RECENSIONI DISCHI

LILITH AND THE SINNERSAINTS - THE BLACK LADY AND THE SINNER SAINTS

alpha south 2008

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Chiunque si chieda chi è Lilith deve fare un atto di penitenza. Chiunque , dopo essersi sentito rispondere in maniera semplice "dai, è la tipa che cantava con i Not Moving!" ancora rimane con lo sguardo disperso (Fulvio Docet), deve fustigarsi ed andare di corsa alla ricerca del materiale di quella band immensa. Chiunque invece appena legge quel nome viene colto da gioia ed emozioni, non può fare a meno di questo album. La Lady in Black ritorna con una manciata di tracce rivoluzionarie, dove per rivoluzionario intendo qualcosa di valido dall'inizio alla fine. In un epoca dove la musica sembra essersi incagliata sull'mp3, sull'ascolto distratto nell'ipod o peggio su myspace, trovarsi tra le mani un album dalla grafica eccezionale con tredici canzoni una più convincente dell'altra...beh, se non è rivoluzionario questo...La sua voce si è raffinata, raggiungendo tonalità basse mai toccate fin'ora, con una profondità ed un calore impeccabili. Sporca come la ventesima sigaretta della serata, ruvida come l'ennesimo shot di vodka, Lilith entra sotto la pelle, si espande, e attanaglia nervi, muscoli, idee ed emozioni per tutta la durata dell'album. Un album senza tempo, senza mode o generi, dove viene riletto il blues, il rock, il garage, grazie anche alla partecipazione di personaggi quali Dome La Muerte e Tony Face (pure loro ex Not Moving, sempre per chi non lo sapesse), Umberto Palazzo e il Santo Niente, Julie’s Haircut ed altri. Ma sopra tutti, la regina è Lei, che con la sua voce dà il ritmo a tutto il disco, con quella classe ed eleganza innata, da sempre invidiata e desiderata da mille sue emule. Un album che sembra una raccolta, tanto è eterogeneo. Eppure non ci sono veri e priopri singoli, si gusta meglio in blocco. E credetemi, dopo il primo ascolto verrete automaticamente spinti a schiacciare il tasto "repeat". Una conferma eccezionale per un artista inarrivabile ed inossidabile. E' grazie a figure come Lilith che l'underground italiano di ieri ma soprattutto di oggi può ancora alzare la testa. Da avere.

Max1334

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