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Dec 13, 2012: Death in June, The Theatre Club, Rozzano, Italy

Dec 13, 2012: Death in June, The Theatre Club, Rozzano, Italy

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Erano dieci anni che non vedevo i Death in June. Mica pochi. Mi ero perso il tour del trentennale, e mi dispiaceva, perchè dopo lo splendido ricordo dello show nel 1999 al Teatro Occupato di Bologna, immortalato anche nel DVD "Live in Italy", le date del 2002 mi lasciarono un pò così, con l'amaro in bocca. Ne scrissi in maniera ironica e sprezzantre su queste stesse pagine
http://www.erbadellastrega.it/letture/deathinjune/
e a rileggere ora quelle righe, dopo lo show milanese di pochi giorni fa, sembra tutto molto diverso. L'Hype della fascinazione nazi nell'ambiente Neofolk è scemato ormai da anni: si sa che ci sono invasati, ma non più che in altre scene. Non se ne parla più. DIJ non deve più "attaccare" o "difendersi". Finalmente Douglas P. può essere se stesso, e fare quello che gli piace, anche solo per il piacere di farlo. Ecco l'impressione che ho avuto giovedì scorso: un uomo che sembra aver trovato un proprio equilibrio, sereno e libero da ogni (auto?) costrizione artistica. Anyway, andiamo con ordine: Passo in stazione centrale a recuperare ZA, e subito la prima sorpresa: nevica! Dato che a fine concerto devo farmi 300 km di autostrada sull'A4, potete immaginare quanto sia stato contento... ma vabbè, alla fine fa totto molto "Peaceful Snow", no? Ok, battutaccia.. Arriviamo al Theatre Club di Rozzano, che non avevo mai visto. E' molto carino, ma mi avevano parlato di un acustica non ottimale. Purtroppo entrambe le cose si sono rivelate veritiere, dato che per tutto il concerto dei DIJ il lato destro del palco era completamente privo di toni medi-alti, se non quando gracchiava. Peccato. .. Per cause tempistiche perdiamo due delle band di apertura, gli Albireon e gli Stardom, ma chi era presente mi racconta di set molto piacevoli e convincenti.  Il tempo di quattro chiacchiere con gli amici di sempre (voi sapete chi siete) e sul palco salgono i Die Weisse Rose. Sono indubbiamente bravi e convincenti, ma non mi hanno mai emozionato su disco, e la performance a Rozzano non mi ha fatto cambiare idea. Molto rigidi e d'impatto, hanno comunque entusiasmato buona parte dei presenti, che indifferenti al solito chiacchiericcio di quelli al bar, hanno seguito e supportato la performance della band che lascia il palco ricoperta di applausi. Il tempo di preparare il palco (ed è lo stesso Douglas che si sistema l'attrezzatura) e le luci si abbassano. Accompagnato dal fido John Murphy alle percussioni (ruolo che aveva appena ricoperto anche nei Die Weisse Rose), Pearce -mimetica, maschera in volto e cappuccio- prende subito possesso dello stage e non c'è storia. La sua figura non ha perso un grammo di magnetismo ed è innegabile che attorno a quell'uomo c'è uno strato di carisma spesso tanto quanto i muri del locale. Il poker iniziale alle percussioni è da cardiopalma, con "We Drive East", "Till The Living Flesh Is Burned", "Death Of A Man" e "Bring In The Night" che si susseguono in un crescendo di intensità unica. E' chiaro che le fiacche performance di dieci anni fa sono solo uno sbiadito ricordo, e che il nostro è qui per regalarci un concerto stellare. Tolta la maschera, imbraccia la chitarra e da lì in poi è un susseguirsi di vecchi successi alternati a brani più recenti, passando da "Hail! The White Grain" a "Fields of Rape", da "Kameradschaft" alla splendida "The Maverick Chamber" dall'ultimo album. E' in forma smagliante il signor Douglas, che dedica "Cathedral Of Tears" a Graham Hawkes, colui che suonò le tastiere nella versione originale e che è venuto a mancare pochi giorni fa. Non si risparmiano siparietti divertenti.. "E' un clima di festa! C'è anche la neve fuori! Quindi, miei cari, potete chiedere le canzoni che volete a Santa Douglas, vi suonerò ciò che desiderate", e partono vere e proprie perle richieste a gran voce dai presenticome "Fall Apart" o "Little Black Angel". Durante "All Pigs Must Die", due membri dei DWR salgono sul palco in mimetica con maschera da porco in un siparietto ironico e divertente (ah, sentire Douglas intonare "porco porco, piggy piggy, porco porco" prima di Ku Ku Ku valeva da solo il prezzo del biglietto!). Fine del set, ritorno sul palco per il bis d'obbligo con una splendida "Heaven Street" ed una "C'est un Rêve" che ha rovinato un pò il tutto. Il fonico evidentemente si era addormentato o aveva problemi, e nonostante vari richiami dal palco, non ha alzato il volume della base. Poco male, i due vecchietti per compensare quella mancanza hanno picchiato sui loro tamburi con ancora più foga. Un ora e tre quarti praticamente perfetti. Dopo il concerto mr. DIJ si è gentilmente (e pazientemente) prestato per foto ed autografi, e non nascondo l'orgoglio di aver ricevuto i suoi sentiti complimenti per un paio di cimeli che gli ho fatto scarabocchiare. Fuori nevica, continuerà per tutta la notte e il viaggio sarà molto più lungo e tortuoso del previsto, ma dire che ne è valsa la pena è poco. Se mai i DIJ dovessero realmente smettere definitivamente di suonare dal vivo, sarei felice che il mio ultimo ricordo sia questo, e non quelle prestazioni scialbe di due lustri fa. Heilige!


Setlist:

We Drive East
Till The Living Flesh Is Burned
Death Of A Man
Bring In The Night
Ku Ku Ku
Smashed To Bits
Rocking Horse Night
Takeyya
Cathedral Of Tears
Peaceful Snow
Life Under Siege
Hail! The White Grain
Wolf Rose
The Maverick Chamber
Good Morning Sun
Fall Apart
Fields Of Rape
Come Before Christ And Murder Love
Torture By Roses
All Pigs Must Die
To Drown A Rose
The Honour Of Silence
Kameradschaft
Leopard Flowers
But What Ends When The Symbols Shatter?
She Said Destroy
Little Black Angel
Of Runes And Men
Rose Clouds Of Holocaust

Heaven Street
C'est un Rêve

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Max1334

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