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Nella maggior parte dei casi, quando si assiste ad un concerto si potrebbe benissimo fare un parallelo, anche se lievemente astratto, tra la musica e i motori. Prendiamo ad esempio una band che sta su un palco: con i dovuti metri di giudizio, personali o meno, la si potrebbe paragonare ad una Ferrari (se è potente, perfetta, di grande valore), ad una Fiat Punto (nulla di eccezionale, ma |
funzionale, che fa il
suo dovere, molti chilometri con un litro,
soddisfazioni non eccessive ma garanzia di risultato
"medio"), ad una Lancia Thema (gran bella
macchina, ma ormai sorpassata, vecchiotta che dà chiari
segni di usura)... e si potrebbe continuare
all'infinito. Avete capito più o meno il paragone? Sì?
Perfetto. Ora sarete tutti d'accordo con me che ognuna di queste "automobili" (e nel paragone, ne abbiamo viste passare a decine negli ultimi anni sui palchi italiani) deve, in ogni caso, affidarsi allo stesso "distributore di benzina", laddove la benzina è il pubblico. Senza "pubblico", infatti, anche "l'automobile" migliore dà prestazioni zero. Sta ferma e non serve a niente. Ma anche la benzina è un problema. Spesso infatti è annacquata, reagisce peggio del gasolio, ingolfa tutto. Per non parlare di quando fa cominciare il concerto già con la spia della riserva accesa (leggi carenza di gente e/o presenti annoiati e distratti). Riuscite ancora a seguire questi vaneggiamenti? Davvero?! Bene, allora continuiamo. La prima discesa italica degli And Also The Trees da diversi lustri a questa parte veniva attesa da molti come una bella passeggiata di una Thema e, sinceramente, si credeva che non fosse proprio in riserva sparata, ma che comunque il pieno col cavolo che l'avrebbero fatto e sicuramente non della benzina più potente. E invece, e invece... e invece quando arrivo al "Jam Club" di Mestre le cose cambiano. Per prima cosa i dialetti e gli accenti che si mescolano all'interno del locale sono dei più disparati, a dimostrazione che per questo evento i sono persone che si sono |
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fatte davvero centinaia di chilometri. Secondariamente, strano ma vero, le "facce note" delle serate danzanti, trendy e fashion della zona sono misteriosamente assenti, o perlomeno in netta minoranza rispetto a, che so, quelle che si incrociano ad un live dei Cinema Strange. Terzo, ho come l'impressione che della gente che sia qua, a pochi importi della "serata" nel suo insieme. |
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Tutti, o quasi, sono qui
appositamente per il concerto e solo per quello.
Sembrerà strano, ma era da tanto tempo che non mi
capitava. Ragazzini di vent'anni con un ottima collezione
di dischi (non mp3...) che scambiano opinioni con
veterani più verso gli 'anta. Creste e cotonature
mescolate a pinguedini e pancette (che poi a ventisette
anni la panza ce l'ho anche io è un altro discorso, l'ho
sempre avuta!). Insomma torniamo a noi (anche se
l'effetto ottico, davvero, era anomalo!). Poco prima del concerto dei loschi figuri di Roma (tra cui uno che ha a che fare con questo sito ed è l'autore della web-radio... pensate a chi siete affidati! ^_^) si impossessano della scaletta e modificano le canzoni da suonare! Inutile dire che quando i nostri And also the Trees entrano in scena, per un attimo abbiano avuto un po' di perplessità. Entrata in scena, dicevo. Devo sottolineare che è stata accolta con un vero e proprio boato! I nostri si sistemano sul palco, molto professionali e pacati, ed attaccano subito con una buona versione di "Gone like the swallows" tratta da quel capolavoro che è "Virus meadow" uscito la bellezza di venti anni fa. Ricordiamo però che questo è il tour promozionale del nuovissimo e controverso "Further from the truth", album che se da una parte ha dimostrato comunque una certa dose di classe dei nostri, dall'altra ha deluso, forse per una mancanza di freschezza esecutiva, più che compositiva. Beh, che dire, come solo poche, pochissime band oggi, gli Aatt ci hanno dimostrato che sanno suonare davvero, e rendono cento volte di più dal vivo rispetto alla dimensione studio. Le versioni infatti di "21 York street", "Feeling fine", "The willow" |
e "The reply"
hanno convinto parecchio, andandosi ad incastrare alla
perfezione con classici immortali come "A room lives
in Lucy" (applauditissima) e "Slow pulse
boy" (un delirio totale!). La gente balla, salta, canta con la band che più passano i minuti più viene avvolta da questo calore, da questo affetto del |
pubblico e, diciamolo,
si sente quasi lusingata da tutto ciò. Le pose si fanno
meno statiche, le esecuzioni acquistano di feeling, il
coinvolgimento cresce a dismisura, fino al delirio
totale, dove a fine set sono costretti a restare sul
palco per una richiestissima "Virus meadow" tra
urla, applausi e commozione dei musicisti. Ma la serata non vuole proprio terminare, e nonostante i nostri abbiano salutato più volte e si siano ritirati nei camerini, la gente non smette di richiamarli a gran voce... proprio a partire dalle "panzette e pinguedini" di cui parlavo prima, per finire ai più giovani, letteralmente estasiati di fronte ad una performance VERA. Salgono di nuovo sul palco i nostri, stanchi ma col sorriso stampato in faccia, e dopo vari rimaneggiamenti di scaletta ad opera Paul Tired (è lui il colpevole...), a grande richiesta, partono con una versione MICIDIALE di "Wallpaper dying", e lì ci sono state scene da apocalisse!!! Tutte le prime file si sono lanciate in un pogo pazzesco, manco ci fossero i Bad Brains sul palco, un coro unico che ha cantato nota per nota a squarciagola con sudore e lacrime ed adrenalina e sorrisi che schizzavano da tutte le parti. Prendetela come volete, ma questo per me è un concerto perfetto come ne capitano pochi nella vita. Un concerto paradossalmente organizzato senza enormi pretese, quasi uno sfizio del buon Emy che molti vedono come "l'uomo electro" per eccellenza, ma che ad onor del vero ha portato sui palchi italiani dei musicisti eccezionali e mai troppo ricordati (Sad Lovers and Giants e Red Lorry Yellow Lorry, tanto per citarne un paio). Un concerto, ripeto, memorabile, dove l'alchimia pubblico/band è stata pressoché perfetta. |
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Un concerto di quelli
che, davvero, ne servirebbero a decine. Un concerto che
fa onore agli organizzatori, agli Aatt, ma soprattutto a
tutti i presenti. Pubblico eccellente. In questo caso la
benzina era davvero parecchia e di ottima qualità. Ne
vorrei ancora di emozioni così. Aspetto i Chameleons. Si
può sperare, vero? :-) [Recensione a cura di Max 13-34 per Erbadellastrega.it - Febbraio 2004. Per le foto ringraziamo Neogrigio] |
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