RECENSIONI DISCHI

INTERPOL - Interpol

Matador 2010

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Quando otto anni fa uscì il disco d'esordio degli Interpol, mi sembrò che in qualche modo fossero loro ad avere in mano l'eredità della New Wave. Era proprio un bel disco “Turn on the bright lights”, ed anche se derivativo aveva tutto il diritto di raccogliere il successo che ha guadagnato. Ero andato anche alla riscoperta dei dischi precedenti, e quella manciata d E.P. era davvero valida. Poi però gli Interpol si sono persi. Hanno dato alle stampe un paio di album ambigui, non brutti, ma che non colpivano dritti nel segno. Si, perchè ne “Antics” ne tantomeno “Our love to admire” mi avevano entusiasmto. Alle mie orecchie risultavano....non brutti, ma privi di quella scintila che aveva fatto del disco d'esordio una piccola perla. Aspettavo dunque curioso questo nuovo lavoro senza titolo. E finalmente ho potuto sciogliere ogni mio dubbio, perplessità ed ansie nei confronti dei Newyorkesi. Ed era così semplice...Gli Interpol hanno finito la benzina. Da un bel pezzo. Hanno la fortuna di avere dalla loro una grossa dosa di mestiere e di maniera, dato che nemmeno questa volta l'album suona "brutto". Ma, per l'ennesima volta, è piatto, senza spessore, piacevole e poco più. Insomma, o i nostri hanno avuto una grande botta di fortuna anni fa riuscendo ad infilare una serie di piccole perle nel debut, o semplicemente poco dopo si sono stancati, stufati, finiti. Gli Interpol di oggi suonano più stanchi e svogliati dei Cure, con la differenza di 20 anni di carriera e qualche decina di capolavori in meno. Non basta mettere in fila una serie di pezzi deprimenti con la voce sciava di Ian Curtis per risultare efficaci e credibili. Peccato. Dopo il deludente ultimo disco degli Editors, ora speriamo che perlomeno gli White Lies riescano a ripetersi, altrmenti è stato tutto un fuoco di paglia. Che a dirla tutta, ha pure scaldato poco.

http://www.interpolnyc.com/

Max1334

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