Avrei potuto immaginare che un giorno mai mi sarei stancata di ascoltare la Medusa? Sinceramente no.
Comprai quel vinile tanti anni fa. Aveva (ed ha ancora) una bella copertina, di quelle satinate che ci restan su le impronte delle dita quando lo rigiri tra le mani. E le note, invece, caldi abbracci emozionali, ci restan su sul cuore, appiccicate senza sforzo… Forse, il segreto di "Medusa" è proprio questo: come il mostro suo predecessore, al primo ascolto trasforma il cuore in pietra, solamente per poterci scolpire sopra le canzoni, rendendole così parte di te…
Non era il primo. Erano già stati miei, un giorno che, piangendo nel vento, mi sentivo straniero per la settima volta... E poi tornarono ancora, parlando di Luise, di Rose e Gelsomini, fuori nella pioggia, un gusto di medicina che diventa ossessione in questo mondo...
Per questo è stato così difficile. Difficile ritrovare a Milano quel Clan che lungamente negli anni prendeva vita dai solchi di un vinile consunto, estenuante la ricerca di quelle sensazioni che, tanto tempo addietro, viaggiando nell’etere attraverso le "Emissioni Notturne" del mai dimenticato Mirco Salvadori, gli Xymox avevano indelebilmente disegnato nella mia memoria. Per questo, la nuova trasferta domenicale a Milano per un nuovo attesissimo concerto è stata vissuta come un momento irrinunciabile, un evento discusso, programmato e atteso da tempo.
Quel che ci piace del Transilvania è che i concerti iniziano presto e finiscono nel medesimo modo, e per chi poi a fine serata si deve sobbarcare 250 km questa è una manna dal cielo. Lo è sicuramente un po' meno per il gruppo supporter alla guest star, nella fattispecie gli italiani Pulcher Femina, un duo misto porta-bandiera di quella elettronica piacevole e senza pretese che impera nei dancefloor meno ebm. Purtroppo per loro, l'esiguità del pubblico presente (si sa, suonare alle 20.00, in Italia, è un invito all'assenteismo) e il susseguirsi continuo di imprevisti di carattere tecnico, ne hanno irrimediabilmente compromesso l'esibizione. Da loro, che su Cd, lo ammetto, mi avevano fatto veramente una buona impressione e che ero curiosa di vedere dal vivo, mi aspettavo qualcosa di più di un duetto preregistrato, anche se il loro piccolo flop non è del tutto imputabile alla loro personale performance. Il pubblico arriva in gruppetti sparuti, il locale ci sta mettendo un po' a prendere vita.
Un saluto qua e là, una capatina al merchandising (miii, una maglietta costa 18 Euro! Declino l'offerta senza rimorsi), i fan più accaniti si son già appropriati della transenna sotto al palco, ci dilettano ora le note di "Aion" dei DCD ora lo sferragliare dei miei adorati Einstuerzende Neubauten, e l'aria carica di fumo e attesa... Forse, nel mio immaginario, tutto era troppo carico di amore, fede e speranza (mai canzone
descrisse meglio le mie aspettative!), ma, già da subito, "Doubt" e "Jasmine & Rose" che pur hanno un posto speciale nella mia memoria, il Clan mi pare sottotono, Ronny troppo compresso nel suo ruolo di mister Xymox... Nemmeno i quattro musicisti sul palco riescono a catturare la mia reale attenzione, ad un Ronny statico si contrappone l'avvenente bassista, un granitico monumento
