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Dopo molte buone releases, la doccia fredda. Il singolo apripista “Zero Down”, una canzone di rara bruttezza, aveva acceso tutte le spie d’allarme nel cruscotto della macchina THE AWAKENING. Le spie non si sono spente alla rivelazione di “This Alchemy”(Intervention Arts), il decimo album di inediti in una ventennale carriera, che fa registrare il cedimento compositivo della band. E dire che gli ultimi tre lavori erano stati positivi -da “Razor Burn all’ultimo “Chasm”- riuscendo a far risalire gli Awakening dal periodo nero “Roadside Heretics”/“Darker Than Silence” fino ad oggi, con  l’inaspettato passaggio a vuoto di questo “This Alchemy”, palma di peggior album di sempre del combo. Chitarre elettriche non pervenute, chitarre acustiche ben sviluppate in “Chasm” praticamente assenti, tutto per dar spazio ad elettro-disco-pop music da quattro soldi. Basi elettroniche che si sentivano dentro la peggiore sala giochi anni novanta del lungomare di Fregene (“Bitter Bliss”; “When The Fear Subsides”; “A Victory of Love”), del singolo “Zero Down” ho già parlato mentre “Empty Garden” ed “Into the Machine, Pt. 1 + 2” vanno dirette al periodo “Roadside Heretics”. Ma cosa si salva oltre alla voce? “Shadow Call” è una buona canzone elettro-goth-rock nella tradizione Awakeniana ma starebbe decisamente meglio senza quelle tre note di “tastierine” che compaiono dopo il refrain, altra discreta composizione pop è “All Tomorrow's Saints” con un aura di Diary Of Dreams che la avvolge. L’unica vera traccia che supera di slancio la sufficienza è la semiacustica “Take Me Home”, sorta di grido d’aiuto di Ashton Nyte: chi può lo riporti a casa, in Sud Africa ed al suo primo amore … il gothic rock. Out dal 31 Maggio.

Mr. Moonlight