INTERVISTE

MONOSONIK

Marzo 2011

Indietro

Corrado Altieri speaks...

===========

prima di tutto, volete raccontare ai lettori di EDS come nasce e come si sviluppa il progetto monosonik? Un pò di storia insomma...

Il progetto Monosonik nasce nel 2007  . Successivamente la line-up si è allargata con l'ingresso di Alessandro Cemolin, responsabile dei visuals in tutte le esibizioni live. Il progetto si è sviluppato con l'intento di creare delle linee di congiunzione tra certe sonorità tipiche della scuola industriale e le sperimentazioni che caratterizzano la micro-elettronica di inizio millennio, cercando di dare massima importanza all'aspetto ritmico ed alle contaminazioni stilistiche. Nel 2008 abbiamo pubblicato il nostro primo album per Sottomondo Edizioni, "42-728 Hours", ricevendo un'accoglienza davvero positiva da parte della stampa specializzata, mentre nel 2010 è uscito "Two", esclusivamente in web-edition per Laverna.Net Label. "Mechanical Fluxus" (Ticonzero, 2011) è la nostra ultima produzione. 
 
Tutti provenite da esperienze musicali storiche nel loro genere. Quant'è difficile far stare diverse teste sotto lo stesso tetto?

 Il mio, con TH26, è stato un percorso in aree electro-industrial e credo che quanto realizzato in passato parli abbastanza chiaro, sopratutto per le collaborazioni con T.A.C., Simon Balestrazzi, Maurizio Bianchi, Limbo ed altri. Con Giorgio ci siamo trovati subito in sintonia, anche perchè abbiamo avuto sempre a che fare con scenari non proprio di matrice electro-pop (!!!). Forse hai ragione tu, è sicuramente difficile convivere sotto lo stesso tetto...ma anche molto stimolante. Considera poi che non potrà mai esistere possibilità di litigio in sala prove : io vivo a Cagliari, Giorgio a Treviso e Alessandro a Berlino.
 
tre uscite per tre label diverse.... inusuale direi...come mai?

Aver pubblicato per tre etichette diverse è stato semplicemente un caso. Per dirla tutta, si è trattato di rapporti nati da conoscenze personali e stima reciproca. Ticonzero, per esempio, aveva apprezzato il nostro lavoro in quanto è la label collegata al Signal Festival, un importante evento dedicato alle sonorità sperimentali e d'avanguardia che ha visto una nostra partecipazione live nel 2009. 
 
Da dove nasce il desiderio di far remixare alcuni vostri brani per "Mechanical Fluxus"? E' più curiosità la vostra ("vediamo cosa tira fuori...") o più voglia di condividere la
musica con persone che stimate e rispettate?

Con "Mechanical Fluxus" abbiamo voluto accentuare gli aspetti di contaminazione nel nostro suono, senza limitazioni stilistiche di nessun tipo, ed il modo migliore per farlo è stato quello di creare una track-list che alternasse composizioni originali a brani del disco precedente rimodellate per l'occasione da diversi nomi della scena elettronica-sperimentale italiana. Ovviamente, è stata una grande soddisfazione collaborare con artisti che apprezziamo e seguiamo da sempre per il loro lavoro e la loro produzione.
 
Non so se è giusto catalogare la vostra musica, ma prendo ad esempio due scene che in qualche modo sento vicine a voi, ovvero l'elettronica e l'industrial. Due
movimenti da sempre underground, perlomeno nelle loro derive più anticonformiste. Qual'è secondo voi la forza che permette a movimenti così di nicchia di restare comunque attivi, vivi e vegeti nell'underground?

Credo che l'importanza di quanto fatto a livello sonoro e concettuale da Throbbing Gristle e Cabaret Voltaire sia ancora oggi indiscutibile : il suono elettronico di impronta industrial continua a resistere bene al tempo e ad influenzare in maniera forte anche il panorama contemporaneo. E' vero, si tratta pur sempre di una scena sotterranea, ma sicuramente sempre ricca di fermento e creatività, poco legata a fenomeni di "moda" e difficilmente inquadrabile in un unico genere. L'underground sperimentale italiano, poi, ha sempre avuto moltissimi riconoscimenti all'estero : pensa a Maurizio Bianchi, T.A.C., Sigillum S, Pankow, Tasaday, o ai vari progetti power-electronics operativi tra gli anni ottanta e novanta.       
 
I vostri suoni sono il matrimonio perfetto tra old school e futur, laptop che si affiancano a registratori a cassette e synth... C'è una parte predominante o lasciate che sia
la musica a scegliere per voi?

L'utilizzo congiunto di laptop e macchine analogiche e digitali è sempre stato una costante in Monosonik, ma non c'è assolutamente un aspetto predominante in tutto questo, come non è mai esisistito un unico metodo compositivo. Dal vivo cerchiamo di costruire un suono molto "fisico" e tutto questo grazie anche a tessiture create in tempo reale da campionatore, moduli ritmici e nastri rigorosamente filtrati.

Con chi vi piacerebbe collaborare in futuro e perchè. Sia nel concreto, sia nei sogni (tutti ne abbiamo, credo)

A me piacerebbe molto una "rilettura" del repertorio Monosonik da parte di Zeitkratzer, quindi solo a base di strumentazione acustica (prevalentemente archi), come è stato fatto recentemente per Whitehouse, John Duncan, Alva Noto ed altri. Un sogno potrebbe essere realizzare una colonna sonora per David Lynch...non male, vero?

per descrivere con una sola parla il concetto "Monosonik", che termine usereste?

Ipnosi.
 
prossime mosse? progetti? sogni nel cassetto?

Suonare più spesso dal vivo, anche all'estero. Inizialmente, pensavamo che il progetto fosse più un discorso da studio ed eravamo interessati maggiormente alle produzioni. Durante gli ultimi concerti fatti, uno dei quali a Berlino lo scorso novembre, ci siamo resi conto che certi aspetti del nostro suono vengono fuori sicuramente meglio in una dimensione live. Con l'elettronica non capita spesso.

Max1334

Copyrigth @2007 - 2024 By Erba della Strega