RECENSIONI LIBRI

Chimenti/Granziera/Bandera/Papa - RUMORI SACRI

End of Kali Yuga Editions, 2011

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E' passato qualche mese ormai dall'uscita di questo libro, dedicato, come recita il sottotitolo, a “quattro protagonisti della musica post-industriale italiana”. Lo presi appena uscito, ma ne scrivo solo adesso qualche riga al riguardo per appuntare qualche riflessione e soprattutto qualche critica a freddo, a dispetto degli striminziti cori di elogi piovuti subito dopo l'uscita sui social network, tristissimo luogo di fredda adulazione. Forse le mie parole saranno inutili per chi ancora non si sia procurato il libro, data l'edizione limitata; francamente non so se al momento sia ancora reperibile.
Piccola premessa: l'attesa per l'uscita del libro e' stata per me abbastanza snervante. Gia' da un anno prima avevo saputo del progetto, avendo avuto vari incontri con Devis per condividere un po' di materiale d'epoca sui R'sB e per capire se si sarebbe riusciti nell'obiettivo finora mai raggiunto, vale a dire farli “parlare” personalmente del loro vecchio progetto. E' stata quindi una tortura anche l'essere in contatto diretto con uno degli autori, ma non poter giustamente leggere nulla in anteprima.
Veniamo al libro. E' una lettura fondamentale: piena di informazioni, aneddoti, date, fatti, foto, testimonianze. Un vero e proprio libro di storia. Scritto pero' da persone che in quegli anni c'erano, o erano in contatto diretto o quasi con i progetti di cui parlano. Non di certo un libro da leggere una volta e riporre in libreria, ma un volume da consultare e studiare a fondo per chi e' veramente appassionato.
Aldo Chimenti cura il primo capitolo dedicato agli Ain Soph. E' il capitolo piu' corposo in termini di pagine: dettagliatissimo nel ripercorrere la storia del gruppo e acuto nell'analisi dei loro dischi. A mio avviso pero' Aldo esagera con la prolissita' soprattutto quando si addentra in questioni esoteriche in modo non superficiale, ma nemmeno approfondito. Ne risultano parti del capitolo fumose e pesanti. Non lo conosco e non conosco le sue conoscenze a riguardo, ma la sensazione che ho provato quando ho letto quelle parti e' quella di una conoscenza di quegli argomenti derivata da nozionismo piu' che da esperienza diretta.
Devis Granziera si occupa del secondo capitolo, dedicato ai Rosemary's Baby. L'obiettivo di cui parlavo poco fa e' stato raggiunto: possiamo ora leggere le dichiarazioni dei membri stessi del gruppo, scovati e contattati per l'occasione. Leggende e mitici racconti che si erano accumulati negli anni sul conto del gruppo e soprattutto dei ragazzi stessi vengono finalmente smentiti. L'aura esoterica e misterica creatasi attorno al progetto viene giustamente ridimensionata e viene ribadita e sottolineata la natura puramente post punk, “artistica” a 360 gradi. Viene confermata la centralita' di Pierre e Stefano come menti e motori del gruppo, ed e' un peccato che le uniche dichiarazioni mancanti siano proprio quelle di Pierre, un gran peccato...ma noi continuiamo a sperare di poter un giorno leggere anche i suoi ricordi. Un inciso: il paragrafo sul field recording del musicista egiziano e' una delle chicche del libro!
Paolo Bandera stende il terzo capitolo dedicato ai Sigillum S, parla quindi del progetto di cui egli stesso fa parte. La cosa potrebbe lasciare perplessi, in realta' la narrazione e' obiettiva e non scade in autoincensamenti inopportuni. Piuttosto la cosa che personalmente non mi piace di questo capitolo e' la scrittura cyberpunk che a mio avviso in un romanzo ci puo' stare, in questo libro no. Troppe sono state le volte in cui, finita una frase, mi sono chiesto cosa volesse dire; e dopo essere tornato indietro, e averla letta, e riletta ancora, sono rimasto con lo stesso interrogativo. Non so se la cosa fosse voluta, ma e' un aspetto per cui vale il classico “de gustibus...”.
Chiude il libro Alessandro Papa, autore del capitolo su Atrax Morgue. Che dire: ci voleva qualcuno, ma qualcuno vicino a Marco quale Alessandro era, che riuscisse a far intuire a chi non lo conosceva chi fosse la persona Marco. Senza soffermarsi troppo didascalicamente sulle singole produzioni, cosa abbastanza insensata come ribadito nel testo, Alessandro traccia un'ottima cronistoria del progetto. Approfondisce il background artistico e umano di Marco (impagabili i paragrafi su Facci e il dottor Foglia!) e chiarisce cosi' il legame con le sue ossessioni.

ZA

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