vivente all'immobilità, viva solo grazie ai movimenti delle sue dita su quelle quattro corde tirate che dovrebbero riuscire a far vibrare altre corde, quelle dell'animo... (ok, lo so, di bassiste scatenate ce n'è una, Patricia, cornetti fluorescenti tra i capelli e decennale complicità con Capitan Sensibile...). La bambolina del gruppo, la piccola tastierista è relegata nei recessi del palco mentre, fin troppo in vista per non notarne l'assenza sonora, il giovanissimo chitarrista perde e si perde tra le note di brani che non gli appartengono...
Il Clan si riscatta per qualche minuto quando magicamente intona "Louise" mentre la precedente "A Day", vera e propria icona dei miei beniamini, si riduce a un insignificante susseguirsi di suoni mal equalizzati che nulla hanno a che spartire con le promesse che tutti si aspettano... E le note delle nuove song, "Innocent", "Numeber One", "I Want You Now" inframmezzate alle vecchie glorie passate "Out Of The Rain", "This World", "Creature", per il momento sono ancora troppo lontane da me per farmi battere il cuore. Non ci siamo. Cos'è questo gelo che proviene dal palco? Dove sono le emozioni, i palpiti, il coinvolgimento della vigilia? Dov’è la magia? Dove sono gli Xymox?
Ascolto quasi distratta, dalle retrovie, lo svolgersi di questo spettacolo non-spettacolo... Nota dopo nota, nell'amarezza che mi accompagna, ritrovo solo difetti e nessun piacere: l'incipiente pinguedine di Ronnie, l'imperturbabile e disumana staticità del basso, l'inspiegabile dissonante assenza della chitarra... Anche se davanti a me il pubblico è in delirio e mi viene da chiedermi se è solo perché sul quel palco ci sono gli Xymox e allora
per forza deve essere bello, per forza, abbiamo fatto tanta strada, per forza è domenica sera, domani è un lunedì di sveglia alle 7.00 e sulla schiena ti pesa quel fottio di chilometri macinati all'una di notte, avremmo pur fatto sacrificio per qualcosa... in fondo eran gli Xymox...
Dulcis in fundo, perfino il gestore locale sbatte le porte in faccia agli Xym, (con assoluta impotenza da parte di chi ha organizzato il
concerto e che, in questa occasione, ha le mani legate), chiudendo i canali e mandandoli a casa... Mio dio, che figura! Siamo in Italia, le nonne alle 22.30 vogliono fare le nanne, non c'è isolamento acustico e allora castriamo il concerto... (mi chiedo anche perché cacciare dal palco gli artisti e poi continuare la serata con la musica a palla, mah! Meglio rimanere nella beata ignoranza, così ogni spiegazione può esser plausibile)...
No, nemmeno una esibizione che personalmente sto vivendo in malomodo merita le forbici della censura per superati limiti di orario... e poi, e poi di solito il finale è il pezzo migliore, lasciatemi almeno quello... E' come un beffarsi di loro e di noi quando dalla consolle ci viene chiesto se li rivogliamo sul palco... Ha un sussulto di orgoglio, il Clan, quando ritorna, mentre la folla abbandona l'urlo di rabbia che aveva scosso la platea per un richiamo festoso all’indirizzo degli ospiti... Eh si, è la "Muscoviet Mosquito" che mi aspettavo, finalmente alla fine è arrivata quella sferzata di energia che avrei voluto animasse tutto questo concerto... Ma la festa è finita, almeno la nostra e la mia non è mai cominciata.
Attorno a me i commenti entusiastici si sprecano... Quasi li invidio per aver provato ciò che io non ho avuto: emozioni. Gli Xym hanno fatto il loro lavoro, ci hanno dato quello per cui abbiamo pagato: una manciata abbondante di minuti senza passione. Domani mattina mi alzerò e andrò a fare il mio, di lavoro, probabilmente nel loro medesimo modo: senza passione. Che peccato.

