INTERVISTE

LILITH & TONYFACE

Luglio 2008

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Di rado capita incontrare due persone che, pur avendo alle spalle un passato mitizzato (Not Moving su tutti) , non si vergognino ne di parlare di esso ne di guardare al futuro, con l'umiltà e la perseveranza che contraddistingue gli artisti veri dai pupazzi. Antonio "Tonyface" Baciocchi e Lilith mi hanno gentilmente concesso parecchio del loro tempo, tra mail, telefonate, rinvii, chiacchiere e buona musica. Ecco qui per voi quello che ci siamo detti...Buona lettura!

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Mettiamo che qualcuno assolutamente ignaro della vosta esistenza   artistica stia leggendo questa intervista e sia incuriosito. E mettiamo che, come (purtroppo) spesso accade, abbia paura   dell'acquisto a scatola chiusa e voglia farsi un idea generale.   Consigliategli dieci brani ognuno che secondo voi possano rappresentare al meglio le vostre carriere, motivando ovviamente le   scelte...

Lilith: dai Not Moving "Goin down" (da Black & wild del 1985) , la cover degli Stones "Cocksucker blues" da "Sinnermen" del 1986, tutto "Jesus loves his children" del 1987. Della mia carriera solista tutto l'ep "Hello I love me" , parecchie da "Lady sings love songs" il primo album del 1992, in particolare la versione di "Venus in furs" dei Velvet U. da allora e tuttora sempre in scaletta, la versione di "Hommage a Violette Noizieres" degli Area Dal nuovo album "Hammer ring" , "Autumn leaves" e "Core of the time"
Tony: io ho suonato in un ventina di gruppi e la scelta è ardua. Prenderei qualcosa di hardcore dai Chelsea Hotel, un po' di Not Moving, parecchie cose dalla carriera solista di Lilith,
un paio di brani del Link Quartet, uno degli Hermits e pure uno degli Statuto che ho prodotto parecchie volte. Infine la versione di "Hey bulldog" dei Beatles che ho appena pubblicato su 45 con la Tony Face Big Roll Band Dal nuovo album di Lilith & the Sinnersaints "Secret rendez vous" composta da Tav Falco.

Tony, perchè un  libro? Com'è nato il tutto?

Per dare una testimonianza diretta e il meno possibile romanzata, artefatta e soprattutto nostalgica  di quello che furono gli anni 80, visti con gli occhi di chi veniva dalla provincia profonda e anonima. Lontano dalla metropoli e con il privilegio di averli vissuti molto spesso su un palco. Cercando di condire il tutto con l'ironia che c'è sempre stata anche nei momenti più "antagonisti"

Lilith, il tuo album straripa di ospiti. E' stata una scelta a   tavolino oppure è una situazione creatasi a lavoro iniziato? Quali   sono stati gli stimoli ed i limiti del collaborare con così tante   persone diverse tra loro?

L'albun è nato chiedendo a più persone, alcune amiche, altre stimate anche se mai incontrate, altre ancora recuperate dalla nostra memoria da antichi incontri. A  tutti è stato chiesto di proporci un brano secondo loro adatto alla mia voce e alla mia sensibilità artistica. E in tutti i casi il risultato è stato stupefacente e di estremo stimolo a cimentarmi con una materia del tutto nuova a cui non avevo contribuito a livello compositivo. Qualche problema è sorto a lavoro finito quando , in certi casi, l'intervento dei musicisti avrebbe voluto essere più incisivo e partecipe (mixaggio, arrangiamenti , suoni).

Lilith, in un epoca in cui la musica tende a girare prevalentemente in formato digitale, te ne esci con un album la cui   grafica è curata nei minimi dettagli...

Apparteniamo ad un'epoca che sembra ormai antica in cui il disco non era solo il prodotto fruible ma era una confezione da tenere tra le mani, da studiare, leggere , scoprire, osservare intanto che ascoltavi la musica. Non a caso il nostro CD è pieno di piccoli segreti grafici nascosti tra le pagine del booklet e la copertina

Che mi dite delle vostre esperienze dal vivo attuali? Che   differenze trovate con le situazioni che avete vissuto agli esordi?   E' cambiato molto il modo di porsi da parte di bands e   organizzatori o le cose a grandi linee sono le stesse?

