RECENSIONI DISCHI

CARILLON DEL DOLORE/PETALI DEL CARIGLIONE - Al Nostro Contempo

Contempo/Spittle 2010

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Eviterò di scrivere una recensione inutile, e per una volta, farò un copiaincolla di quanto scritto su queste stesse pagine anni fa in occasione di una retrospettiva della band. Ecco a voi:

CARILLON DEL DOLORE - "Trasfigurazione" [Contempo Records, Mini Lp, 1984]
"Cosa è servito esser vivi così tanto tempo fa?..."
Posare la puntina sul primo solco di questo vinile, a distanza di più di vent'anni dalla sua pubblicazione, rappresenta per me sempre qualcosa di magico, quasi rituale. Perché conosco a memoria tutto. Ogni singolo solco ha per me rappresentato un mondo, un mondo visionario fatto di concretezza elevata all'estasi. E' per questo che ogni volta che partono le note di "Lontano" cado quasi in una specie di catarsi, dove è vietato intromettersi. E' molto difficile rimanere distaccati e professionali quando l'oggetto della descrizione è, ad esempio, "Dolore", ovvero la "nuova" versione di "Pain". Liriche che farebbero impallidire la maggior parte degli pseudo-feticisti sparsi nei club di mezzo mondo, sputate chiare in faccia con l'onnipresente slide di Taballione che crea trame su trame mentre la ritmica, lenta ed ossessiva, fa da sfondo ad una delle ballate più decadenti che siano mai state pubblicate. Dico "una" perché quando a seguire c'è un brano come "Escono il coro e gli attori" non ci sono parole. Ulteriormente esasperata la lentezza, amplificato il lato acido delle chitarre, appesantito il lato lirico, fatto di poche immagini, ovvie forse, ma dannatamente efficaci. Perché in quei momenti, sembra DAVVERO di essere tra quelle "Stanze gelide" con i muri bianchi vagamente scrostati, arredamento sotto l'essenziale, finestre semi-aperte con tende lunghe bianche che si lasciano muovere, freddo, solitudine, vuoto. Punto. Bisogna avere la forza di girare lato. E dal lato bianco, si passa a quello nero. E cambiano le carte in tavola. Perché "Crimine di passione", lenta, prolissa e macabra, ha l'effetto contrario. Dove prima c'erano il calore della sensualità o il dolore dell'assenza, ora c'è la follia omicida, la passione che scavalca la linea sottile del bene e diventa male. Dieci minuti che buttano colore non colore nero sulla tela, tela che non schiarisce nemmeno con "La fiaba", brano che di fiabesco ha ben poco, e che conclude degnamente uno dei lavori più importanti e significativi che siano mai usciti, non solo in Italia. Irripetibile ed irripetuto "Trasfigurazione" rimane un must che ogni appassionato di musica deve avere o perlomeno conoscere. Trascendere da esso è imperdonabile. Un capolavoro immortale, talmente perfetto nella sua imperfezione da risultare tutt'oggi oggetto di culto nonostante le varie imprecisioni di esecuzione e registrazione. Da avere. Esistono due stampe di "Trasfigurazione": la prima ha copertina in bianco e nero, inserto con testi su foglio verde, vinile nero. 1500 copie, mentre la seconda è in vinile trasparente, copertina bianco e viola, limitata a 500 copie.