Mi giunge la voce, che via via si va confermando, che a Luglio ritorneranno, nella mia terra, a mezz'ora di strada casa mia. ("Metamatik Festival", 6 Luglio 2002 a Vicenza. N.d.R.).
Io ci sarò. Nuovamente. E vi aspetto. Al varco. [ Recensione a cura di Monica "Nuancenoire" per Erbadellastrega.it ]

Il giorno degli Xymox è finalmente arrivato. Con ancora nelle orecchie le note dello splendido concerto dei Lily's Puff a Riva del Garda della sera precedente e negli occhi la stanchezza del ritorno in macchina durato tutta la notte, ci mettiamo in viaggio verso Milano nel pomeriggio ormai inoltrato. Arriviamo al cancello e ci accorgiamo di essere quasi i primi, il sole è caldo e alcuni tifosi dalle facce tristi ci sfilano davanti guardandoci incuriositi... mai visti dei darche? :-)
Dopo pochissimi minuti di attesa ci vengono incontro Antonio di Energyzone e Serena e Manuel del Transi che tra discorsi e spettegolezzi vari ci raccontano delle bisbocce di Ronnie e soci la notte precedente in giro per Milano: il Vamp, lo Shelter, gli ettolitri di alcool, il cibo a vagonate e la soddisfazione di tutti i componenti del gruppo per essere stati trattati così bene. Penso che forse, una volta tanto, qualcuno parlerà bene all'estero degli organizzatori del nostro paese... magari fosse sempre così!!!
Ci invitano ad assistere al soundcheck e siamo felicissimi di accettare. Appena entriamo troviamo già i Cox sul palco che provano i pezzi e le note del basso di cry in the wind non potevano darci un benvenuto migliore. I minuti scorrono via veloci, le prove proseguono spedite e i Nostri suonano qualche canzone tutti assieme. Dopo un assaggio del concerto con l'esecuzione di Jasmine & Rose scatta un applauso spontaneo da parte dei pochi presenti, Ronny fa un inchino e ringrazia con un impacciato "grazi grazi"... l'atmosfera è molto rilassata e i sorrisi si sprecano. Le prove finiscono, i componenti del gruppo scendono dal palco e si mettono un po' a sbevazzare tra i tavoli (ancora?!!??!). Ci accorgiamo che sono tutti altissimi, specialmente Mojca, la bassista, mi supera di almeno una spanna e Ronny è in splendida forma nonostante gli anni scorrano impietosi per tutti.
Finalmente ci raggiungono gli altri due "erbivori" Max e Monica e tra una cosa e l'altra, una sigaretta e l'altra, un pavesino e l'altro passano i minuti e i Pulcher Femina salgono sul palco e velocemente finiscono le loro prove mentre mi ritrovo a pensare al concerto che inizierà tra poco: "chissà che pezzi faranno... stumble and fall, no human can drown,
evelyn, medusa, no words, michelle, stranger, after the call, equal ways... cavolo quanti capolavori hanno in repertorio... sarà sicuramente un'esperienza da ricordare... wow...". L'attesa è carica di speranze ed io che non li ho mai visti dal vivo sono molto impaziente.
Il locale comincia a riempirsi mentre i Pulcher eseguono tra qualche difficoltà la loro performance... seguo molto distrattamente per via degli incontri e i saluti vari: ci sono Steven, Dario, Nikita, Fabio, Daniele, Lara, Lorena, Sabrina, Arianna, Diego, Pao e tantissime altre persone che spesso si incontrano in giro per l'Italia in occasione dei vari concerti... se tutti i frequentatori di questa scena si
comportassero come loro invece di stare chiusi in casa a scrivere poesie e a piagnucolare, saremmo davvero un movimento migliore.
Non mi dilungherò troppo sul concerto vero e proprio degli Xymox visto che ci ha già pensato Monica più in alto, ma mi limiterò a descrivere brevemente le mie impressioni. Da parte mia l'attesa era davvero molta e come spesso accade in questi casi è realmente difficile sentirsi soddisfatti dopo aver fantasticato su un evento per molto tempo. La scaletta non è stata delle migliori e di tutti i pezzi che sognavo di ascoltare solo tre o quattro sono stati proposti. Ma d'altronde questo era un "tour" dedicato all'uscita di "Notes From The Underground", l'ultimo album, e quindi è giusto che abbiamo fatto molti pezzi tratti da quello (anche se personalmente non mi aveva entusiasmato). E' anche vero che assistere ad un concerto degli Xymox e non ascoltare cry in the wind è un po' come andare a sentire i Bauhaus e perdersi bela lugosi... ma tant'è...
Certo, la resa sonora non sarà stata delle migliori, il gruppo era un po' statico sul palco e sembrava che suonasse controvoglia, ma le ragioni di questo atteggiamento non sono da imputare solo alla band. Anche il pubblico mi è sembrato freddo e distaccato, e c'è voluta l'inesorabile interruzione delle 22.30 per dare la "sveglia" un po' a tutti e farci ricordare che di fronte avevamo i Clan Of Xymox e non un gruppetto da sagra paesana. Infatti quando, richiamati a gran voce, sono tornati sul palco per la chiusura con "Muscoviet Mosquito" l'atmosfera si
è infuocata, l'acclamazione del pubblico si è fatta sentire e loro hanno suonato con grinta e passione. I concerti dovrebbero essere così dall'inizio alla fine, non si può pretendere la luna quando siamo noi i primi a non lasciarci trasportare dalla musica. Io la mia parte l'ho fatta, ho urlato, applaudito ed incitato il gruppo insieme all'instancabile Sabrina (totalmente pazza ^_^)... se altre duecento persone si fossero comportate come noi allora si che sarebbe stato un concerto da ricordare!
P.S.: dopo l'esibizione i componenti del gruppo si sono dimostrati molto disponibili ed educati, scendendo tra la gente e prestandosi con infinita pazienza alle foto e agli autografi di rito. Dimostrazione di stile e umiltà. [ Recensione a cura di Erbadellastrega.it ]

