INTERVISTE

NIGHTBREEZE

Aprile 2010

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Seconda metà degli anni 80.
Un mio grande amico da Chiavenna, Sondrio, legge su Rockerilla che i Wall of Voodoo suoneranno allo Shindy di Bassano. Problema 1: mai visto lo Shindy. Problema 2: sono 300 Km di distanza da casa. Problema 3: non c'è una macchina. Ma la passione è tanta e la voglia di vedere gli artefici di Mexican Radio è enorme. Risultato? Recuperato una moto 125 ed un altro amico (che in due ci si fa compagnia) con una cartina stradale svolazzante sotto braccio il mio amico con il suo compare si fanno i trecento chilometri ed oltre, tra strade secondarie e statali, beccandosi pure una marea di pioggia. Arrivano non si sa come allo Shindy dopo aver chiesto tremila indicazioni, si godono un concerto memorabile, riprendono la moto e tornano indietro. Il manifesto di quella serata è ancora appeso nella casa del Giampi.
Morale? Internet, i Navigatori satellitari e tremila concerti sotto casa sono comodi. Ma poco alla volta stanno uccidendo quello che era il cuore pulsante dietro tutto quello che riguarda la musica: la passione. EDS ha deciso di dare spazio a chi sta dietro tutto quello che riguarda organizzazione concerti e serate. Per dare ai lettori la possibilità di capire quanto sia cambiato il lavoro dietro le quinte, sempre più pieno di aspiranti novelli promoter pronti a tutto pur di farsi notare dalla bellona di turno. E' ora di mettere ordine e dare a Cesare quel che è di Cesare. Cominciamo questo percorso con Emy di Nightbreeze, che da 16 anni organizza serate ed eventi in Veneto. Pro e contro di mezza vita dedicata alla musica. Buona lettura!

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Quando è iniziata la tua esperienza come promotore di serate e concerti?

Nel 1994. Se ricordi, era il periodo dove il Grunge aveva raggiunto il suo apice, poco prima del tracollo. Non esisteva praticamente più una scena "dark", o meglio, la sua fase più Mainstream era scomparsa, e quindi i locali preferivano dedicare le serate ad altri generi. Nel veneto mancava da anni un appuntamento che radunasse gli amanti della New Wave, e allora decisi di rischiare. Cominciai a collaborare con il Vinile di Rosà, che già negli anni '80 aveva ospitato serate e concerti Dark (Confermo, anche i Mephisto Walz suonarono lì nel 1987, n.d.Max1334). All'inizio tentammo la carta della serata in discoteca, poi un pò alla volta inserimmo anche la chicca dei concerti. Humanoid Army, Building 777, Dramma... Piccole realtà che però riscuotevano un certo interesse. Evidentemente sotto la cenere le braci ancora bruciavano...

...Dopodichè vi siete spostati...

Si. Dopo tre anni la scena era come rinata. Ci spostammo all'Interno 20, dove cercammo di fare qualcosa di un pò diverso. Se prima le serate erano più una carrellata di vecchi classici che altro, cercammo di inserire cose nuove e diverse, ispirandoci un pò a quello che succedeva nelle serate a Berlino, New York eccetera. Quindi furono messi in rotazione anche l'industrial, il Power Electronics...così, un pò per gioco un pò per sfizio. E la cosa inaspettatamente funzionò! Suonarono lì gruppi eccellenti, come i Kirlian Camera, Der Blutharsch, Covenant... Tenemmo a battesimo anche i Banthier, che di lì a poco si sarebbero meritatamente fatti un nome nella scena. Nel 2000 l'Interno 20 chiude a causa di alcuni problemi, cosa che ci porta a due mesi di stop. Fortunatamente riceviamo una proposta di collaborazione con il Jam di Mestre. Altri anni di serate e sopratutto concerti, che vedranno artisti di calibro mondiale esibirsi sul palco triangolare del locale. Cinema Strange, Faith And The Muse, Ikon, In The Nursery, And Also The Trees, Sad Lovers And Giants, Essence e molti altri. Quattro anni pieni di soddisfazioni, dove la ricompensa maggiore che ho ricevuto è stata quela di poter conoscere delle persone che reputavo idoli, capendo poi che erano delle persone fantastche a livello umano. Alla fine sono esperienze simili che si ricordano dopo anni, non di certo la gloria effimera di una serata andata bene o il guadagno particolare di una serata.

In quegli anni furono anche organizzati anche i Metamatik festival, eventi che richiamarono un sacco di persone...

Si, nel 2002 organizzammo il primo festival in un capannone a Vicenza, con Suicide Commando, Clan of Xymox, PAL e VNV Nation. Era suddiviso in due serate, la prima solo danzante (con tanto di spettacolo fetish, n.d.Max) e la seconda dedicata ai concerti.