PETALI DEL CARIGLIONE - "Capitolo IV" [Lp/Mc Contempo Records, 1985]
"Nessuno sa che questo è il suo colpo di coda?..."
Quando, molti anni fa, questo disco mi capitò fra le mani il primo istinto che ho avuto dopo il primo ascolto era di prenderlo e buttarlo dalla finestra. Giuro. Alla fine per collezionismo, amore nei confronti del Carillon, quello che volete, restò nelle mie mani. Ma mentirei se dicessi che lo ascolto. Le imprecisioni delle voci, la scoordinatezza degli strumenti tra di loro... Dio mio, sembrava che ognuno andasse per i fatti suoi (e fortunatamente a distanza di anni ho scoperto anche il perché) e i mixaggi... suoni terribilmente amalgamati, quasi fastidiosi a volte. E dispiace. Dispiace perché le canzoni c'erano, eccome! Ma è possibile che dei provini siano superiori ad un album registrato in studio?! Lasciamo perdere... La nuova versione di "Crimine di passione" è riuscita a metà, molto belle le idee ma male sviluppate. "La Fiamma" poteva essere una geniale mini suite, ma così com'è risulta essere troppo impastata e la maggior parte dei passaggi ed arrangiamenti va perduta, sminuendone il valore. "Sciami di mosche bianche" non è altro che "Crawling over the window" con testo variato ed in italiano. Bellissima tanto quanto l'originale, seppur sottilmente diversa, dimostrava quanto, in fondo, il cuore del Carillon fosse rimasto lo stesso, nonostante la forma. "Anakronos" mi piaceva molto e continua a piacermi, in bilico tra post punk e wave mediterranea, mentre "Della nascita, della differenza" segnava un nuovo punto di partenza a parer mio, e sarebbe stato interessante sentirne gli sviluppi. Per quanto riguarda le restanti tracce, rimangono comunque inferiori alle versioni ascoltate su "Ritratti dal vero", quindi non ho molto da dire a riguardo. "Capitolo IV" è una promessa mancata. Era il lato (si lo so, mi sto ripetendo e sono noioso) psichedelico del Carillon, il giusto proseguo dopo un monumento gotico inarrivabile come "Trasfigurazione": le canzoni c’erano tutte, l'anima del gruppo anche. Purtroppo, come ora sappiamo, le cose andarono storte... ecco perché, come tanti, ho sempre avuto questo rapporto ambivalente con questi solchi. Splendide composizioni. Presentate in maniera inascoltabile. Peccato. Resta il fatto, comunque, che anche a distanza di anni sono canzoni che continuano ad avere un valore artistico notevole, motivo per cui consiglio, se ne trovate una copia, l'acquisto e l'ascolto. Sforzatevi di "ascoltare tra le righe" e potreste rimanere estasiati. Se vi fermerete in superficie, ahimè, le cose si complicano...

Ora, la ristampa della Contempo/Spittle aveva tutte le carte in tavola per essere eccellente, il giusto ed atteso compendio alla raccolta dei demo uscita per In The Night Time qualche anno fa, "...Per Portarti Questo Scrigno". Il booklet infatti è eccellente, con foto inedite, note originali, introduzione ad opera di Tommaso Timperi, estratti dell'intervista tratta da queste stesse pagine... Insomma, una piccola chicca. Le copertine sono state riproposte con assoluta fedeltà, ed anche se nei piani originali l'idea era quella di un box vero e proprio con tanto di poster annesso, il risultato è comunque ottimo. Purtroppo se andiamo alla sezione audio vera e propria, non ci sono dei miglioramenti sostanziali del suono rispetto ai vinili, dato che purtroppo sembra che la Contempo abbia perso i Master, e il passaggio su cd sia stato fatto proprio da copie immacolate dei dischi originali. Questo ovviamente limita non poco la resa sonora dei lavori, ma già il fatto di averli per la prima volta su cd è una conquista ed un piacere. Il vero neo, la svista, il macello...chiamatelo come vi pare...Dov'è "La Fiamma"?!?!?!?! E' segnalata nel booklet, è segnalata sul dischetto, è segnalata sulla copertina... MA MANCA NEL CD! Una svista che ha dell'incredibile, e che ha già creato qualche perplessità. Tommaso Timperi e Paolo Taballione, che hanno contribuito alla realizzazione della ristampa, non ne sanno nulla e sono rimasti stupiti quanto me. Dalla Contempo tutto tace... Che dire, la ristampa è una di quelle cose da avere a prescindere, magari l'errore verrà corretto e la copia che ho in mano (assieme alle prime mille) diventerà un oggetto destinato ai collezionisti...E comunque "La Fiamma" la si può recuperare in altre maniere... Peccato. Per una volta, "Etichetta seria" VS "indie tra amici" 0 a 1.

Max1334

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