Domenica di fine aprile. Mega partitone allo stadio Meazza (che sta vicino al Transilvania Live) con conseguente spiegamento di forze dell’ordine. E' così che comincia la mia serata (o tardo pomeriggio) dedicata al Clan, con visioni di puffi che manganellano ultras mentre con la mia punto nera (minimo, semo darche o no?) mi faccio strada tra la gente per trovare parcheggio. Parcheggio che troverò subito dopo proprio di fronte al locale. Solito culo, si, lo ammetto... Scendo dalla macchina e subito incontro i miei
padroni Mal ed Elise, appena reduci dal soundcheck dei nostri. Incontro poi Monica, Serena ed altra gente. Si cazzeggia un po' e nel frattempo entriamo mentre i Pulcher Femina stanno facendo il soundckeck ed il Clan sta cenando sui tavolini.
Ammetto di sentirmi un po' un profano: non ho mai amato molto gli Xymox, fautori di qualche bel pezzo qua e là, ma non certamente fondamentali. Nemmeno le ultime prove, considerate da molti le loro vere gemme, mi hanno convinto granché. E' anche per questo che sono qua, per vedere se il gruppo c’è o è una farsa colossale. Ma andiamo per ordine...
I supporter della serata, i Pulcher Femina, hanno la sfortuna di suonare prestissimo davanti ad un esiguo numero di persone disinteressate. Peccato perché i loro pezzi electro pop non sono male, anche se sono rimasto deluso nel notare che la maggior parte della musica provenisse dalle basi e non da quello che i due facevano sul palco... Lo so lo so, sono un nostalgico attaccato a strumenti più "umani" e non faccio testo, ma, chessò, un tastierista o due in più, oltre a "riempire la scenografia" sarebbero veramente utili. Anche perché le basi in questo casi hanno fatto le bizze più di una volta, andando a rovinare lo show. Peccato. Nel frattempo la gente ha cominciato ad affluire numerosa, segno che l’ex gruppo della 4ad ha ancora numerosi fans in terra italica...
Ed eccoci qua. Si spengono le luci e accolti da svariati applausi salgono sul palco i Clan of Xymox. Il capo è innegabilmente Ronny che si impossessa subito del centro dell'attenzione, dividendosela, perlomeno per quanto riguarda il pubblico maschile, con la bella e statuaria
bassista (che, comunque, ride pure). E gli altri? Boh, non si sa. Effettivamente il resto della band è relegata in secondo piano, la scena è tutta per "lui" che ammicca a destra e sinistra come se fosse un giovincello. Scorrono I primi pezzi ed ecco arrivare l'hit,
"A Day". Forse il pezzo più famoso del clan, è stato purtroppo letteralmente distrutto da un equalizzazione che l'ha resa più moscia di un unplugged... Si susseguono molti pezzi dagli ultimi lavori, pancette ballonzolanti qua e la (troppa birra ragazzi!), parrucche varie (dai, non ditemi che quella roba è vera, su...) luci fumi e pochi sbagli (tranne quel povero chitarrista...). Il set coinvolge, non sono dei mostri, ma sono dei professionisti che intrattengono e sanno fare il loro lavoro. Al secondo bis la dura legge delle 22.30 colpisce gli Xymox, costretti a scendere dal palco proprio mentre stavano attaccando con il brano finale. Qui scoppia una semi-sommossa popolare, e "il grande fratello pipistrelluto" (che fantasia contorta, Max!!! N.d.Malex), per rimediare, acconsente di continuare in via del tutto eccezionale. Un po' di impaccio per rimontare gli strumenti, one... two... three... four... "Moscoviet Mosquito" e buonanotte.
Che dire? Il concerto è stato carino, lo spettacolo pure, continuerò a ritenere gli Xymox un gruppo sopravvalutato, ma so che dal vivo sanno suonare. Altra domenica, altro ritorno a casa. In macchina mi ascolterò poi un bootleg dei Misfits, checcidevofare, sono un povero scamorzaro... :-)
P.S.: per la cronaca, dall'anno prossimo non ci sarà più il problema
Foto by Max 13-34
del coprifuoco delle 22.30 per i concerti al Transi, visto che sono previsti nel periodo di chiusura estiva dei lavori d’isolamento acustico. Speriamo bene! [ Recensione a cura di Max 13-34 per Erbadellastrega.it - per le foto ringraziamo Elettrojoy ]
 
