto per un album di difficile catalogazione. Dimenticate le atmosfere gotiche dei vanishing, le svisate elettroniche degli Autonervous o le sfuriate DeathRock delle Subtonix. Is It Fire è la summa di ciò che, musicalmente, è Jessie Evans oggi. Basi ritmate dal sapore messicano e sudamericano, sax a gogo, poche linee di tastiera a sostituire il basso, e la sua voce, una delle più belle ascoltate negli ultimi vent'anni. Salsa, Rumba...ce n'è per tutti, e se non mi credete, ascoltate Blood & Silver per capire cosa intendo. L'ex regina dell'oscurità ha sperimentato la luce del sole, e sembra che si trovi perfettamente a suo agio. ha abbandonato gli stilemi che contraddistinguevano le sue uscite precedenti e si è abbandonata al proprio istinto, creando un album di difficile catalogazione, lontanissimo dal Goth e dai suoi derivati, eppure valido sotto tutti i punti di vista. Certo, se vi aspettavate una Lovesick rimarrete delusi. Se invece cercate brani altrettanto validi, seppur su binari completamente diversi, non faticherete ad amare questo Is It Fire. La chicca finale sta alla fine, quando è presente una versione in spagnolo di Is It Fire, intitolata-ovviamente-Sera El Fuego. Questo per chiarire definitivamente cosa sia, nel 2009, jessie Evans. Per chi scrive, rimane la più anarchica delle musiciste sbocciate in questi 2000. Non ha mai riposato sugli allori, non ha mai dato nulla per scontato, se ne è sempre fregata delle aspettative ed ha suonato principalmente per se stessa. E ha vinto.