Ammettilo, fu una sfida non da poco, se non una pazzia, dato che a pochi chilometri la stessa sera suonavano nientepopodimeno che i Cure...

Infatti, quando ci siamo resi conto che le cose combaciavano ammetto che per un attimo abbiamo pensato "e adesso?". Invece per nostra fortuna andò tutto benissimo. La scena era rinata all'epoca, c'era molto interesse e la richiesta era davvero ampia. Non era una cosa fuori dal comune fare il pienone in pista con, chessò, This Mortal Coil, cosa che paradossalmente oggi è assolutamente impossibile. Sembra quasi di trovarsi di fronte ad una regressione completa, dove solo i classiconi tirano. So che è sempre stato così, ma ripeto, dal 95 per una decina d'anni si erano creati dei gruppetti di appassionati che, con il loro interesse e la loro partecipazione aiutavano a rendere interessanti e diverse le proposte possibili. Ora sembra non essere più così.

Forse il "troppo" offerto dalla rete ha più di un effetto indesiderato

Forse si. I Social Network ad esempio possono essere un ottimo veicolo pubblicitario, o comunque un metodo di aggregazione. Ma sembra che si stia perdendo il gusto del contatto diverso, del trovarsi a parlare di musica di persona, scambiandosi fisicamente dischi o cd...

concordo. Nello stesso capannone vicentino ricordo di aver visto i Death In June nel 2002. Serata particolare...

Si. C'erano NON, Boyd Rice e Death in June. Il periodo è quello che chiamo coda del movimento Neofolk, e devo ammettere che quella sera alcune cose non filarono propriamente lisce. Rimane comunque il ricordo di una bella performance, una delle ultime dal vivo di Douglas P. prima del suo esilio volontario.

Con il secondo Metamatik nel 2003 inizia la collaborazione con il Totem...

Esattamente. Purtroppo il Jam dovette chiudere, e noi ci trovammo a dover cercare un altro locale che avesse voglia di rischiare supportando le nostre serate e concerti. Eravamo e siamo in ottimi rapporti con i propietari del Totem e la collaborazione venne da se. Il secondo Metamatik festival fu fatto lì. Due giorni di concerti con Dive, Bloody Dead and Sexy, Red Lorry Yellow Lorry, Matt Howen, Tony Wakeford dei Sol Invictus e molti altri. Due serate davvero memorabili che in qualche maniera gettarono i semi per una collaborazione che dura tuttora. Negli anni hanno suonato da noi molte bands internazionali, da Gitane Demone ai Die Form, senza dimenticare formazioni italiane emergenti e non come Kitsune, Avant Garde o Visionary Flowers. Decine di concerti per decine di soddisfazioni, umane  in primis. La nostra fortuna come Night Breeze, è stata quella di aver trovato gestori con le palle, che ovviamente vogliono le entrate ma che non hanno paura di rischiare investendo su proposte che sulla carta non sono certo un terno al lotto. Eppure non è mai mancata la fiducia nei confronti della nostra organizzazione. E a costo di sembrare  presuntuoso, ammetto che il motivo di tanta fiducia è solo ed escluamente nostro, che dopo anni di lavoro abbiamo raggiunto un livello di credibilità ed affidabilità molto alto. Questo perchè non abbiamo mai "tirato pacchi" ne cercato di fregare qualcuno, a partire dalle bands. Credo che chiunque abbia lavorato con noi non possa dire di aver ricevuto un pessimo trattamento, anzi. Sono cose di cui vado fiero. Questo ci ha portato anche a collaborare con la Fucina Controvento di Mestre, di cui amo ricordare il concerto splendido di John Foxx...

Ed arriviamo ad oggi dunque. Cosa è cambiato dal punto di vista organizzativo rispetto ai primi tempi?

Il web. Punto. Fino al 2003 Internet contava poco, non era ancora nelle case di chiunque e quello che davvero aveva peso era il tam tam della gente, più umano rispetto ad un semplice spam di newsletter. Ora sembra che le chiacchiere messe online da gente che non ha nulla di meglio da fare nella vita, nonostante la vacuità dei messaggi, abbiano un peso maggiore rispetto alla credibilità reale e tangibile delle persone. C'è una totale mancanza di ricerca personale, tutto sembra dovuto. E subito. E credimi, l'avvento di Internet è stato si fonte di cambiamenti radicali, ma non sempre per i motivi che si credono positivi...

Siamo seduti al bar prima del concerto dei Levinhurst al Vinile di Rosà, Bassano. Cosa vedi nel futuro di Nightbreeze?

