RECENSIONI DISCHI

The Flaming Lips - Strobo Trip

Warner Bros./ Lovely Sorts Of Death 2011

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I Flaming Lips hanno fatto degli ottimi primi album, poi hanno trovato la
formula per vestire le loro folli trame musicali con abiti più raffinati, ma lo
squilibrio è sempre rimasto presente.
Credevo che il quadruplo album uscito anni fa, i cui quattro cd andavano
ascoltati contemporaneamente con quattro lettori diversi, rappresentasse l’
apice della loro follia. Fu un’uscita assolutamente singolare (e singolare fu
farselo pubblicare).

Nel 2011 i Flaming Lips mi hanno riconquistato, dando alle stampe un EP
composto di tre brani, uno dei quali della durata di sei ore, riconfermando l’
assoluta stravaganza che contraddistingue questo straordinario gruppo.

Con estrema curiosità e diligenza mi sono messo ad ascoltarlo tutto, una
volta, due volte (e lo ascolto/ascolterò ancora).
Una premessa è doverosa, amo i suoni lunghi, monotoni, ripetitivi, ossessivi.
Ho ascoltato molto Kraut Rock e tutte le sue derivazioni.
‘I Found A Star On The Ground’, il brano dalla durata interminabile, è la
summa di tutto ciò che piace a me. E’ ciò che avrei sempre sognato fare.
‘Lasciamolo andare e lasciamoci andare’ sembrano dire i Flaming Lips,‘non
poniamoci limiti, facciamo ciò che ci va di fare, regaliamoci sei ore di
autentica follia’.
E’ un viaggio interstellare, per la prima ora e mezzo si ha la sensazione di
essere stati lanciati a tutta velocità negli spazi siderali. La corsa rallenta
e si comincia a fluttuare, si osservano le stelle, i pianeti, le galassie.
Delicatamente si ondeggia, piano, con lentezza. Forse non è lo spazio, è il
Paradiso.
Il movimento si riattiva, agile e leggero, poi incalzante. Un mare di luci
tremolanti. Il brano avanza come un esercito caotico, affidato solo alla
potenza della sua massa; vertiginoso e incessante, ma nulla più è tangibile e
materiale; l’immensità, l’infinito, il soprannaturale. Il contatto terreno è
definitivamente perso.
I Flaming Lips concedono all’ascoltatore (e a loro stessi) l’ultima ora per
ritrovarsi e tornare sul Pianeta Terra: il brano si diluisce pian piano in modo
graduale e inarrestabile, come un mare che smette di essere mare, come una foresta che brucia all’orizzonte.

L’EP si apre con ‘Butterfly, How Long It Takes To Die’ e si chiude con ‘Evil
Minds’, brani che incorniciano magistralmente l’opera.

Musicalmente parlando il 2011 è stato, a mio avviso, un anno interessante.
‘Strobo Trip’ è un regalo inaspettato che si distingue ed emerge su tutto,
anche sulle uscite che mi hanno entusiasmato e appassionato. E’ balzato subito al primo posto. E’ l’ennesima bizzarria dei Flaming Lips. Citando David Foster Wallace lo definirei un Infinite Jest, uno scherzo infinito; geniale,
visionario, un esperimento estremo, difficile da consigliare, ma se vi sentite
attratti da questa immensa suite, premete play, iniziate il viaggio e cercate
anche voi la vostra stella per terra.
I Flaming Lips non sono spinti dalla preoccupazione di dover aggiungere al
loro catalogo, ricchissimo e importante, l’album della consacrazione, o un
successo commerciale. L’unica motivazione che leggo ascoltando questo EP è l’ amore per la musica, il desiderio di dare forma a qualsiasi idea, anche alla più insolita e stravagante. Giocare con la musica.
Libertà totale di espressione. Faccio questo perché mi va di farlo.
Mi sento così in sintonia con questo esperimento che lo appoggio in pieno e
gli conferisco il massimo dei voti, convinto che può anche essere del tutto
frainteso e che possa ricevere il minimo dei voti.
L’eccentricità dell’opera è confermata dalla confezione stessa dell’EP, se
siete curiosi, fate una ricerca su internet.

Io la mia stella per terra l’ho trovata e la custodisco gelosamente.

Galati

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