![]() |
![]() |
La storia del gruppo
capitanato da Jorg Kleudgen, caratterizzato da continui e
repentini cambi di formazione, si può dividere in tre
fasi: la ricerca di una casa discografica, il periodo
"Celtic Circle" ed il periodo "Equinoxe
Records". |
Records (Two Witches, Canticum Funebris, Revenge of Nephthys...) di Sven Freuen che si concluse con un niente di fatto dopo che il produttore imposto dalla label, Mark Hofmann (già... ancora lui), aveva ricevuto ordini di produrre un album nel classico stile "Christian Death". Pubblicato in modo autonomo il 7" split "Relic" con Bluefield e Substance of Dreams gli House of Usher, divenuti nel frattempo un quartetto con l'introduzione di Robert Nessler al basso e Renè Loffler alla seconda chitarra/programming, riescono incredibilmente e non senza difficolta "logistiche" a veder pubblicato nel 1993 il loro primo mini-Cd "Black Sunday" via Nyctalopia Records (Artica, Meridian, Flowers of Romance...), casa discografica di Joelen Mingi e Shay Astrai (ovvero gli Angina Pectoris). |
Come ben sanno anche
alcune band italiane, la Nyctalopia aveva una situazione
finanziaria tutt'altro che solida ed i continui posticipi
della data d'uscita di "Stars fall down", primo
album del gruppo, convinse gli House of Usher a
rescindere il contratto. Fu la Celtic Circle (Red Badge of Courage, The Escape...) di Alfred Kaenders, un anno più tardi, a pubblicare "Stars fall down", quello che considero il miglior album del gruppo, con una copertina di colore rosso al posto del preventivato verde e con un contributo italiano sia nelle illustrazioni all'interno del booklet (Fabio Casagrande Napolin) sia nei testi (infatti il lavoro si conclude con la ghost-track "Black Sunday" tradotta da Alberto Casti e Giovanni Bax e cantata in un italiano diciamo "quasi sufficiente" da Jorg Kleudgen). Il rapporto con la Celtic Circle produrrà anche il mini-Cd "Succubus" (1996), il secondo album "Zephyre" (ricordato per hit quali "Morphine" e "Damaged") ed il mini-Cd "Earthbound" (1997) contenente il primo video della band: "The man with the dead eyes", girato nei boschi attorno a Bitburg. Con "Earthbound" si conclude anche la collaborazione con Celtic Circle caduta, come già successo per Nyctalopia e Talitha, in disgrazia finanziaria. Gli House Of Usher post-Celtic Circle, che nel frattempo avevano cambiato lineup per ben tre volte, comprendono, oltre a Jorg Kleudgen alla voce, |
![]() |
Martin Kroz alla chitarra, Alexander Schneiders al basso e Dominic Daub alla seconda chitarra. Archiviata la raccolta "Black Sunday Chronology" edita dalla Nightbreed di Trev Ghost, il quartetto inizia le registrazioni del terzo album "Cosmogenesis" che vedrà la luce nel 1999 grazie alla complicità tra la neonata Equinoxe Records, label dello stesso Kleudgen, e la Etage Records (casa discografica di Eric Burton dei Catastrophe Ballet). "Cosmogenesis", con oltre 66 minuti di durata, è l'album più ostico degli House Of Usher, iperniato su ritmi lenti ed onirici che risentono inevitabilmente dell'assenza di Markus Pick. A convalida di quanto detto, "To sow a storm" e "Clouds without a water", le migliori canzoni del lavoro con "No god on earth", sono anche le uniche due canzoni in |
![]() |
cui è presente Markus
Pick come guest guitarist. Il 2000 si apre con il 7" split Thou/Burning Gates che vede un nuovo cambio di formazione negli House Of Usher, cioè Ralf Dunkel (a.k.a DeKay voce dei Fallen Apart) al posto di Alexander Schneiders mentre ad Ottobre dello stesso anno Axel Burgard (anch'egli Fallen Apart) diventa il primo batterista in carne ed ossa nella storia del gruppo. Il 2001 viene speso tra i concerti e le registrazioni del quarto album di studio "Inferno/L'enfer", pubblicato l'anno successivo via Equinoxe/Etage. Con "Inferno" il quintetto si lascia alle spalle i ritmi ossessivi di "Cosmogenesis" per composizioni più ispirate ed impresiozite dalla voce femminile di Daniela Kroggel in ottime tracce quali: "A summer's end", "With the heat of a sun" e, soprattutto, "Crisis" (scritta per "Cosmogenesis" ma mai registrata). L'ultima parte di questa biografia testimonia il ritorno nella band dei vecchi chitarristi Markus Pick e Renè Loffler che hanno contribuito in modo rilevante alla stesura di "Hegemony" (7" split con i Fallen Apart), vinile in edizione limitata uscito pochi mesi fa. Tutti gli amanti del gothic rock avranno finalmente la possibilità di rivedere sui palchi italiani il gruppo tedesco a dieci anni dalle date di Modena, Pisa e Torino (1994) considerate dagli stessi House Of Usher come le migliori esibizioni realizzate nella loro lunga carriera. |
Concludo spronando i
lettori a "muovere le chiappette" (sperando che
questa trivialità non li offenda ^_^) per
presenziare a quattro serate con una delle migliori band
dark-rock in attività. In altre parole saranno tre
concerti all'insegna del gothic di denominazione
controllata! Sito Ufficiale: www.the-house-of-usher.com [Articolo a cura di Mr. Moonlight per Erbadellastrega.it - Settembre 2004] |
![]() |
° THE HOUSE OF USHER/FALLEN APART - "Hegemony" [Equinoxe Records, 2004] |
![]() |
Come da tradizione gli House Of Usher anticipano il loro prossimo album "Radio cornwall", rinviato agli inizi del 2005, con un 7" split in edizione limitata a 300 copie (ovviamente numerate) che questa volta ha per osptiti i Fallen Apart. Sarà il ritorno di metà dei membri storici, Markus Pick e Renè Loffler, sarà la produzione dello stesso Renè Loffler (anche produttore del primo album-capolavoro "Stars fall down") ma le due tracce degli House of Usher contenute in questo vinile sono veramente dei piccoli gioielli di dark rock come Dio comanda. Quella che diverrà la titletrack del prossimo album "Radio cornwall" ha come protagonista un accattivante refrain di presa |
immediata, perfettamente eseguito dalla caratteristica voce "nasale" di Jorg Kleudgen, supportata principalmente dalla parte ritmica di basso-batteria. "What remains" si apre con lo stesso andazzo voce/parte ritmica ma subisce ben presto una improvvisa scossa attorno al 30° secondo, con la lead giutar che irrompe nel classico stile House of Usher per una traccia con assidui e geniali cambi di ritmo. Insomma si può già parlare di un classico del loro repertorio. Valicando idealmente il vinile e scollinando sul lato B troviamo i Fallen Apart, uno dei tanti gruppi tedeschi attivi da anni e che hanno, per scelta o per colpa delle case discografiche, fatto la scelta di autoprodursi. "Dead play" è la tipica canzone della band, tambureggiante ed epica con quelle chitarre in bella evidenza che ci riportano al mix tra post punk e la guitar wave degli anni ottanta, caratteri comuni di altre band tedesche quali Murder at the Registry, Substance of Dreams o Tears of Passion. La conclusiva "Hades gates" è la traccia più lenta dell'intero lavoro, che seppur triste e malinconica non perde qul velo di epicità conferitagli dalla voce di DeKay (Ralf Dunkel), l'unico cantante tedesco che canta in inglese... come un inglese! [Mr. Moonlight] |