Ellen

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Una volta mi venne posta una domanda: se scrivo poesie e racconti per me stessa o in funzione di seconde persone, coloro che li leggeranno. Mentirei se dicessi che lo faccio solo per me. Perché vorrei tanto deliziarvi e far sì che ritroviate in me e nello specchio delle mie parole un po' di voi stessi e magari delle parole e dei pensieri che non siete ancora riusciti a esprimere. Per me stessa. Perché per me ogni singola parola è una diletta tortura. Un demone di cui mi libero. Un peso che sapeva così dolcemente gravare sullo stomaco. Ma ogni volta che lasciano questo mio corpo, esse, le parole, mi mancano, come un figliolo che lascia la casa materna per andare in guerra.
Ogni giorno mi ritrovo a ringraziare chiunque sia stato a lasciare in me questa impronta. Ogni giorno mi scopro dedita ad affinare questa piccola Arte che sento in me. Avvicinarsi a una certa cultura, per gradi, è stata una naturale conseguenza. Una conseguenza delle prime apocalittiche storie che narravo a me stessa e alle statuine del presepe a 5 anni. Una conseguenza di tutti i feticisti giochi di fantasia che facevo a 7 e che continuano tuttora; lo sviluppo morboso di scene viste in un cartone animato o in un film.

Le prime poesie che nacquero dal cuore verso i 10 anni erano dedicate a una persona che fu la luce dei miei occhi di bambina sull'orlo di una crisi di nervi, e che persi nel momento in cui più ne sentivo il bisogno.
Ora, a 18 anni, ricordo i temi di scuola in cui esprimevo rabbia, inconfessabile e tremenda per una ragazzina in crescita, che odiava il suo stesso nido. Ricordo la fiducia che riponevo in mia madre quando le facevo leggere le primissime composizioni, e lei che come a lodarmi mi chiedeva se fossero davvero le mie. Ricordo le prime conferme di un piccolo talento acerbo. Ricordo le forti emozioni del primo concorso vinto. Allora soffrire serve a qualcosa! Questo solo sapevo pensare. Io penso che ne valga sempre la pena.
Nel creare dei personaggi che da me prendono vita, che in me si immedesimano, e io in loro, non mi sento poi così piccola. Così a disagio con me stessa e con gli altri. Perché loro mi fan sentire a casa. E a queste persone, ai miei personaggi, al mio Angelo, ai miei genitori e a Seth dedico in eterno queste parole, con le quali spero di recare un po' di sollievo in altri Spiriti Malsani. (Grazie ad Elise per avermi dato questa possibilità).
Ellen, *18 Giugno, 1982 -- ? in un giorno qualsiasi d'autunno, sotto un melo maturo, o in uno qualsiasi di primavera, sotto i molli rami di un salice piangente...

     

Poesie Dicembre 1999/2000

     
Giugno 1998
Forse ricomincerò da te
e dalle tue dolci parole
su un foglio senza righe,
dal tuo inutile intruglio
di lettere a caso
belle da morire.
Ricomincerò da te
timido insetto
da te e da una candela
sul mio comodino
l’aria si fa sempre più viziata
e soffoca la fiamma
dell’amore, dell’amicizia
che importa? Il tunnel
che ci farà sparire
come un coniglio nel cilindro
del folle prestigiatore
non ci porterà da nessuna parte
ma noi saremo sempre
costretti a camminare fino allo
sfinimento, fino a che i piedi e
le gambe non si consumeranno
non ci potremo fermare
nemmeno se ci incontreremo.
Le mostruose perlinghe dorate
colme di pensieri insonni; lame
affilate, sul tuo corpo
nudo e tumido per le mie
parole e che io mi diverto
infinitamente
a torturare.
Per Nico

"E lontano un qualcuno alla finestra che non guarda me, troppo distaccata da ogni cosa per poter essere vista..."

  13/05/2000
Il temporale fa tremare i vetri
Di questa cucina
Spoglia.
Io piango lacrime
Salate.
E non capisco
Tu
Dove sei.

27/06/2000
Una gatta
Riposa pacifica
Su un morbido ventre
Nella notte afosa.
Nel buio
Si perde il gracidare
Di un ranocchio
Che una volta era un principe.
Lontano
Vicino al cuore
Dorme
E sogna
Un principe
Che una volta
Era un ranocchio.
Io
Non riposo
Non dormo
Non sogno.
Io
Non sono ranocchio
Non sono principessa.
Io stessa
Nel buio mi perdo.

 

" H A D E S "
Nel mese di marzo 2001 circa, esce "Hades", raccolta autoprodotta di poesie scritte tra il 1997 e il 2001.
Ellen è nata e vive a Vercelli, città del riso, dal 1982, e da sempre la lettura e la scrittura sono sue grandi passioni fortemente sostenute dalle persone che le sono più accanto.
Ama la poesia Decadente, Romantica, Ermetica; i suoi poeti preferiti sono Baudelaire e la contemporanea Alda Merini.
Per ulteriori info su come riceverlo, riceverlo, inviate una e-mail all'indirizzo:
-aradia-@libero.it

 

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