RECENSIONI DISCHI

MY BLOODY VALENTINE - Mbv

2013 (Autoprodotto)

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Se nella mia gioventù ho amato follemente i Loop, i My Bloody Valentie venivano subito dopo. In modo diverso però.I Loop erano freddi e impetuosi, ascoltandoli avvertivo sentimenti di violenza e di ferocia, non espressi in modo limpido, erano presenti in forma nascosta, soffocata. I My Bloody Valentine erano l’esatto opposto, il loro suono traballante e sghembo era caldo e passionale, era incompatibile con il termine ‘ostilità’, evocava cordialità e dolcezza, espresse con furia e placidità in perfetto accordo. Sono profondamente legato a Loveless per l’incontestabile bellezza dei brani e per i ricordi che richiama.Ricordi personali che rievocano un passato felice. Io li ho vissuti così i My Bloody Valentie, per me erano sinonimo di radiosità, di luce, di delizia, di appagamento. Se desideravo suoni cupi e tristi cercavo altrove. Questa singolare relazione tra i suoni sognanti di Kevin Shields & co e i momenti felici del mio passato ha attribuito a Loveless un significato speciale. Posseggo tutti i loro dischi, rigorosamente in vinile, da This Is Your Bloody Valentie in poi. Ma non posso mentire a me stesso, per me i My Bloody Valentine sono Loveless. Only Shallow, To Here Knows When, When You Sleep, Sometimes, sono gioielli preziosissimi, sono la perfezione. MBV è arrivato in un momento molto difficile della mia esistenza. Non ho contribuito a intasare il loro sito la sera del 3 febbraio, non l’ho ascoltato subito. Mi sono avvicinato con calma, e senza trepidazione. Gli ho dato tempo e gli ho permesso di accompagnarmi in un triste viaggio di addio. Se per me i My Bloody Valentine sono Loveless, questo MBV per me è New You. Mi verrà detto che non capisco nulla di musica. Pazienza. New You probabilmente è il brano più debole dell’album, ma gira ininterrottamente nel mio lettore mp3 da questo febbraio. Mi ha fatto compagnia in momenti di totale disperazione; entravo e uscivo da stanze e corridoi di ospedale ascoltando questo brano. Mi ha traghettato verso una nuova vita, meno felice e più severa, e l’ha fatto con delicatezza. Non potrò mai essere obiettivo nei confronti di questo brano e dell’intero disco. Come Loveless, anche MBV ha finito col legarsi intimamente ad un momento della mia esistenza. Ho scelto che fosse lui; per un po’ è stato The Invisibile Way dei Low. Sono perfettamente cosciente del fatto che MBV è un gradino sotto il suo predecessore, che il 1991 è lontano anni luce, che anche loro sono invecchiati e che il loro ritorno sembra coinvolgere più Kevin Shields che il resto del gruppo. Ma tutto ciò non mi sfiora. Per me è tornato ‘quel’ suono, difficile da collocare da qualche parte, allora come oggi. In un’epoca in cui sembra obbligatorio

fruire voracemente e meccanicamente di ogni cosa, mi sento di consigliare di sostare per un po’ da queste parti. Ascoltate She Found Now, Only Tomorrow, Who Sees You, In Another Way, Wonder 2, e ovviamente New You; sono brani che non possono non piacere a chi già in passato si era perso nei labirinti di Loveless. Forse mancherà lo stupore che quell’album aveva suscitato. E quanto a innovazione, qui non ce n’è. Tuttavia perché correggere l’eccellenza, l’inimitabilità? Se si considera MBV unicamente come il seguito di Loveless, una sua appendice, allora ogni delusione sarà fugata. Se si cerca in MBV il futuro, non lo troverete. MBV parte da vette altissime, dalle intuizioni di Loveless, e da lì si dispiega. Usa un linguaggio già noto, creato dai My Bloody Valentine stessi e ripreso infinite volte, nel corso dei decenni, da emuli e seguaci. Oggi i My Bloody Valentie sono qui a dirci «quel suono è nostro, vi regaliamo ancora un po’ di quella magia che tanto vi era piaciuta, ma non chiedeteci di più, non chiedeteci l’impossibile». E io, come allora, mi sono fatto incantare.

Galati

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