Ora è tutto più veloce (myspace, web etc), chiunque ha la possibilità di fare un disco, un'etichetta, ognuno può avere il quarto d'ora di gloria, ci sono possibilità
infinite rispetto a quando siamo partiti o semplicemente solo a fino 10 anni fa. Si è però definitivamente perso il senso di appartenenza ad una scena, cosiddetta underground, allo stesso tempo il tutto si è frantumato in mille piccoli ghetti musicali il più delle volte modaioli  e poco comunicanti tra loro.

Mettiamo che avete tra le mani una sfera di cristallo. Come vedete   la musica fra trent'anni?

Lilith : Io vorrei tanghi, ballate blues e cabaret
Tony: credo che la musica si sia fermata da tempo e continui semplicemente a riproporsi a cicli, autocitandosi continuamente. Non mi dispiace nè mi preoccupa, ma l'impressione è che
difficilmente potremo ascoltare qualcosa di veramente nuovo in futuro
Lilith: chissenefrega del nuovo. Le cose che prova una persona sono sempre le stesse. Io voglio una musica che mi accompagni nella gioia , nel dolore, nella tristezza, adesso come tra 30 anni e poco importa se è sempre la stessa.

Allo stesso modo, quanto è cambiata la stessa (sia come generi,   sia come attitudini, organizzazioni, stimoli, desideri,   aspettative...) negli ultimi 30?

L'avvento del web ha stravolto tutto e cambiato il tutto a livello organizzativo e logistico. Però non dimentichiamo che dietro ad ogni musica ci sono sempre delle persone che la suonano
Sia che vada sul web o su un vinile che scricchiola, si parte sempre da due mani o da una voce.

Sempre con la sfera magica accesa, cosa vedete nel vostro futuro?

Un disco di Robert Johnson o uno degli Stones in sottofondo. Non sarebbe male rifare tutto "Their satanic majesties requests" degli Stones

Un caro amico (oilà Roby!!) quando frequentava i primi anni delle superiori era   solito registrare cassette ai compagni di classe. La prima che dava ad ognuno conteneva SinnerMen dei Not Moving su un lato, mentre sull'altro la scelta poteva variare tra Fade Out dei Loop o Gloria  Mundi degli Underground Life. Che ne pensate dell'accostamento?

Lilith: A quei tempi essere un artista undeground accomunava tutti i musicisti e gli ascoltatori indipendentemente dal genere. Mettere vicino Cramps e Joy Division, Sex Pistols e
Cabaret Voltaire non era così strano, anzi...Per lostesso motivo non trovo minimamente strano accostare nel mio nuovo disco un brano del bassista degli Stranglers ad uno di Gabriella Ferri

Allora, sei un ragazzino, apri la serata ai Clash, a   Johnny Thunders...che effetto faceva? e che effetto fa ripensarci   ora, data la mitizzazione di quei personaggi e di quegli anni?

Per noi Clash e J.Thunders erano in qualche modo "colleghi" o fratelli che condividevano con noi la stessa strada. Una cosa molto naturale. E' stato il tempo che ha mitizzato il tutto, in Italia perfino noi stessi.

Curiosità...quali negozi di dischi frequentavate in quegli anni?

Lilith: Alphaville a Piacenza perchè era l'unico che se non avevi il giradischi con poche migliaia di lire ti registrava il tutto su cassetta
Tony: Io per trovare il disco che volevo ero disposto a farmi km e km in treno. Un sapore incomprensibile per chi è abituato a scaricare il tutto da internet in pochi minuti (e gratis...)

Chi vi ha introdotti alla musica? comè scattata la scintilla   dentro di voi?

Lilith: non si può spiegare, era nell'aria.
Tony: io ho incominciato ad ascoltare un po 'di rock come Beatles, Stones, Who, Deep Puprple, Lou Reed. Poi arrivò il punk  e non ci fu bisogno di capire niente. In quei dischi c'era tutto quello che nessuno poteva spiegarmi e dirmi

Avete suonato più volte all'estero. Che ricordi vi restano di   quelle esperienze?

