INTERVISTE

Interferenze

gennaio 2012

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Torniamo agli Interferenze che ci presentano il loro nuovo lavoro

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Come nasce il vostro nome Interferenze?
L'interferenza in sostanza è disturbo, rottura di equilibrio e schemi. Questo
è quello che vuole essere la nostra proposta musicale all'interno del panorama musicale, a nostro gusto troppo schiavo di schemi e convenzioni e diffidente nei confronti delle sperimentazioni. Volevamo un nome che fosse simbolico ed esplicativo di quella che sarebbe stata la nostra attitudine.

La vostra uscita è l'inizio di una triologia. Qual è il concetto che sta alla base di questa triologia?

Mentre publicavamo il nostro precedente album "v1.2" eravamo già all'opera su
nuovo materiale, tanto che nel giro di un anno e mezzo abbiamo messo in cantiere più di  30 pezzi. Quando si è trattato di decidere quali sarebbero dovuti andare a comporre il nuovo disco ci siamo accorti che nel loro insieme questi brani rappresentavano un vero e proprio viaggio attraverso tutto il nostro universo musicale. A quel punto abbiamo deciso di pubblicarli tutti, dedicando loro una Trilogia: un capitolo per ogni aspetto del nostro modo di fare musica. "Green Fragments" è l'episodio in cui mostriamo il nostro lato più oscuro, malinconico, intimo. Naturalmente non vi sveleremo adesso a cosa saranno dedicati il prossimi due appuntamenti….
 
Siete stati "rinchiusi" presso "La Fucina Studio" per tutto il 2011.
Avete, quindi, già concepito tutta la triologia o vi siete fermati solo a "Green Fragments"?

Abbiamo terminato la lavorazione del disco a Gennaio, ma contemporaneamente
non abbiamo perso la visione d'insieme del lavoro. Avere uno studio di ottima qualità a nostra totale disposizione ci permette di affinare costantemente il nostro sound. Le basi per l'intero lavoro sono già state fissate, e proprio in questi giorni stiamo lavorando ad affinare il secondo capitolo della trilogia. 
 
Come mai avete deciso per questo titolo, "Green Fragments"per l'appunto?

Scrivere questi pezzi  e poi pensare di raccoglierli in tre dischi separati è
stato come imprimere la propria immagine su uno specchio e poi farlo esplodere in tanti frammenti. Il verde ci sembrava il colore più adatto a rappresentare l'atmosfera che si respira nei 7 brani che compongono questo primo capitolo. È una bellissima sfida, estremamente stimolante e creativa. La trilogia è un po' un lavoro di tesi, antitesi e sintesi. Il modo ideale per mostrare l'unità attraverso i frammenti sparsi.
 
Il vostro stile è molto particolare. Diciamo che ricopre un ampio spettro
musicale: dal synth pop all'electro sino a sfociare in certi casi nel cyber goth. Eppure i vostri pezzi risultano sempre mitigati da una chitarra classica, un pianoforte, una melodia più tranquilla, facendo nascere, così uno stile del tutto particolare. Come ci siete riusciti?

Ci rendiamo conto di essere difficilmente etichettabili e questo manda in
crisi tutti quelli che ci devono recensire. E ciò non ci dispiace affatto. Sin da quando è nato INTERFERENZE abbiamo sempre avuto le idee molto chiare sul sound che volevamo ottenere. Ci sono voluti degli anni per affinarlo e raggiungere l'obbiettivo. Tuttavia ci  riteniamo in continua evoluzione. Ci piace sperimentare e aprirci a nuove sonorità.

Avete avuto un grande riscontro da parte di pubblico e critica. Quanto è stato gratificante per il vostro lavoro?

E' la cosa più bella, vedere le persone che ci scrivono e che magari si erano avvicinati a noi con il vecchio lavoro e comunque si ricordano di noi e rinnovano la fiducia e l'apprezzamento per la nostra musica. Siamo nell'undergorund musicale e quindi riuscire a ritagliarsi una piccola fetta di pubblico e di consenso è uno dei risultati più sorprendenti e che ci stimola a tenere alta la tensione e la voglia di esplorare la musica.
 
Proponete un genere che non è molto diffuso in Italia. Questo modo di
mitigare le canzoni è anche un metodo per far apprezzare meglio i vostri sforzi musicali?

Proponiamo la nostra musica indipendentemente dalla questione dei confini geografici. Il modo migliore è quello più semplice: ascoltare la nostra musica. Certo, se qualcuno si avvicina a noi con la volontà di sentire qualcosa di unidirezionale potrebbe rimanere deluso, ma siamo profondamente convinti che la nostra proposta sia valida e possa reggere il confronto del tempo, proprio perchè non abbiamo mai seguito quello che era il trend del momento, ma lavoriamo sempre nel nostro mondo, pur con le orecchie aperte a ciò che ci circonda.
 
Da chi prendete spunto per le vostre composizioni?In poche parole chi sono
i vostri idoli musicali?

Le nostre composizioni hanno un flusso spontaneo, non abbiamo mai pensato di ispirarci ossessivamente a qualcuno. Abbiamo un background musicale piuttosto variegato, anche per questo è spesso difficile collocarci in una categoria. Le nostre radici sono nella new wave, nel dark, ma anche nel rock, nell'elettronica più esasperata ed in tutte quelle forme musicali che si presentano come figli illigettimi di generi opposti. Se dobbiamo fare dei nomi possiamo dire The Cure, Nine Inch Nails, David Bowie, Brian Eno, Duran Duran, Gary Numan e Depeche Mode, insomma tutta quella musica con cui ci siamo formati e che ci ha spinto a fare a nostra volta musica.
 
Rispetto agli albums precedenti, "Triology: Green Fragments" risulta un pò
più tranquillo. Fa parte delle scelte decisionali della triologia o è stato solo un caso?

Torniamo un po' a quello che dicevamo nella prima risposta… Nel corso dell'ultimo anno e mezzo abbiamo composto tantissimo materiale vario che non volevamo che fosse sacrificato per un solo album. Abbiamo deciso di introdurre questa trilogia proprio con quelle atmosfere più "tranquille", anche se lo sono sempre molto relativamente, in maniera da accompagnare per mano l'ascoltatore attraverso questo percorso. Ovviamente il prossimo capitolo avrà una atmosfera completamente diversa, pur mantenendo quelle che sono le nostre caratteristiche e le nostre impronte musicali.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Sicuramente provare a suonare dal vivo, nonostante le difficoltà per chi non presenta un repertorio di cover. È sempre fondamentale riuscire a confrontarci con il pubblico, soprattutto in questo momento in cui sembra che sia sempre più difficile per il pubblico avere l'opportunità di assaggiare qualcosa di realmente diverso.

le ultime sono per voi

Innanzi tutto grazie per lo spazio che ci concedete ogni volta. E' anche grazie a persone come voi che ancora è possibile avere un minimo di visibilità nella scena italiana. Detta doverosamente questa cosa, l'unica cosa che ci sentiamo di dire è quella di non lasciarsi sopraffare dalla pigrizia intellettuale e di provare a dare una possibilità a questo disco perchè è assolutamente un viaggio da fare e non ve ne pentirete. Quindi ci rivolgiamo a te, che in questo momento stai leggendo queste righe, fai uno sforzo ed entra in interferenze.bandcamp.com. Ascolta, lasciati trasportare ed alza il volume!

Cherry

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