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THERE'S NO TOMORROW
DOUBTS
JASMINE & ROSE
LIBERTY
BITTER SWEET
A DAY
LOUISE
I WANT U NOW
THIS WORLD
INNOCENT
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NUMBER ONE
OUT OF THE RAIN
BACK DOOR
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CRAVING
CREATURE
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MUSCOVIET MOSQUITO
 

Dopo il concerto, grazie alla sempre disponibilissima Serena (che nonostante non abbia bisogno di presentazioni, si presenta sempre perché è una persona cortese ed educata), sono riuscito ad entrare nei camerini per scambiare quattro parole con Ronny che si è confermato il Leader assoluto del Clan, come potrete leggere nell’intervista che segue. Ringrazio sentitamente Sabrina e Roberta senza le quali avrei avuto parecchie difficoltà nel porre le domande in quello stanzino. :-)

Quanto è passato dall'ultima volta che suonaste in Italia? Che ricordo conservi di quella serata?
E' stato circa due ani fa, a Roma. Ho uno splendido ricordo della serata, c'era un bell'ambiente e la gente trasmetteva un feeling veramente speciale.

E che impressione hai avuto invece dalla data di stasera a Milano?
Il concerto mi è piaciuto molto, la gente era veramente calorosa, non potevo chiedere di meglio. Il posto poi mi piace parecchio,

molto suggestivo. Gli organizzatori sono stati molto gentili e non ci hanno fatto mancare nulla.
E comunque in Italia si mangia bene, quindi non potrei mai lamentarmi! :-)

So che ieri sera siete stati alla discoteca "Shelter" qui a Milano...
Ehm... si... (sorride)... bella serata... credo... (sorride di nuovo). (Per la cronaca i nostri hanno passato tutta la notte precedente a sbevazzare come cammelli! N.d.R.)

Cosa ne pensi della scena goth attuale? Esiste ancora?
La scena goth secondo me è viva e vegeta. Chiaramente è mutata nel corso degli anni, ma continua a sopravvivere, a differenza di altri trend del passato. La sua forza sta, secondo me, di restare sempre e comunque nell'underground, perlomeno su larga scala. Questo le permette di non venire intaccata da esigenze "esterne" che andrebbero a rovinarne la magia. Considero comunque "goth" un movimento generale, che include sia la darkwave, l’electro e tutti i sottogeneri.

Sei soddisfatto del vostro ultimo lavoro "Notes From The Underground"?
Si, ne sono veramente soddisfatto. Insieme a Creatures è il miglior album che ho composto negli ultimi anni. Per me è molto importante, dato che è tutta farina del mio sacco. Si potrebbe dire che io sono il

cuore e il cervello dei Clan of Xymox... Sicuramente dal vivo la situazione è diversa, perché la band crea una magia particolare che da solo probabilmente non riuscirei a riproporre.

Lo scorso anno all'Eurorock avete avuto dei suoni terrificanti...
Lascia perdere, l'audio faceva veramente schifo!!! Per fortuna ora abbiamo un nuovo mixerista... E' un nostro amico musicista, sa che suono vogliamo e riesce a tirarlo fuori anche nelle condizioni peggiori. E' importante perché per queste cose non sono molto ferrato, fondamentalmente io scrivo e suono, al massimo posso collaborare con lui per degli spunti, ma non sarei in grado di fare il suo lavoro così bene.

Molte persone credono che gli Xymox si siano riformati dopo un periodo di scioglimento... Vuoi chiarire la Situazione?
E' una cazzata! Ho semplicemente deciso di fare altre cose per un po' di tempo, tutto qua. Parecchia gente è influenzata dal solito cliché di "band", basso chitarra batteria ed un leader. E se il leader si ferma un attimo, il gruppo è finito o sciolto. Questo non può essere vero per gli Xymox, dato che IO SONO i Clan of Xymox. Anche volendo, non posso dividermi in 2...


Clicca qui per leggere lo speciale sulla storia dei Clan Of Xymox
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