Lilith: ricordi piacevoli perchè era sempre una grande festa Soprattutto incontravi gente attenta, diversa, complice la comunicazione spesso difficoltosa tra lingue diverse non totalmente conosciute
Tony: andare all'estero vent'anni fa era ancora un' impresa. Significava passare frontiere , controlli, scontrarsi con culture ancora molto lontane (provate a pensare ad attraversare la Germania Est nel 1984 vestiti in quel modo), scoprire letteralmente altri mondi con cui eri in contatto al  massimo via lettera. Molto eccitante

Una domanda cattivella...che ne pensate di Songs of myself, che   tra l'altro vedeva la partecipazione di parecchie bands italiane...

Lilith: un lavoro ben fatto ma ormai non volevo più sentire parlare di Not Moving
Tony: quel disco lo incominciammo insieme ma durante la lavorazione il gruppo si separò. I "nuovi Not Moving" rifecero poi il tutto e fu un'esperienza molto particolare ascoltare poi un disco che usciva con quel nome.

Qual'è stato il motivo della scissione dei Not Moving negli anni   '80? e qual'è stata, allo stesso modo, la scintilla che vi ha fatto riunire per tornare on the road qualche anno fa?

Lilith: sangue, sudore e lacrime nel primo caso. Sudore e vent'anni di più nel secondo
Tony: Sangue nel primo caso. La reunion è stato un modo per soddisfare la nostra curiosità di ricimentarci con quei suoni e quella materia. Direi che l'esperimento è riuscito, non ci siamo mai picchiati nè insultati, anzi, siamo andati d'amore e d'accordo e pertanto abbiamo smesso in tempo prima che....

Cosa resta dentro di voi dell'esperienza Not Moving? Ve lo chiedo   perchè molti artisti rinnegano il loro passato...

Lilith: I Not Moving sono durati dai miei 16 ai 24 anni. Hanno accompagnato la parte più formativa della mia vita, l'epoca delle scoperte, in cui ti credi padrone del mondo solo perchè esisti. E suonare in una band di rock n roll ti assicuro che dà un certo brivido. Tutto quello che è venuto dopo è stato improntato alla saggezza come base di partenza
Tony: Sono stati una missione, una religione a cui dedicare la mia post adolescenza e da cui in qualche modo non sono più uscito completamente. Nessun rimpianto, solo una grande riconoscenza per quell'esperienza.

Lilith, sei stata una delle prime cantanti "fuori dal mucchio" in   Italia, eppure a mio parere meritavi molto di più di un seguito di   culto. Molte persone al tuo posto si sarebbero sentite frustrate ed   avrebbero mollato, ma tu continui e sforni lavori ottimi

Lilith: grazie ma io mi sento frustrata da non ottenere quello che vorrei, ma da lì cerco di spiccare il volo. Il motivo che mi spinge ad andare avanti...non lo so. Da qualche parte arriverò, ne sono certa. Alla fine se pensi ai musicisti Blues, la quasi totalità di loro è diventata qualcuno solo dopo essere morta, o comunque in età da pensione...chissà...spero prima, comunque.

Tony, so che la musica suonata non è che una parte della tua   vita...vuoi parlarci dei tuoi molteplici progetti, passati e presenti?

Ho infatti lavorato nell'ambito musicale in mille altri sentieri, dalla produzione discografica, ad un ostudio di registrazione, dj, giornalismo musicale spicciolo etc etc Continuo a lavorare in questo ambito e spero di continuare a farlo anche perchè è la cosa che mi viene meglio (forse...)

Con chi hai lavorato? E quali sono state le esperienze che ricordi  con più soddisfazione? Oltre a quelle da cancellare, ovviamente...

Ho avuto per anni uno studio di registrazione e un'etichetta discografica (le cui principali produzioni, oltre ai dischi di  Lilith sono stati Statuto e Vallanzaska) Ma ho lavorato anche con le grandi multinazionali della discografia come Sony, EMI, Ricordi, perfino con la Cecchi Gori music E poi RAI, Mediaset etc. Non ho nulla da cancellare, ricordo tutto con molto piacere

Lilith, stai già lavorando al prossimo album o hai in mente di  fare una serie di date per quello attuale? Chi verrà con te in tour?