Prima di tutto tengo a sottolineare che far suonare i Levinhurst qui per me è un pò come dire grazie ai gestori del primo locale che mi diede fiducia sedici anni fa. Ho imparato che non bisogna mai dimenticarsi da dove si viene perchè è da lì che si mettono le basi per il futuro. Sinceramente credo che Nightbreeze per un pò starà ferma. Almeno per qualche mese. I motivi sono vari e sinceramente la prima cosa che mi viene in mente è che mi sento un pesce fuor d'acqua. Davvero. Ormai tutti fanno, disfano, organizzano, ma non mi ritrovo in questo neonato trend. Il mio obiettivo è sempre stato quello di trasmettere una passione, creare interesse, non quello di vendere un prodotto. I miei traguardi erano il creare dei punti di ritrovo dove conoscersi, parlare di musica, scambiarsi informazioni, socializzare...oggi mi sembra che l'ambiente sia diventato...non so...malsano, ecco. Probabilmente è diventato così per emulazione, nel senso "quella situazione funziona? Perfetto, ricopiamola e facciamoci dei soldi". Sia chiaro, non sto piangendo il morto e non sto dicendo che in sedici anni di attività non siano capitate serate in attivo, ci mancherebbe, ma non è questo il punto. Nella mia attività guardavo sempre avanti, ed ogni gradino era un passo in più per costruire una solidità per il futuro. Come ti dicevo prima, credibilità ed affidabilità sono sempre stati obiettivi fondamentali del nostro lavoro. Ero convinto del progetto che stavamo portando avanti, e dopo anni di serate e concerti quello che mi rimane sono delle splendide emozioni ed un bagaglio d'esperienza notevole. Ora però mi sento isolato, nel senso che attorno a Nightbreeze vedo situazioni che poco hanno a che vedere con il mio modo di intendere la scena. L'ambiente è diventato una specie di rifugio per persone prive di identità proprie che con facilità si ritrovano ad avere un look e dei luoghi comuni alla quale rifarsi senza troppa fatica.

Rifiuti da discoteca che cercano asilo altrove per rimorchiare e sentirsi qualcuno?

Esattamente. Gente frustrata che invece di crearsi una propria vita, esistenza, immagine, preferisce adagiarsi a modelli preconfezionati. In questo, nonostante sia una sottocultura, non c'è molta differenza rispetto ai ragazzi che prendono tronisti e veline come esempi di vita esteriore e non. Inoltre mi trovo in mezzo ad una situazione assurda, dove anche fare le proprie cose espone a situazioni paradossale. Una guerra tra poveri fatta di faide create ad arte per portare via gente alle serate. Il tutto solo ed esclusivamente per soldi. Se ognuno collaborasse davvero alla scena, tutti avrebbero situazioni positive, mentre invece questo continuo battibeccare su tutto porta inevitabilmente ad un appiattimento generale.

Eppure sembra un fiorire continuo di DJ e personaggi importanti da tutte le parti...

Si, se dai credito a voci e proclami strombazzati a destra e sinistra si. il problema vero è che siamo sommersi da finti DJ, che non hanno un disco, che vanno avanti a cd masterizzati con brani presi ad arte da playlist preesistenti, cosa che unita al crescente disinteresse per ciò che davvero conta, moltiplica a dismisura le scenette comiche che talvolta si presentavano anni fa. Roba tipo "24 hours" in sottofondo e il dark di turno che chiede al dj "ma sono i Cure?". Una volta si rideva, ora purtroppo è la norma. Per questo credo sia giusto fermarsi per un pò. Se davvero come associazione facciamo schifo, come molte, troppe volte ho sentito dire, vorrà dire che lo schifo finirà. Vedremo. Non mi è mai interessata la gloria personale. Preferisco che la gente sia soddisfatta ed abbia un bel ricordo di noi. Voglio vedere fino a che punto questo meccanismo continuerà a girare. Perchè, e lo dico senza falsa modestia anche a costo di risultare presuntuoso, sono convinto che abbiamo raccolto molto meno rispetto a ciò che abbiamo seminato colpa anche di parassiti che si sono nutriti alle nostre spalle. Ridicolo.

Per chiudere, che ne pensi di quelli che, superati gli "enta", rinnegano le loro passioni precedenti? Roba tipo "ma ancora vai ai concerti? ma dai...noo, io ora sono adulto..."


Penso che siano persone deboli. Cambiare è normale, si cresce, si matura, ma se le passioni sono vere e profonde, è impossibile rinnegarle. Ovvio che la vita porta altre priorità, ma rinnegare ciò che siamo stati è come rinnegare se stessi. Semplicemente patetico.

Max1334

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