Al momento non ci sono particolari idee per un  prossimo album. A dir la verità non so neanche se ci sarà un prossimo album. Stiamo suonando per promuovere questo lavoro  e con me oltre a Tony alla batteria ci sono Massimo Vercesi alla chitarra e basso (da sempre al mio fianco nella produzione solista) e Luigi Betty Blue Milani alla chitarra e basso (amico di lunga data e nei Not Moving nell'ultimo anno di vita)

Tony, in seguito alla realizzazione del libro, non ti è venuta  voglia di editare una specie di documentario in video? sono  convinto che la cosa sarebbe difficile, ma non impossibile e ne  verrebbe fuori un ottimo prodotto...

Avevo già fatto un video sui Not Moving, allegato a "Live in the 80's" e il mondo della "cinematografia" mi interessa molto (avevo fatto anche un documentario sul tour che facemmo con il Link Quartet in USA nel 2002 e fu trasmesso un po 'in giro). E' un'idea interessante (che già sta realizzando qualcuno e a cui parteciperò come "testimone") e che i nqualche modo è già stata sperimentata con il documentario "mamma dammi la benza" di Angelo Rastelli , sugli albori del punk. Può darsi che prima o poi qualcosa faccia anch'io con i protagonisti del libro....

Curiosità: Che mi dite dell'esperienza live (il 6 luglio a Pisa) con Siouxsie e Cristina Donà?

Tony : Siouxsie? voce poca...non mi è è piaciuta. ne a livello sonoro ne vocale. Ottima presenza, ma tutto qui. La Donà...una brava professionista con una band eccezionale al seguito.
Lilith : Siouxsie era uno dei miei idoli da ragazzina e come donna è stata eccezionale, ha avuto molto coraggio nel rimettersi in gioco da sola. Ha alle spalle un ottima macchina promozionale e di certo questo la aiuta molto. L'ho amata per il suo carisma, ma le sue nuove sonorità (anche i pezzi vecchi riproposti) non mi hanno convinto. Ciò non toglie che ha il mio rispetto come performer, interprete ed intrattenitrice. Il nostro show è stato viziato da problemi...organizzativi. Ci hanno tagliato lo show da 40 minuti a 20. niente soundcheck. le spie le abbiamo avute al terzo pezzo, e ne abbiamo suonati sei... Ci son stati enormi problemi di potere que giorno, situazioni in cui non puoi contrattare, devi solo subire. La Donà è molto brava ed ha fatto un bello show, ma mi pè sembrata fuori luogo. Se l'idea era riunire tre voci femminili legate dal concerto di rivoluzione, di musica intesa come rottura, lei era davvero fuori luogo. Peccato che, sempre per  i problemi occulti che si celano nelle macchine organizzative, nessun artista ha potuto fisicamente incontrare l'altro, non si sa bene per quale motivo...

progetti futuri?

Lilith  Suonare un po' in giro
Tony Suonare e portare a termine il mio secondo libro


Come dice Santoro, fatevi una domanda e datevi una risposta...

Ci domandiamo spesso perchè siamo ancora qui a parlare di punk, rock, palchi etc. Crediamo che il "rock"  nella sua accezione più ampia del termine abbia definitivamente perso i connotati "adolescenziali" con cui era nato e che, anzi, abbia assunto quelli della maturità. Forse è per questo che ancora una volta troviamo assolutamente spontaneo e naturale salire su un palco, spendere ore ed ore in sala prove a ritoccare questo o quel brano, trepidare se arriva o non arriva gente nel locale, svenire all'alba sul letto dopo una nottata in auto su un ' autostrada di ritorno da un concerto con i vestiti ancora  umidi di sudore (e doversi alzare due ore dopo e affrontare otto ore di lavoro).
Perchè ?
Forse è queta la nostra erba della strega, la dose di stramonio quotidiana di cui non riusciamo a fare a meno

 

 

 


 

Max1334

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